"m.editare" con Maurizio Moroni

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Al suo terzo appuntamento, la rubrica “m.editare” ospita il percorso creativo di Maurizio Moroni (UKPhoto) in una delle sue inconfondibili immagini.

La fotografia del nostro Autore ci permetterà un altro interessantissimo viaggio che trova la sua ragione nel titolo stesso della rubrica: ricordiamo ancora "m.editare" nasce dalla unione di due termini fondamentali per ogni fotografo o appassionato di fotografia, "editare" nel suo significato di " stampare, pubblicare", e da una "m" che precede e trasforma la parola in "meditare" attività di intuitiva importanza, non solo per il processo creativo dell'Autore, ma per chiunque voglia confrontarsi, scoprire, imparare qualcosa di nuovo attraverso questa lettura stimolante per tutti, appassionati o semplici osservatori.

Maurizio Moroni non ha bisogno di presentazioni.

In Fotocommunity Italia è da molti anni uno degli esponenti più rappresentativi di una sezione della fotografia difficile e in continua evoluzione: la digiart. (o arte digitale o computer art). Particolare forma di creatività applicata all’immagine, ha come punto di partenza una fotografia o una serie di fotografie. In questo settore il gusto e lo stile personale di Maurizio hanno determinato e contraddistinto le sue creazioni, affascinanti immagini diventate stralci di miti o leggende, racconti fiabeschi e trasposizioni oniriche in cui lasciarsi trascinare, dimenticando i canoni della realtà.
lucy franco lucy franco   Messaggio 2 di 14
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La fotografia che Maurizio ci propone per illustrarci il percorso creativo intrapreso dagli scatti originali fino alla realizzazione della immagine finale, è una delle sue magnifiche visioni, sospese in un tempo irreale e fantastico, in cui tecnica e gusto estetico sono assoluti protagonisti.


Maurizio Moroni - tutorial - file originali Maurizio Moroni -… lucy franco 31.05.13 0


Maurizio Moroni - tutorial - file finale Maurizio Moroni -… lucy franco 31.05.13 0


D - Ma conosciamo prima di tutto l’idea e il contesto di questa fotografia arrivando poi ai riferimenti più puramente tecnici di EXIF , attrezzatura e luci.

R - La nascita di un’immagine che ha come unico claim la rivisitazione della realtà attraverso il filtro della fantasia, può trovare le cause più varie… si va classicamente da un progetto all’estemporaneità di un’ispirazione… o perché no… nel più classico dei casi alla Kekulè, al tentativo di mettere su carta ciò che resta di un sogno…
Nel nostro caso specifico, questa immagine ha una storia che comincia lo scorso anno su un sentiero delle montagne Bellunesi. Dalla località Molino a Falcade, si dipana un sentiero che, più o meno impegnativamente, si inerpica fino al rifugio "G. Volpi" al Mulaz ( 2571m) all’ombra del Focobon.
Partendo da 1200m si ha la possibilità di osservare e gustarsi i cambiamenti, prima impercettibili e poi via via sempre più marcati, del paesaggio che passa da una vegetazione di media quota a una tipicamente da vetta costituita da muschio, erba bassa e fiori multicolori, forse poco appariscenti ma tenaci… fino alla tipica roccia dolomitica…
lucy franco lucy franco   Messaggio 3 di 14
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Muovendosi in un paesaggio che sembra incantato dal silenzio che precede l’alba, rotto solo dal furtivo passo di ungulati, scoiattoli e volatili intenti a esortare il sole a palesarsi… lasciare la mente libera di vagare tra fiabe e leggende nate su quelle vette è un attimo…

Specie poi se all’improvviso, da dietro un piccolo strappo si palesa la sagoma di un gigantesco orso verde languidamente adagiato sulla costa del sentiero…
Messa a cuccia la fantasia… il mucchio di massi erratici coperti di smeraldino muschio continua a sembrare un plantigrado pigro che ha deciso di appisolarsi di fianco al sentiero… o meglio… pensandoci bene… il guardiano pietrificato che alcune leggende locali raccontano, nasconda e difenda l’ingresso al misterioso regno dei Fanes, una popolazione semi mitologica che si narrava vivesse tra le valli del Veneto e del Trentino, scomparsa al termine di una sanguinosa guerra (vedere ad esempio la leggenda di Dolasila).

Studio un po’ l’ambiente… nel sottobosco, specie a quell’ora la luminosità è limitata ma la giornata è nitida… non voglio usare un flash che per non creare ombre pesanti andrebbe posizionato troppo angolato, almeno a 45° (angolo formato tra la direzione d’illuminazione e il piano parallelo al terreno), per dare risultati utili, quindi mi arrischio a usare degli iso alti (400) e un tempo medio (1/25s) con un diaframma a f4 per catturare più luce possibile mantenendo profondità fin dopo la roccia… con uno zoom settato su 28mm… lo so che molti storceranno il naso per un obbiettivo di questo tipo… ma questa è una macchina da battaglia che mi segue letteralmente ovunque e visto cosa le faccio passare, i risultati sono più che accettabili mentre non mi arrischierei ad usare attrezzature di altro prezzo almeno fin quando non riuscirò a farmi adottare da qualche imprenditore miliardario del nord est… :)))

Click… e l’orso è catturato… mi rimetto in marcia, convinto però che per completare l’illusione manchi ancora qualcosa… come ad esempio l’allegro torrente che la tradizione voleva scorresse accanto al guardiano, con la sua cascatella descritta di argentino suono.
Ma la cascatella c’è… è solo qualche decina di minuti più in alto, dove il sottobosco ha lasciato il posto agli arbusti e si cominciano a vedere le cime illuminate dai primi raggi di sole…

E’ un po’ in ombra ma la luminosità generale è tale da consentire di tornare a bassi iso (100) anche optando per uno scatto veloce (1/325s) senza flash. Ho con me il mio Manfrotto che mi consentirebbe un’esposizione lunga ma opto per un aspetto più realistico dell’acqua anche per non cancellare il bell’effetto del fondale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 4 di 14
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Ora ho le componenti principali dell’immagine che mentalmente mi ero formato… e comincio a vagliare quale delle varie leggende locali si potrebbe mettere in scena. In questo mi viene in aiuto Sarah Brightman che ascolto al mio ritorno in Hotel per rilassarmi… mentre risuona la melodiosa voce impegnata in Stranger in Paradise, mi rammento di una principessa capricciosa che perdendosi sulle montagne incontra i Fanes e dopo un breve soggiorno presso di loro, che sa tanto di sogno in una notte di mezza estate, si risveglia nel bosco illuminata dal primo raggio di sole dell’alba, comprendendo che vi sono valori più profondi di quelli che fino a quel momento aveva considerato imprescindibili…

La principessa l’incontrai qualche tempo dopo in Minu . Capace ed eclettica (nonché con una bella capigliatura rosso fiammante) possedeva l’intensità e la presenza scenica ideale.


Lo scatto è stato realizzato attrezzando il set in modo da ottenere una luce che avvolgesse Minu e ne minimizzasse le ombre di disturbo consentendo di aggiungerle in un secondo momento adattandosi all’ambiente di sfondo. Premetto che, girando molto, sarebbe estremamente dispendioso mantenere un’attrezzatura completa in attesa dei miei ritorni milanesi… quindi per questa foto ho optato per un corredo fai da te… o quasi…

Nelle tecniche simil Chroma Key, uno degli step fondamentali è lo sfondo che non deve essere solo neutro rispetto alla figura che vi si staglia (ottimale è di tonalità blu o verde) ma anche parzialmente illuminato in modo che la figura non si impasti e ne risulti ben scostata. Quello che uso di solito è un softbox Chroma Key, che in Italia non ho, quindi in questo caso ho optato per un raso carta da zucchero che essendo anche parzialmente riflettente consente una discreta retro illuminazione della figura.

Personalmente lo preferisco un po’ stropicciato rispetto a perfettamente tirato… le foto non hanno scopo in se pertanto non occorre uno sfondo coreografico ma al contempo la superficie irregolare consente uno scattering meno unidirezionale e più soft.

Problema leggermente diverso per il piano d’appoggio dove la scelta è dettata anche dall’esigenza di evitare la propagazione del colore ad esempio su scarpe lucide o sulla pelle a diretto contatto… oltre ovviamente a dover garantire un minimo di confort a chi ci deve passeggiare sopra per ore. In questo caso ho optato per uno spezzato e il “tappeto” è realizzato con un “tessuto da bigliardo” che per sua natura non è fortemente riflettente e quindi non propaga.
lucy franco lucy franco   Messaggio 5 di 14
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Il secondo step fondamentale è ovviamente l’illuminazione… se da una parte si devono evitare ombre invasive, non si può neppure piallare il soggetto che poi trasferito nel contesto sembrerebbe una figurina. Occorre tener conto dell’abito indossato perché ogni tessuto ha capacità riflessive diverse.

In questo caso ho scelto uno schema luci con due lampade fluorescenti da 70W e 5500K in softbox con diffusore ad ombrello posizionate ai lati a formare un angolo di circa 50° con fulcro il soggetto, più una luce diffusa dall’alto. L’illuminazione piuttosto limitata si è resa necessaria, un po’ per mimare quella del tipico sottobosco ma anche per evitare il forte riflesso che il tessuto particolare indossato comportava. Lo scatto è realizzato a velocità media (1/20s) e diaframma alla massima apertura (per l’obbiettivo usato… f3.5).

A questo punto ho le tre parti che andranno a definire l’immagine finale… personalmente preferisco scattare in RAW… con macchine maggiormente performanti dove i settaggi manuali possono essere più fini c’è di solito meno bisogno ma trovo che in casi come questo, invece, un passaggio in Digital Photo Professional non faccia male per limare qualche colpo di testa della macchina.

Qui vorrei ribadire un concetto: molti son convinti che Photoshop sia una bacchetta magica alla Harry Potter… capace di fare qualunque cosa… ma non è vero! Partire da foto scadenti significa dover lavorare tantissimo per portare a casa un risultato scadente… quindi meglio porre attenzione alla fase di scatto perché l’assioma “tanto c’è PS” è solo per i superficiali e gli illusi!

Dopo l’ottimizzazione dei settaggi, salvo in formato tiff (senza compressione) a 16bit con profilo di colore RGB e sono pronto a trasferire le foto in photoshop (uso un vecchio CS2 perché ci sono abituato e, ammetto, sono troppo pigro per andare a cercare dove nelle nuove versioni hanno nascosto i comandi)
Il primo passaggio è la composizione dello sfondo fondendo le due foto paesaggistiche…premesso che ovviamente si va a gusto personale, il mio consiglio è di sfruttare sempre ciò che già c’è in modo che il montaggio risulti il più naturale possibile. In questo caso la zona di sterpaglie in basso a sinistra nel sottobosco ricorda la pozza della cascatella quindi, a mio avviso, poteva starci bene… il taglio lungo verticale rispecchia la mia passione per certe correnti dell’ukiyo-e di epoca Edo ed equipollenti cinesi che prediligevano lo sviluppo verticale e quindi ho optato per una struttura un po’ inusuale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 6 di 14
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A questo punto per completare l’immagine rimane da collocare Minu, opportunamente scorporata dal fondale… ricordando che non è protagonista assoluta ma coprotagonista con l’ambiente che la circonda e quindi si contende l’attenzione con la roccia a forma d’orso e la cascatella. La scelta delle proporzioni è importante ma anche l’attenzione ai particolari dato che ad esempio le falde dell’abito non si possono adagiare sul terreno come se fosse piatto ma devono seguire i ramoscelli e le radici… scelto il punto di collocazione, occorre adattare le falde al sottobosco (vedere ad esempio la radice attorno cui il lembo si piega).

Di per se l’immagine è ora composta ma va resa omogenea… ancora una volta si va a gusti personali… io ho immaginato un’alba dorata come capita spesso da quelle parti nelle mattine autunnali e ho accentuato un po’ l’atmosfera da fiaba usando in serie vari livelli di fusione con tinte arancioni. Le ombre sono corrette con altri livelli di sfumatura del terreno e persona… a questo punto non resta che aggiungere qualche elemento d’atmosfera come la nebbia mattutina che si alza dal ruscello o il raggio di sole che buca l’intrico di conifere…e siamo così arrivati all’immagine finale… ecco la principessa risvegliarsi accanto al ruscello, avvolta da quell’unico raggio in quel fatidico mattino, pronta ad iniziare la sua, più saggia, nuova vita e ad entrare in una nuova fiaba… :)
lucy franco lucy franco   Messaggio 7 di 14
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D – A questo punto non possiamo perdere occasione di chiederti dei consigli utili per chi vuole cimentarsi in questa difficile arte digitale, o per chi già è in cammino su questo non facile sentiero

R - Un paio di consigli… se come me, ritenete che ci sia sempre un ultimo particolare che valga la pena ritoccare o ottimizzare, non siete mai completamente soddisfatti e prendete in considerazione di tornare su un lavoro anche a distanza di tempo dopo aver capito quale fosse quell’elemento di disturbo che non vi convinceva… allora operate sempre su livelli separati e al momento di unirli… salvate l’immagine come un nuovo file in modo da avere quello a livelli sempre a portata di mano su cui operare.

E’ vero che in questo modo si usa molta memoria (un’immagine non di rado sfora il Gb) sia fisica che ram ma è anche vero che è l’unico modo per evitare di dover rifare tutto da capo o essere costretti a “rabberci” che rovinano tutto l’impegno profuso.

Un secondo consiglio riguarda il monitor: se non avete la possibilità di tararlo con una sonda, accertatevi che sia sfruttata in modo ottimale la sua luminosità naturale, i contrasti nonché la gamma di colori. I nuovi monitor (cosi come anche quelli più vecchi semiprofessionali) sono ottimizzati per l’HD ma specie se li acquista in un pacchetto con PC assemblato o a parte, escono a volte con settaggi da vecchio monitor a risoluzione 1024x768 quindi bui e poco contrastati.

Questo, seppure consenta comunque di fruire della gran parte delle immagini fa perdere molti dei particolari in ombra e in fase realizzativa fa commettere errori dovuti al fatto che sul proprio monitor quei dettagli non si vedono… mentre la gran parte dei monitor settati correttamente consentono di entrare anche in ciò che per voi è buio.
Per il resto occorre solo tanta passione e pazienza sia in fase di scatto che in fase di elaborazione e il gioco è fatto!
Buon divertimento a tutti! :)


Un ringraziamento particolare a Maurizio, per la sua grande e costante disponibilità .
I miei “grazie” ripetitivi ma sinceri vanno quindi non solo al fotografo, ma anche all’uomo straordinario che è.
Ultima modifica di lucy franco il 31.05.13, 11:28, modificato 1 volta in totale.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 8 di 14
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Gran bel tutorial, molto interessante e redatto con una piacevolezza che ne rende la lettura scorrevole e incuriosisce nello sperimentare. Tornerò sicuramente con delle domande specifiche appena avrò messo in atto i tuoi suggerimenti. Grazie a te e a Lucy per aver proposto l'ennesimo contenuto di qualità!
Stefano Cavazzini Stefano Cavazzini Messaggio 9 di 14
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Pensavo di non essere in grado di seguire e capire un procedimento digitart che so essere a volte molto complesso ma devo dire che grazie all'estrema chiarezza con cui lo hai esposto, mi sembra invece tutto molto chiaro, anche se realizzarlo materialmente poi immagino sia tutta un'altra storia. Farò tesoro anche dei suggerimenti riguardo il monitor...Complimenti per i tuoi lavori Maurizio
D.A.V. D.A.V. Messaggio 10 di 14
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Una gran bella lezione di tecnica fotografica e, non solo. Anche una bella testimonianza di un vissuto che dimostra ove ce ne fosse bisogno, che la buona fotografia, è anche meditazione, come si evince dal tuo narrare.
Grazie, Maurizio, di ciò e complimenti per la tua esposizione che ha il pregio non comune, della semplicità e della chiarezza.
Grazie ancora per le stupende immagini che ci regali, indubbiamente frutto di tanto serio lavoro e passione per l'arte fotografica.
Domenico
maria teresa mosna maria teresa mosna Messaggio 11 di 14
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Che dire? il modo il cui ci racconti il tuo lavoro sembra facile ma non lo è assolutamente!
Prima di tutti i meritati ringraziamenti per la pazienza con cui ci spieghi elementi basilari iniziali, per te..., ma per la maggior parte di noi inconsueti. Un'altra cosa che ritengo importantissima è la semplicità con cui ci racconti questo tuo lavoro, conosco le tue opere e sono certa che il lavoro è immenso, anche per questo ti ringrazio e spero continuerai ad offrirci la tua squisita disponibilità.
I miei "imparaticci" mi hanno insegnato che la pazienza è alla base di questo tipo di lavori e l'importanza del progetto! Cosa che a me risulta ancora difficile...ma ci riproverò.
Un ultimo grazie alla cara Lucy che ci propone un'ottimo lavoro accompagnato da una spiegazione di Maurizio Moroni che apprezzo e stimo molto.
Ciao Amici
Maurizio Moroni (UKPhoto) Maurizio Moroni (UKPhoto)   Messaggio 12 di 14
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Dei giorni un po' caotici non mi hanno consentito di farlo prima ma vorrei innanzi tutto ringraziare Lucy per avermi messo a disposizione questo spazio e per la generosa e troppo buona presentazione. Un grazie anche a chi ha trovato il tempo di passare e ho visto essere tanti... ed infine per gli attestati di stima, pubblici e privati che mi sono arrivati. Troppo buoni! Ovviamente sono a completa disposizione per domande su punti non chiari o approfondibili e scambi di opinioni tecniche! Buon inizio settimana a tutti!
cristian volpara cristian volpara Messaggio 13 di 14
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Mi sono sempre chiesto come nasce una fotografia digiart...ora lo so!
Ringrazio Maurizio per il bellissimo "viaggio" che mi ha dato l'opportunità di fare :-)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 14 di 14
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Fantastico tutorial. Racconti e spieghi con una semplicità di linguaggio tipica di chi non solo conosce una tecnica ma l'ha sviscerata e fatta propria e ha l'umiltà di, nonostante tutto, non considerarla sua al punto di condividerla con generosità. Dote rara in un mondo di narcisisti misogini che si credono di dover essere sempre al centro dell'attenzione ammantando ogni loro tecnica di segreti che mai condividerebbero per paura di perdere il loro posto sull'altarino che si son costruiti. L'ho già detto altre volte ma decisamente sei un grande uomo prima che un grande artista. Grazie di cuore per questo utilissimo contributo. Simona
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