Nena melodia


Free Account, caserta
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Su di me

Da piccola quando mi si chiedeva quale fosse il mio colore preferito rispondevo "il rosa". Normale. Se non fosse che io facevo una gran confusione, il rosso lo chiamavo rosa, ed il rosa lo chiamavo rosso. Quindi il mio colore preferito era il rosso, nessuno lo sapeva.Quando mi si veniva regalato qualcosa era inevitabilmente rosa, avevo tutto - davvero tutto - rosa. Mi lamentavo e in risposta avevo "E perchè mai?E' il tuo colore preferito", io dicevo che no, quello non era il mio rosa, che il loro rosa era diverso dal mio. Le persone non capivano e non si può dar certo loro torto. Non ci perdevo neanche più di tanto tempo a spiegarmi. Pensavo che gli altri fossero stupidi, io non avevo niente da spiegare, semplicemente quel colore non era il mio. Avrebbero potuto sforzarsi di capire, non c'era bisogno di parole, bastava solo che osservassero un pò di più. Il pastello più consumato era il rosso, quando dovevo scrivere usavo solo la penna rossa e mi rifiutavo di usarne altre, e tante altre cose. Ma i grandi lo sono per davvero stupidi. Il rosa ha colorato la mia infanzia talmente tanto che ho finito per odiarlo con tutta me stessa. Poi cambiò qualcosa, abbandonai il rosso, ero sempre con la testa rivolta verso l'alto - e ciò non è cambiato fino ad oggi - e mi innamorai dell'azzurro, ribellione a quello che c'era e c'è sempre stato, il maschile, opposto a quel rosa ormai fastidioso. L'azzurro del mio celo - sì celo, perchè così dicevo e così scrivevo - che tanto amavo guardare. E ripenso a quando in prima elementare scoprii che il cielo non era quello che avevo sempre pensato fosse. Il cielo non era celo, e quel celo era solo qualcosa della mia mente, frutto del mio immaginare. Ed io ci ero rimasta talmente male che tutto il pomeriggio lo avevo passato pensando e ripensando a quella "i" che mi aveva stravolto così tanto. E da quel giorno in cui imparai a scrivere cielo in poi, tuttora ogni volta che scrivo "cielo" mi viene da pensare a quella "i" che abolirei senza risentimenti. Perchè il mio celo non è il cielo che mi sta sopra ; è il più grande segreto che mi accompagna nelle giornate, belle o brutte che siano. Ed è qualcosa di talmente importante che pensando al celo un sorriso affiora su di me. E mi ricordo piccola, in quel pomeriggio. Litigai anche con l'azzurro,era il colore di qualcosa che mi aveva tradito. Crebbi così, odiando un pò i colori. Facendo mio il nero, che lui è così e basta, non ha segreti e non può essere confuso. Insieme al nero però, diventai una persona triste, ormai senza sogni e speranze. Poi qualcosa,o qualcuno, la vita mi ha fatto imparare ad amare tutti i colori e non importa se il mio rosa non è il rosa degli altri, se il mio azzurro non rappresenta il mio celo.Ho mille colori nel cuore, ce ne sono alcuni che tu non puoi conoscere e sono miei, ma esistono e vivono in me. Ne ho così tanti, che alcune persone mi dicono che gli coloro la vita. Non basta questo per essere felici? Ho in testa trecento musiche e domani ne entreranno di nuove. Così come il sole da sotto la porta. Voglio imparare i pomeriggi sdraiati sull'erba, voglio ricordare l'abbandono di sè, voglio fare ombra con queste spalle. Quindi, che t'importa sapere come sono? Se m'incontrerai ti stringerò la mano e ti dirò Piacere, sono Marhyanna ed ho fatto pace coi colori. Ed avrò un sorriso sulla faccia, così spontaneo e vero che t'innamorerai anche tu dei miei colori..
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