Raccontiamo l'immagine parte III

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Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 46 di 96
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sono anni che sogno di fotografare l'Etna! e pensare che ho origini Catanesi! ci sono stato da piccolo dai nonni! il racconto di lucia mi ha riportato indietro ehmmmmm......
di qualche annetto..... ( ho delle foto in bianconero... fate voi) :-)))))
marco fulle marco fulle Messaggio 47 di 96
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Chi non e' rimasto folgorato dalle foto di fulmini ? Spesso pero' anche le piu' belle sono penalizzate dal paesaggio improvvisato: andando al lavoro tutte le mattine, ho adocchiato una parcheggio a picco sul mare lontano dalle luci e dai cavi elettrici dove provarci. Gia' tre tentativi sono andati in fumo: il diluvio arriva prima dei fulmini, o il meglio capita prima del crepuscolo. Stasera sono stanco, vado a dormire presto, ma all'una mi sveglio perche' Francesca sferruzza ancora sulla tastiera. In questi casi faccio fatica a riaddormentarmi, mi alzo per inveire (eh, che caratteraccio), ma sento quei bei rombi lontani, lampi alla finestra: "Proviamo?" "Perche' no". Via con treppiede e camera, in cinque minuti facciamo quel km in macchina. Al parcheggio, un sacco di auto: "Quanti amanti delle tempeste..." Scendo per cercare il punto migliore, e tre giovanottoni si avvicinano: chiaramente si aspettano qualcosa da me, in silenzio. Finalmente capisco la situazione, tutta la scena diventa cosi' comica che quella brutta sensazione di far da parafulmine sparisce d'incanto. I fulmini sono gia' a meno di 10km, armeggio col treppiede, i giovanottoni si allontano delusi, certo pensando a che tipi strani si incontrano la notte. Monto il 50 mm e punto la camera. In due minuti un sacco di bei fulmini ma a sinistra, chiudo, nemmeno uno preso. Punto a sinistra, riscatto, un sacco di fulmini dove puntavo prima, richiudo dopo due minuti, di nuovo niente ! Panico. Ormai le saette sono sul mare, strano che il diluvio ritardi tanto, monto il 20mm, verranno piccoli, ma almeno li prendo! Ricomincio le pose, stavolta dopo due minuti un lampo accecante, non vedo nulla, chiudo per evitare che venga tutto bianco, guardo nel lcd, e capperi! riempono gia' quasi il campo. Ancora e ancora, e non piove... mi pare che il tuono ci metta sempre quei dieci secondi di sicurezza, ora i fulmini puntano sul mare a sinistra, sposto il treppiede per evitare un albero nel campo, un'ultima posa, e arriva il primo scroscio di pioggia. Chiudo la posa, infilo alla bell'e meglio treppiede e camera in auto, mi infilo anch'io e mi riguardo le foto: possibile fossero cosi' vicini?? La pioggia finisce, penso di uscire per ricominciare, quando un lampo accecante precede quel brutto boato secco di neanche un secondo... oddio, questo ci ha mancato per cento metri appena... in auto e' l'unico posto sicuro, la voglia di provarci comunque e' troppo forte, quando finalmente il diluvio arriva e mi salva. Trooooppo belli quei 40 minuti: al prossimo temporale, magari con un panorama diverso!

Fulmini in Mare Fulmini in Mare marco fulle 27.07.08 36

FujiS3 100ISO f=20mm f/2.8 @ f/5.6, somma di due esposizioni da due minuti col comando "Schiarisci" in layers, poi niente image processing e niente crop (solo un po' di livelli RGB per attenuare il rosso delle lampade di Monfalcone).

Attraverso le Nubi Attraverso le Nub… marco fulle 12.08.08 22

FujiS3 100ISO f=20mm f/2.8 @ f/5.6 posa 2 minuti singola, leggero crop, comando "Luci" di PS al 30% per attenuare l'abbagliamento alla sorgente del fulmine, livelli RGB per attenuare il magenta (odio il magenta, al tempo delle slides nei notturni era un incubo....)



Messaggio Modificato (12-08-08 10:51)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 48 di 96
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Complimenti a tutti, sono bellissimi racconti !!!!!!!!!!!!!
Michele Pietrangelo Michele Pietrangelo Messaggio 49 di 96
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bello questo 3d!!! è la prima volta che entro nel forum!!
Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 50 di 96
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Grazie Michele! quando vuoi raccontaci una delle tue esperienze!
a presto
Luca
andrea hallgass andrea hallgass Messaggio 51 di 96
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[fc-foto:14095541][fc-foto:14095617]

Quella mattina, trasgredendo tutti i miei più sani principi di vita che tassativamente vietano di fotografare prima delle 10 del mattino, raccogliendo la provocazione fattami da un’amica di FC, mi ero alzato alle 4.30 per fotografare l’alba; un’esperienza traumatica che sicuramente segnerà il resto dei miei giorni
Provato da questa dura esperienza decido di scegliere per il programma della giornata quello meno faticoso che conosco, ovvero: insetti in volo all’aspetto.
Si sceglie un bel fiore, si piazza tutto sul cavalletto, si seleziona lo scatto a raffica, ci si sdraia nei pressi con in mano lo scatto remoto e quando qualcuno si avvicina non c’è altro da fare che premere il pulsante; per onestà devo dire che quasi sempre viene niente ma in compenso la fatica è veramente minima.
Scelgo con cura un fiore vicino l’ombra di un bell’albero frondoso, sistemo il tutto, mi sdraio utilizzando lo zaino come cuscino, mi addormento ………
Quando torno nel mondo dei vivi sono quasi le 13 e opto per un decoroso ritorno a casa.
Mi affardello ed inizio ad attraversare una rada sterpaglia spinosa che mi separava dalla macchina. Non avevo percorso ancora la metà del cammino quando m’imbatto in uno Sphex in caccia, correva sul terreno con il caratteristico continuo fremito delle alucce rovistando in ogni anfratto in cerca di grilli che, una volta paralizzati, serviranno come nutrimento per le sue larve.
Nonostante il mio stato semicomatoso decido di seguirlo nella caccia, magari riesco a far pure uno scatto decente, lo seguo per una cinquantina di metri poi vola via. Io continuo ad avanzare occhi a terra nella speranza di riagganciarlo e continuo così fin quando un forte ronzio mi fa alzare la testa, mi viene un colpo, ero circondato da qualche centinaio di bestie ronzanti che in prima battuta mi erano sembrate pericolose vespe crabro, con mio sollievo la seconda occhiata mi dice che erano gli agognati Sphex; non ne avevo mai visti tanti tutti insieme, al massimo avevo incontrato quattro o cinque individui, ero arrivato in PARADISO.
La visione ha subito un effetto taumaturgico, immediatamente scompaiono i postumi della levataccia e sento nuove linfe vitali percorrermi il corpo, velocissimo mi sfilo lo zaino e comincio ad osservarli per decidere l’equipaggiamento migliore da utilizzare per le riprese.
L’attività degli Sphex è frenetica, su una superficie di un centinaio di metri quadri scavavano tane come forsennati, svolazzano, litigano tra loro emettendo forti stridori, ogni tanto un cupo rombo da bombardiere annuncia l’arrivo di uno Sphex con il grillo appena catturato.
Prudenzialmente e per non disturbare troppo il loro lavoro scelgo di mantenermi ad adeguata distanza, monto un’ottica da 180mm con extender 2x, apro tutte le gambe del cavalletto per avere la macchina a raso, mi sdraio e faccio i primi scatti di taratura.
I contrasti sono terribili, terreno molto scuro, sterpaglia bianca, luce durissima tipica delle ore centrali e, come se non bastasse, il tutto condito con un insetto per buona parte nero e molto riflettente; risultato … un’istogramma a vasca da bagno; nessuna possibilità di fare belle foto … penso chi se ne frega e vado avanti.
Mi concentro su una tana dove i lavori fervono ma, una cosa è guardare la scena dall’alto ben altro è guardarla a raso, da questa prospettiva infatti un’infinità di pagliuzze, sassolini, sterpi nascondono quasi completamente la vista. Con pazienza, profittando dei momenti nei quali lo sphex rientrava nella tana, rimuovo gli ostacoli dalla zona antistante e finalmente sono pronto ad immortalare gli eventi.
Quando finalmente posso seguire la scena attraverso l’oculare ho un’altra brutta sorpresa, noto infatti che il lavoro si svolge senza soluzioni di continuità; lo sphex entra, riesce con una pallina di terra, la sparpaglia, rientra senza mai un’attimo di sosta, non si riesce mai a tenerlo a fuoco per il tempo necessario allo scatto; devo quindi prevedere in anticipo il percorso che farà e quando arriva sparo raffiche rivolgendo mentalmente fervide preghiere a san C...lo.
Vado avanti così per un paio d’ore, funestato sia dalle mosche sia dagli sphex che numerosi mi ronzano a pochi centimetri dalla faccia, i più intraprendenti si posano e mi corrono addosso; mi sono reso conto poi che questo era principalmente dovuto alla mia posizione sdraiata che, ostruendo molte tane, impediva ai legittimi proprietari di farci ritorno e loro, con pazienza ed educazione, aspettavano che mi togliessi dalle balle.
Dopo aver effettuato un congruo numero di scatti alle operazioni di scavo decido di cambiar genere, proverò a fotografare gli sphex che tornano dalla caccia con il grillo.
L’idea iniziale di appostarsi nei pressi di una tana ed attendere il rientro si rivela subito non buona, le tane erano tantissime e considerando la frequenza dei grilli in arrivo la probabilità che qualcuno giungesse nella tana scelta era bassissima, quindi, dopo aver provato ad attenderli inutilmente ho dovuto optare per un’azione più dinamica; questo consisteva nello spostarsi velocemente sulla tana dove arrivava il grillo. A dirlo è semplice a farlo molto meno, infatti, non potendo condurre quest’azione da una posizione eretta in quanto, oltre a spaventare gli sphex richiedeva anche un tempo troppo lungo per riposizionare la macchina fotografica, dovevo spostarmi con il passo del gattino spingendo avanti a me l’attrezzatura lasciando buona parte dei gomiti sul terreno spinoso.
La velocità con la quale viene portata a compimento tutta l’operazione mi aveva concesso di fare solo pochi scatti, ma ormai si erano fatte le 5 ed io avevo la lingua come una raspa; nello stato confusionale conseguente la levataccia avevo dimenticato di portare l’acqua, decido quindi di rientrare e visionare le catture fatte.
Come prevedibile quasi tutto mosso o sfuocato, su circa 4 Giga sparati solamente una diecina di scatti sono risultati leggibili; penso, pazienza mi rifarò domani, andrò più leggero con un’ottica da 100 mm sulla quale posso utilizzare il flash e per esser più agile niente cavalletto; su queste elucubrazioni sprofondo tra le braccia di Morfeo.
L’indomani mattina di buon ora (10) mi reco sul sito, una meraviglia, i lavori fervono e i grilli paralitici arrivano in abbondanza trasportati dagli infaticabili sphex, cosa si può voler di più dalla vita.
Posso riassumenre sinteticamente la giornata in una sola porola: un disastro. L’ottica da 100 mm mi costringeva ad avvicinarmi troppo e gli sphex spaventati interrompevano le loro attività, inoltre, la mancanza del cavalletto richiedeva ai gomiti già martoriati un superlavoro tutt’altro che piacevole; dopo poco più di un’ora e qualche scatto, scatto che oltre tutto si è rivelato schifoso, me ne sono tornato a casa.
Dai tentativi fatti risultava chiara una cosa, senza una lunga focale e l’ausilio del flash in quelle condizioni non si poteva far molto. Purtroppo il flash che avevo a disposizione non poteva esser montato sul 180 mm per cui l’alternativa era o rinunciare o interrompere il soggiorno montano e tornare a Roma per costruirsi un adattatore.
In serata lascio l’Abruzzo e torno a casa; l’indomani riduco un colabrodo la slitta micrometrica di mio figlio per fissarci le staffe di supporto per le torce del flash, sostituisco il cavalletto con uno stativo considerando che il tutto dovrà lavorare ad una quindicina di centimetri da terra.
Con mia grande sorpresa vien fuori un’attrezzatura compatta e usabile con agilità, l’ideale per l’impiego previsto.
Anche le prove pratiche danno dei risultati incoraggianti, si riescono ancora ad ottenere risultati leggibili con F:32 e T:1/2000 sec, parametri sicuramente non ottimali per una bella foto ma quanto di meglio per bloccare bestiacce che non si fermano mai e non ti danno la possibilità di una focheggiatura accurata.
Tornato sul posto il marchingegno si dimostra all’altezza delle aspettative, riesco a fotografare parecchi ritorni con grillo e il successivo stivaggio.
Incoraggiato da questi primi successi decido di osare l’inosabile ovvero documentare anche la cattura dei grilli; ma, mentre i ritorni avvengono su un’area molto circoscritta, il territorio di caccia si estende per una superficie molto vasta e di conseguenza gli sphex sono molto rarefatti ed incontrarli è un problema.
In un giorno e mezzo che ho vagato per la sterpaglia sono riuscito ad assistere solo a quattro catture; il grillo viene beccato al volo quando salta e paralizzato o in volo o contestualmente alla ricaduta, tutta l’azione si esaurisce in tre quattro secondi nei quali dovevo localizzare perfettamente il punto di ricaduta, gettarmi a terra, inquadrare, mettere a fuoco, scattare, inutile dire che non ci sono arrivato mai neanche vicino ad immortalare la scena della cattura.
In questo giorno e mezzo sono riuscito a fare solo due scatti su uno sphex che si accingeva a ripartire per casa subito dopo la cattura.
Il 29/8 sono tornato sul sito per ritentare la sorte ma i lavori erano finiti e degli sphex neppure l’ombra …. ritenterò il prossimo anno munito però di gomitiere e ginocchiere che è la prima spesa che ho fatto tornando a casa.

Altre foto e una descrizione di quello che ho potuto osservare nei quattro giorni che li ho seguiti si trovano qui:
http://www.naturamediterraneo.com/forum ... C_ID=56818



Messaggio Modificato (03-09-08 09:52)
Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 52 di 96
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Andrea! sei mitico , bellissimo ed interessante racconto! ma sopratutto ho visto che su natura mediterraneo parecchi esperti ti hanno fatto i complimenti e questo è molto molto bello!
( ps vedendo che la pensi come me sugli orari migliori per fotografare .... se ti capita contattami che ci facciamo qualche scatto insieme! )
;-))))
sti matti che si alzano all'alba! mah.....
approfittano , senza liberatoria, di quelle povere bestioline addormentate, bagnate ed infreddolite !!! sono dei sadici! è contro Natura!!!!!!!
:-))))))
un salutone
Luca
:-)))
andrea hallgass andrea hallgass Messaggio 53 di 96
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ciao Luca grazie .... per me fotografare alle ore calde è obbligatorio .... all'alba sono torpido e coperto di rugiada :-))
Per gli scatti insieme ben felice .... ci sentiamo
un salutone
Ombretta Ercolani Ombretta Ercolani Messaggio 54 di 96
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Un MITO, Andrea sei un MITO!!!!!!!!!
:o)))))))))
... mi hai fatto troppo ridere!!!!
Grande!!!!!!!
;o))))
Ettore Caio Ettore Caio Messaggio 55 di 96
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[fc-foto:14263970]

Questa mattina un bellssimo incontro,nei boschi di Stupinigi dove vado spesso,ho incontrato questo favoloso micio ,un soriano grigio/argento
inizialmente diffidente,ma dopo 5 minuti si era già instaurata una certa amicizia.Aveva una voglia infinita di coccole,fatto sta che mi seguiva come
un cagnolino,per più di un'ora ho assistito alla sua voglia di vivere,era uno spasso unico quando giocava con le cavallette,saltava anche lui.Il desiderio di portarmelo a casa è stato forte,ma quale casa poteva competere con lo spazio che aveva attorno?E così con un pò di magone
ho fatto in modo di eluderlo perchè continuava a seguirmi.Credo che domani tornerò con qualche scatoletta sperando di ritrovarlo.



Messaggio Modificato (16-09-08 15:03)
Matteo Prencipe Matteo Prencipe Messaggio 56 di 96
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Davvero un ottima idea questo tread, Luca...
non sono un gran narratore, ma credo che prima o poi
un racconto lo posto anch'io....
intanto vi seguo da dietro le quinte,
mi entusiasma parecchio leggere le vostre esperienze....
a presto...

Matteo
Luca Di Paola Luca Di Paola Messaggio 57 di 96
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Grazie Matteo! seguo le tue foto da tempo .. anche su altri siti...
e sono molto ma molto belle, sarebbe un piacere leggere le tue esperienze!
a presto
Luca
Ettore Caio Ettore Caio Messaggio 58 di 96
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24 dicembre,tanto per cambiare io e l'amico Gero decidiamo
di andare a fotografare i piccoli regoli.Equipaggiati con capanno mobile individuale,tipo burka mimetico,lettore MP3
con richiamo per regolo e altri uccelli,mangime specifico per insettivori,sgabello per la prevedibile attesa.Spargiamo
il mangime su un tronchetto dopo aver preparato anche i posatoi sopra il cibo.Gero mi chiede se sono a posto con la macchina sotto il telo mimetico,alla mia affermazione accende con orgoglio il nuovo lettore MP3 con il richiamo e a sua volta si mimetizza.TRE ORE IN ATTESA CON I PIEDI GELATI E A PARTE QUALCHE FUGACE APPARIZIONE DEI REGOLI,
l'unica foto decente è stata la sottostante.

[fc-foto:15404065]

Buon Natale e spero di aver strappato un sorriso.
Mauro Borbey Mauro Borbey   Messaggio 59 di 96
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Lotte di montagna . Lotte di montagna… Mauro Borbey 26.12.08 9

Preda e predatore
Valle d'Aosta Agosto 2008, habitat di pernice bianca

Premetto che l’immagine non ha assolutamente nessuna pretesa fotografica perché è stata scattata a mano libera, in condizioni di precarietà di equilibrio e in un momento di grande emozione, come potrete leggere nel racconto.

Un gheppio (il predatore, a sx) e una pernice bianca (la preda, a dx) si fronteggiano in una pietraia alpina, a 2800 metri di quota.
Ore 11.00, stavo scendendo, insieme a Zar, un ripido canalino morenico, per raggiungere la grande pietraia sottostante, dove avevo individuato, con il binocolo, alcune pernici bianche che pasturavano tra i massi.
Mi muovevo lentamente, facendo attenzione a non fare rotolare qualche sasso, per non farle volare via; i miei piedi affondavano nello sfasciume morenico e io mi lasciavo scivolare a valle, come se fossi stato nella neve. Zar, che mi seguiva, quando io mi fermavo, mi veniva a sbattere contro le gambe per cui dovevo fare attenzione a non perdere l'equilibrio, altrimenti potevamo ruzzolare tutti e due fino in fondo al canalino e così addio pernici!!
Durante una sosta, per controllare con il binocolo se le pernici si erano spostate, alzai per caso gli occhi al cielo e vidi subito, in lontananza, la sagoma di un gheppio che si stava rapidamente avvicinando, lo seguii attentamente con lo sguardo fin quando non arrivò sulla perpendicolare delle pernici, che continuavano, imperterrite, a beccare qua e là.
Il gheppio nel frattempo aveva compiuto un paio di volteggi e io mi stavo preparando a fotografarlo, ma non feci in tempo a scattare, perché, improvvisamente, picchiò verso le pernici, attaccandone una.
Io rimasi esterrefatto, non avevo mai visto un gheppio attaccare una pernice bianca.
Quest’ultima, utilizzando il becco e le zampe, si difese tenacemente, riuscendo a scacciare il predatore che così si posò poco distante. Aveva capito che non sarebbe riuscito a sopraffarla anche perché la Pernice, come potete vedere nella foto, (ancora tutta arruffata per il combattimento) è più grande di lui.
Peccato che non sia riuscito a documentare fotograficamente l’attacco, (sarebbe stato un importantissimo documento naturalistico) ma non me lo aspettavo di certo. Ciò non toglie che abbia avuto la fortuna di essere stato lo spettatore privilegiato di una rara testimonianza relativa alla tentata predazione di un gheppio verso una pernice bianca.
Il gheppio, nel frattempo, volò via scomparendo dietro le affilate creste, sicuramente per cercare qualche preda più piccola. Poco dopo Zar ed io riuscimmo a scendere nella pietraia, senza disturbare ulteriormente le pernici, che fortunosamente, malgrado tutto quel trambusto, non erano volate via, permettendomi di rubar loro qualche interessante scatto.
Ettore Caio Ettore Caio Messaggio 60 di 96
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Grande Mauro,sempre affascinanti e coinvolgenti le tue avventure in alta quota.
Ettore
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