Soggetti / .Mostra online

Paolo Barbaresi

Montefabbri, la cui origine semantica è incerta, deriva presumibilmente da Monte Fabrorum, ovvero il castello della famiglia (dei) Fabbri.
La prima cosa che colpisce è la visione d’insieme: questo borgo sembra cambiato ben poco dal 1400. II suo impianto urbanistico medievale in posizione sopraelevata conferisce al piccolo nucleo abitato un suggestivo colpo d’occhio. Merito (si fa per dire) della mancanza di risorse, se questo castello equidistante da Pesaro e Urbino non è stato manomesso, conservando nel tempo le antiche caratteristiche.
Dopo secoli costellati di miseria e privazioni, quando le uniche fonti di reddito erano l’agricoltura e la fornace, gli abitanti ora scoprono di avere in mano un tesoro. E infatti nessuno se ne va o vende casa, neppure al Comune che vorrebbe creare uno spazio aggregativo.
I residenti si tengono ben strette le loro piccole e vecchie casette, che conservano ancora i segni della povertà originaria, ma tant’è: tutto intorno ci sono solo colline, campagna e silenzio. I camion non passano sotto lo stretto arco d’ingresso e la sveglia non esiste, sostituita dal canto degli uccelli. Frenesia è una parola sconosciuta e le giornate lavorative si allungano o si accorciano seguendo il ritmo delle stagioni.
12 Foto | Pagina 1 di 1