EMME DIVI: LA VERTIGINE DELLA FOTOGRAFIA ELETTRONICA

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EMME DIVI: LA VERTIGINE DELLA FOTOGRAFIA ELETTRONICA

Il termine vertigine ha una singolare peculiarità.
In senso medico definisce una patologia: la sensazione illusoria e soggettiva di movimento del corpo rispetto all’ambiente circostante o, viceversa, degli oggetti rispetto al corpo.
In senso figurativo descrive invece lo stato di sbalordimento di fronte a qualcosa di straordinario o sconvolgente.
La prima da curare con opportune terapie mediche; la seconda da ricercare per provare nuove sensazioni (in chi osserva).
Entrambe queste definizioni possono trovare un’ideale applicazione nella “fotografia digitale” di Marcella e ben rappresentano il diverso atteggiamento di chi si pone in rapporto con essa.
Una fotografia questa che, analogamente a quanto avviene nei linguaggi informatici, pone le proprie basi su “geometrie” differenti in cui l’ordine che connotava quella “precedente” sembra poter non esistere, sostituito da regole espressive differenti e nuove almeno rispetto ai canonici metri di valutazione ed ai consueti modelli di riferimento.
Il senso della fotografia quale ideogrammatica rappresentazione della realtà, nella fotografia di Marcella può non essere ricercato.
La sua fotografia grazie ad un intervento di manipolazione di tipo digitale - coerentemente alla sua natura - diventa fluida capace di generare una realtà illusoria in cui i confini si espandono ben oltre il limite fisico del supporto. Lo spazio sembra dapprima dilatarsi per poi, ripiegandosi su se stesso, contraendosi fino quasi ad implodere.
I tre assi cartesiani che, da sempre, hanno costituito rassicuranti metri di misura - e non solo nella fotografia - qui perdono il loro logico significato e valore.
La fotografia elettronica di Marcella è in grado di generare così un qualcosa di completamente nuovo a cui non tutti sanno o vogliono rapportarsi secondo nuove regole percettive.
Le due antitetiche definizioni iniziali trovano allora conferma: annullare questa diversità, guidati più da una logica irrazionale che non da un giudizio critico meditato ed approfondito, oppure accettarla quale ulteriore espressione di un nuovo sistema capace di modificare la nostra percezione non più o meglio non solo finalizzata alla ricerca del reale.
E’ proprio di fronte a questa fotografia si può quindi trovare allo stesso tempo un senso di inquietudine e di positivo sbigottimento .
In definitiva un senso di vertigine, quella contrapposta sensazione di cui si diceva all’inizio.
E’ in questo rapporto che oscilla tra conflitto ed armonia che a mio modo di vedere si deve trovare il linguaggio peculiare della fotografia di Marcella”, intendendola non come figlia naturale di quella a cui siamo abituati solamente vestita di differenti e più “facili” potenzialità espressive
Di una cosa però noi siamo certi: sappiamo di essere in perfetta salute quando la osserviamo.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 2 di 9
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(mettiamo emme divi tra parentesi, è timida … però emme divi è anche molto entusiasta quando si scrive di fotografia)

Luca! Una bella occasione per “parlare” di fotografia e condividere i nostri pensieri …

Leggendo tra queste parole: vertigine … fotografia … sensazione-realtà illusoria … guidati più da una logica irrazionale … tra conflitto e armonia … ho sceso irrimediabilmente il rapporto tra fotografia e cinema perché anche qui le infinite possibilità dello sguardo danno l’occasione per riflettere, le infinite possibilità dello sguardo portano in sé il concetto di vertigine … e penso a Win Wenders … a Lisbon Story e alla scena della BIBLIOTECA DELLE IMMAGINI MAI VISTE di cui conservo trascritti alcuni dialoghi: … copio e incollo … «Le immagini non sono più quelle di un tempo. Impossibile fidarsi di loro. Lo sappiamo tutti. Lo sai anche tu. Mentre noi crescevamo le immagini erano narratrici di storia e rivelatrici di cose. Ora sono tutte in vendita con le loro storie e le loro cose. Sono cambiate sotto i nostri occhi. Non sanno più come mostrare noi. Hanno dimenticato tutto. Le immagini vengono vendute al di là del mondo […]Un'immagine che non sia stata vista non può svendere nulla. È pura e perciò vera e meravigliosa. Insomma innocente. Finché nessun occhio la contamina è in perfetto unisono con il mondo. Se nessuno lha guardata, limmagine e loggetto che rappresenta, sono uno dell'altra. Sì, una volta che l'immagine è stata vista l'oggetto che è in essa muore. Ecco, Winter, la mia biblioteca delle immagini non viste. Ognuno di questi nastri è stato girato senza che nessuno guardasse attraverso la lente, Nessuno li ha visti mentre venivano impressi. Nessuno, dopo, che li abbia controllati. Tutto quello che ho ripreso, lho ripreso alle mie spalle. Queste immagini mostrano la città com'è e non come vorrei che fosse. Insomma queste sono nel primo dolce sonno dell'innocenza. Pronte per essere scoperte da generazioni future con occhi diversi dai nostri. Non preoccuparti amico saremo morti da un pezzo»

E io partirei proprio da qua … “le immagini pronte per essere scoperte o meglio ri-scoperte da generazioni future” … la fotografia è lo spazio infinito tra il fotografo e il soggetto, questo infinito è vertigine, parliamo di una fotografia per la quale il “tutto” ruota intorno all’idea. Le bollicine sono diventate un’idea nel cinema e lo insegnano Il Fuggiasco di Carol Reed, Due o tre cose che so di lei di J.L. Godard, Taxi Driver di M. Scorsese Sì, tutto ruota, la difficoltà è pensare e ri-pensare … è l’interpretazione che cambia e anima il volto della fotografia, è la relazione tra la foto e ciò che si sta riprendendo che è importante cogliere, per mettere in luce, alle volte guidati da una logica irrazionale, aspetti che si nutrono di conflitto e armonia. Altro spunto in merito è la fotografia per anafora, che si ripete per soggetto, per sequenza, come accade nei versi poetici anche questo tipo di riproduzione è vertigine. Riuscire a trovare una qualche sorta di equilibrio tra conflitto e armonia è la sfida … perché tra Flusso veloce e mutabilità oggi inspiegabile che l’esperienza sia una forma di torpore? Ma il coro della comprensione è sempre nostro anche nell’infinità assenza.
EraS Perani EraS Perani   Messaggio 3 di 9
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passo più tardi :-)
EraS Perani EraS Perani   Messaggio 4 di 9
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Non voglio confrontarmi con Luca, sarei perdente a prescindere :-).

La tua fotografia è senz'altro tua, nel senso che, ci sono due modi di fotografare, uno è riprodurre quello che hai davanti, l'altro, il tuo, è riprodurre quello che hai dentro.
vog2 vog2 Messaggio 5 di 9
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concordo con Erasmo ... la buon Marcella ha tirato in ballo nomi altisonanti e forse altoatesini per cercare di far svicolare il discorso altrove ... si vergogna e diventa tutta rossa se si parla di lei ... ma 2 vecchi volponi come Erasmo e me mica ci caschiamo ... mica siamo nati ieri o rimaniamo qui per lisciare le gobbe ai cammelli
quindi abbiamo ragione noi e tu ti becchi una discussione con il tuo nome in copertina ... tiè
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 6 di 9
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Già, anch'io concordo con Erasmo. Come ti dico da anni, quando ci mostri le tue immagini è come se aprissi una finestra sulla tua Mente e ci lasciassi intravedere giusto qualcosa, ed è bellissimo...certamente appari ermetica, ma questo se ci si sforza a tutti i costi di voler "capire". Invece a volte è sufficiente lasciarsi andare, semplicemente, ognuno come meglio crede, magari con della musica, ad esempio. Così facendo chiunque può "vedere", chiunque vedrà qualcosa di diverso, chiunque vedrà un po' di se. E l'opera avrà sortito il suo effetto magico, quello che l'arte in genere dovrebbe fare, spingere alla riflessione ed all'introspezione, alfine di emergere sempre un tantino più consapevoli, sempre un tantino migliori! Personalmente penso che sia segno di grande intelligenza farsi molte domande, altrettanto lo è non aspettarsi necessariamente una risposta ogni volta, non si può capire tutto, ma ci si può stupire e si può godere anche di ciò che appare a noi incomprensibile. Ci ho pensato molto prima di scrivere, non lo faccio spesso ed inserirmi in questo contesto mi intimorisce, ma alla fine non ho resistito. Quindi, spero tu non vada mai via da qui e ringrazio Luca per l'opportunità.

"Lunga vita e prosperità" ;-)
EraS Perani EraS Perani   Messaggio 7 di 9
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ho potuto vedere i sogni nelle foto di Marcella, esposte a “poesia Verso inconscio, le suggestioni effimere” a Villa Caldogno ( VI), nulla a che vedere con le stesse viste sul web.
Sempre e dico sempre, le stampe parlano diversamente e quando ci accaniamo per una fotografia vista sul web, mi chiedo che senso abbia discuterne.
vog2 vog2 Messaggio 8 di 9
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soprattutto se le stampe vengono fatte dal mio stampatore di fiducia ... ihihih
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 9 di 9
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Marcella io amo il tuo pensiero.
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