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lucy franco


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Commenti 28

  • Enzo Leprai 18/12/2022 12:52

    Un riflesso rosso su uno specchio rotto...un ricordo spezzato...mi piace molto
  • Paola Ortolani 04/09/2012 23:46

    Questo corpo senza volto..questo rosso..intensa e misteriosa..
  • beppe turco 06/11/2011 18:44

    Meravigliosa creatività!!!!
    Beppe
  • laura fogazza 30/06/2011 15:33

    bellissima....un'altra che avevo perso....
    laura
  • gigi cabiddu brau 22/03/2010 16:56

    e le mie foto diventano sempre piu' piccole.
  • paolo pasquino 05/05/2009 14:38

    dallo scatto se ne esce intrisi dell'odore che emana..
    lentamente avverto pertinenze, sento avvenire una luce immateriale..

    sento anche che .. fa germogliare un chicco di senape nel cuore

    ........ma sento, pure, il generarsi di foglie tenere, come lucciole.. gemme, alberi, che sopra sono sospesi e sotto radicati..

    insomma, ... sfrangia un orizzonte questo scatto, lucy. crea una linea continua di spessore affondato, come fosse una crepa, che non traspare, subito, dentro..
    è una scintilla Lucy, una scintilla per intendere
  • Dino Sorbo 03/05/2009 13:10

    col corpo capisco: è un libro di David Grossman, a giudicare da questa foto dovresti averlo già letto, oppure non ne hai bisogno. E' gia in te.
  • Nazario Melchionda 30/04/2009 20:20

    Caro Luca, ci contavo e mi piacerà essere stuzzicato.
    A presto.

  • lucy franco 30/04/2009 16:26

    Corro a prenderli........grazie a entrambi, ottimi e saggi.

    Lucy
  • lucy franco 30/04/2009 9:31

    Non sono ferrata in cultura fotografica, ne’ in medicina in senso lato del termine, per poter argomentare degnamente e alla pari con Luca (V.O.G.) e con Nazario Melchionda che mi hanno onorato della loro attenzione. Vorrei però, spendere anch’io qualche parola per concludere il contraddittorio sull’analisi strutturata.
    Naturalmente argomento per me, per quella che in fotografia è la mia esperienza di eterna dilettante.
    Come in tutte le altre cose che ci interessano e appassionano, la conoscenza di ognuno è diversa da quella di ogni altra persona. Ciò dipende dalla cultura personale, dal background di esperienze , e non ultima, nello specifico, parlando di fotografia, ormai riconosciuta forma d’arte, dalla sensibilità personale e dalla capacità di leggere al di là dei messaggi codificati.
    E, proprio per i miei limiti già sopra descritti, ho un approccio alla fotografia che definirei molto umorale. A parte qualche corso di base e qualche approfondimento da autodidatta, per me il linguaggio fotografico è unicamente comunicazione emotiva, immediata.
    La posa e il soggetto scaturiscono da una visione estremamente non razionale, è per me una emozione da tradurre in immagini, ma assolutamente non ragionata. In un secondo momento io stessa leggo con più razionalità il risultato dello scatto, e riesco a capire perché ho inconsciamente cercato quella luce piuttosto che quella forma.
    E posso quindi accentuare o alleggerire elementi, per arrivare ad elaborare al meglio la mia intuizione iniziale.
    Tutto ciò per arrivare a questa conclusione:
    -questa foto è volutamente senza titolo, perché le sollecitazioni visive fossero libere di essere interpretate senza una traccia precisa di suggerimento.
    -alla base della immagine c’è la rappresentazione di una figura volutamente senza testa, nel riflesso di uno specchio un corpo che è solo passione senza raziocinio, un’attesa incondizionata , passiva e subordinata unicamente alle emozioni, senza il peso (o la guida, e ciò è interpretazione libera), di una testa che sovrintende al pensiero, alla riflessione razionale.
    -ciò è stato il frutto di un attimo, non c’è stata costruzione preventiva, ma unicamente l’intuizione
    All’occhio che guarda, e parlo ancora e sempre per mia esperienza e per mia capacità, arrivano sicuramente una serie di messaggi, dalla composizione ai colori ecc, che ognuno però decripta a modo suo
    Perché, e qui la conclusione del mio discorso, nell’immagine ognuno si specchia, guarda secondo la propria capacità e vede il proprio “io” riflesso.
    Dolore, felicità, compassione, se arrivano, arrivano nella misura in cui siamo disposti e capaci di riceverli
    Per questo una scienza esatta di interpretazione non è possibile, almeno per me. Andare a leggere una immagine seguendo un canovaccio già costituito, per me significa forzare la mano, snaturare la espressione pura e vorrei aggiungere , di comunicazione ancestrale ed immediata che la fotografia possiede. Se arriva, bene, vuol dire che occhi capaci di ricevere quella emozione, l’hanno saputa riconoscere.
    Non c’è , e non ci può essere codifica, se si parla dell’anima.
    Scusate la prolissità, e per chi ha avuto la pazienza e la bontà di arrivare fin qui, un grazie di cuore.

    Lucy
  • Nazario Melchionda 30/04/2009 3:17

    Caro Luca, non so se sono in grado di raccogliere la tua argomentazione relativa alla metodologia dell’analisi strutturata, anzi non sono scientificamente preparato per non aver letto la “bibliografia”.
    Posso solo dirti che per quella parte di me, che sostiene la medicina basata sull'evidenze, non posso che darti ragione. Un metodo che si basa su considerazioni soggettive non può essere valido. Questa visione è del tutto scientifica e può essere applicata, almeno in medicina, in tutto quello che attiene alla sfera biologica che e “misurabile”, quindi riproducibile e soggetto ad verifiche.

    Ma per quella parte di me, che sostiene l’importanza della medicina psico-sociale, non ti posso dar ragione perché il concetto della evidenza non è sostenibile in quando la maggior parte degli elementi non è misurabile ne riproducibile.

    Se uno va da un gastroenterologo la diagnosi e la terapia non possono sfuggire alla metodologia delle evidenze. Ma se uno va da uno psicologco, o peggio ancora da uno psicanalista, si deve solo aspettare delle interpretazioni che non saranno mai universali in quanto la metodologia delle evidenza non può e non deve essere applicata. Allora una porta non è più una porta, ma un elemento che io posso e devo interpretare.

    Credo che il confronto tra medicina biologica (basata sulle evidenze) e medicina psicologica (basata sulle interpretazioni) possa essere applicata anche alla fotografia. La fotografia non è una scienza ma vorrebbe essere un’arte e quindi la tua argomentazione sulla impraticabilitè dell’analisi strutturata non è applicabile. Lucy mi ha chiesto di fare un coòòmento alla sua immagine ed io le ho dato la mia interpretazione, così come Lei mi ha dato la sua. Mi piacerebbe che tu leggessi l’analisi strutturata dell’A e potresti verificare che alcune delle mie interpretazioni collimano con quelle di Lucy.

    Ritorno alla medicina per proporre un campo di battaglia. Esistono in medicina modelli di lavoto che si definiscono Psico-Biologico-Sociali. Per ragioni fonetiche e professionali cominciano con psico, ma potrebbero esser definiti anche Bio-Psico-Sociali o Socio-Psico-Biologici. Questi modelli sono stati “inventati” nella medicina clinica che attiene ai disturbi del comportamento. Esistono infatti dei metodi di Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale che hanno dato buoni risultati e quindi sono ormai calati della pratica clinica. Per alcuni di noi, più medici che psicologi i modelli si definiscono Terapie cognitive del comportamento applicate in setting multi-disciplinare.

    Altrimenti Freud sarebbe ormai sepolto e trionferebbero solo i farmaci.

    Quindi la tua argomentazione: “… essendo personale a mio modo di vedere non può costituire un metodo, ovvero lo costituirebbe se le argomentazioni non fossero così soggettive…” non è applicabile all’analisi di una fotografia perché una porta non è li per caso ma perché lucy ha voluto mettercela, per te è uno sfondo, per me può essere uno sbarramento, ...... non rimane che chedere a Lucy perché ce la ha messa. Questo vale per il corpo, per dove ha messo la mano, per il rosso, per il braccio amputato, ecc.

    Concordo con te che non si devono dare suggerimenti --- ma ci casco sempre e chiedo scusa ------
    Tu dici: “se ci fossero salti tonali significativi quest'immagine perderebbe molto del suo fascino” e io sono d’accordo sul fatto che l’occhio vuole la sua parte ma a volte per avvalorare un contenuto il fotografo può sacrificare elementi estetici in funzione della importanza di significati espressivi e attinenti alla foto narrazione.

    Tu dici: “il suggerire anche come dovrebbe essere scritto il titolo non compete all'osservatore” ed io sostengo che, se l’immagine deve comunicare qualche contenuto non esprimibile col codice grafico, i contenuti significativi, in questa epoca multi-mediale, possono essere espressi con le parole e gli AA si possono avvalere di tutti i linguaggi esistenti e applicabili, musica compresa. Allora il titolo dell’immagine di Lucy deve essere più esplicitato.
    Grazie Luca per avermi letto, per avermi risposto con la tua riconosciuta competenza e per la tua ineccepibile disponibilità. Ma “che te lo fa fare?”
    Non sei solo un amico di FC ma anche un amico “di vita”
    A te la mani Lucy e a presto con ansia e …………



  • Nazario Melchionda 29/04/2009 0:25

    Sono coinvolto da Luca che cita:
    "leggo in alcuni interventi un desiderio di definire, di organizzare e di strutturare la lettura dell'immagine attraverso l'analisi di elementi distinti. non sono molto d'accordo quindi con le parole di nazario in quanto cerca da un lato di correggere e dall'altro di organizzare".
    Controdeduzione:
    Luca mi deve spiegare perché non è d'accordo sulla metodologia che consiste nel fare una analisi strutturata di elementi figurativi che l'A ha pensato per trascrivere con il codice grafico una sua storia o meglio sua visione immaginifica. L'osservatore di una foto non può non avere tale libertà analitica ed è guidato dal suo personale impatto emotivo non discutibile in quanto fisiologico e spontaneo. Questo punto di partenza può non trovare corrispondenza in elementi grafici secondari e quindi, per mantenere la coerenza tenta suggerimenti (spostamento della mano), altrimenti deve chiudere l'analisi e esprimere solo l'emozione senza dare contributo allo sforzo dell'A che con la foto ci vuole dire qualcosa che nasce dal suo interiore.

    Suggerisco a Lucy di fare leggere anche a Luca la sua controdeduzione al mio commento e la mia successiva risposta. Infatti la mia analisi è allineata, almeno sul piano metodologico, alla narrazione che Lucy esplicita con una profondità concettuale fantastica. Ciò aiuterebbe a ravvicinare ideologie differenti e a giustificare il desiderio di definire, di organizzare e di strutturale la lettura dell'immagine. Lucy attua la stessa metodologia analitica e traduce il significato di elementi grafici che ella conosce certamente meglio di qualsiasi osservatore estraneo al suo mondo interiore.

    Personalmente ammiro Luca con tutta la sua ideologica "integrale e raffinata" e nella mia ingenuità nel campo della estetica delle arti figurative, fotografia compresa, non vorrei sembrare presuntuoso nel seguire una mia personale vision della fotografia. Mi piace Bresson, vorrei essere come Lui, ma purtroppo sono solo una qualunque Nazario, e per giunta impegnato 10 ore al giorno nella sua professione. Solo la passione mi tiene alzato alla notte.

    Quindi Luca spiegami perchè non sei d'accordo sulla la metodologia relativa all'analisi strutturata ecc....
    Ciao Luca e Lucy
  • Nazario Melchionda 28/04/2009 14:19

    A che cosa si riferisce "quello specchio"? E' possibile avere una controdeduzione delll'A al mio commento?
  • Raimondo Motti 28/04/2009 13:18

    Questa immagine mi suggerisce abbandono senza tempo, appunto, ST...
    Bravissima, Lucy
    ray
  • Nazario Melchionda 28/04/2009 13:01

    Elementi concettuali:
    1°: Emozione del'impatto alla prima osservazione: inquietante negazione dell'identità per la mancanza del volto
    2°: Esibizione del corpo ma ritegno per la sua esposizione per la copertura del vestito con ulteriore sua protezione da parte del braccio. NB: La mano andrebbe aperta e appoggiata visibilmente alla gonna un po' spostata a destra di chi guarda
    3°: La dominante del rosso scarlatto suscita angoscia accentuata dalla mancanza del braccio destro che suggerisce una sorta di amputazione sacrificale.
    Non capisco il significato delle "macchie" e la mancata geometria delle linee oblique verticali della porta.
    4° Significato della porta: lo sbarramento di un sogno inespresso

    Elementi formali:
    Il colore della porta é troppo uniforme a quello del corpo che non assume il risalto necessario come elemento portante primario
    La parte superiore della porta ondulata ha contenuti indefiniti
    Se il titolo vuol dire senza testa lo metterei in lettere puntate maiuscolo e tra virgolette.

    Il mio commento suggerisce il seguente titolo: Un corpo senza anima ovvero inquietudine esistenziale.

    Carissima, molto bene, la strada è lunga e i numeri ci sono, continua a produrre