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Utente cancellato

file RAW in PHOTOSHOP

Una delle più utili aggiunte di P.s. 2 è Adobe Bridge e vale la pena attivatlo tutte le volte che si apre P.s.
Nella post apri le immagini con Adobe Bridge:
Lavora in collegamento con tutti i programmi di Adobe Creative.
Tenendo premuto Maiusc. Click su prima e ultima miniatura per attivarle tutte.
Cliccando poi su una delle immagini e facendo click su open si attiva automaticamente il converter Adobe Camera Raw che quanto ad aggiustamenti d'esposizione e tanto altro...
Scegliere Ctrl+u per escludere gli utensili di correzione in automatica.
Poi puoi fare la conversione: File-Script-Elaboratore immagini.
Ma se sei soddisfatto del converter della tua fococamera....Daniele docet.



Messaggio Modificato (26-06-08 20:15)
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Utente cancellato

Photomatix

Ah no, a pagamento, naturalmente.
20.06.08, 20:59
Ah no, a pagamento, naturalmente.
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Claudio Taiana

Foto HDR

Come faccio a ricavare da un RAW altre due esposizioni diverse?per fare 3 scatti con esposizioni diverse mi servira necessariamente un treppiede giusto?

@Filippo apri il file raw con camera raw, per esempio, e variane l'esposizione aumentandola (per esempio di uno stop) e poi diminuendola dello stesso valore; avrai ottenuto cosi' tre file che hanno una esposizione a forchetta. In soggetti immobili puoi anche scattare diverse foto variandone l'esposizione ricordando di lasciare invariata l'apertura per non alterare la profondità di campo, in questo caso ti serve un supporto per la macchina.

Puoi poi unirli in Hdr sia con Ps o con Photomatix e successivamente fare il tm



Messaggio Modificato (27-05-08 20:48)
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Tony Bellardi

Grigi tranne che sul soggetto...

Allora, vediamo se ci riesco.
Apri il file.
Clicca su: livelli-duplica livello.
Ora clicca su immagine-aggiusta(seconda voce)-desatura.
Ora la tua immagine è in Bianco e nero.
Clicca su: immagine-aggiungi maschera di livello-rivela tutto.
Vedrai che nella palette dei comandi i colori di primo piano e sfondo saranno bianco e nero.
Seleziona un pennello e il nero e passalo sul soggetto, vedrai che questo si colora.
Scegli tu il tipo di pennello e l'opacità in base alle tue necessità.
In pratica la maschera di livello funziona così: applicata ad un livello se è nera lascia vedere i livelli sottostanti, se è bianca li maschera.
è comoda perchè ti permette di applicare regolazioni o effetti solo a determinate aree e inoltre hai più controllo perchè lavori col pennello e modificandone l'opacità puoi fondere bene tutte le modifiche.
Spero di essere riuscito nell'intento.
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Andrea Renzi

high key

Uno dei metodi che uso io( Photoshop 7.0, ma credo che sia + o - simile)per rendere la pelle liscia è questo:

Dopo aver fatto tutti i vari ritocchi per eliminare le inperfezioni,dopo aver magari reso gli occhi più bianchi con un livello sbiancante, evidennziato il colore delle pupille,sistemato labbra... etc,etc,si può passare alla pelle per renderla più liscia.
1)Creare un set di livelli con due livelli copia dell'immagine principale ed assegnare al primo il nome Disturbo, al secondo Sfocatura.
2)Al primo applica: filtro-disturbo-aggiungi disturbo impostando 5%, distribuzione Gaussiana e spuntando monocromatico.
3) nascondere Disturbo ed agire sul livello Sfocatura con Filtro- Disturbo-Polvere e grana con raggio da 9 a 20 (diciamo 20) e soglia 8; allo stesso applicare Filtro-Controllo sfocatura con un raggio da 10 a 20 ( diciamo 20).
4) Visualizza di nuovo il Livello disturbo e riduci la sua opacità a circa 50 % o anche molto meno secondo l'effetto voluto.
Volendo puoi giocare con l'opacità di entrambi fino all'effetto voluto.
5)In fine applica una maschera al set di livelli contenente le regolazioni e comincia a dipingere col nero per evidenziare elementi che pensi debbano godere di maggior chiarezza (tipo gli occhi).

E' tutto.




Messaggio Modificato (21-04-08 20:28)
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Luigi Schelfi

Impostazione parametri raw

Mi sono trovato a leggere questa discussione, e di conseguenza il “FORMATO RAW-APPROFONDIMENTO” di Giancarlo Parisi, e vorrei cercare, nel mio piccolo, di contribuire.

Ho avuto la sensazione ( forse mi sbaglio) che passi l’idea che oltre il Raw ci sia il vuoto.
Premetto che scatto all’80 % in raw ritenendo che comunque si possano ottenere ottimi risultati anche in Jpeg.
Innanzitutto bisogna dire che un Raw senza post-produzione è come un negativo senza stampato e le tecniche di post bisogna saperle padroneggiare e non poco ( gestione colori, bilanciamento: ottimale l’inserimento, quando possibile, di un Macbeth Color Checker…) e che se si scatta in Raw per poi raggiungere gli stessi risultati del Jpeg tanto vale scattare in Jpeg.

E’ fuor di dubbio ( come ben spiegato da Giancarlo Parisi) che il Raw offre maggiore qualità e flessibilità:
IL Raw è un file grezzo con i dati reali come catturati dal sensore, senza elaborazione, che permette sicuramente maggiore personalizzazione dello scatto ed essendo un file di sola lettura, non modificabile, si avrà sempre a disposizione una sorta di negativo da poter sviluppare nei modi più svariati.
Lavorando a 12 (14) bit (contro gli 8 del Jpeg) e catturando 4096 (contro 256) livelli di luminosità, offre sicuramente più possibilità di intervento su luminosità e colori.
Possiede una più estesa latitudine di posa.
Non si è preoccupati di stare dietro le mutevoli condizioni di luce o atmosferiche consentendo una maggiore libertà e velocità d’azione………….

Attenzione però a non farsi l’idea che si possa scattare a casaccio tanto poi tutto si aggiusta: ovviamente meglio è la fase di ripresa tanto meno tempo si perderà a computer e tanta più sarà la qualità.
A tal proposito ritengo che convenga comunque impostare il bilanciamento del bianco in auto e le altre impostazioni azzerate al fine di ottenere una immagine più pulita su cui lavorare e che non bisogna assolutamente sovraesporre ( se c’e un minimo puoi tirarlo fuori i pixel bruciati non si recuperano) anzi io ( vista la tendenza ad aprire le ombre delle digitali) sottoespongo costantemente di 1/3 di stop, ritenendo che questo porti alla conservazione dei dettagli nelle alte luci, mentre le ombre e i mezzi toni possono essere schiariti in post.

Detto tutto ciò, non me la sento di dire che il Jpeg sia da bistrattare ( anche per la sua leggerezza), spettando al fotografo la scelta di volta in volta, e credo che qualora si è certi della corretta esposizione ( per es. in studio con condizioni di illuminazione costanti e conoscendo i limiti dell’attrezzatura, o in altre occasioni) sia una opportunità scattare in Jpeg, magari
( anzi, sicuramente) adottando il bilanciamento del bianco personalizzato, ottenendo risultati di ottima qualità.
Si deve aggiungere che un Raw elaborato e convertito a
8 bit ha le stesse proprietà di un Jpeg nativo e che se uno scatto in Jpeg viene salvato sul computer in tiff o Psd non si ha una percettibile perdita di dati.
Per quanto riguarda le regolazioni distruttive ( e qui sono d’accordo solo in parte con Giancarlo) che subirebbe un Jpeg in fase di ritocco, bisogna fare attenzione a come si lavora in post-produzione.
E’ bene lavorare su una copia dell’immagine, duplicare il livello di sfondo che resta bloccato e
cercare di raggiungere lo scopo con il minor numero possibile di operazioni.
Evitare di lavorare con i comandi del menu regolazioni ma preferire i livelli di regolazione che non influenzano direttamente i pixel, permettendo così di fare quante si vogliano prove e di ritornare sui propri passi senza danneggiare l’immagine provvedendo ad unire i livelli una volta soddisfatti.
Utilizzare, per immagini di alta qualità, le curve per cercare di aumentare il contrasto anziché il comando luminosità/contrasto che svolge una azione distruttiva o applicare, a volte, a un livello copia un semplice metodo di fusione che migliora il livello con più delicatezza.
Mai aprire e salvare un Jpeg più di una o due volte ( ad ogni salvataggio si perde qualcosa).
Sperando di aver dato un utile contributo voglio in fine segnalare due articoli utili di due siti molto interessanti:
“Alla scoperta del Raw” di Agostino Maiello su www.nadir.it (area tecnica/digitale)
“Appunti sulla gestione dei File Raw” di Paolo Castagnini su www.abc-fotografia\abc\raw.htm



Messaggio Modificato (20-04-08 16:53)
18.04.08, 22:44
Mi sono trovato a leggere questa discussione, e di conseguenza il “FORMATO RAW-APPROFONDIMENTO” di Giancarlo Parisi, e vorrei cercare, nel mio piccolo, di contribuire.

Ho avuto la sensazione ( forse mi sbaglio) che passi l’idea che oltre il Raw ci sia il vuoto.
Premetto che scatto all’80 % in raw ritenendo che comunque si possano ottenere ottimi risultati anche in Jpeg.
Innanzitutto bisogna dire che un Raw senza post-produzione è come un negativo senza stampato e le tecniche di post bisogna saperle padroneggiare e non poco ( gestione colori, bilanciamento: ottimale l’inserimento, quando possibile, di un Macbeth Color Checker…) e che se si scatta in Raw per poi raggiungere gli stessi risultati del Jpeg tanto vale scattare in Jpeg.

E’ fuor di dubbio ( come ben spiegato da Giancarlo Parisi) che il Raw offre maggiore qualità e flessibilità:
IL Raw è un file grezzo con i dati reali come catturati dal sensore, senza elaborazione, che permette sicuramente maggiore personalizzazione dello scatto ed essendo un file di sola lettura, non modificabile, si avrà sempre a disposizione una sorta di negativo da poter sviluppare nei modi più svariati.
Lavorando a 12 (14) bit (contro gli 8 del Jpeg) e catturando 4096 (contro 256) livelli di luminosità, offre sicuramente più possibilità di intervento su luminosità e colori.
Possiede una più estesa latitudine di posa.
Non si è preoccupati di stare dietro le mutevoli condizioni di luce o atmosferiche consentendo una maggiore libertà e velocità d’azione………….

Attenzione però a non farsi l’idea che si possa scattare a casaccio tanto poi tutto si aggiusta: ovviamente meglio è la fase di ripresa tanto meno tempo si perderà a computer e tanta più sarà la qualità.
A tal proposito ritengo che convenga comunque impostare il bilanciamento del bianco in auto e le altre impostazioni azzerate al fine di ottenere una immagine più pulita su cui lavorare e che non bisogna assolutamente sovraesporre ( se c’e un minimo puoi tirarlo fuori i pixel bruciati non si recuperano) anzi io ( vista la tendenza ad aprire le ombre delle digitali) sottoespongo costantemente di 1/3 di stop, ritenendo che questo porti alla conservazione dei dettagli nelle alte luci, mentre le ombre e i mezzi toni possono essere schiariti in post.

Detto tutto ciò, non me la sento di dire che il Jpeg sia da bistrattare ( anche per la sua leggerezza), spettando al fotografo la scelta di volta in volta, e credo che qualora si è certi della corretta esposizione ( per es. in studio con condizioni di illuminazione costanti e conoscendo i limiti dell’attrezzatura, o in altre occasioni) sia una opportunità scattare in Jpeg, magari
( anzi, sicuramente) adottando il bilanciamento del bianco personalizzato, ottenendo risultati di ottima qualità.
Si deve aggiungere che un Raw elaborato e convertito a
8 bit ha le stesse proprietà di un Jpeg nativo e che se uno scatto in Jpeg viene salvato sul computer in tiff o Psd non si ha una percettibile perdita di dati.
Per quanto riguarda le regolazioni distruttive ( e qui sono d’accordo solo in parte con Giancarlo) che subirebbe un Jpeg in fase di ritocco, bisogna fare attenzione a come si lavora in post-produzione.
E’ bene lavorare su una copia dell’immagine, duplicare il livello di sfondo che resta bloccato e
cercare di raggiungere lo scopo con il minor numero possibile di operazioni.
Evitare di lavorare con i comandi del menu regolazioni ma preferire i livelli di regolazione che non influenzano direttamente i pixel, permettendo così di fare quante si vogliano prove e di ritornare sui propri passi senza danneggiare l’immagine provvedendo ad unire i livelli una volta soddisfatti.
Utilizzare, per immagini di alta qualità, le curve per cercare di aumentare il contrasto anziché il comando luminosità/contrasto che svolge una azione distruttiva o applicare, a volte, a un livello copia un semplice metodo di fusione che migliora il livello con più delicatezza.
Mai aprire e salvare un Jpeg più di una o due volte ( ad ogni salvataggio si perde qualcosa).
Sperando di aver dato un utile contributo voglio in fine segnalare due articoli utili di due siti molto interessanti:
“Alla scoperta del Raw” di Agostino Maiello su www.nadir.it (area tecnica/digitale)
“Appunti sulla gestione dei File Raw” di Paolo Castagnini su www.abc-fotografia\abc\raw.htm



Messaggio Modificato (20-04-08 16:53)
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Franco Russo

Canon D20, scaldare i colori

Caro Giovanni ti ringrazio della risposta.

Se ti riferisci al bilanciamento del bianco in arti cartesiani, la 20D ce l'ha, ma è una funzione che è apparentemente difficile da usare, anche se ci ho provato, sono uno smanettone come te, e mi pare che come effetto sia simile alla modifica dei gradi Kelvin, anche se mi sembra che quest'ultimo apporti la variazione su tutta la gamma tonale, mentre l'altro sistema pare virare solo verso una precisa tonalità a dispetto di un risultato uniforme.

In effetti ho provato alcuni giorni fa a 6000 G.K. ed il risultato pare soddisfacente, anche se con il flash bisogna riportarlo a 5200.

Le prove che devo fare sono al 99% a causa degli obbiettivi che ancora non ho e che ho avuto solo in prestito, quindi non sono in grado di poter dare un responso definitivo sulla resa del digitale, che attualmente mi lascia un po' così, anche se credo ci sia margine di poter aummentare la propria soddisfazione.
Certo che se si lasciano tutti i parametri a zero, i risultati sono preoccupanti.
Vedere tutti quei colori sbiaditi, anche quando si scatta in JPG, fa pensare per quale caspita di motivo uno si debba liberare della pellicola con tutti i suoi stupendi colori.

Comunque, per fortuna che si ha la possibilità di poter smanettare e rendere il tutto più gradevole.

Quello che non capisco sul JPG delle reflex, è che si dice che questo formato viene...sfornato così come deciso dall' ingegnere che ha creato il software, ma mi pare non ci sia molta differenza con il RAW, mentre con la Canon G7 i colori sono sgargianti.
Quindi, se questo succede con il JPG della G7, perché non succede lo stesso con il JPG della 20D?

Lo so, con il digitale mi devo ancora svezzare e non ve la prendete :-))



Messaggio Modificato (17-04-08 20:18)
17.04.08, 20:02
Caro Giovanni ti ringrazio della risposta.

Se ti riferisci al bilanciamento del bianco in arti cartesiani, la 20D ce l'ha, ma è una funzione che è apparentemente difficile da usare, anche se ci ho provato, sono uno smanettone come te, e mi pare che come effetto sia simile alla modifica dei gradi Kelvin, anche se mi sembra che quest'ultimo apporti la variazione su tutta la gamma tonale, mentre l'altro sistema pare virare solo verso una precisa tonalità a dispetto di un risultato uniforme.

In effetti ho provato alcuni giorni fa a 6000 G.K. ed il risultato pare soddisfacente, anche se con il flash bisogna riportarlo a 5200.

Le prove che devo fare sono al 99% a causa degli obbiettivi che ancora non ho e che ho avuto solo in prestito, quindi non sono in grado di poter dare un responso definitivo sulla resa del digitale, che attualmente mi lascia un po' così, anche se credo ci sia margine di poter aummentare la propria soddisfazione.
Certo che se si lasciano tutti i parametri a zero, i risultati sono preoccupanti.
Vedere tutti quei colori sbiaditi, anche quando si scatta in JPG, fa pensare per quale caspita di motivo uno si debba liberare della pellicola con tutti i suoi stupendi colori.

Comunque, per fortuna che si ha la possibilità di poter smanettare e rendere il tutto più gradevole.

Quello che non capisco sul JPG delle reflex, è che si dice che questo formato viene...sfornato così come deciso dall' ingegnere che ha creato il software, ma mi pare non ci sia molta differenza con il RAW, mentre con la Canon G7 i colori sono sgargianti.
Quindi, se questo succede con il JPG della G7, perché non succede lo stesso con il JPG della 20D?

Lo so, con il digitale mi devo ancora svezzare e non ve la prendete :-))



Messaggio Modificato (17-04-08 20:18)
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