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Mario Aliberti


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Commenti 12

  • Luisa Masala 16/02/2022 12:16

    Che dire,  la guarderei per ore,  complimenti a Te per tutto il tuo repertorio fotografico! Arte e poesia insieme
  • malaspina 13/03/2016 8:25

    **
    stuzzicante
  • Mario Aliberti 31/01/2016 18:53

    Ringrazio di nuovo lo staff per la home. Mi sono perso anche questa, non riesco a conciliare gli orari! Grazie ancora, Mario.
  • Vincenzo Galluccio 31/01/2016 12:48

    ...ho abbandonato da tempo le "generalizzazioni", perché per mestiere ho bisogno di "sintesi", per cui pur apprezzando il tuo modo di porre la questione ecco...lo trovo di difficile comprensione per me....insomma per le tue parole mi sta accadendo la medesima cosa che mi è accaduta per la foto...ma entrambe mi piacciono nel senso che mi danno una forma di godimento...tenderei a distinguere la fotografia che è un artificio dall'arte in generale...comunque in ogni caso quello che conta è il contesto, il contesto in cui vive quello che hai fatto e le relative relazioni....pur non comprendendo la differenza tra contenuti e metacontenuti son d'accordo con te quando dice che l'opera smette di appartenere all'autore......Pirandello ce lo ha spiegato qualche tempo fa....ti auguro una buona domenica...
  • Mario Aliberti 30/01/2016 5:26

    Vincenzo, da dove posso partire! Mi piace il tuo modo schietto e incisivo nel comunicare. Il problema principale della comunicazione nelle arti visive consiste nella lotta tra due impellenze diverse: A) Creo (scatto!!) per me stesso e sono sicuro e compiaciuto di quello che ho fatto e di quello che ritengo sia il mio bisogno attuale di esternazione senza pormi il problema della decifrabilità altrui? B) Creo (scatto!!) perchè ritengo valido ciò che ho pensato, ma sto attento alla forma e alla fruibilità dell'idea, mediandola e "ritoccandola" a favore di una immediata intellegibilità? A mio parere tutto dipende dagli ambiti di creazione. Un lavoro commerciale, nel senso di commissionato, avrà una precisa percezione, lavorazione, esternazione e finalità perchè deve essere quello! fermo restando che anche in questo caso potrà essere considerata, col passare del tempo,una vera e propria opera d'arte. Ma l'ambito, l'azione, in questo caso, è comunque circoscritta. Chi crea per se stesso, perchè ha una determinata impellenza, per lo più spirituale, opera in una sfera di motivazioni e impulsi che sono destrutturati e sono limitati o accresciuti solo dalla propria condizione, soprattutto, culturale. E si è coscienti del fatto che quello che si è esternato, (soprattutto nella forma in cui sono sedimentati sia contenuti che i metacontenuti) non sarà più nel potere dell'autore ma vivrà ( o dovrebbe vivere) nelle variegate e univoche interpretazioni di coloro che vengono a contatto con esso. A volte gli ambiti possono coincidere ma ritengo quest'ultimo approcio più godibile, interessante e "libero". Ciao, grazie per l'attenzione Vincenzo, è stato un piacere incontrarti. Mario
  • Vincenzo Galluccio 29/01/2016 22:07

    ...se tu non avessi scritto nulla mi sarebbe stato difficile arrivare alle tue intenzioni "preliminari"...comunque se ci abituiamo all'idea che stiamo diventando un paese povero....tutto andrà meglio....sulla faccia di questa terra non tutti possiamo esser ricchi, sviluppati e progrediti...o almeno non lo possiamo essere tutti contemporaneamente....è una delle regole del capitalismo.... forse la prima regola a sentire Brecht.....comunque a parte le chiacchiere la foto mi piace, pur incomprensibile,mi piace, perché porta dentro di se una eleganza, una "fotogenia" che la rende piacevole allo sguardo.....ho il vaghissimo sospetto che tu sia un bravo fotografo...e da queste parti c'è bisogno di bravi fotografi...si potrebbe "ricominciare" da qui....un caro saluto, Vincenzo
  • Mario Aliberti 23/01/2016 0:27

    Sono lusingato dalle vostre parole, ilmondodieLIOT, Lucy Franco, eLLeFFe, Tiziana e Paolo e dalla vostra attenzione critica, e per questo vi ringrazio di cuore.
    L'idea di questa immagine è nata qualche tempo fa in un periodo di incertezze per il nostro paese e non solo - principalmente di tipo economiche - deteminato da quel famigerato tracollo finanziario partito dagli Stati Uniti fino ad espandersi a macchia d'olio un po' in tutto il mondo. Si è assistito nel corso degli anni a un fenomeno di vero e proprio smarrimento, al terrore per quel che sarebbe accaduto in futuro, crollavano certezze, pianificazioni, progetti, qualsiasi azione era contornata dal timore del dopo e soprattutto dalla paura e dall' angoscia. Insomma tutto assomigliava a una fine imminente. Ogni giorno era una altalena di rassicurazioni e delusioni miste a paura. Ancora oggi (e il caso Greco ce lo ricorda) portiamo gli strascichi di quei giorni. Con questa immagine ho voluto sintetizzare quello stato, o meglio lo stato di un cittadino comune impotente e piccolo di fronte a qualcosa di abnorme e di inspiegabile che irrompe violentemente nella sua vita fino al quel momento apparentemente tranquilla e normale.
  • paolo barbaresi 22/01/2016 17:14

    gran lavoro.
  • tiziana morgese 2 22/01/2016 15:42

    un'idea ben realizzata, mi piacciono molto geometrie e tonalità. bella
  • eLLeFFe 22/01/2016 15:07

    mi sembra un buco...vorrei vedere che c'è oltre...
  • lucy franco 22/01/2016 13:58

    dai colori freddi alla apparente fallace serenità dell'immagine, in cui quasi esplode questo sole nero: molto bella, drammaticamente efficace.

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