Soggetti / Mostra collettiva

27. I serpari di Cocullo

Ogni primo giovedì di maggio si svolge da tempo immemorabile a Cocullo, in provincia dell'Aquila, la festa di San Domenico, figura di grande rilievo nella cultura religiosa dell'Italia centrale.
In Abruzzo, il santo protegge tradizionalmente contro le odontalgie, i serpenti, i lupi e i cani idrofobi, e a Cocullo il culto viene spettacolarizzato nella processione della statua di san Domenico avvolta dai rettili catturati dai "serpari", cantati anche da D'Annunzio.
E' una scena di forte impatto teatrale, a cui partecipano tutte le generazioni degli abitanti di Cocullo e dei pellegrini arrivati dal Lazio, dalla Campania e dal Molise: bambini, giovani, adulti e anziani condividono l'euforia della celebrazione, la metafora immensa della vittoria del bene sul male per la presenza immanente del divino nel quotidiano, in un'apoteosi quasi "carnale" del sentimento religioso.

Fulvia Menghi, Renato Orsini e Stefano Pavone si sono recati a Cocullo e hanno fotografato "dentro" la folla festante, di cui ci trasmettono le voci, il respiro, il ritmo; l'onda della passione, elettrizzante e inarrestabile.
Protagonisti indiretti i serpenti, catturati con cura e rispetto nelle campagne poco prima della celebrazione e liberati alla fine della festa nel loro ambiente. Coccolati, accarezzati, ammirati dalla popolazione.
Le fotografie di Fulvia, Renato e Stefano raccolgono anche questo: il rapporto finalmente autentico con animali selvatici e liberi, simboli di oscure paure invincibili e in questa occasione finalmente "toccati" e "sentiti" nella loro verità di creature.
Un reportage in bianco e nero ricchissimo di emozione, in cui ogni singola fotografia brilla di vita e di passione, risuona del tumulto della folla.
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