Maestri ammuffiti e ridondanze

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Mario Aliberti Mario Aliberti Messaggio 1 di 1
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Paradossalmente, oggi la Fotografia è diventata difficile, nel senso che tra miliardi di foto scattate e pubblicate quasi quotidianamente, si rischia di allontanarsi, di fuggire, di chiudere tutto e dedicarsi, ad occhi chiusi, a un momento di contemplazione, di stasi, di riposo mentale, di disintossicazione.

L’omologazione di mezzi e idee ha fatto si che l’esternazione delle immagini crei un senso di vuoto, di apatia e di insofferenza che mette a dura prova chi sia alla ricerca di qualcosa di esaltante, magnetico, spiazzante.
E già successo in altri campi, ad esempio quello musicale, che ha avuto e ha ancora una sorte analoga.
Lo ”scovatore” per mestiere deve per forza fare una scelta estetica e ideologica, a monte, e poi faticare e faticare per arrivare a segnalare una singolarità, e quando ci riesce non è detto che sia una vera singolarità o che il suo metodo abbia seguito un percorso, diciamo, pulito!

Perché, col tempo, subentrano fattori che esulano dalla sostanza vera della Fotografia.
I Maestri sono i Maestri! Ma pure loro giungono a un punto della loro esistenza dove l’ironia diventa sarcasmo, dove l’umiltà si traduce in presunzione conservativa, dove il mezzo fotografico assurge a totem intoccabile, dove l’elargizione di consigli “per coloro che si accingono a entrare nel modo fotografico” sono sempre gli stessi ( devi seguire le regole, ma non devi seguirle!) , il cosiddetto “attimo fuggente” ma che in realtà non lo è! Il cuore, la testa, la tecnica, l’occhio……e comincia il calvario!

Una bella amaca, qualcuno vicino che ami e che ti ami, mettendo da parte qualsiasi mezzo di ripresa fotografica, contemplare e riflettere…e quando ti vuoi svegliare….fai un click! Ma uno solo!
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