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Un cuore malato

Tratto dalla raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo: Un cuore malato

Lo aveva aspettato tutta la notte con in mano un pezzo metallico del suo odio covato per anni. L’amore della sua vita era un uomo che di giorno faceva girare milioni di euro come il giostraio fa ruotare la sua ruota di cavalli. Con lei non è era stato scorretto, non più di tanto. Le regalava sorrisi da almeno un anno sorrisi velati di triste amarezza questo per non dedicarli a se stesso . Al socio gli aveva portato via anche la donna. Un pomeriggio di due settimane fa, in un albergo del centro, avevano cenato assieme ingurgitando il cibo con la stessa bramosia delle iene che si avventano sulla carcassa ancora calda, ma ormai senza vita, della preda cacciata. Erano rincasati esausti e sbronzi alle quattro del mattino. Lui aveva la cravatta slacciata e il viso impunito di chi ha passato parte della notte alla ricerca di consensi femminili. Se l’era ritrovata davanti con l'arma in pugno...
…“L'odio è una linea retta. Fredda e silenziosa come il carico di morte che porta con sé. L'odio non disegna curve o perifrasi, non ama la metafora perchè in essa si annida il perdono ed è per questo che spesso arriva dritto al punto. L'odio è un soffio di vento caldo che inganna, mentre ti congela la vista accecandola. E' una goccia di sangue vicino a una rosa appassita tanto che si presenta con i piedi ben piantati a terra e le mani sudate... La giusta distanza dell'odio è nei due metri che dividevano la pistola tremante che lei aveva tra le mani, dal petto fiero del suo amore. Per un attimo, pensò di uccidere entrambi, persa com’era a fare romantiche congetture del tipo… “soltanto la profondità della terra può coglierci impreparati davanti alla morte; viverci all’unisono un ultimo alito di vita può elevare le nostre anime dannate sino alla luce della verità; soltanto spirando insieme, la terra e il cielo saranno in eterno la stessa cosa…”… poi, però, fece la cosa giusta… gli sparò ma non per ucciderlo… e se ne era andata via con la propria dignità protesa verso un nuovo inizio, lasciando a lui un segno tangibile della sua cattiveria sulla spalla sinistra dalla quale era fuoriuscito un piccolo fiotto di sangue “nero” come il suo cuore malato di cinico protagonismo ”.

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