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Il Re e la stella

Tratto dalla raccolta di narrativa
Le fiabe di Anna Maria

Titolo: Il Re e la stella

C’era una volta un Re che un giorno, per il bene del suo popolo, si mise in viaggio alla ricerca di una pozione magica custodita gelosamente da un mago su un’isola lontana e con la quale avrebbe potuto guarire dalle malattie, uomini, donne e bambini. Giunto in sella al suo cavallo bianco davanti al mare, chiese agli abitanti del posto di costruire per lui un’imbarcazione in grado di solcare le grandi onde dell’oceano. Dopo aver atteso per circa due mesi, finalmente riuscì a partire. La sua nave aveva da poco preso il largo quando uno degli uomini della ciurma vide una stella marina dai colori cangianti emergere dall’acqua. L’uomo meravigliato chiamò il suo padrone a gran voce . Il Re accorse insieme agli altri marinai e, meraviglia delle meraviglie, videro la stella disegnare con le sue cinque punte, sul fondale sabbioso dell’oceano, la mappa di un tesoro. Il sovrano dimenticò il motivo per il quale aveva intrapreso il suo viaggio e decise di seguirla.
Dopo tanti giorni di navigazione il Re, una mattina, alzando gli occhi al cielo, vide un grande uccello all’orizzonte che volava nella sua direzione. Quando gli fu vicino notò che sulle sue ali portava una ranocchia. A gran voce per farsi udire gli chiese . Il cigno rispose che l’aveva salvata da morte sicura poiché lo stagno dove viveva sarebbe stato prosciugato dagli uomini per farci dei terreni da coltivare. Il Re, appresa la notizia, si rammentò del vero motivo per il quale aveva intrapreso il suo viaggio e chiese al maestoso volatile di portarlo sulla giusta rotta. Egli, seguendo il suo volo, riuscì a trovare l’isola che cercava. Con un gioco d’astuzia raggirò il mago, prese la pozione magica, tornò nel suo regno e per lungo tempo curò con dedizione e bontà d’animo tutti coloro che soffrivano.
La storia non finisce qui perché il Re, che non aveva dimenticato il tranello nel quale la stella marina dai colori cangianti lo aveva attirato e per farsi giustizia, chiamò a se i sette mari, con il loro aiuto avrebbe potuto raggiungere la sua nemica nelle profondità del mare.
Per una seconda volta in sella al suo cavallo giunse fino al mare dove spogliatosi delle vesti regali coraggiosamente si tuffò. Mentre le fluenti onde lo portavano da lei, il Re si trovò nel bel mezzo di una tempesta di acqua e perse i sensi. La stella, impietosita nel vederlo morire così solo e triste, con l’aiuto dei pesci lo condusse in salvo e quando il sovrano riaprì gli occhi, si trovò di fronte una fata dai capelli biondi color dell’oro della quale si innamorò all’istante. La giovane aveva come amici un cigno ed una rana che lui riconobbe e salutò con affetto.
La stella marina nel vedere il Re così interessato alla fanciulla, si ingelosì di lei e decise di vendicarsi. Chiamò a sé tuoni, fulmini e saette e ordinò loro di scatenare una terribile tempesta. Le onde del mare crearono un mulinello che in un batter d’occhio inghiottì la fata, il cigno e la ranocchia. Il Sovrano, nella tremenda confusione scatenata dalla stella marina, dimenticò una seconda volta il motivo per il quale era giunto fin lì e si mise alla ricerca dei suoi amici. Dopo aver guardato invano sia in mare che in terra, per la stanchezza cadde in un sonno profondo. Mentre giaceva addormentato si vide mentre morente nelle profondità del mare chiedeva aiuto. In suo soccorso giunsero grandi pesci governati dalla stella marina. Il Re si svegliò di soprassalto e ricordò il motivo per il quale era partito, la sua vita era salva proprio grazie a quella che lui credeva sua nemica. Alzò gli occhi e all’orizzonte vide una fanciulla dai capelli del color dell’oro seduta sulle ali di un cigno che da lontano lo salutava con la mano. Lui rispose al saluto sorridendole e quando abbassò lo sguardo vide sulla sua scarpa una ranocchia molto carina. Il Re le chiese cosa ci facesse lì. Lei gli rispose chiedendogli il permesso di poter abitare nel suo regno dentro allo stagno che costeggiava il castello. Il Sovrano annuì e in compagnia della ranocchia in sella al suo cavallo bianco, fece ritorno a casa. Giunto nei pressi del ponte levatoio sentì un fruscio provenire dall’alto, alzò gli occhi al cielo e vide il cigno volare all’orizzonte, libero e senza passeggeri a bordo. Quando si decise ad abbassare gli occhi si accorse che al posto della ranocchia c’era la splendida fanciulla dai capelli biondi del color dell’oro di cui si era innamorato. Felice, la prese per mano e le chiese di diventare sua moglie. Lei annuì e dopo i festeggiamenti delle nozze vissero e governarono il loro regno per lunghi anni insieme, felici e contenti.

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