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PERCHE' IN QUESTA VITA SIAMO SOLO DEI VIANDANTI..

PERCHE' IN QUESTA VITA SIAMO SOLO DEI VIANDANTI..

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Gianluca Faedda


Free Account, Cagliari

PERCHE' IN QUESTA VITA SIAMO SOLO DEI VIANDANTI..

..Non so dove vanno le persone che muoiono, so però di per certo dove restano… Gli ultimi dodici giorni, li trascorse bloccato in un letto di ospedale. L'avevo ribatezzata la camera della morte, perchè da lì dentro, nessuno era più riuscito con le proprie gambe, bensì, in orizzontale ricoperti da un freddo lenzuolo. Era molto debole per la progressiva degenerazione fisica. Da tempo aveva perso l’uso delle gambe per l'inarrestabile processo di necrosi dei piedi. Respirava a fatica, non toccava più cibo, groviglio di drenaggi. Gonfio, dolori diffusi ovunque soprattutto ossa. Come si svolgessero gli ultimi giorni, cosa provasse dentro e quale fosse il suo atteggiamento, lo si può comprendere attraverso le parole che neanche due mesi prima pronunciò ma che nessuno, me compreso, capì quando sembrava giunto il suo ultimo giorno. Sono a letto. I miei dolori sono calati notevolmente, anche se non posso fare a meno di analgesici e trattamenti antibiotici. È stato un Natale pesante quel Natale, ma nella sua piena atmosfera familiare: fu bellissimo forse perchè ancora ingenui ed ignari di che cosa sarebbe accaduto di lì in avanti. Quel maledetto giorno, quel terribile verdetto. La notizia delle cellule cancerose negli organi vitali e nelle ossa mi aveva terribilmente demoralizzato e terrorizzato allo stesso tempo. Vivi la vita che ti rimane!!! Così passai giornate indimenticabili con i miei cari. Questo mi distolse, seppur per breve, da cupi pensieri. Sentirsi totalmente impotente mi resi conto di quant’era facile chiedere aiuto. È stata una bella/terribile esperienza, per me. Eppure tutti eravamo coinvolti, pronti, disposti a tutto pur di fare qualcosa per una vita che non doveva andare sprecata. Londra, Parigi prima in aereo poi in elicottero. Niente sarebbe stato tutto vano non c'era più tempo. Non credevo nell’efficacia della chemioterapia. Il cancro continuava a diffondersi inesorabilmente. Noi tutti volevamo vivere splendidamente uniti, anche per pochi istanti, ma intensissimi. Adesso sì, che sono capace di vivere, da allora ho imparato ad apprezzare le più piccole cose che l’attimo mi offre. E nonostante la fase difficile e minacciosa avevamo vissuto la fondamentale bellezza della solidarietà. Tanto intenso era il legame che ci cementava, quanto più acuto era il sentimento che quei momenti fossero irripetibili. Non so ancora dove andrà la mia strada. I dolori ci sono, anche se meno acuti. Forse riuscirò a tornare in sesto. Chissà?! Comunque, qualsiasi cosa avvenga, lo accetterò con estrema gratitudine.Sono grato per l’esperienza profonda fatta. Finalmente, la vita nel suo significato vero per eccellenza: l’hinc et nunc. Ho vissuto! La sto vivendo. Tante le salite ma anche tante le discese. Amarezza e soddisfazioni, lacrime ma anche tante risate, il piacere amaro della solitudine, la gioia infinita della compagnia. Inoltre ho fatto l’esperienza di non aver paura della morte, ma quasi – e questa è la stranezza – ne ero, per così dire, curioso. Spero soltanto di avere un pò più di culo e di vedere ancora tante primavere.

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