Raccontiamo l'immagine...

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Franco Salvini Franco Salvini Messaggio 136 di 152
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Giuseppe se è quella che ai postato del gheppio ne vorrei fare una ogni due mesi di foto cosi, anche con la bora di Trieste uscirei, complimenti ancora.
ciao a tutti Franco :-))))
Giuseppe Sedda Giuseppe Sedda Messaggio 137 di 152
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Si Franco, la foto è quella del gheppio. Ci ho scherzato un pò su perchè dopo una giornata di vento freddo a mille metri di quota alla ricerca dei mufloni (li ho visti da molto lontano)sono sceso verso il mare e li ho realizzato la foto che mi ha salvato la giornata.......

un saluto Giuseppe :-)))))
Mario Roncagliolo Mario Roncagliolo Messaggio 138 di 152
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La marcia per arrivare a quel punto era durata due ore. Non era stata lunga, ma impegnativa. Avevo risalito il torrente Tuia per non lasciare tracce olfattive. Era fine giugno, procedevo sotto la volta degli alberi, nel buio che precede l’alba, leggera, alle mie spalle, la brezza del mare mi portava un lieve calore e l’odore tipico della salsedine. Il Tuia era un piccolo ruscello, ma scorreva tra le pareti rocciose con incredibile foga, quasi a voler imitare i fiumi alpini. Arrivai alle piscine, le chiamavo così da quando da piccolo ci andavo a fare il bagno. In realtà le piscine erano due laghetti, di pochi metri ciascuno, uniti da una piccola cascata non più alta di un metro. Lì però, le fronde si allargavano, e lasciavano, con un pizzico di gelosia, intravedere il panorama. Ai miei occhi si estendeva tutta la piccola valle del Tuia, fino al mare. Poi arrivò; e fu uno spettacolo eccezionale, io ero ancora al buio, riparato dalla collina, ma il mare innanzi a me si accese in un baleno di luci e colori. Più avanti, nell’acqua scintillante, il promontorio di Portofino si protendeva verso l’infinito come una nave alla banchina. Dalle sue tre collinette si alzava il vapore della rugiada colpita dal sole, come comignoli. Rimasi qualche minuto a contemplare tutto questo, poi mi svegliai. Non ero venuto per questo, in fondo. Mi voltai e continuai la marcia, verso la sorgente, verso il sole. Erano passati pochi minuti quando finalmente le vidi. Mi avvicinai di corsa gia carico dell'eccitazione della caccia, non c’erano dubbi, erano le sue, le orme d’Idefix. Lo so che non è un nome molto importante, ma era l’unico che mi era girato in testa per quel cinghiale che seguivo da tempo, e che per me era ormai un‘idea fissa. Le tracce salivano verso la sommità della collina, volevo seguirle di corsa, dovevo seguirle di corsa, ma il cacciatore che ho dentro mi fermò. Dovevo aspettare, tra poco il sole avrebbe scaldato l’aria, facendo voltare inesorabilmente la brezza, solo allora avrei avuto qualche possibilità di raggiungere da sottovento la mia preda. Mi allontanai un po’ dalla tana e mi nascosi tra le fronde, magari un po’ di fortuna lo avrebbe fatto tornare da me. I minuti trascorsero inesorabili, assomigliando sempre più ad ore. Era ancora presto quando finalmente mi giunsero alle nari gli odori dell’entroterra. Era il momento, uscii del mio piccolo rifugio e mi misi sulle tracce di Idefix. Per essere un buon cacciatore bisogna saper diventare animale, non basta seguire le tracce, ma si deve pensare coma la preda, si deve capire perché ha preso quella direzione, dove deve andare, e quali sono i posti che può raggiungere. Le tracce piegavano verso est, lontano dal piccolo complesso di Montallegro. Idefix voleva scollinare e c’era solo un posto dove poteva farlo. In una piccola radura trovai dove aveva fatto colazione, il piccolo spiazzo sembrava arato dall’uomo, il cinghiale aveva scavato per trovare qualche radice. Non sapevo quanto vantaggio avesse su di me, ma ormai dovetti allungare il mio giro, per rimanere esattamente sottovento. Dopo più o meno un’ora di marcia notai un movimento con la coda dell’occhio, poco sopra dove mi trovavo. Era lui? L’istinto mi diceva di sì. Chinato avanzai verso il movimento, con la mano sinistra intanto toglievo tutto ciò che avrebbe potuto fare rumore. Dovetti arrampicarmi un po’ più a sud est rispetto al mio bersaglio, e quando arrivai al suo livello, una serie di cespugli fitti bloccava ogni visuale. Facendo ciò che a me sembrava un incredibile baccano riuscii ad aprire un varco nelle sterpi e così, come di incanto lo vidi. Era bellissimo, più grande degli altri cinghiali. Mi dava il fianco sinistro, il suo manto era lucido e bruno. Aveva ovviamente perso le macchie, ma sul dorso s’intravedevano deboli le striature più scure. Ormai era fatta, non mi sarebbe più sfuggito, le lunghe giornate di caccia finalmente avevano dato i loro frutti, e Idefix finalmente era li, a meno di venti metri da me. M’imposi di non tremare mentre il sudore mi rigava il volto sudicio, potevo coglierlo ora, ma il momento doveva essere perfetto. Allineai il centro del mirino col suo cuore, dovevo farlo, mi dissi, ma mi imposi di aspettare. Fu allora chi mi udì, con la testa alzata Idefix cercò di vedermi o di odorarmi, la paura di perderlo adesso quasi mi congelò, ma dopo pochi interminabili attimi quell’enorme bestione sembrò calmarsi. Riallineai il mirino e cercai di controllare la respirazione. Inspirai a fondo, Poi feci uscire metà dell’aria dai polmoni. Ero pronto, tutto era perfetto, Idefix si era inconsciamente voltato verso me, era stupendo e un sorriso mi attraversò le labbra mentre premevo il grilletto. Il rumore, nel silenzio totale fu incredibile, mi alzai in piedi e vidi Idefix scappare lontano, spaventato. Mi misi a ridere forte, felice mentre il cinghiale spariva nel folto. Aprii la borsa e vi infilai dentro la reflex. Mi incamminai verso casa, avevo preso la mia idea fissa, finalmente la caccia si era conclusa.
P.S. la foto non è disponibile, poichè.....non c'è.
ma mi piaceva l'idea
Mauro Borbey Mauro Borbey   Messaggio 139 di 152
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[fc-foto:11865062]

Colori di maggio.

Maggio Arena di canto del Gallo forcello Valle d’Aosta.


Ore 6.00 solare: maschio dominante sull’arena illuminata dai primi raggi del sole.

I colori e la luce sono naturali, ho solo aumentato leggermente l’esposizione perché la diapositiva è leggermente sottoesposta (allora non esisteva il digitale e non era facile indovinare l’esposizione, le dia le vedevi solo dopo alcuni giorni di attesa se riuscivi a finire il rollino, altrimenti, anche dopo una o più settimane) addirittura quando scattavo in Kodachrome 64 le dia stavano via anche più di un mese perché venivano sviluppate in Germania.
Non mi era mai capitato di avere una luce così calda su di un’arena di canto, bisogna ricordare che in montagna a quelle quote, circa 2000 metri, in maggio le temperature possono ancora scendere sotto lo zero, ma in quei giorni faceva particolarmente caldo e questo spiegava forse il perché di quelle particolari luci.
Io ero salito lassù nel pomeriggio del giorno precedente, ero arrivato nei pressi dell’arena intorno alle 16.00 e avevo subito montato la tendina ( i galli possono arrivare sull’arena anche nel tardo pomeriggio) quindi è buona norma essere piazzati dentro alla tendina prima delle 17.00 perché poi possono arrivare in qualsiasi momento e rimanere sull’arena fino al crepuscolo facendo le stesse parate che fanno al mattino.
Poi poco prima del buio spariscono nel fitto del bosco o in mezzo ai rododendri dove trascorrono la notte, per poi ripresentarsi sull’arena intorno alle 4 del mattino.
Mi ricordo che durante la notte non sentii freddo, anzi rimasi mezzo fuori dal sacco a pelo, perché avevo caldo, di solito rimanevo tutto rannicchiato al suo interno con solo un piccolo buco, grosso come una mela, per respirare.
Alle due e mezza uscii dal sacco a pelo per preparare gli obiettivi perché è meglio piazzare tutta l’attrezzatura almeno un’ora e mezza priva dell’arrivo dei galli, per evitare di disturbarli e di allarmarli con rumori metallici (inoltre non bisogna indossare giacche o pantaloni di nylon ma indumenti di lana o pile per non fare rumori quando ci si muove all’interno della tendina)
Poi arrivò l’alba e quando l’insolita luce del sole raggiunse finalmente l’arena riuscii a scattare queste immagini con i galli fortunatamente ancora sull’arena.

Fuji provia 100F --- Minolta 800 Si --- Leitz 560mm – Scansione con Nikon Coolscan V
Franco Salvini Franco Salvini Messaggio 140 di 152
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Come ho commentato anche sulla foto,
Con i tuoi racconti riesci sempre a far partecipare alle tue imprese Chi li legge,
Complimenti ancora per scatto e racconto.
ciao Franco
Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 141 di 152
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concordo pienamente con Franco!! grazie per i tuoi splendidi racconti
Ciao
Luca

( ps ogni tanto rimpiango il mitico kodacrome con i suoi telaietti in cartone... che di tanto in tanto si incastravano nel proiettore!! )



Messaggio Modificato (19-02-08 21:32)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 142 di 152
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SBAGLI MARIO...

" la foto non è disponibile, poichè.....non c'è.
ma mi piaceva l'idea"

la foto c'è... mica eri solo lì... eravamo almeno in venti nei cespugli... eheehehaahahaha


[fc-foto:11981776]
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 143 di 152
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ahhahahah ma questo sono io ahhahha Carla ma tu dove eri !!!
troppo bella quella giornata : )
Gianfranco Gasperi Gianfranco Gasperi Messaggio 144 di 152
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Salve a tutti,
mi sono perso tra le vostre storie e per ricambiare vi racconto la mia di esperienza:
Australia - New South Wales - vicino NewCastle in cerca dei miei amati animali e soprattutto serpenti...vi garantisco che cercar di beccarli in natura e non in qualche squallido rettilario è un'esperienza straodinaria...adrenalina pura...ancora migliore quando puoi poi raccontarla :)
Individuato un bel tracciato in mezzo alla foresta che faceva al caso mio e montato un mio bel EF 90-300mm (temo sia necessario x i serpenti) mi avvio in cerca di ruscelletti e sorgenti d'acqua (acqua = insetti e vermi vari = rane e ratti = serpenti). Non ho dovuto aspettare tanto...dopo neanche 50m di tracciato...eccotelo li' bello e sgarciante come il sole un bellisismo esemplare di Red Bellied Black Snake sonnecchione lungo una pozzetta d'acqua. Purtroppo era messo un pò maluccio...un pò nascosto tra i rametti...la distanza era di circa 2m 2m1/2 e un dislivello di circa 1/2m tra me e lui...io in alto. Gli comincio a rompere le scatole lanciandogli qualche rametto con estrema felicità della mia amica che cominciava a tirarmi x il braccio. Dopo qualche rametto finalmente il grazioso animaletto comincia a muoversi e fortunatamente a guadagnare una posizione più fotogenica (secondo me si stava incazzando infatti girava la testa in drezione del rametto che cadeva!!). Il giochino era diventato facile perchè ad ogni rametto faceva un movimento finchè il caso vuole che il serpete si gira nella mia direzione...da quel che sò i serpenti nn vedono benissimo stà di fatto che continuavo a lanciargli rametti e lui nn si muoveva più. La mia amica sbianca...io un brividello l'ho provato...lui era immobile e guardava nella mia direzione. Era il momento!! Stringo lo zoom al max e comincio a scattare alla mia maniera...in vicinanza progressiva...uno scatto e un passettino uno scatto e un passettino..tutto ciò fino a 2m...la più vicina è quella postata. Vi giuro che avrei voluto fotografargli anche le ghiandole all'interno della bocca magari mentre faceva uno scatto x mordermi :) ho preferito evitare anche xchè sennò sarei morto prima x i pugni che la mia amica cominciava a tirarmi eheh.
Beh gli animali in natura bisogna lasciarli in pace e da lui ho preteso anche tanto...

saluti a tutti



Messaggio Modificato (04-03-08 19:10)
Gianfranco Gasperi Gianfranco Gasperi Messaggio 145 di 152
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Dimenticavo il link :)

http://www.fotocommunity.it/pc/pc/chann ... y/12046727
Remo Marchetti Remo Marchetti Messaggio 146 di 152
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...reduce! ...reduce! Remo Marchetti 04.03.08 10

...da un pò non faccio che leggere i vostri bei racconti ed ora mi sono deciso ad inserirne un altro pure io!
Oggi mi sono svegliato con la luna giusta,ho un paio di giorni di libero e quindi bisognava sfruttare la giornata.Cosa c'è di meglio di una bella escursione in alta montagna a caccia di soggetti interessanti?gia...solo piccolo dettaglio,oggi vento insistente e temperatura attorno allo zero verso i 1800 m!Poco male,mi sono detto...varia solo l'equipaggiamento e un poco il peso...e visto che ho deciso di portarmi dietro il 500one,si parla di chili :-)Alle 9 sono sul punto di partenza,freddo e neve portata dal vento...ero sul punto di desistere e rimandare a tempi migliori,ma mi decido a dare un occhiata in alto con il binocolo sperando che nel frattempo il clima diventi un pò più clemente.Vedo qualche capriolo che compare e scompare tra i ginepri e i larici,molto lontano,in alto vedo pure i camosci e dopo un pò,mi sembra di vedere pure dei cervi...Malgrado il clima,quello che avevo visto,anche se molto lontano e molto in alto,mi aveva convinto...in 5 minuti sono pronto a partire per il mio giretto.Non sono ancora abituato a portare dietro il 500one che con i suoi quasi 4kg è una bella zavorra,ma come si fa a lasciarlo a casa?!!Decido di prendere una via piuttosto verticale e di camminare molto adagio...anche il vento sembra calmarsi e un timido sole viene a salutarmi.Dopo un paio d'ore di salita,solo qualche selvatico in fuga,spaventato dal rumore che non riesco ad evitare salendo anche nella neve ed allora mi decido a fare una pausa per valutare il da farsi e pure per mettere giù un boccone!Passano 5 minuti e ecco quella strana sensazione di come se q-cuno ti sta osservando...mi giro piano piano in direzione di un canale libero dalla neve e vedo tre maschi di cervo intenti a cercare qualche cosa di commestibile...e uno di loro mi osserva da lontano,annusando l'aria con fare sospettoso.
Mi sono detto che avrei dovuto fare in fretta ma con movimenti lenti,per non allarmarli...appena il tempo per qualche scatto ed ecco che i 3 se ne tornano tra i larici.Cavoli,tutto è successo così in fretta...i cervi relativamente lontani,e subito la curiosità di sapere se gli scatti sono decenti.Dal display si direbbe di si,ma sarà il computer a dirmi tutta la verità..il giro continua,e riesco pure a fare un paio di scatti ad una coppia di caprioli.Alle 17 sono di nuovo alla macchina,stanco morto e con la voglia di tornare a casa per vedere i risultati.
Lascio giudicare a voi,il reduce che mi osservava e che si starà ancora chiedendo cosa cavolo ci facevo lassù :-)
Un saluto a tutti!
Mauro Borbey Mauro Borbey   Messaggio 147 di 152
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Bella e interessante la tua giornata, ottima sotto l'aspetto naturalistico,(di animali selvatici ne hai visti tanti e di specie diverse, poi mica facile vedere nello stesso momento, Camosci, Caprioli e Cervi, non sono tanti i luoghi dove le specie convivono in poche centinaia di metri di fascia altitudinale, in più sei riuscito anche ad avvicinarli e a fotografarli molto bene, infatti le foto del cervo e del capriolo sono davvero belle, bello anche il racconto dove evidenzi molto bene le difficoltà che si incontrano a cercare, osservare e fotografare gli animali della montagna.
Complimenti sinceri per la tua preparazione e per la tua costanza.
ciao e buone catture !!!
Mauro
Remo Marchetti Remo Marchetti Messaggio 148 di 152
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Grazie Mauro, il tuo apprezzamento mi fa particolarmente piacere!mi capita di incontrare...si fa per dire, camosci,stambecchi,cervi e caprioli nella stessa escursione...poi da lì a riuscire a fare scatti degni ce ne vuole visto che non si trovano in un parco,ma allo stato selvatico puro...e tu sai cosa vuol dire :-)
Un saluto!
Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 149 di 152
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Grazie Remo !
ottimo racconto!
in questo periodo che ho davvero pochissimo tempo per uscire a fare foto , mi ha fatto sognare un po!!
A presto
Ciao
Luca
Mauro Borbey Mauro Borbey   Messaggio 150 di 152
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Le ombre del bosco. La foto non è stata votata per la galleria Le ombre del bosc… Mauro Borbey 12.03.08 113


Vallone di Montagnayes mt. 2000 Bionaz valle d’ Aosta.
Cronaca di una mattina di fine giugno.
Mi fermai e posai a terra lo zaino, cercando di evitare il minimo rumore, l’aria tiepida del tardo mattino mi accarezzava a tratti il viso, asciugandomi il sudore dalla fronte mentre un forte odore di resina stagnava tra gli alberi; intorno a me i fiori dei rododendri in piena fioritura coloravano di fucsia tutto il sottobosco, mentre i verdi brillanti dei nuovi vestiti dei larici spiccavano tra le imponenti e scure sagome degli abeti.
Più in alto, sul limite del bosco, tra i radi cirmoli abbarbicati sulla cresta rocciosa, una Nocciolaia gridò allarmata, interrompendo la squillante strofa del Fringuello che mi aveva accompagnato incessantemente lungo l’ultimo tratto della dura salita, tra i rododendri alti fino alla vita.
Tutto tacque !!
Allora il capriolo, preoccupato per l’irreale silenzio, si alzò di scatto dalla sua lettiera cercando con i suoi occhi impauriti dove fosse l’imminente pericolo.
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