5.115 2

Ecce homo

Ci vuole coraggio per essere uomini.
Ci si pone una domanda e inevitabilmente si scopre di non avere una risposta che soddisfi. Dunque si presentano due possibilità:
ignorarla e sopravvivere comunque o cercarne la risposta, non facile ma che delinei una meta da realizzare.
Ci vuole coraggio per uscire dal coro.
Richiede immane fatica alzare la voce sopra il brusio di chi acconsente per comodità; fatica e vigore tenere alta la testa e fisso lo sguardo, quando qualcuno vorrebbe spegnerti il sorriso e la volontà di essere te stesso. Si paga un caro prezzo quando si vuole da soli difendere il sacro diritto di libertà, mentre il perfido vorrebbe costringere alla resa e scredita con una menzogna vestita da verità.
A volte è più semplice adattarsi, trattenendo desideri ed emozioni, inchinandosi passivamente alla paura del cambiamento o della semplice reazione. A volte è più facile ingannarsi dicendosi che è meglio lasciar perdere, non modificare ciò che è certo rispetto a quello che non si può conoscere. Ma rimane un' insoddisfazione che perseguita, che pungola, che risveglia la ricerca di serenità.
Ci vuole coraggio per tendere una mano, quando è certo il rischio di doverla ritrarre per mancanza di presa. Ma se non si vuole che la vita sia una deriva programmata, sospinta da casualità ed attesa, serve il coraggio di chi si interroga per ottenere una risposta e da questa lavorare ad un progetto.
Non si deve ignorare la possibile risposta, non falsificarla con la bugia di un tempo che scorre e non da tempo di essere. Il più delle volte ciò che abbiamo sposta soltanto il desiderio più in là, nella prossima cosa da avere, da usare, se non da abusare. Finito l’effetto dell'oppio del possesso si avverte una mancanza: ritorna con forza e presunzione la mancanza di un qualcosa, che poi è un forte richiamo di completezza per quello che si deve compiere dentro di noi. Ci vuole coraggio per essere comandanti di una nave, perchè si deve decidere con fermezza e precisione quando la necessità lo impone e si devono conoscere i pericoli di un mare che non sempre dona un sole che lento si nasconde all’orizzonte di un tramonto.
Ci sono stati uomini che hanno insegnato ad essere uomini; a camminare su nuovi sentieri, impervi e dolorosi, ma che hanno riconosciuto come propri. Uomini coraggiosi hanno tracciato e tracciano nuove vie per chi non ha i punti di riferimento nè la forza per riconoscerle. Ma non bastano i loro passi. Tutti lasciano un’impronta e non sfoderano quella spada lucente che è il coraggio: hanno un cuore che chiede di cambiare atteggiamento, rispettando quel dolore dell’animo reso prigioniero coni rimpianti e grigie visioni.
Ci sono stati uomini portavoci di un ideale che vince sempre, anche e soprattutto sulle più efferate azioni violente del tiranno di turno.

Commenti 2

  • tommaso santoponte 02/08/2011 22:24

    il tuo scritto mi ha stupito ed impressionato. Il tuo scrivere sublime mi ha rapito e costretto a rileggere più volte quello che sgorgava dalla tua anima per il semplice piacere di ascoltare la musicalità di cui sono permeate tutte i tuoi pensieri e le tue convinzioni.
    grazie.
    tommaso
  • laura fogazza 29/04/2011 11:49

    ...bellissime parole...concetti molto veri, almeno per me...
    non è per nulla facile cercare, ogni giorno, di essere uomini...di restare uomini...ed invece sembra così leggero...smettere di esserlo...