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"Anime dolenti" di Laura Fogazza

"Anime dolenti" di Laura Fogazza

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"Anime dolenti" di Laura Fogazza

laura fogazza

Commenti 12

  • Maricla Martiradonna 15/03/2011 14:45

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "@Carlo Pollaci:
    grazie per l'esauriente e chiarissima risposta.

    @Seby Privitera:
    mi pare di capire che sei all'incirca della stessa opinione di Paolo Pasquino. Ti ringrazio per il tuo interessante intervento, ma non credo di essere molto d'accordo con la tua visione.

    Grazie a tutti gli intervenuti, le vostre analisi e consigli sono stati molto utili e illuminanti".
  • Seby Privitera 14/03/2011 18:23

    Una volta un fotografo mi chiese cosa ne pensavo di un angolo di citta', in quell'angolo non c'era nulla a parte la strada,qualche lampione, un taglio azzardato e un post molto velato,,,
    io risposi:
    francamente non vedo nulla su cui posare gli occhi
    o affilalare i miei pensieri.....
    lui rispose che era la strada in cui era cresciuto
    e di conseguenza gli dava forti emozioni.....
    Morale della favola...
    molte volte la fotografia e' molto soggettiva,
    le emozioni che crea sono x lo piu' rivolte all'autore,,,,
    quindi il problema e' trasmettere esse agli altri..
    come?
    magari aiutandoli col titolo,,,,
    nel caso di opere di pittura e di scultura,,,
    francamente il titolo e' gia' stato dato,
    l'opera non e' nostra,
    noi ci soffermiamo ad esporla, analizzarla, contemplarla,ed immortalarla....
    le sensazioni che suscita sul campo,
    difficilmente riusciremo a trasmetterle con la foto,
    quello che possiamo fare e' una ricerca di un particolare che sfugge all'occhio umano,,,,
    impresa ardua,
    una pietra immobile e' abbastanza scrutata ed osservata,
    non stiamo fermando un attimo,
    l'attimo e' gia' fermo da molto tempo,
    possiamo solo riprenderlo,
    ma difficilmente riuscira' a darmi emozioni attraverso una foto,
    devo trovarmi li' ed assaporare anche l'odore di vecchio, di muffa, sentire il rumore pensando
    all'artista con tutto il suo lavoro,
    il suo talento,,,,,
    scusatemi, x questo dico che e' tutto un discorso personale,,,,
    la fotografia x me e' altro..
    e con tutto il rispetto x l'autrice,
    se questo lavoro doveva emozionarmi allo schermo,magari doveva aspettare che sulle anime dolenti si posasse una colomba bianca,,
    allora si che i miei pensieri,
    le mie emozioni cominciavano a vivere,
    la foto sorgeva,
    il soggetto cambiava,
    anime dolenti erano solo un contorno di pietra che sposava un soggetto di carne....
    insomma, bastava un dettaglio,
    qualcosa che lo scultore non ha messo,
    ma che tu hai aspettato o colto
    nell'attimo in cui doveva esistere,
    clik....
  • Carlo Pollaci 14/03/2011 13:04

    Grazie Autore per il dialogo, che accetti e alimenti.
    Nulla da ridire sulle inquadrature ampie, che peraltro amo (non per niente il mio obiettivo preferito è un 11-16 mm!). Il pregio dell'ampia apertura è appunto quello di potere godere dell'abbondanza degli elementi, a condizione che gli stessi rimangano leggibili, di per se, e contribuiscano alla composizione dell'insieme senza eludersi a vicenda.
    Lo scorcio, per sua natura, richiede una selezione degli elementi ancora più rigorosa.
    In questo scatto, per me, c'è, in primis, troppo "sfocato" (praticamente circa i 3/4 della foto è sfuocato, e questo fatto, da solo, vanifica la validità dell'inquadratura ampia). Si potrebbe obiettare che lo sfocato è funzionale per guidare l'attenzione sul vero soggetto, cioè i volti scolpiti. Ma ciò non è per me convincente, anche per lo spazio indistinto e, mi si perdoni la ripetizione, troppo "ampio", in alto.
  • Maricla Martiradonna 13/03/2011 20:55

    INTERVENTO DELL'AUTORE:
    "@ Paolo Pasquino: sì, probabilmente se avessi realizzato un dittico il concetto che quest’immagine ha in me suscitato forse sarebbe stato di più immediata e comprensibile lettura.
    Non sono invece affatto d’accordo con te né sulla prima parte del tuo intervento (materia sublimata o non sublimata ecc.) né sulla necessità di una “apertura” dell’immagine verso un “esterno” ad essa, o ancor meno verso un “soggetto che entra in relazione”…
    Ma penso anche che sulla “non apertura” o chiusura che dir si voglia, credo si tratti soprattutto di gusti e pareri personali :))

    @ Francesco Torrisi: grazie.

    @Carlo Pollaci: perché il campo è troppo ampio? e, secondo te, focalizzando solo sui visi, l’immagine renderebbe maggiormente?
    Grazie a tutti per l’attenzione, la pazienza e i consigli :))"
  • paolo pasquino 13/03/2011 10:44

    allora è ancora più difficile.. dico: "cavare" da opere in odore d'arte.. ulteriori e personali letture emozionali.. con l'obbiettivo di introdurre il proprio metro all'interno di una "nuova" opera (qui) fotografica..
    la questione è sulla materia, qui pietra, per sua natura "immobile".. che già sublimata per uno scopo (per eccellenza evocativo.. ma non ultimo decorativo) .. ne assume un altro agli occhi di chi scatta.. che diventa terzo agli occhi di chi vede lo scatto..
    il limite, per me, è rappresentato dalla chiusura all'esterno che la foto dichiara come principio.. intendo dire.. che non vi è alcun richiamo ad un possibile rapporto con qualunque cosa non sia pietra in arte o "disturbo" soprastante (fosse un dittico creerebbe riflessioni d'opposti, ma per tua stessa ammissione il "sopra" appartiene al sotto). il tutto interno la foto.. di qui la mia difficoltà.. ad intuirne la "tua" anima..
    un altro angolo (anche se mi rendo conto della complessità) e soprattutto un soggetto che entra in relazione con l'opera avrebbero, forse, reso parlante la volontà dell'autore, per me rimasta parzialmente inespressa..
  • Francesco Torrisi 12/03/2011 22:43

    Grazie per la spiegazione, non ho appunti da fare...tutto chiaro adesso per me.

    Mi sembra ora, grazie alla "spinta" emotiva datami dall'Autore...l'Averno in cui fluttuano le anime catturate da Ade in una personale visione mitologica.

    Grazie ancora.
  • Maricla Martiradonna 12/03/2011 15:35

    INTERVENTO DELL'AUTORE.
    "@Pasquino e Torrisi, in modi diversi avete espresso quasi le stesse perplessità.
    La mia intenzione non era quella di riprodurre o descrivere un’opera d’arte. Giustamente dice Pasquino “la foto indugia in un bianconero copioso che allontana l'attenzione dalla fattura dell'opera”: il motivo all’origine dello scatto, infatti, non è la riproduzione del dettaglio artistico quanto piuttosto le sensazioni da esso suscitate in me.
    Torrisi, invece, dopo aver affermato perplessità simili a quelle di Pasquino, passando all’aspetto tecnico, si interroga su… “non capisco tutto il nero sopra così striato... sembrano disturbi di un segnale video...”.
    Ebbene quel “nero così striato” è parte integrante (e reale) del soggetto fotografato, ma diventa nelle mie intenzioni un elemento di stacco o disturbo espressamente voluto (ed anche un po’ amplificato) nell’intento di esprimere il nulla in cui queste anime dolenti sono o sono in procinto di cadere.
    In sintesi le motivazioni alla base dello scatto e della sua leggera elaborazione in post sono da ricercarsi nel tentativo di esprimere un concetto: corpi materiali che si staccano a fatica e con dolore dalla materia per diventare altro (anime dolenti) proiettate verso l’ignoto, il nulla… che incombe dietro e sopra di loro.

    So che spesso, qui in Agorà, alcuni di voi affermano “foto spiegata, foto sbagliata”, ma vi pregherei di passare oltre questa affermazione (oltretutto molto di quello che ho detto ora è stato da voi ampiamente intuito) e dirmi nello specifico cosa avrei potuto fare per rendere più valida questa mia visione.

    Ogni consiglio ed utile critica saranno assolutamente ben accetti. Grazie".
  • Pascal Viyer 12/03/2011 1:43

    ++++
    p^v
  • Guglielmo Rispoli 11/03/2011 22:09

    forse buona l'idea originaria di cambiare il punto di ripresa
    ma la mancanza di un fuoco ottimo rende il progetto un po' perdente rispetto al potenziale di un'immagine sicuramente rafforzata dal titolo
    manca qualcosa che non riesco bene a definire
  • Carlo Pollaci 11/03/2011 21:45

    L'inquadratura è originale, ma il campo è troppo ampio, trasmettendo più confusione che altro.
  • Francesco Torrisi 11/03/2011 11:55

    Sinceramente non amo la riproduzione di opere d'arte...a meno che non servino ad un catalogo o alla descrizione di opere nel suo complesso e quindi legate tra loro in una serie.

    Lo scatto singolo sinceramente e con tutti i miei limiti manifesti... non mi dice nulla.

    Posso quindi avere un solo tipo di approccio, quello tecnico ed in questo caso non capisco tutto il nero sopra così striato..sembrano disturbi di un segnale video...

    Mi farebbe piacere avere, anche se breve, una descrizione e relativa motivazione da parte dell'Autore..per poter meglio capire io stesso.
  • paolo pasquino 11/03/2011 11:23

    non so dire.. mi viene difficile commentare un soggetto che è da libro di storia dell'arte.. la foto indugia in un bianconero copioso che allontana l'attenzione dalla fattura dell'opera. la presenza di un qualcosa di "esterno" avrebbe contestualizzato "l'anima" che purtroppo non riesco, per mio limite, vedere..