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Mostra online di Santino Mineo "Vajont" - 10.

Mostra online di Santino Mineo "Vajont" - 10.

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Mostra online di Santino Mineo "Vajont" - 10.

Questa e' l'ultima foto di un piccolo lavoro dedicato ai sopravvissuti di quel terribile giorno.
Con la XVII concludo questo tragico racconto intitolato "Vajont" dove il 9 ottobre del '63 morirono 1908 persone.
Precisamente le vittime dei vari comuni furono:Longarone 1.451; Castellavazzo 110; Col delle Spesse 69; Erto e Casso e cantiere della diga 233; Pineda 24; San Martino 21.

Da allora molto e' cambiato in questi luoghi.

L'enorme porzione di montagna,staccatasi e scivolata repentinamente nel sottostante bacino,sconvolse e muto' drasticamente il paesaggio della valle.La gigantesca ondata, distrusse le borgate di Frasèign, Spesse, Pineda, Prada, Marzana e San Martino, asportando le solide costruzioni di pietra squadrata fino alle fondazioni. Per scongiurare il pericolo che il lago residuo innalzandosi sommergesse il paese di Erto e trascinasse oltre la sommita' della frana, fu necessario pompare l'acqua oltre il Passo Sant'Osvaldo utilizzando grosse idrovore, facendola defluire nel torrente Cellina. Tutta la popolazione venne evacuata. Quando, tre anni dopo, il lago fu del tutto svuotato,si cerco' di imporre agli abitanti di Erto, Casso e delle altre frazione colpite un trasferimento in un nuovo paese che sarebbe stato ricostruito al di fuori della valle.Questo determino' una forte conflittualita'interna tra quelli che accettarono il trasferimento e quelli che volevano riconquistare la propria valle e continuare a viverci.
Nel 1971 si arrivo' alla traumatica scissione della comutita';venne istituito il nuovo comune di Vajont, frutto del trasferimento di una parte della popolazione.
Il Piano Comprensoriale di ricostruzione estense la sua azione su un'area 22 volte piu' grande rispetto a quella danneggiata e "dimentico'" di fatto la valle del Vajont.Se si esclude il ripristino della viabilita' in sponda destra, l'unico intervento di tale piano consistette nell'abbandono della vecchia Erto, per realizzare un nuovo insediamento poco piu' a monte.

CAUSA PENALE
La causa penale si protrasse per oltre 8 anni:vennero rinviati a giudizio 11 imputati;nel processo di primo grado, il Pubblico Ministero chiese una condanna per 158 anni complessivi;il giudice affermo' nella sentenza che "la frana non esiste dal punto di vista giuridico..." e condannò,per il solo mancato allarme,3 imputati, per 12 anni complessivi. In sede di Cassazione venne ampliata la responabilita' e ridotta la pena a due soi imputati per un totale di 2 anni e 8 mesi.

CAUSA CIVILE
Intentata contro l'ENEL dal Comune di Erto e Casso e poi da quello del Vajont.Nel 2000, a 37 anni dalla catastrofe la sentenza definitiva obbligò l'ENEL a pagare danni per 6.109.685 Euro.

In tutti i ceppi bianchi mancano i normali fiori dove parenti amici e conoscenti omaggiano al caro che non ce' piu'.Sembra che chiunque abbia dimenticato il caro defunto,ma sappiamo che un'intero paese è scomparso.Ma in quell'unico vaso di fiori vive ancora la speranza nel ricordare quella tragica notte.E noi tutti non dobbiamo mai "DIMENTICARE".

Commenti 2

  • Donato Palumbo 01/11/2010 16:59

    gran del lavoro Santino, gran bel documento ...grande emozione. Ammiro...
  • alberton bruno 01/11/2010 14:30

    Da anni passo in auto attraversando la strada principale dov'era la vecchia Longarone nei miei viaggi, e vedendo il luogo provo ad immaginarmi come potrebbe essere se non fosse successo tutto ciò,senza contare l'emozione e la tristezza che si prova nel vedere le lapidi di chi a cui è stato strappato il diritto di vivere ed ogni volta, la rabbia verso chi ha permesso tutto ciò mi pervade...non dobbiamo dimenticare!!! e non dobbiamo + permettere che succedano queste tragedie.grazie per questa mostra++++++bruno