Ritorna alla lista
IZIS - chat, chien, cheval et chèvres

IZIS - chat, chien, cheval et chèvres

1.501 13

IZIS - chat, chien, cheval et chèvres

Israelis Bidermanas - Il poeta della fotografia
Milano, Spazio Oberdan

Commenti 13

  • Luca Di Muzio 09/04/2014 7:31

    Grande spettacolo
  • vog2 07/04/2014 18:32

    mi alimento con idrogeno liquido .....
  • ann mari cris aschieri 07/04/2014 14:25

    @VOG2
    Ho dovuto rileggerti un 5/6 volte ma alla fine ce l'ho fatta. :-)
    Ciò che tu hai ora scritto, mi pare riallacciarsi e confermare quanto tempo addietro avevi espresso sul tuo modus photographandi, dicendo cioè che al momento dello scatto in realtà non pensi a niente.
    Ciò può succedere perché il pensiero (risultato finale di un complesso lavoro meningeo) è fissato a monte già ben delineato, e il click avviene quasi per forza propulsiva, guidata da una specie di pilota automatico... ahahah,
    Io stesso che fa viaggiare anche le astronavi....

    Chiedo scusa in anticipo per spropositi o castronerie varie .
    CIAo!

  • cristian volpara 07/04/2014 13:15

    hahahaha....non male non male...
  • vog2 07/04/2014 13:04

    "tribolazioni fotografiche di un aspirante filosofo mancato astronauta "

    per la precisione .....
  • cristian volpara 07/04/2014 12:56

    Dico che tu Luca dovresti scrivere un libro......
    posso farlo io raccogliendo le varie discussioni da te fissate su FC.
    Ho già pronto il titolo
    "tribolazioni fotografiche di un aspirante filosofo"
    :)
  • nevedicarne di cara polvere 07/04/2014 12:11

    interessante discussione.
    ciao.
    paola
  • vog2 07/04/2014 12:08

    se la mia idea un po' balzana e pazzerella di ritrovare analoghe strutture compositive tra i due fatti salvi tutti i distinguo possibili ed immaginabli ( che so benissimo riempirebbero tomi è come prima conseguenza mi farebbero rinchiudere per manifesta "pazzia osservativa") risultasse minimamente attendibile significherebbe che la composizione è un tropo fotografico ossia un elemento ricorrente che si ripresenta ciclicamente non influenzato da contingenze esterne ... finora ne avevo letto a proposito della "presenza" o meglio " ricorrenza" di oggetti all'interno delle immagini (anche molto differenti per significato e distanza temporale) a cui può essere associato un significato comune ma mai in merito alla fotografia stessa svincolata da ciò che riitrae ... chissà se ho ragione ... boh

    se tutto ciò si manifestasse come minimamente coerente e credibile la mia tesi avvalorerebbe ancora più l'antitesi che la fotografia è indipendente da ciò che mostra che poi porta, quale risultato, alla sintesi... ossia all'immagine fotografica

    in quanto si potrebbe affermare che la "tesi" rappresenta il momento astratto e privo di un limite temporale ossia quello, in fotografia, della costruzione dell'immagine prima che essa venga realizzata; l'antitesi il momento razionale in cui si concretizza il pensiero intellettuale e quindi in pratica la fotografia trova il sistema per essere fatta ed infine che la sintesi sia il terzo tempo che ragguppa i due precenti momenti e li concretizza attraverso il risultato. dato che processo inizia con la tesi che ha valore astratto inl risultato finale non può essere ottenuto attraverso un qqualcosa di materiale anche se ne fa uso, razionalmente, per manifestarsi .

    oltre che fotografo mi pare di essere filosofo .... però non ho coronato il mio sogno di essere un astronauta
  • ann mari cris aschieri 07/04/2014 9:44

    Ahahaha @VOG2, invito qualcuno a risponderti in modo più mirato del mio. Da un punto di vista compositivo tutto quello che ho notato è che Izis - come molti suoi illustri colleghi - piazzavano quasi sempre il soggetto al centro dell’inquadratura, che è proprio una delle prime cose che qui dentro t’invitano a non fare… dunque o le regole le hanno messe dopo, stufi magari di vedere sempre lo stesso tipo di composizione, o probabilmente gli artisti se ne fottevano delle regole, sapendo comunque di essere al di sopra di ogni critica.
    Ho letto che Newton è nato a Berlino da famiglia borghese benestante, dunque in un contesto culturale molto fiorente, mentre Izis proveniva dal cuore rurale della Russia zarista, ancora popolata di servi della gleba.
    Il primo ha poi lavorato per le riviste di moda Vogue, Harper’s Bazaar, Marie Claire, (non nego di averle viste girare per casa da bambina) e Play Boy (questa non l’ho vista girare ma non è detto che anch’essa non incidesse sul bilancio famigliare). Il suo particolare stile è stato definito erotismo patinato. E’ morto a Montecarlo, dove risiedeva, ricco e famoso.
    Il secondo ha lavorato una vita per Paris Match, nota rivista di fotogiornalismo sempre al cuore degli avvenimenti (ogni tanto me la compravo da me intorno ai miei 15-18) e non fotografava modelle in posa ma personaggi della vita intellettuale. E’ suo per esempio un grande reportage sul pittore Marc Chagall in cui il Maestro è immortalato mentre è alle prese con pennelli e tele. Izis è indicato dai biografi come fotografo umanista e in seguito anche fotografo-poeta per il suo “tono affettuoso e nostalgico” ed è morto praticamente sconosciuto ai più.
    CIAo!
  • cristian volpara 06/04/2014 19:13

    Oggi sono andato,eccome!
    Ho goduto (si può dire goduto?)

    Goduto moltisssssimo.

    (naturalmente non ero arrivato ad osservare ciò che ha osservato il buon Luca)
    :(
  • vog2 06/04/2014 16:36

    con tutte le cautele del caso le prime due, anche se ci vuole un po' di fantasia ed incoscienza per ammetterlo e soprattutto per dichiararlo , compositivamente ricordano alcune fotografie di Newton ... basta sostituire il gatto o il cane con una modella ....
  • Stefano Cavazzini 06/04/2014 10:32

    ottima composizione, ben pensata, suscita il giusto interesse verso queste opere. Lo rivedrei volentieri...prossima mostra chissà
    buona domenica
  • nevedicarne di cara polvere 05/04/2014 22:38

    smuove qualcosa questo fotografo.
    grazie per la condivisione.
    ciao.
    paola