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Le tonalità di verde riempiono e danno una certa profondità, ma la luce che irrompe nella parte alta la trovo quasi violenta, in grado di bruciare i dettagli. Ma se l' intento dell' autore era ottenere questa atmosfera fiabesca e allucinata, tale da reinterpretare il paesaggio, va bene così
Signor Robi, in questo particolare caso, ne vale sicuramente la pena: una scenogafia di tale ricchezza, complessità, barocchismo e pathos emotivo l'ho incontrata rare volte nelle mie passeggiate nei boschi, anzi forse è "unica" nel mio repertorio.
"Scrivere con la luce" cioè il predominio dello "scatto" (tecnica fotografica) sulla post-produzione digitale, chiamiamolo pure Realismo è tipico di certi stili dove l'aderenza alla realtà è necessaria (fotogiornalismo, street, naturalismo, ristrattismo ecc...) al quale tuttavia non aderisco preferendo la corrente Pittoricista (predominio della Post-produzione e della manipolazione artificiosa a-posteriori dell'immagine)
Alla domanda:
"Perché allora non costruire direttamente "a tavolino" un'immagine interamente digitale???"
Rispondo: è possibile, si può fare, ma dipende dallo SCOPO dell'immagine!
Es: se il Tema di un Concorso è "montagna" nel senso più generico del termine ci possiamo anche sbizzarrire col copia-incolla di pini, mucche e stelle alpine che andiamo a pescare qua e là sul web, ma se lo scopo della foto è Rappresentativo/Didascalico/Illustrativo cioè rappresentare una località ben precisa, abbiamo dei paletti rigidi sulle possibili manomissioni in fase digitale.
Insomma, se il Tema è Verona (la mia città) non posso metterci una cascata o un lago al posto dell'Arena o cancellare palazzi storici... se ne accorgerebbero all'istante! Posso cancellare i cassonetti dei rifiuti e le auto in sosta ma non più di così: posso cancellare il superfluo che agisce come fattore di disturbo, ma non posso aggiungere oggetti e strutture inesistenti!
Allo stesso modo, molte delle mie immagini su questo e l'altro mio account oltre alla pura estetica hanno anche un fine Illustrativo, cioè rappresentano luoghi reali visitabili da tutti (e che consiglio sempre vivamente di visitare) quindi per quanto sia pesante la post-produzione deve a tutti i costi preservare un solido Realismo di fondo (per non ingannare il pubblico) e non degenerare in una immagine "fantasy" o Digital-Art (cioè interamente costruita a computer o addirittua generata direttamente dall'Ingelligenza Artificiale senza alcuno sforzo da parte dell'autore come lo sfondo per un videogame!)
Quello che dici lo posso anche condividere ma la mia domanda aveva un senso diverso.
Mi spiego meglio, il risultato che hai ottenuto da una foto "disastro" non sarebbe stato più facile raggiungerlo con una foto già buona allo scatto?
Per quanto riguarda questo genere di immagini, che peraltro spesso apprezzo, non le considero vere e proprie fotografie ma immagini di grafica. In definitiva un arte diversa, ne meglio ne peggio semplicemente diversa,
Per esempio un ciclista che corre con la bicicletta da strada è diverso da un ciclista che corre con la mountain bike, non meglio ne peggio, è diverso e i due atleti non si possono confrontare ma sono comunque due atleti.
Ci tengo a precisare che la mia non vuole essere polemica ma semplicemente mi appassiona la discussione.
Roberto
Lei dice "Io ragiono (e cerco soluzioni) su difetti che ritengo palesi e macroscopici sulle mie foto". Il fulcro è proprio questo. Se i difetti sono palesi e macroscopici non saranno mai sufficientemente corretti (secondo me come in questo caso). E allora tempo e passione non sarebbero meglio spesi nel ripetere lo scatto magari correggendo all' origine gli errori palesi e macroscopici? Ricercando comunque l atmosfera della composizione? Grazie per questo confronto interessante. E grazie anche a
@d.robi
per essere intervenuto.
Signor Roberto e signora Lucy come ho scritto sopra, in questo particolare caso, ne vale sicuramente la pena: una scenografia di tale ricchezza e complessità, barocchismo, pathos emotivo e al tempo stesso di Equilibrio e Compostezza (tra forme, volumi, geometrie e percorsi visivi multipli) l'ho incontrata rare volte nelle mie passeggiate nei boschi collinari, anzi forse è "unica" nel mio repertorio.
Ci sono varie ragioni che spingono a impegnarsi nel disperato tentativo di SALVARE una foto:
1) il suo straordinario valore potenziale estetico, semantico o turistico/informativo,
2) l'irripetibilità (quel soggetto non esiste più o non sarà mai più possibile per l'autore recarsi in quel luogo perché è perennemente chiuso/interdetto o per ragioni di età e salute)
3) il valore personale affettivo e la rimembranza che l'immagine suscita, legata a quel luogo o circostanza
4) il piacere personale di una Sfida contro l'impossibile e con sé stessi nel mettere alla prova sé le proprie capacità tecnico-informatiche.
lucy franco 21/09/2022 21:22
Le tonalità di verde riempiono e danno una certa profondità, ma la luce che irrompe nella parte alta la trovo quasi violenta, in grado di bruciare i dettagli. Ma se l' intento dell' autore era ottenere questa atmosfera fiabesca e allucinata, tale da reinterpretare il paesaggio, va bene così