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"Il sollievo del pianto" di Arnaldo Pettazzoni

"Il sollievo del pianto" di Arnaldo Pettazzoni

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"Il sollievo del pianto" di Arnaldo Pettazzoni

di Arnaldo Pettazzoni

Commenti 10

  • Carlo Pollaci 12/04/2010 22:14

    Gli interventi garbati dell'Autore m'induco ad una riflessione: a volte la foto non può, non "deve", avere la pretesa di "parlare", ma, e più umilmente. porsi essa stessa al servizio della narrazione, senza alcun altra pretesa di autonomia.
    In tal senso, la fotografia, con il linguaggio e la funzione che le sono proprie da quasi due secoli, può diventare, con il testo, parte inscindibile di una composizione globale.
    Se tale assunto è ritenuto valido, il testo descrittivo della situazione andava posto direttamente sotto la foto e non rimandato a successivi interventi.
  • Maricla Martiradonna 12/04/2010 18:06

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "Il titolo rispecchia l'autenticità del momento... un dolore appropriato e devastante, tanto lo è per la perdita di un figlio.
    Il contesto???? la foto la feci per sottolineare in rosso un superficiale e insignificante luogo che nulla ha di un camposanto, paragonarlo ad uno stadio è gentile.
    Resta di fatto che ho avuto soddisfazione dai commenti avuti, riuscendo a trasmettere la mia emozione anche se tutta in negativo".
  • Carlo Pollaci 12/04/2010 12:54

    Un bel titolo, emotivamente coinvolgente, ma l'attinenza con la foto arriva solo per la precisazione dell'Autore. Infatti lo scatto è in pratica decontestualizzato, potrebbe essere l'ingresso ad uno stadio, p. es., come a molteplici altre strutture. Da cosa si dovrebbe arguire che si tratta di un cimitero?
    Esaminando la foto, l'inquadratura è valida mentre il bn non mi sembra particolarmente efficace.
  • Massimo Fiore 11/04/2010 12:16

    La descrizione di questo dramma, scena voluta dall'Autore, è priva di qualunque coordinata spazio temporale.
    Senza titolo, senza spiegazioni, saremmo restati nell'immaginario degli interrogativi.
    Allora, se si sceglie di rappresentare un palcoscenico buio, seppure inevitabile, della Vita per poi sottopolo ad una valutazione critica, occorre dapprima il rispetto delle persone (cosa fatta dall'Autore), in second'ordine il rispetto di un minimo di grammatica fotografica che, mi si vorrà perdonare, non riesco a trovare in quest'immagine.
    I contenuti hanno necessitato di puntualizzazioni; parte dell'immagine mi sembra abbia ricevuto luce in eccesso e la stessa composizione, modificabile a posteriori, non è esaltante.
    Resta il significato interiore voluto dall'Autore, rispettabilissimo e nobile, ma, ripeto, non permeato dallo e nello scatto.
    Saluti
  • Francesco Marino 11/04/2010 11:25

    Francesco e' verissimo quello che dici
    forse mi sono espresso male (mi capita spesso)
    la mia non voleva essere una critica verso l'autore,che rimane padronissimo di scattare dove,come e quando gli pare....il problema e' mio,e da quanto affermi,anche tuo...non riesco proprio a concepirli,scatti del genere,figuriamoci a farli...
  • Francesco Torrisi 11/04/2010 11:10

    @Francesco M.
    Il dolore si può raccontare pur mantenendo il dovuto rispetto verso lo stesso. Qui mi sembra che prevale il rispetto piuttosto che la scelta di una migliore inquadratura in barba al dolore...
    Non mi sento di sollevare questa obiezione all'autore/ice, anche se io, come te, avrei avuto un certo imbarazzo a fare lo scatto, ma è un problema nostro che obiettivamente non possiamo rigirare all'autore di questo scatto.
  • Francesco Marino 11/04/2010 10:05

    Personalmente
    avrei proprio evitato di scattare
    in un contesto simile
    sorry autore ma il dolore merita tutto il nostro rispetto,che in questi casi deve avere la precedenza sui nostri hobbies.
    Parere mio comunque
    saluti
    Francesco
  • Marco Agazzi 10/04/2010 13:07

    L'architettura veramente povera non aiuta di certo a rendere suggestiva e incisiva l'immagine. Il tema espresso è molto valido ma concordo con Francesco che lo scatto non lo valorizza a pieno.
  • Maricla Martiradonna 09/04/2010 23:12

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "La foto ritrae un personaggio affranto dal dolore per la perdita del figlio... ero presente alle esequie. E' seduto davanti all'ingresso del più orrendo, disumano, sterile e grottesco cimitero del mio paese... in sostanza un autentico inno al cattivo gusto, opera di un architetto che ha confuso il progetto dell'ingresso di uno stadio con l'ingresso di un camposanto.
    Torrisi ha centrato in pieno il senso della foto".
  • Francesco Torrisi 09/04/2010 19:53

    Per mia abitudine guardo sempre lo scatto e poi il titolo.
    Il titolo ma ha dato input che non avevo assolutamente ricevuto guardando prima e soltanto lo scatto.
    Solo con il titolo ho inquadrato e collocato la scena e ne ho compreso il senso.
    Se dovessi votare dovrei dare un ottimo al "titolo" e un "mediocre" allo scatto.