... Paola Mischiatti (Slow Motion)

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Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 1 di 100
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Paola Mischiatti (Slow Motion) vive la fotografia con l'ansia e il candore di chi ne ha bisogno. L'obiettivo è l'occhio puntato dentro di lei, che la guida in un viaggio incerto, e per ciò stesso affascinante, nelle pieghe di sé. Ed è l'occhio puntato fuori di lei, nella ricerca e nell'ascolto delle anime altrui, tra dolori e ripensamenti che non danno tregua. Ma Paola sa anche porsi di fronte all'obiettivo, per giocare, per provare a creare scene di fattura cinematografica insieme a fotografi come Vincenzo Cartechini, che hanno in comune con lei la fantasia e la creatività ironica e divertita.
Le sue location preferite sono fabbriche abbandonate e acide, antiche soffitte che custodiscono oggetti dimenticati, garage freddi e umidi che odorano di notti insonni. I suoi spazi del cuore sono la musica, il cinema, e ancora l'aria, il mare e i fiori.
Paola, insomma, ha tante anime... Ascoltiamole.


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Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 2 di 100
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D. Il tuo primo incontro con la fotografia.

R. La compattina ricevuta come regalo di nozze nel 2005! Da allora non l'ho lasciata più. Quanti tramonti ho fotografato…! Il mio cavallo di battaglia è la macro su trifoglio con una bellissima goccia di rugiada! Pensavo di conoscere tutto della fotografia. Per fortuna sono rinsavita…
Anzi, c'è stato un momento particolare che mi ha spinta verso la fotografia. Rivedendo dopo qualche anno delle foto fatte a Venezia, di quelle che fa una turista qualsiasi, una mi colpì: era la mia immagine riflessa su una bacheca in cui era racchiuso uno strumento musicale medievale (ero ad una mostra). Sembravo distorta, fluttuante, e nasce da lì questa mia voglia di fotografare soggetti in movimento, quasi anime in pena che cercano pace.


D. Hai partecipato a varie mostre collettive. Cosa significa per te la condivisione di un progetto con altri fotografi, il piacere di fotografare "insieme"?

R. Sì, adoro il confronto con la gente... Sai, a volte la virtualità mi va stretta e preferisco di gran lunga concretizzare i rapporti che si creano via web. Così confronto il mio lavoro, le mie idee con quelli di altri. Tutto questo è per me di grande stimolo.


D. A volte, hai detto tu stessa, riesci a reinventarti uno scatto "sbagliato". Cosa devi trovare in quello scatto per imbarcarti in questa non facile avventura creativa?

R. La maggior parte dei miei scatti avviene in maniera premeditata. So già come uscirà il "prodotto finito". Altre volte (ma poche poche!) le foto che nascono sono frutto di casualità, che riprendendo in mano riesco a plasmare in qualche maniera. Magari la movenza della mano, il movimento dei capelli, lo sguardo che riesco ad avere in quel momento, determinano una foto particolare, che secondo me vale la pena di "abbellire", per recuperarne le potenzialità di suggestione. Credo che il mosso aiuti molto a raccontare: è una sorta di quarta dimensione, il tempo, il senso della sua durata, che fa sì che una semplice foto si trasformi in un miniracconto.


D. Nelle tue fotografie c'è una forte tensione verso l'introspezione. Il mosso creativo, le trasparenze, i piani sovrapposti, e l'esperienza dell'autoritratto: in che modo la fotografia appaga la tua ricerca di te stessa, il tuo bisogno di autoconoscenza, di scavo interiore e di risposte?

R. Di carattere sono molto introversa. Da quando è nato il mio piccolo un po' sono cambiata, mi studio, ecco. Attraverso la fotografia ho trovato un buon viatico per raccontarmi e propormi alle persone. Mi basta anche una parete bianca come sfondo e cerco di esprimere frame di vita, sensazioni che posso avere in quel momento. Ancora non riesco a vedermi "nitida" e qui si spiega il mio uso maniacale delle lunghe esposizioni. Creo con i veli... Le trasparenze e le lunghe esposizioni sono una sorta di censura, che un po' mi permette di espormi, ma con garbo. La definirei una forma di pudore, ecco.


D. Il tuo sguardo di fotografa, però, è anche rivolto all'esterno: penso al tuo lavoro "Never Again", forte e intenso, con Fabrizio Caron e Michela Longo sulla violenza alle donne, e al sogno realizzato qualche mese fa di chiuderti nella soffitta del museo "Manegium" a Fratta, che custodisce i segni della vita nei campi e della resistenza all'alluvione del 1951, alla ricerca di un tempo apparentemente assente e ormai concluso, un tempo in cui tu non esistevi. In che modo allora la fotografia risponde alla tua ricerca e alla comprensione di ciò che è fuori te, di ciò che non sei tu? O tu sei in tutto questo?

Agorà-Progetti: "Never Again 1" di Slow Motion, Fabrizio Caron, Michela Longo Agorà-Progetti: "… fotocommunity.it 27.07.11 21


Agorà-Progetti: "Never Again 4" di Slow Motion, Fabrizio Caron, Michela Longo Agorà-Progetti: "… fotocommunity.it 27.07.11 8

R. Il progetto con Fabrizio e Michela mi ha coinvolto particolarmente. Ho cercato di curare il lato psicologico dell'argomento trattato. Cercavo sensazioni strazianti, senso di annullamento e disagio che una donna si trova a vivere se è sottoposta a violenza. Ho pensato a proiettili nella testa, gelo al cuore e senso di urli soffocati che nessuno sentirà mai. Tutto questo mi ha provato molto. Magari non sono nemmeno degna di affrontare un argomento così delicato.
Io sono fortunata. Non ho mai vissuto incubi così. Spero non mi succeda mai.
Questi percorsi ti amplificano i sensi, Maricla...


D. Non sei solo fotografa, sei anche modella. Ricordo le bellissime e fantasiose fotografie che ti ha fatto il nostro comune amico Vincenzo Cartechini, utente di fotocommunity fino a qualche mese fa, e che tu hai interpretato con brio e personalità. Raccontaci come ti senti davanti all'obiettivo e cosa deve fare un fotografo per far sprigionare la tua verve e la tua autoironia.

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R. Io mi sento perennemente impacciata davanti all'obiettivo. Mi reputo una persona "buffa e stordita" (come direbbe il mio buon amico Eras Perani). Mai avrei immaginato che un personaggio come Cartechini mi chiedesse di posare per lui! Ci sono voluti due mesi per farmi capitolare: troppo timida…
Al primo appuntamento con lui sono arrivata con due ore e mezzo di ritardo. Qualche altro fotografo mi avrebbe appesa al muro per questo, ma lui no!
E' stato feeling da subito. Voglio bene a Vincenzo e prima di tutto è mio amico. Poi tutto è venuto da sé, lo shooting è stato divertente e naturale, come una chiacchierata tra amici. Ci ha accomunato il fatto che tutti e due siamo degli eterni adolescenti, innamorati del cinema, che giocano con pistole finte e succo di pomodoro per gli effetti speciali.


D. Amo molto una tua serie fotografica, in cui soffi delicatamente verso le vele di un veliero per aiutarlo a prendere il mare: lo leggo come un atto d'amore verso la vita, poetico e delicato, che rimanda al gesto che tutti abbiamo fatto da bambini con le nostre barchette di carta. C'è un talento tipico dei bambini che vorresti avere ancora, e un'attitudine infantile di cui invece vorresti liberarti?

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R. I bimbi… beate creature… Sogno la loro spensieratezza… Nel loro mondo tutto è ovattato. Non vorrei avere la loro sensibilità: assorbono subito le ansie di chi sta loro accanto e le traducono in insicurezza e fragilità. Un bimbo merita ben altro: amore, casette di marzapane e tanto zucchero filato...
P.S. La fotografia a cui alludi, "Friend(Ship)", in cui soffio via il veliero ha una storia un po' agrodolce: è dedicata ad una persona a cui sono molto affezionata, un'amicizia finita. Quel veliero è l'amicizia che cerco di allontanare da me. Per proteggermi. Ma purtroppo il vento dispettoso mi rimanda indietro spesso e volentieri quel veliero…


D. Il consenso logora chi non ce l'ha o chi ce l'ha?

R. Se parli della mia esperienza qui in fc, beh… il consenso che non ho un po' mi logora. Consensi mancati per colpa di una fotografia non capita, per esempio.
Dal vivo non è così: nella recente mostra del progetto "Never Again" sulla violenza alle donne, di cui abbiamo parlato prima, tenutasi nella cittadina di Este nel Padovano, le persone che si soffermavano sulle mie foto erano spiazzate ma facevano del loro limite interpretativo una virtù, una spinta a capire. Lo tramutavano in curiosità, cercavano una spiegazione ed ascoltavano molto volentieri la mia analisi alle fotografie.
Sul web non accade. Se non ti capiscono ti tengono in disparte e non si chiedono il perché o il come sia nata quella foto in quel momento.


D. Tra partenze e ritorni, sei con noi da qualche anno. Cosa ti spinge a volte ad andar via, e cosa invece a tornare?

R. Qui in fc sono nata, artisticamente parlando. Poi sono recidiva… Evidentemente mi piace farmi strapazzare da tutti…!
... No, resto per gli amici. Questa è la risposta seria.
Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 3 di 100
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... affido Paola alle vostre curiosità.

Io torno sabato prossimo con Marco Polticchia
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Messaggio Modificato (15:40)
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Paoletta carissima, che piacere.
Ogni volta che guardo un tuo scatto, ritrovo quello "sguardo incantato" che molti di noi vorrebbero avere. Per quanto mi riesce di capire, nalla tua fotografia c'è una sorta di "vagabondaggio interiore" come se ti estraniassi dalla realtà per entrare in un mondo tutto tuo ... molto materno, un sacro femmineo dei nostri giorni.
Come riesci a essere così "lontana" e tanto presente?

Abbraccio
Er@S
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Le tue foto sono molto belle,Paola.
Roberto
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"il consenso che non ho un po' mi logora"

Per questo ti chiamerò sempre: COGLIONA!

Cheers! Bella presenza.
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ah si...
le signore son pochi mesi che le conosco...
a forza di sentirmele nominare sono andata a vedere i lavori di entrambe caro Luca..
non amo scimmiottareil lavoro d altri
però mi rendo conto di non avere l esclusiva di nulla
ormai è stato detto tutto :)))

ciao Luca!:)



Messaggio Modificato (23:47)
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Ramon.prima o poi ti prenderò a calci in culo!!
con affetto simpatico guascone :)))
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Roberto:
Onoratissima...
io sono incantata dalle tue di foto!!
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ogni tanto sento il bisogno di staccare la spina e di rifugiarmi ni miei pensieri.
a volte questi sono confusi come piccoli tasselli da riordinare...ma fanno parte di me.Prima o poi il puzzle sarà completo. Le mie foto mi raccontano...
piu che foto sono post it..piccoli pensieri e racconti da attaccare al frigorifero e ricordarmi cosi chi sono :)
tvb Eras :))
lorenza ceruti lorenza ceruti Messaggio 12 di 100
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caleidoscopica ...la ragazza
tante sono le figure che si specchiano tra di loro creando infinite combinazioni...proprio come se le sue foto fossero ognuna un giro di caleidoscopio...in un'affannata e comunque giocosa ricerca di se stessa
fonde reale sensibile e percezione interna e consegue così in ogni sua foto una ricerca intima di ordine esistenziale
regna la leggerezza...la femminilità...la poesia...la bellezza...l'effimero...
e sembra poi contraddirsi...quando utilizza il suo linguaggio da "taverna"...ma non è così...perchè anche in quello regna una sorta di levità
grande creatività e dialettica...quelle di paola :-)



Messaggio Modificato (8:45)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 13 di 100
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di Paola ammiro la sua pervicacia nell’andare avanti, la sua libertà di pensiero, il suo mettersi a nudo di fronte alle sue fotografie per donarle, non solo per farle osservare.

continua così Paola!

complimenti
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 14 di 100
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la slow che preferisco è quella che scatta con una parete bianca e una certa forma di pudore (ben detto paola). un set essenziale che può riproporre all’infinito con risultati sempre sorprendenti.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 15 di 100
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cerutina cara..
sono una ruspante ragazza(??) di campagna io..che pretendi? :P
cmq si..è una sorta di despistaggio il mio linguaggio da scaricatore di porto
mi metto già a nudo con le foto
e questo basta.
buona domenica cara!
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