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In secondo piano è una curva: curva che, (pur) nella sua dinamicità, allenta speranze idilliache e sogni dionisiaci.
Una seconda possibilità? Oppure la scelta; il dubbio amletico?
Lungo è il sentiero. Breve l'estasi.
La scelta del verso lungo, tanto distante dal modello ungarettiano, fa sì che ogni componimento poetico di Cesare Pavese diventi una microstoria, una poesia-racconto.
Questo spazio stretto-aperto, senza punti di fuga, nel raccontare e raccontarsi, è poesia.
"... le Langhe non si perdono ...": la solitudine, i profumi e le atmosfere cantate da Pavese rivivono.
La natura quasi onirica de La luna e i falò o de Il diavolo sulle colline è eternata in questo quadretto, la cui trama concettuale aviluppa, per quanto difficile da ri-costruire.
Attraverso una descrizione sintetica ma puntuale del "territorio" (si colga il termine in tutta la sua fisicità ma anche nella accezione metaforica-iperuranica), si riscopre il mito, tesoro di verità, affetti e sensazioni primordiali-ancestrali, che ci derivano dall'infanzia, secondo Cesare Pavese.
Le tonalità sono forti, eppur essenziali per chi voglia respirare una storia, tante storie: la storia.
Il fotografo riesce a fornire al lettore l'indispensabile, passione compresa, per intraprendere un' escursione nel Piemonte se non nel pensiero di Cesare Pavese (escursione ardua).
Cesare Pavese si commuoverebbe!
Splendido omaggio!
Sublime esecuzione!
M.
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Mariana Magnani 21/02/2011 18:36
In secondo piano è una curva: curva che, (pur) nella sua dinamicità, allenta speranze idilliache e sogni dionisiaci.Una seconda possibilità? Oppure la scelta; il dubbio amletico?
Lungo è il sentiero. Breve l'estasi.
La scelta del verso lungo, tanto distante dal modello ungarettiano, fa sì che ogni componimento poetico di Cesare Pavese diventi una microstoria, una poesia-racconto.
Questo spazio stretto-aperto, senza punti di fuga, nel raccontare e raccontarsi, è poesia.
"... le Langhe non si perdono ...": la solitudine, i profumi e le atmosfere cantate da Pavese rivivono.
La natura quasi onirica de La luna e i falò o de Il diavolo sulle colline è eternata in questo quadretto, la cui trama concettuale aviluppa, per quanto difficile da ri-costruire.
Attraverso una descrizione sintetica ma puntuale del "territorio" (si colga il termine in tutta la sua fisicità ma anche nella accezione metaforica-iperuranica), si riscopre il mito, tesoro di verità, affetti e sensazioni primordiali-ancestrali, che ci derivano dall'infanzia, secondo Cesare Pavese.
Le tonalità sono forti, eppur essenziali per chi voglia respirare una storia, tante storie: la storia.
Il fotografo riesce a fornire al lettore l'indispensabile, passione compresa, per intraprendere un' escursione nel Piemonte se non nel pensiero di Cesare Pavese (escursione ardua).
Cesare Pavese si commuoverebbe!
Splendido omaggio!
Sublime esecuzione!
M.
Vinicio Sforzi 13/11/2010 22:45
Splendida,complimenti!Vinicio.
Davide Dall'Armi 13/11/2010 18:14
molto bella, che colori!