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Marco Lascialfari


Free Account, Prato

Curzio Malaparte

- Vita e opere
Kurt Erich Suckert nacque da madre italiana e padre tedesco a Prato, dove frequentò il collegio "Cicognini". Si arruolò sedicenne nella legione garibaldina per combattere in Francia nella prima guerra mondiale fino al 1915 quando, entrata in guerra anche l'Italia, poté arruolarsi nel corpo degli Alpini del Regio Esercito. Nel 1918 iniziò la carriera giornalistica e subito dopo la guerra tentò inutilmente di pubblicare La rivolta dei santi maledetti (1921), un saggio-romanzo sulla guerra che vede nella Roma corrotta il principale nemico da combattere.

Aderì in seguito al partito fascista di Benito Mussolini e nel settembre 1922 partecipò alla Marcia su Roma. Nel 1924, sotto il nuovo regime, amministrò diverse case editrici tra cui quella de «La Voce», ma cominciò, in questo periodo, ad allontanarsi dal fascismo, avendo questo deluso le speranze di rivoluzione sociale che lo avevano originariamente attratto.

Nel 1931 pubblicò, in Francia, il libro Tecnica del colpo di stato, riconosciuto come un profondo attacco nei confronti di Hitler e Mussolini. A causa del libro e del carattere individualista dei suoi scritti, nel 1933 Malaparte venne dapprima allontanato dal quotidiano «La Stampa» di Torino e successivamente confinato all'isola di Lipari con l'accusa di aver svolto attività antifasciste all'estero. Tecnica del colpo di stato venne considerato in generale come un invito a una conquista violenta del potere attraverso il rovesciamento dello Stato, nonostante Malaparte, sostenesse al contrario che fosse negli intenti un’analisi tecnica per la difesa dello stesso.

In questo periodo continuò tuttavia a pubblicare una serie di elzeviri sul «Corriere della Sera» sotto lo pseudonimo di Candido.

«meglio un giorno da leone che 100 da Agnelli»


Per via della relazione amorosa con la vedova di Edoardo Agnelli, Virgina Bourbon del Monte, si scontrò piu' volte col capostipite della famiglia Agnelli, il Senatore Giovanni Agnelli. La leggenda urbana vuole che sia lui il padre di Umberto Agnelli, fratello dell'avvocato Gianni Agnelli.

Per intervento di Galeazzo Ciano, Malaparte poté ritornare in libertà, lavorando come inviato del «Corriere della Sera». Nel 1936 fece costruire a Capri Villa Malaparte, luogo dei più bei momenti di mondanità ed attività artistica. Partecipò alla seconda guerra mondiale in un primo tempo con il grado di capitano degli alpini e in seguito, lavorando come corrispondente per il Corriere della Sera, ebbe modo di viaggiare in diverse località europee, tra cui la Francia, la Germania, la Polonia e il fronte russo. Le esperienze vissute durante il conflitto fornirono il materiale per il primo romanzo, Kaputt, pubblicato nel 1943 e probabilmente la sua opera più nota, particolarmente all'estero. L'opera, accusata spesso di autocompiacimento, rappresenta un vivido e surreale resoconto degli ambienti militari e diplomatici nazisti nonché un forte atto di accusa delle atrocità della guerra. Durante gli ultimi mesi di guerra, Malaparte rientrò nell'esercito come ufficiale di collegamento con il comando alleato. L'arrivo delle forze di liberazione americane a Napoli e il profondo stato di prostrazione della città partenopea costituiscono il nucleo narrativo del secondo romanzo, La pelle, pubblicato nel 1949. L'opera venne messa all'Indice dalla Chiesa Cattolica Romana.

Nel dopoguerra Malaparte si avvicinò al partito comunista attirandosi le critiche di larga parte della cultura italiana per l'apparente facilità con cui mutava l'appartenenza ideologica e politica. Trasferitosi a Parigi nel 1947, scrisse i drammi Du Côté de chez Proust e Das Kapital raccogliendo scarso successo. Nel 1950 scrisse e diresse anche il film Cristo proibito che vinse, l'anno successivo il premio Città di Berlino al Festival di Berlino. Negli anni seguenti collaborò con una rubrica assai viva, in uno stile toscanissimo, al settimanale «Il Tempo». Morì a Roma nel 1957 di cancro, da alcuni considerata la conseguenza dell'intossicazione da iprite subita nel primo conflitto mondiale.

Curzio Malaparte riposa in un mausoleo costruito sulla cima del Monte Spazzavento, una collina dominante Prato, secondo le sue volontà. La frase "…e vorrei avere la tomba lassù, in vetta allo Spazzavento, per sollevare il capo ogni tanto e sputare nella fredda gora del tramontano" è riportata sulla sua tomba assieme ad un'altra che recita "... io sono pratese, sono orgoglioso di essere pratese e non vorrei essere nato se non fossi stato pratese..." -

Commenti 3

  • Domenico Riga 18/04/2007 14:04

    Un grazie di cuore per lo splendido lavoro svolto.
    Un pezzo di storia molto interessante che io ignoravo.
    Molto interessanti ed originali i tuoi scatti.
    Complimenti.
    Domenico
  • Sergio Zolessi 14/04/2007 19:48

    Bel doccumento, Marco! Complimenti.
  • Vitória Castelo Santos 14/04/2007 19:22

    Kurt Suckert, detto Curzio Malaparte per avere successo nella vita... e non Bonaparte come Napoleon che è finito male!!!!!!
    II mio caro scrittore italiano!!!!.« Maledetti Toscani » «Kaputt » e «Pelle » sono per me regalati ogni Natale agli amici.
    Grazie e Bravo ricordo
    Vitoria