In quanto uomini ancor prima che pensatori (si ricordi il detto latino “primum vivere, deinde philosophari”), anche i filosofi hanno (avuto) i loro “piatti preferiti”, rivelandosi non di rado grandi estimatori del “mangiar bene”. L’attenzione che essi hanno riservato al cibo affiora non solo dalle loro autobiografie (nelle quali spesso menzionano esplicitamente i loro piatti preferiti), ma dalle loro stesse opere filosofiche, in cui le metafore – diciamo così – culinarie sono ricorrenti e testimoniano un’incredibile sensibilità-attenzione alla sfera eno-gastronomica.
Complimenti!
Incontrovertibile!
Connubio di saggezza, originalità e velata drammaticità.
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“L’uomo non vive di solo pane, specialmente quando non ne ha”.
Ernst Bloch