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Maricla Martiradonna

... Paolo Barbaresi

Ma noooooo che c'è!
ha ragione Paolo Pasquino.
13.07.12, 19:05
Ma noooooo che c'è!
ha ragione Paolo Pasquino.
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Maricla Martiradonna

... Aldo Feroce

Ho riletto l'intervista ad Aldo due volte a distanza di tempo e devo dire che la commozione è la stessa, non mi era mai capitato di commuovermi così tanto nel leggere la vita di qualcuno che conosco pochissimo se non attraverso le sue immagini. Di questa persona ammiro i suoi tanti racconti fotografici, ogni immagine potrebbe scaturire mille poesie, dolcemente toccante l'incontro con il poeta Trejo. Ricordo di avere incontrato fotograficamente Aldo Feroce appena entrata, la sua foto Monsone mi è rimsta dentro da subito, difficile dimenticare il viso bagnato di quel bambino fuori dell'auto. Sono andata a ripescarmi il commento e ripeto non cambierei neanche una virgola di quanto detto in quel momento, nemmeno dopo aver letto la serie di commenti inutili suscitati dalla galleria:

"Tocca profondamente questa foto
semplicemente mi fa piangere ecco...

mi permetto di dire che queste foto mi ricordano Mauro

conosco poco tutti qui
ma le foto quando ti passano accanto e ti restano dentro e non vanno via per giorni e giorni
credo siano solo foto dei grandi
di chi crede nella fotografia
profondamente
come Aldo, grazie".

Mi ha sempre interessato il ritratto dell'umanità e scoprirlo attraverso gli occhi di un fotografo è stata una cosa meravigliosa. Molti dei suoi ritratti sono notevoli dove la realtà nella sua crudezza viene raccontata con un linguaggio che diventa universale dal momento che scopri anche solamente gli occhi di un bambino.
Si potrebbe benissimo parlare che la tua fotografia tocca per colori e luce alcuni dipinti del Caravaggio.

Grazie Aldo perchè la tua fotografia è:
cultura
conoscenza
vita
geografia dell'essere;

per me nessuna domanda, solo una, i tuoi progetti futuri quali sono?
Hai mai pensato ad un libro o lo hai già pubblicato?
Un caro abbraccio con stima e ammirazione infinita.
14.06.12, 19:25
Ho riletto l'intervista ad Aldo due volte a distanza di tempo e devo dire che la commozione è la stessa, non mi era mai capitato di commuovermi così tanto nel leggere la vita di qualcuno che conosco pochissimo se non attraverso le sue immagini. Di questa persona ammiro i suoi tanti racconti fotografici, ogni immagine potrebbe scaturire mille poesie, dolcemente toccante l'incontro con il poeta Trejo. Ricordo di avere incontrato fotograficamente Aldo Feroce appena entrata, la sua foto Monsone mi è rimsta dentro da subito, difficile dimenticare il viso bagnato di quel bambino fuori dell'auto. Sono andata a ripescarmi il commento e ripeto non cambierei neanche una virgola di quanto detto in quel momento, nemmeno dopo aver letto la serie di commenti inutili suscitati dalla galleria:

"Tocca profondamente questa foto
semplicemente mi fa piangere ecco...

mi permetto di dire che queste foto mi ricordano Mauro

conosco poco tutti qui
ma le foto quando ti passano accanto e ti restano dentro e non vanno via per giorni e giorni
credo siano solo foto dei grandi
di chi crede nella fotografia
profondamente
come Aldo, grazie".

Mi ha sempre interessato il ritratto dell'umanità e scoprirlo attraverso gli occhi di un fotografo è stata una cosa meravigliosa. Molti dei suoi ritratti sono notevoli dove la realtà nella sua crudezza viene raccontata con un linguaggio che diventa universale dal momento che scopri anche solamente gli occhi di un bambino.
Si potrebbe benissimo parlare che la tua fotografia tocca per colori e luce alcuni dipinti del Caravaggio.

Grazie Aldo perchè la tua fotografia è:
cultura
conoscenza
vita
geografia dell'essere;

per me nessuna domanda, solo una, i tuoi progetti futuri quali sono?
Hai mai pensato ad un libro o lo hai già pubblicato?
Un caro abbraccio con stima e ammirazione infinita.
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Maricla Martiradonna

... Lucy Franco

@ Antonio Rolandi

...e veniamo alle domandone )

- tenere sempre in sintonia cuore e mente, oh, mica facile...
penso sia questione anche questa volta di sincerità di intenti.
Se si lascia venire a galla e esprimere in vero "io", questo si riflette, molto evidente, nell'immagine.
E' una impronta, come una firma.
Quando mi dicono: questa fotografia è molto "tua", è " come te", ecco, credo si riferiscano proprio a quello.
Qualcuno di cui non ricordo adesso il nome ha scritto: impara la lezione dei Maestri, poi dimenticala.
Quindi lasciare che tutto quanto appreso, ricercato, osservato, si sedimenti e divenga così proprietà esclusiva.
Dopodichè si può dimenticare tutto, come conoscenza fine a sè stessa, e considerare propria , non più estranea, assimilata al proprio modo di essere, la lezione dei Maestri.
Questo fa si che nella mia piccolissima esperienza, il polpastrello destro si muova quando riconosce nel mondo esterno qualcosa di sè.

- Il filo che tiene insieme scatto e post:
per me è un filo molte volte accessorio, nel senso che è un aggiustamento di curve e livelli, se è il caso di aggiunta di contrasto e poco altro, a parte naturalmente la necessaria conversione in b/n o la costruzione in dittico, la cui unione di due fotogrammi avviene con i file uniti in post.
Ho con i softwere di postproduzione un rapporto un po' guardingo.
Nel primissimo approccio, nella scoperta di questi strumenti, ho attraversato l'ebbrezza degli effetti speciali: filtri, dominanti, sfocature e altro, e ancora.
Ma man mano che procedevo, sentivo il risultato estraneo a me, falsato e posticcio, almeno ai miei occhi e puntualmente la versione originale mi risultava migliore.
Ma, naturalmente, e ci tengo a sottolinearlo, io parlo per la mia fotografia, non è un atteggiamento snobistico verso un tipo di postproduzione che interviene molto sull'originale, anzi, la considero mia pura ignoranza, impigrita ancora di più dalla evidenza che nelle mie fotografie, l'oggetto non è mai la perfezione, ma al contrario, la suggestione del non detto, del tratto incerto.

Grazie Antonio, un piacere riflettere sulle tue domande.



Messaggio Modificato (15:49)
27.05.12, 23:46
@ Antonio Rolandi

...e veniamo alle domandone )

- tenere sempre in sintonia cuore e mente, oh, mica facile...
penso sia questione anche questa volta di sincerità di intenti.
Se si lascia venire a galla e esprimere in vero "io", questo si riflette, molto evidente, nell'immagine.
E' una impronta, come una firma.
Quando mi dicono: questa fotografia è molto "tua", è " come te", ecco, credo si riferiscano proprio a quello.
Qualcuno di cui non ricordo adesso il nome ha scritto: impara la lezione dei Maestri, poi dimenticala.
Quindi lasciare che tutto quanto appreso, ricercato, osservato, si sedimenti e divenga così proprietà esclusiva.
Dopodichè si può dimenticare tutto, come conoscenza fine a sè stessa, e considerare propria , non più estranea, assimilata al proprio modo di essere, la lezione dei Maestri.
Questo fa si che nella mia piccolissima esperienza, il polpastrello destro si muova quando riconosce nel mondo esterno qualcosa di sè.

- Il filo che tiene insieme scatto e post:
per me è un filo molte volte accessorio, nel senso che è un aggiustamento di curve e livelli, se è il caso di aggiunta di contrasto e poco altro, a parte naturalmente la necessaria conversione in b/n o la costruzione in dittico, la cui unione di due fotogrammi avviene con i file uniti in post.
Ho con i softwere di postproduzione un rapporto un po' guardingo.
Nel primissimo approccio, nella scoperta di questi strumenti, ho attraversato l'ebbrezza degli effetti speciali: filtri, dominanti, sfocature e altro, e ancora.
Ma man mano che procedevo, sentivo il risultato estraneo a me, falsato e posticcio, almeno ai miei occhi e puntualmente la versione originale mi risultava migliore.
Ma, naturalmente, e ci tengo a sottolinearlo, io parlo per la mia fotografia, non è un atteggiamento snobistico verso un tipo di postproduzione che interviene molto sull'originale, anzi, la considero mia pura ignoranza, impigrita ancora di più dalla evidenza che nelle mie fotografie, l'oggetto non è mai la perfezione, ma al contrario, la suggestione del non detto, del tratto incerto.

Grazie Antonio, un piacere riflettere sulle tue domande.



Messaggio Modificato (15:49)
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Maricla Martiradonna

... Paola Mischiatti (Slow Motion)

Ciao PAola, scusa il mio imperdonabile ritardo, ma non sempre ho tempo per fare quesllo che mi piace, seguire la fotografia.
Tu sai bene quanto io ammiri il tuo modo particolare, unico ed originale di fare "fotografia"....mi piace molto il tuo modo avulso e intenso di restituire pensieri, i tuoi, di riformare sogni e traittorie, quelle dei tuoi orizzonti ,spesso molto diverso dal normale vedere...tu hai il dono di saper lasciare andare l'anima mentre scatti, far diventare percorsi sospesi, come una piccola passarella che attraversa burroni infiniti, i brividi nascono sempre dalla sospresa, dall ostupore, come un bimbo che scopre e si mette a nudo davanti al mondo, che spesso non capisce e non accetta.....questa è, secondo me, la tua fotografia, un mondo sospeso, leggero, delineato nella sua incoerenza voluta, dove non esistono punti di riferimento, ma richiami e leggeri tratteggi, che poi diventano racconto fotografico e raccontano, sopratutto, di te, per chi vuole leggere davvero......

nessuna domanda, solo ammirazione, come sai.....
Carlo
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