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Progetto "Foto&Racconti": Erano giorni strani (Franco-Atzori)

Progetto "Foto&Racconti": Erano giorni strani (Franco-Atzori)

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Progetto "Foto&Racconti": Erano giorni strani (Franco-Atzori)

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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Franco_Atzori__Erano_giorni_strani.pdf

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Fotografia di lucy franco
Racconto di Carlo Atzori
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Erano giorni strani, questi miei, dove lo scrivere mi restituiva un po' di serenità, mi riportava lentamente a quella vita che, oramai, ricordavo soltanto.
Scrivevo ininterrottamente, come un fiume che scorre al mare, come se il fluire delle parole fosse un ritorno alle origini, alle radici lontane, nel tempo e nello spazio.
Io, bambina, gli odori intensi delle estati felici, i giochi con gli altri bambini, quel mondo magico e bellissimo, il fiume, le campagne assolate, gli uliveti maestosi, quelle risaie infinite dove facevo correre il mio sguardo, i campi di grano maturo, il rosso dei papaveri che chiazzava quel mare giallo, quei voli di uccelli su un cielo cobalto, il vento leggero che muoveva le foglie degli alberi, l'odore della terra.
Tutto questa prendeva vita attraverso lo scorrere delle frasi, dei ricordi, della leggerezza della mia infanzia felice.
Giorni e giorni di ricordi, parole, sogni, che prendevano nuovamente vita, si materializzavano, come per incanto, davanti al mio sguardo, e scrivevo dentro questi fogli bianchi.
Poi il sonno, leggero, dolce, atteso, a riportarmi energie perdute, sognare nuovamente qualcosa, dopo anni ed anni di sogni non ricordati, puntualmente, la mattina successiva. Come se la mente rifiutasse realtà e sogni notturni, tutto confuso, opaco, senza colori ed odori, come galleggiare in una realtà che non riconoscevi più, che non volevi, da cui avresti voluto fuggire.
Quanto tempo avevo buttato via? Quanti anni trascorsi a cercare la felicità, l'amore, la serenità? Ritrovarsi, poi, con un pugno di mosche in mano, come se tutto non fosse davvero successo, come se la vita stesse ancora aspettandomi, mi stesse dando dei segnali per ritrovarmi davvero.
Ora dovevo riuscire a capire, a trovare un senso al tutto, a dare una ragione a tante cose, a tanti attimi che non potevo e non volevo più avere come futura possibilità, ora tutto si stava schiarendo nella mia mente, come un cielo sereno dopo un temporale.
Volevo vivere di nuovo, volevo vivere davvero, lasciarmi alle spalle tutto il dolore, tutte le delusioni, tutti gli amori finiti, tutto quel mondo di bugie e ipocrisie.

Dal sonno, lentamente, mi risvegliai con la voce di Luca, che mi sfiorava delicatamente una spalla, mi carezzava il viso, dolcemente ed io ritornavo alla realtà, aprivo gli occhi e come se vedessi per la prima volta tutto.
Sorrisi, come non avevo fatto mai, sorrisi alla vita, perché in quel preciso istante capii che la vita aveva senso solo amando davvero un'altra persona ed il resto del mondo, amare senza chiedere nulla in cambio, amare intensamente, profondamente, vivere ogni istante che la vita regalava, togliere l'anima e il cuore dalle cattiverie, dall'invidia e dall'odio.
Volevo ricominciare a vivere davvero e Luca era la persona giusta, lo sentivo dentro me e lo amavo come non avevo mai amato in vita mia.

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