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"Infanzia cruda" di Arnaldo Pettazzoni

"Infanzia cruda" di Arnaldo Pettazzoni

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"Infanzia cruda" di Arnaldo Pettazzoni

Foto analogica in b/n.


di Arnaldo Pettazzoni

Commenti 20

  • Carlo Atzori 09/08/2009 4:26

    Per l'autore:
    tranquillo, io non ho nessun problema con nessuno, tanto meno con te ed anche se non so ancora chi sei è probabile che ti consoca comunque...mi dispiace chea volte i toni si alzino in questo modo, si dovrebbe parlare escusivamente di FOTOGRAFIA, almeno quà su Agorà....sarebbe bello e utile a tutti, nessuno escluso, c'è sempre da imparare, da tutti.
  • Maricla Martiradonna 08/08/2009 23:17

    RISPOSTA DELL'AUTORE A CARLO ATZORI:
    "Probabilmente mi hai frainteso Carlo... questo mi dispiace......la frase del dilemma (meglio una bottiglia o un pozzo artesiano) l'ho scritta io non tu. In un mare di parole ho frainteso pure io il senso del tuo ultimo discorso, ti chiedo scusa della mia nota".
  • Carlo Atzori 08/08/2009 20:48

    P.S per l'autore:
    nel primo commento io non ti ho "osannato" la foto, non esageriamo, ho detto e ribastico che è una buona foto...i discorsi del secodndo intervento sono rivolti a tutti i comemnti letti, non di certo a te che in questo caso c'entri relativamente, perchè l'autore della foto non dei commenti.....
  • Carlo Atzori 08/08/2009 20:46

    Per l'autore:
    mi sa che hai preso un granchio, se vai a rileggere il mio intervento, mi spieghji dove hai letto " se è meglio una bottiglia o un pozzo artesiano..."", evidentemente non lo hai letto adeguatamente il mio intervento che, tra l'altro, non è a tuo sfavore ed in questa miriade di parole forse l'unico che non ha toccato la tua persona sono prorpio io, ma evidentemente in tutto questo caos hai perso il senso dei miei discorsi......
  • Maricla Martiradonna 08/08/2009 11:00

    RISPOSTA DELL'AUTORE A CARLO ATZORI:
    "Gradirei da Carlo un terzo commento per capire quale dei due già espressi da lui debbo tenere in considerazione.
    A parte la tua tesi politica-religiosa, con inserito il tentativo di capire il dilemma, nato involontariamente, "Se è meglio una bottiglia o un pozzo artesiano" (anche se ritengo siano meglio i fatti che le parole...), la foto la ritieni degna oppure... in un commento la osanni, nell'altro la condanni, parlo della foto non del dilemma".
  • Maricla Martiradonna 06/08/2009 23:32

    RISPOSTA DELL'AUTORE A CARLO POLLACI:
    "Il consiglio sull'inquadratura di Carlo Pollaci lo considero molto coerente, infatti se modificata nei termini da lui espressi porta decisamente a un miglioramento, ne devo rendere atto.
    Più stretta nel campo e meglio è la resa.
    La foto la feci con un cinquanta millimetri in analogico... il cinquanta perchè ritengo che sia l'ottica che si avvicina moltissimo al campo visivo di un essere umano.
    Purtroppo non avevo possibilità di allontanarmi: ecco i piedi tagliati.
    Quell'attimo lo colsi così com'era, senza riflettere: il tutto fu talmente rapido, come un battito di ciglia.
    Un attimo autentico, vero".
  • andrea canzi 05/08/2009 13:49

    dunque posso capire il caldo ma qui prima di pontificare e dichiarare cosa e come gli altri dovrebbero fotografare bisognerebbe essere umili studiare e riguardarsi a lungo con okkio critico i propri scatti banali e insulsi..

    lo dice uno che sugli orrori antichi e moderni della cultura cattolica è bene informato..
    quindi il "rivelare verità difficili da accettare" suona proprio ridicolo e presuntuoso..

    son stato a marzo nel deserto del sahara con una asscociazione che gestisce 300adozioni a distanza di bambini a molti dei quali è stata nettamente cambiata la vita perkè son stati fatti operare e guarire...
    una associazione laica. ma ce ne sono anche di cattoliche che fanno lo stesso..
    e quei bambini non avrebbero avuto la vita cambiata con 4 parole scritte senza riflettere da qualke ignorante che pompa solo la propria banale ideologia che quella sì a nessuno serve..

    anche la pseudolezioncina sul colonialismo non serve
    è nota a chi frequenta l'africa..consiglio "i dannati della terra"
    son d'accordo che in italia dilaghi un grigio orrendo conformismo qualunquista ma qualcuno che ha capacità critica e coscienza ancora c'è..

    informo gli aspiranti volontari che vogliono lavorare alle pompe in africa o allo scavare pozzi per i bambini africani che solo nella mia regione ci son decine di associazioni che lo fanno..laiche e cattoliche..una si chiama cvm...

    quindi olio di gomito...lavorare!!!! non parlare a vanvera!!!

    e a chi dice che non si dovrebbero fotografare i soggetti in difficoltà si studi cosa è la fotografia sociale e cosa ha rappresentato nella storia della fotografia prima di dire cose stupide...
    il problema è come fotografare chi...con quale rispetto e atteggiamento e per quale fine...
    saluti

  • Carlo Atzori 04/08/2009 22:51

    Da questi interventi, più o meno sensati, c'è da capire e interpretare il modo di vedere, non solo la fotografia, ma anche e sopratutto il mondo che ci circonda ed ho paura che spesso interveniamo su un dibattito culturale com'è diventato questo, interponendo la politica al buon senso, la religione al perbenismo.
    Il concetto principale, in fotografia, è quello che una fotografia trasmette, attraverso un messaggio visivo,
    Se partiamo da questo punto di vista, tutto appare distante da ogni presa di posizione. Il problema è che il messaggio fotografico, a differenza di tante altre forme d'arte, è diretto e sarebbe buona regola non usare scorciatoie, intese come assimilare la beneficenza umanitaria attraverso immagini che possano portare problemi a chi ritratto...se da una foto, per altro neanche perfetta tecnicamente, riusciamo ad emozionarci, allora il messaggio contenuto ha funzionato.
    Ho l'impressione che il discorso di Franco Farina, per altro molto diretto e sincero, sia stato trravisato e rovesciato il modo da farlo apparire politico, ma non credo fosse questa l'intenzione di Franco, Ricordo a tutti che per la legge italiana, e dico la legge, è assolutamente vietato filmare o fotografare bambini che poi possano avere in qualche modo visibilità pubblica, e per pubblica intendo qualsiasi forma, televisiva, giornalistica, su internet....anche se l'intento è il migliore del mondo, per poterlo fare si devono avere autorizzazioni speciali, chiamate anche deroghe alla legge stessa, e questo spesso viene dimenticato da tutti.
    Spero questo miliardo di parole scritte possano servire a farci ragionare su questo, la fotografia deve essere un modo per emozionare, senza lasciare l'amaro in bocca con apparenti contraddizioni o peggio ancora, possibilità di essere usate per motivi poco chiari. Sono sicuro che l'autore di questa foto è in buona fede, come lo è Franco nel ribadire i suoi concetti. Un saluto a tutti e confermo che, malgrado sia poco seguita, Agorà rimane e rimarrà sempre il miglior posto di F.C.
  • Bodil Hegnby Larsen 03/08/2009 20:28

    Io sono d’accordo con i concetti espressi da Franco, scritti forse un po’ troppo duramente.
    Rilegare il terzo mondo alla beneficienza fa tanto comodo a noi dei paesi ricchi, così ci puliamo la coscienza per averli sfruttati in modo vergognoso per secoli, continuando a farlo tutt’oggi.
    L’occidente costruisce nei paesi del terzo mondo le fabbriche più inquinanti e pericolose (che sarebbero proibite in Europa), e poi si raccolgono fondi per regalare giocattoli ai bambini nati deformi…
    Credo che l’azione più importante da fare sarebbe a livello politico, - da parte di ognuno di noi. Una coscienza diversa, più dignitosa.
    Cominciamo a fare acquisti eticamente corretti, chiediamo alla ns. banca dove e come investe i soldi che noi depositiamo, smettiamo di andare da Mac Donald che incentiva l'abbattimento delle foreste dell'Amazzonia per farvi pascoli per il bestiame destinato a diventare hamburger, diamo un lavoro agli extracomunitari ed insegniamo a loro cose che un giorno potranno essere utili a loro e al loro paese.
    Sicuramente nulla sarà mai risolto con la - seppure generosa - beneficienza.
    Tornando al discorso fotografico, io sono allergica alle foto della miseria altrui, e trovo che siano lesivi della dignità già tanto provata di queste persone. Se si vuole "denunciare" qualche cosa, si faccia almeno in modo da non rendere riconoscibili queste persone tanto umiliate dalla vita.
    Anche se trovo che non vi sia nulla di nuovo da denunciare.
  • giancarlo crocicchia 03/08/2009 13:11

    Intervengo perchè rivoltato dal qualunquismo e dalla
    cecità delle persone che scrivono in questo contesto
    spacciando il loro perbenismo per diffuso modo di vedere
    la vita di fronte alle immani tragedie di milioni di
    esseri umani su questo pianeta,senza nessun timore di offendere
    chi le mani se le sporca ogni giorno in prima linea
    aiutando chi soffre anche a causa della nostra occidentalità.
    Io fotografo e ho fotografato i bambini in tante parti del mondo e di cosa
    dovrei vergognarmi? Di aver presentato e rappresentato
    un disagio, una bellezza, una spontaneità, un sorriso ?
    Salgado avrebbe dovuto chiudere gli occhi di fronte alle immani tragedie che ha testimoniato,
    eppure lui è un punto importante di riferimento per la fotografiasia per la tecnica che per l'immagine.
    Tanti fotografano i propri figli testimoniando la loro bellezza, la loro spontaneità....
    ma certo quelli sono i nostri figli, non suscitano
    pietà, non richiamano facili lacrime e ipocriti mea culpa.
    Ma per favore.... lasciamo stare i bambini e i falsi e
    ipocriti messaggi di pseudo violenza e cerchiamo di diventare
    parte attiva con i fatti e non con le chiacchiere di questo contesto di
    facili parole e di fatti zero!
    Ma come si può permettere di criticare chi offre anche se a
    distanza un aiuto a chi soffre, come si possono giudicare le
    persone che non hanno il coraggio o la possibilità di
    aiutare gli altri in prima persona ma lo fanno con sano
    spirito di cristianità...io l'ho pulito il mocciolo dai
    nasi dei bambini africani e ne ho presi in adozione a
    distanza tre perchè le pratiche di adozione
    internazionali sono mostruose..Chi pontifica in questo contesto li mai puliti? Ha mai
    preso in braccio bambini di 6 anni malati di AIDS come ho
    fatto io e tanti altri volontari nei dispensari di Addis
    Abeba delle figlie di Madre Teresa, o in Sudan? Ha mai visto da
    vicino lo sguardo dei bambini anche rom ? Il facile
    pietismo lo lascio a chi ne vuol fare uno strumento di
    affare e malaffare anche attraverso la solidarietà.Io non
    mi lavo la coscienza come fanno molti mettendosi sul
    piedistallo e accusando gli altri di essere tutti in mala
    fede , per scaricare invece la propria coscienza.
    E' questa la cultura che pensiamo di dare ai nostri figli?
    La cultura del diverso da allontanare, da guardare,
    perchè in difficoltà e di un altro colore della pelle?
    Che piaccia o no ci sono persone che non si girano dall'altra parte
    quando passa il vucumprà, che fotografano il disagio per
    denunciarlo e non per farci il solito scoop da
    fotocommunity.
    Sono amareggiato perchè alla fine scopro l'insensibilità
    e la cecità tra le pieghe di qualche
    pixel lavorato ad arte con PS ,
    Che tristezza!
  • andrea canzi 31/07/2009 14:08

    io sarei curioso di saper qualcosa a proposito degli "insani pregiudizi personali di tipo culturale" che nutre Farina riguardo i rom (razzismo?) che a me personalmente in generale vista la loro cultura mi son più simpatici degli italiani..non tanto perchè non riconosca lati negativi nel loro modo di vivere ma perchè ne riconosco sempre meno di positivi nel modo di vivere degli italiani..

    il bimbo sulla destra è micromosso e la sua espressione è sfumata.quello sulla sinistra è buio e non lo vedo. ne vedo la loro "spigliata spregiudicatezza"
    del taglio dei piedi non mi importa nulla. se la foto avesse avuto la sua potenza non è quell'errore che l'avrebbe corrotta.

    su questo tipo di foto bisogna andarci piano..l'argomento è complesso.. la Sontag ne ha trattato nel suo "davanti al dolore degli altri" non esaurendolo..Ando Gilardi in una sua poesia scriveva di non fotografare nessun soggetto debole e sofferente in condizioni di inferiorità sociale ed economica..la società diceva gli ha già preso tutto non prendetegli anche la foto..lui che ha iniziato a fotografare documentando il genocidio dei campi di sterminio nazisti....

    non capisco la violenza fuori luogo di farina..anche io detesto le foto pornografiche di barboni fatte magari da lontano e sopratutto senza chiedere il permesso. concordo che la denuncia va a farsi benedire e che sensibilizzare attraverso queste foto non porta a nulla e non migliora le condizioni dei soggetti.
    dopodichè tutti i grandi fotografi han fotografato la miseria lasciando documenti fondamentali ai posteri..

    quindi non capisco giudizi lapidari su questo. le foto parlano a chi sà leggerle. si vede quando una foto è fatta con superficialità insensibile o quando è fatta con partecipazione umana.
    quindi i giudizi devono esser cauti e riservati prima di tutto a se stessi.
    non trovo malafede in questa foto.

    io in questa foto non vedo morbosità ne pornografia.

    sul fotografare i bimbi credo che magari possan anche esser più consapevoli di tanti adulti..e lo scrivo x esperienza personale.

  • salvo DI PINO 31/07/2009 10:35

    Quoto Carlo Pollaci al 100%
  • Vincenzo Galluccio 31/07/2009 0:33

    Sapevo che a qualcuno non sarebbe piaciuto il taglio dei piedi della bambina in primo piano, ed a qualcun altro il "contesto" della fotografia e mi viene la curiosità di conoscere, con tutti i distinguo del caso, il loro punto di vista sulla fotografia "I bambini della place Hélbert" scattata nel 1957 da Robert Doisenau.
    Franco Farina dice delle cose vere e false: e' vero che c'è una fotografia ( e parliamo solo di fotografia) della miseria che è "consolatoria" per la nostra cultura cattolica, ma è falso cercarla in questa immagine, perchè qui il fotografo ha abbandonato la "giusta distanza" (ricordate il film del 2007 di Carlo Mazzacurati "La giusta distanza"?) ed e' entrato in contatto con un mondo "miserabile" con il quale è necessario confrontarsi culturalmente, politicamente, fotograficamente, emotivamente e quegli sguardi puntati sull'obiettivo sono, a mio parere, la dimostrazione di una "sintonia" tra fotografo e mondo riflesso.

  • Carlo Pollaci 30/07/2009 19:49

    Ho l'abitudine di scrivere i miei commenti senza leggere quelli degli altri, o al massimo leggo i primi che entrano nello schermo. Tuttavia in questo caso una sbirciatina l'ho data, anche se per il poco tempo, e me ne scuso, non ho potuto leggerli per intero.
    A me pare che l'autore, già nel commento alla foto, avesse manifestato molto chiaramente intenti e finalità della foto stessa, in modo sintetico ma anche molto efficace. Secondo me nulla da aggiungere.
    Qualche riserva invece c'è l'ho sull'inquadratura: infatti i bambini non manifestano alcun disagio per la presenza del fotografo, per cui il taglio dei piedi appare veramente grave (ma forse c'erano nelle vicinanze o potevano sopraggiungere, adulti con intenzioni non molto amichevoli. Non lo sappiamo, e neppure conosciamo le altre foto che sicuramente il fotografo ha scattato. Rimane pertanto questa pecca compositiva. La mia opinione è, che quando uno scatto ha problemi non risolvibili a livello di inquadratura/composizione, piuttosto che utilizzare il pieno fotogramma è preferibile un "crop" molto deciso. In questo caso, matenendo il formato 3:2 (classico, che preferisco), taglierei in alto fin quasi alla serratura della porta e, di conseguenza, quello che occorre a dx e un po' di più a sx (fino ad escludere il telaio della porta). Sono sicuro che la foto ne guadagnerà in tutto.
    Nulla da dire invece sul bn, che è ottimo.
  • Guglielmo Rispoli 30/07/2009 18:09

    Agorà è questo:
    uno spazio di discussione
    in cui i complimenti vanno a quel paese,
    almeno quelli facili.
    L'autore non ha scatenato tutto questo anzi ci dà l'occasione per esprimere la nostra dialettica con i termini che ciascuno di noi ha nel suo linguaggio parlato e scritto... finalmente non ci si annoia.....
    ed è ovvio che una foto consente di spaziare oltre.
    Farina ha detto le cose come le pensa
    e purtroppo - per l'autore - io concordo con lui
    tanto più che l'autore ha fatto la sua precisazione.
    In questo caso Franco richiama un minimo di eticità
    del gesto e va bene quanto dice l'autore che il diverso è lui.
    Bene, io ho migliaia di scatti così fatti a 18-20 anni a Napoli, a bambini napoletani che forse non sono più vivi o chissà dove sono, figli dei baraccati che lottavano per avere una casa ed ai più fortunati e dopo due generazioni è stato regalato un appartamentino nelle vele di Secondigliano o nel "lotto zero" a Ponticelli [deportati]...
    Siccome sono un imbecille non li ho mai pubblicati.
    Quelle foto appartengono alla storia della mia conoscenza di un luogo pieno di povertà e di miseria quando i cattolici della DC facevano languire in sottopovertà e sopravvivenza migliaia di esseri umani alle periferie a Napoli come a Roma........
    Molte di quelle foto furono autorizzate perchè ero allora operatore di un centro sociale o non figlio di un papà borghese del Vomero ricco come è avvenuto per qualche fortunato fotografo napoletano che sulle contraddizioni di quella città e con la tessera (ovviamente) del PCI ha fatto la sua fortuna.
    E' la mia opinione, forse perfino più cruda di quella di Farina.
    Tecnicamente la foto è sbagliata forse perchè il fotografo era distratto dalla povertà, forse perchè si è sentito distratto. Tecnicamente non è una buona foto ed il taglio dei piedi è limita la percezione del tutto [ovviamente è un fatto più psicologico che reale].
    Lo dico da fotografo che sbaglia tanti scatti ma devo sottolinearlo perchè amo la linearità....
    Non credo si possano usare criteri differenti per autori diversi... se una foto è sbagliata è sbagliata anche se la fa il campoione del mondo dei 200 farfalla......
    .............................. ;-)))!!!