Francesco Alloro


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Su di me

Nasce e vive a Sambuca di Sicilia (Sambuca Zabut fino al 1923) in provincia di Agrigento. Fotografa dall'età di 18 anni, cioè da quando recatosi all'estero per lavoro venne affascinato dalle fotocamere, obiettivi e quant'altro arrivava dal Giappone nelle vetrine di Stuttgart. La prima macchina è stata una Kodak Retina S2 con obiettivo 35 mm Zeiss. Inizia così un grande amore per la fotografia che si perpetua ormai da tanti anni. tante le interruzioni dovuti alle priorità per la famiglia e i figli. Predilige le immagini paesaggistiche e le "stranezze", i particolari, quelli che colpiscono l'occhio del "fotografo", il reportage. Ha dedicato un po' del suo tempo alla ricerca pura, alla sperimentazione di nuove strade, nella ripresa delle immagini; sono di quel periodo i vetri ripresi in macro ed illuminati in trasparenza. Si dedica da parecchi anni ormai alla grafica elettronica utilizzando Photoshop ed altri software per creazioni di loghi, immagini ed impaginazioni. La passione ultimamente è sfociata nella creazione di siti web e pagine html. - Ecco cosa ha detto sulle "TRASPARENZE" la Prof.ssa Licia Cardillo: «"Nulla è più vicino all'abolizione del tempo, tra le rappresentazioni che l'uomo sa dare della propria vita, della fotografia; ma al tempo stesso nulla ne è più lontano. É come la palla di gomma che tocca il muro ma ne rimbalza lontano, magari a sperdersi". Così Sciascia in una nota su "Scrittori e fotografia", in occasione di una mostra di ritratti realizzata alla Mole Antonelliana di Torino. Parafrasando Sciascia, potremmo dire che nulla è più vicino all'abolizione dello spazio delle fotografie di Franco Alloro, ma nello stesso tempo nulla ne è più lontano. Come, in un gioco di specchi, l'infinitamente piccolo, reso visibile dall'obiettivo, riesce a contrarre lo spazio, a ridimensionarlo, per imporsi e svelare la sua complessità. Una miriade di forme si offre all'osservatore, lontanissime dall'oggetto da cui hanno preso il via. Franco Alloro, attraverso l'occhio della macchina fotografica, va oltre il fenomeno, trova il varco, la maglia rotta che lo porta al di là, nell'invisibile e vi si tuffa come Alice nel Paese delle Meraviglie. incantato dalle opportunità che la tecnica gli offre per esplorarlo.
Focalizza un oggetto. Lo scompone, isola delle piccole schegge, dei frammenti, li bombarda di luce e di colore. Ne amplifica le proporzioni e li ripropone in veste nuova. Non importa a quali mezzi tecnici ricorra l'autore. Contano i risultati.
E i risultati esteticamente sono straordinari. E disorientano. Perché quello che vedi non è quello che pensi. É tutt'altro. E grande è lo scarto tra quello che è e quello che appare, tra l'essenza e l'apparenza. "Ogni cosa è infinite cose" potremmo dire con Borges. Un coccio di vetro diventa un'ala trasparente di farfalla, una crisalide, una tenda slabbrata, un velo indiano, una ragnatela, la costola di un animale, un tulipano, una rosa scarlatta, una bandiera, un mare senza confini, il magma di un vulcano, una vena pulsante di sangue. Diventa l'Aleph, l'infinitamente piccolo nel quale è nascosto l'infinitamente grande. Ci si può perdere dentro un coccio di vetro e spaziarvi dentro come in un labirinto. "Il diametro dell'Aleph sarà stato di due o tre centimetri, ma lo spazio cosmico vi era contenuto, senza che la vastità ne soffrisse". Così Borges nel racconto omonimo. L'impressione che ci portiamo dietro dopo avere visto le immagini di Franco Alloro, è quella di aver percorso, in piccoli cocci di vetro, l'universo


He was born and lives in Sambuca di Sicilia (Sambuca Zabut until 1923) in Sicily. He has been fotographing since he was 18, that is when he went abroad for work, he was fascinated by cameras, lens and everything coming from Japan to enrich all the shop windows in Stuttgart.
The first camera was a Kodak Retina S2 with a lens 35 mm Zeiss. So, it has started a great love for photography which is still continueing for many years. There were a lot of interruptions due to the taking care of his family and children.
He prefers landscapes and "strange things", details which hit the photographer's eye, and the reportage.
He devoted most of his time to research, to experimentation of new techniques for the filming of images; for example the macro glasses, photographed and lit from the back (called "Transparences") belong to this period.
He ha been interested for some years in the electronic/computerized graphics using Photoshop and other softwares for the creation of logos, images and pagings.
Recently he has been also interested in the making of web sites and html pages.
Professor L. Cardillo said about the "Transparences" «"Nothing better than photography, among the representations that man gives of his life, is nearer to the abolition of time; but at the same time nothing is farther. It's like a rubber ball which hits the wall and bounces far away till disappearing".This is said by L. Sciascia in "Writers and photography" for the occasion of an exibition of portraits in Turin, at the "Mole Antonelliana". Paraphrasing Sciascia we can say that nothing is nearer to the abolition of space and at the same time nothing is farther than the photographs of Mr. F. Alloro.
Just like in a mirrors game the infinite little, made visible by the lens, is able to contract space, and to modify it, in order to impose itself and reveal its complexity.
A lot of forms stand before the observer far from the object from where they started.
F. Alloro through the eye of the camera, goes beyond the phenomenon, he finds the "breakthrough" which leads him to the "beyond", to the invisible, where he plunges himself just like Alice in Wonderland, fascinated by the opportunities that technique gives him to explore it.
He focuses an object. He deconstructs it, he isolates some small cuts, some fragments, he bombards them with light and colour, he amplifies their sizes, and he re-edits them in a new form.
It doesn't matter what the technical means may be. What matters is the result. And the results are aesthetically extraordinary.
They disorient you. Because what you see isn't what you think. It's something else. The gap between what is and what appears, between being and appearing is big.
"Everything is a lot of things" says Borges. A piece of glass can become a transparent wing of a butterfly, a crysalid, a loose tent, an Indian veil, a cobweb, a rib of an animal, a tulip, a red scarlat rose, a flag, a limitless sea, the magma of a volcan, a pulsing vein of blood.
It can become the Aleph, the infinite little where the infinite big is hidden. You can lose yourself in a piece of glass and drown in it like in a labyrint.
"The diameter of the Aleph was two or three cm. large, but the cosmic space was contained in it, and at the same time the vastness wasn't suppressed" says Borges in his story. The impression we bring inside after seeing the photographs of Mr. F. Alloro is that of having crossed the universe through small pieces of glass.

Commenti 47

  • Bruno Vallarin 09/10/2007 15:15

    Ciao Franco, un grazie per essere passato.
    Ti giunga un caro saluto dal sempre tuo amico.
    Bruno.
  • Fabio Nardi 19/08/2007 22:00

    Ciao Franco,
    grazie mille dei commenti veramente graditi. Mi fa piacere che tu abbia apprezzato le mie foto della Sicilia.
    L'apprezzamento di un siciliano mi conferma che sono riuscito nel mio intento: cogliere l'anima di questa terra, i suoi spazi, i suoi silenzi, i suoi colori, il dolce profilo del paesaggio e principalmente l'atmosfera che vi si respira.
    Ciao
    Fabio
  • Fabio Nardi 18/08/2007 1:31

    Ciao Franco........ ma c'incontriamo sempre noi due!!!
    Complimenti e bentrovato.
    Ciao
    Fabio
  • Bruno Vallarin 15/07/2007 18:01

    grazie Franco per il sempre tuo apprezzatissimo commento e giudizio.
    Un caro saluto da Bruno.
  • Alvise Dorigo 25/02/2007 17:28

    Grazie Francesco per il tuo commento al pollaio ;-)

    Alvise
  • Osvaldo Graniglia 03/10/2006 23:59

    Ti ringrazio per il commento alla mia
    Si il posto è molto bello, è stata scattata però con una Kodak da 3,2 Mpx.
    ...e poi ci voleva un buon fotografo...
    Un saluto da OG
  • Bruno Vallarin 10/09/2006 19:08

    Ciao Franco, sono felice di sentirti, questa immagine, è a ricordo di un fortissimo dolore, ogni volta che la guardero, mi ricordero' di non dimenticare un carissimo amico. Un grazie per essere passato.
    Un abbraccio con affetto.
    Bruno.
  • Marco .N. Brambini 18/08/2006 23:52

    Non avevo mai visto le tue foto, strano. Mi piacciono molto le tue foto astratte, molto creative, colorate e personali. Hai uno stile e si nota.
  • Angelo Trapani 18/08/2006 23:15

    Ho visitato il tuo portfolio trovando delle bellissime immagini... forme, colori, intuizioni... una collezione davvero invidiabile. Complimenti!
  • Bruno Vallarin 11/08/2006 19:23

    Ciao Franco, sono contento che ti sia piaciuta, è vero, ognuno di noi ha un suo angelo custode, la mia nipotina è il mio, mi aiuta e mi preserva da errori.
    Un abbraccio sempre con affetto.
    Bruno.
  • Bruno Vallarin 15/06/2006 21:55

    Ciao Franco, felice che ti sia piaciuta, felice che tu abbia provato emozione, la tua felicita' mi ha reso felice.
    Un abbraccio Bruno.
  • Bruno Vallarin 07/06/2006 13:53

    Ciao Franco, ti ringrazio per il tuo commento, sempre costruttivi e riflessivo anche per l'autore,diciamo che la foto vuol portare l'osservatore, a pensare che non sempre è reale quello che vediamo, ci possono essere delle realta' dietro la realta stessa. Tu lo sai, che cerco di usare elementi esterni, per mettere su carta un pensiero.
    Un abbraccio, da Bruno.
  • Angelo Barigazzi 03/06/2006 9:30

    Ciao Francesco, grazie per i graditissimi nonche' eruditissimi commenti alle mie foto.
    Oltre che bravo nella fotografia lo sei anche nella difficile arte dello "scrivere".
    Grazie di tutto.
    Angelo
  • Bruno Vallarin 20/05/2006 18:16

    Ciao Franco, quale piacere risentirti, non ci crederai, ieri sera, mi è caduta la macchina fotografica, addio, per un paio di mesi, non potro' fotografare. Pazienza.
    Grazie Franco, per il tuo sempre apprezzatissimo commento.
    Un abbraccio Bruno.
  • Ivan Zuliani 13/05/2006 23:40

    Francesco, ho sempre pensato che le persone più modeste sono le più capaci.Grazie, ciao Ivan.
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