Ritorna alla lista
Sogni di un uomo di mare

Sogni di un uomo di mare

2.040 2

Sogni di un uomo di mare

Quando prendo per mano i colori nasce una vibrazione quando sono loro a prendermi per mano nasce un opera e comunque in entrambi i casi dentro c'è sempre tanto amore.

Tratto dalla raccolta di narrativa
Racconti di gente normale

Titolo: Sogni di un uomo di mare

Primo sogno
“E passata la mezzanotte e le fantasie corrono veloci. Questo è il resoconto di quello che ho vissuto oggi. Durante una sosta e prima di riprendere la navigazione verso Portofino, con i compagni di viaggio abbiamo deciso di fare una pausa durante la quale, in solitudine, ho camminato lungo una striscia di sabbia lambita dalle acque del mare. Improvvisamente si sono verificati accadimenti meravigliosi. È arrivata una bufera di vento freddo. Il maestrale soffiava forte sul bagnasciuga tanto che a tratti mi sono sentito trascinare via. I freni inibitori che mi tenevano legato a terra, si sono sciolti come neve al sole ed ho iniziato a fantasticare. Sentivo il profumo degli alberi di frangipane, vedevo il possente volo acquatico della manta tra le onde, voci di monaci tibetani mi carezzavano l’udito. Quando il vento è scemato sono tornato indietro sui miei passi e tutto è finito”.

Secondo sogno
“Oggi sulla costa orientale l’oceano è agitato. Da levante siamo entrati in un seno occultato da nere scogliere dove il cupo indaco del mare scolorava in tenue fiordaliso; dalla densa verzura scendevano ruscelli d'acqua chiara. Una piccola isola verdeggiante è stata la mèta da raggiungere con la scialuppa che ho calato in mare. Successivamente, aspettando la bonaccia, mi sono spinto sulla riva argentea e ho seguito l’onda che mi ha portato lentamente in un paradiso di tiepide acque e pesci dai colori sgargianti. Ho fatto il bagno e dopo essermi asciugato sono rimasto per lungo tempo in silenzio. So per certo di essere un sognatore dal cuore grande, un condottiero della penna. Per esempio stanotte, prima di addormentarmi, ho immaginato di essere un fuggiasco inseguito dai mangiatori di stramonio. Dopo una furibonda lotta, con i miei amici, compagni di ventura, l’abbiamo avuta vinta. I nostri avversari erano in cinque e, una volta che li abbiamo fatti prigionieri e imbarcati sul nostro veliero, sono caduti preda di una furiosa pazzia. I poveretti battevano la testa contro le pareti della stiva dove li abbiamo portati, ferendosi malamente, tanto che il comandante impietosito ci ha ordinato di metterli ai ferri. All’improvviso è apparso un uomo zoppicante, ci ha detto il vecchio dopo aver sostato a lungo davanti ai nostri prigionieri. Poi si è alzato ed è scomparso alla vista dell’intera ciurma”.

Terzo sogno
“Le burrasche di mare, di pioggia e di vento sono con me, a volte si trasformano in tempeste leggere di poca importanza. Ora, nell’intimità della sera, per un attimo, ho avvertito il sapore di un sogno, si è affacciato alla mente da un ricordo folletto, uno di quelli che arrivano e mi fanno sorridere per poi lasciarmi con l’amaro in bocca. Vorrei accanto a me una donna per condividere con la mente e il corpo l’amore che ho dentro. So bene di non essere bravo con i fatti e conosco il mio modo di amare. La rotta comprende brevi soste, lunghe distanze e profondi silenzi”.

Quarto sogno
“Da cinque che eravamo all’inizio di questo viaggio, siamo rimasti in due sulla stessa barca da regata che costa un patrimonio, anche se, dopo gli ultimi risultati, la reputo una sorta di zattera che naviga verso Portofino nel mare procelloso gonfio di risacche infami e scogli nascosti tra i flutti. Stanotte c’è buio di tempesta in arrivo da est. Ultimamente a bordo, durante la navigazione, abbiamo esplorato passati reciproci immergendo i nostri sguardi nel mare blu senza dire una parola, senza reti di protezione, senza mura di cinta da scavalcare. Siamo stati per giorni e ore in contemplazione di un punto indefinito sito sulla linea netta che congiunge il cielo al mare e viceversa, sospinti nel nulla dalle “canne” che ci siamo fumati, dalla birra che abbiamo tracannato “a go go” e dall’immaginazione che solo le notti di plenilunio, trascorse in mezzo a questo oceano di acqua scura, possono dare”.


La realtà

“Il viaggio nel mio mondo onirico è giunto al termine in un mattina di primavera fresca e nuova come questa giornata di lavoro in mare aperto appena iniziata“.

Commenti 2