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L'amour toujours 2

L'amour toujours 2

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Mario Ughi


Free Account, Livorno

L'amour toujours 2

Quando decidi di scendere dal palcoscenico della tua vita e scegli di trasformarti in un semplice spettatore, le cose possono sembrarti più semplici. Devi gestire soltanto il piccolo dolore del sentirti distaccato dagli eventi, dalle persone e dai sentimenti. Un lieve strappo dell’anima, senza sangue. Questo, sino a che la vita non ti riporta di forza nel mondo reale, naturalmente.
Ma nell’attesa fiduciosa che la vita ti lasci perdere e si dimentichi della tua esistenza, tu riesci a scivolare controvento senza neanche scompigliarti i capelli, e quando ti stanchi di un luogo è semplice alzarsi e attraversare la parete.
Non ci sono porte che possano resisterti, né strade o piazze troppo affollate, la tua armatura potrebbe sfidare il morso di un drago.
I tuoi occhi sono fissi verso l’orizzonte, e chiaro il tuo sguardo; i tuoi passi sciolti e distesi, nel tuo avanzare per le strade del mondo sempre ti accompagna e circonda un’aurea di invincibilità.
E’ tutto molto semplice, e in fondo è una tua scelta, lucida e consapevole.
Forse è il dolore che ti ha portato a una tale decisione, e più grande è stato il dolore, più sarà forte la determinazione a restarne fuori.
Chi vorrà entrare nella tua vita troverà regole e condizioni precise da rispettare, da soddisfare con slancio ed eleganza, senza sforzo. Paletti e serrature da scardinare e scassinare con la dovuta naturalezza, quella che immagini renda qualcuno simile e te, nei sogni e nelle fantasie dell’attesa.
Nell’attesa.
Perché non puoi dirmi che sei sceso dalla tua vita soltanto per tirarti fuori della beghe e dalle incertezze di un quotidiano asfissiante e angusto e per non vedere, non subire le piccole imperfezioni che con occhio preciso da sempre scopri nel tuo prossimo: l’infantile egoismo, la superficialità arrogante, i bassi sentimenti e le incongrue aspettative.
Ti sei messo fuori, apparentemente accettando una contrazione dell’anima, dolorosa di un dolore diverso da quello che non riesci forse più ad accettare, ma soltanto per sentirti singola anima speciale e consapevole, aspettando che dal prossimo angolo sbuchi chi non mostri il bisogno di salvarti. Di possederti.
Ma non sei fuori, sei qui, a dibatterti frenetico in una rete che ti illudi di aver spezzato. E questa rete comprime forte, preme sullo stomaco e frena il fiato in gola, mentre senti che ogni giorno qualcosa in te muore, la speranza forse. La luce.
C’è una sola salvezza, ed è quello che ti sei messo a cercare fuori, frugando nel mondo in bianco e nero della rinuncia con occhi apparentemente disinteressati, ma affamato dentro, e con la sete dell’unica acqua che possa dissetarti.
L’amore, sempre.

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