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Progetto "Foto&Racconti": Quel rosso ricordo di te (Franco-Rispoli)

Progetto "Foto&Racconti": Quel rosso ricordo di te (Franco-Rispoli)

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Progetto "Foto&Racconti": Quel rosso ricordo di te (Franco-Rispoli)

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http://www.francescotorrisi.com/Foto&Racconti/Franco_Rispoli_Quel_rosso_ricordo_di_te.pdf

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Fotografia di lucy franco
Racconto di Guglielmo Rispoli
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Mi guardi sempre così ogni volta che ti incontro e vorrei parlarti.
A volte vorrei farti mille domande: mi guardi così perché credi di conoscermi bene? mi guardi così perché non hai che da rimproverarmi? mi guardi così perché vorresti mille anche se ti ho dato solo cento e non di più? Non mi credi più o forse non lo sai o non te lo sei chiesto: “Io non faccio che pensare a te” e penso ai tuoi incredibili intensi occhi ed a quello sguardo, sì proprio quello che adesso ti ritrovi mentre mi leggi, basta che vai allo specchio. E’ lo sguardo di una donna forte e difficile, complessa e interiormente scossa, tenace e bisognosa di mille e mille coccole, impaurita dalla vita e con più di un dolore dentro.
Lo so che forse è colpa mia. Lo so che forse non ho più tempo. Lo so che forse non ho mai avuto il coraggio di diventare grande. Ti ho preso in giro tante volte e non ho capito quanto grandi fossero le tue spalle per sostenere anche la mia fatica di vivere; ho fatto il ragazzino e mi sono perso non solo il caldo abbraccio ma la sicurezza delle tue braccia che mi hanno accolto tante volte ascoltandomi molto più di quanto facessi io stesso con me. Forse hai tentato di fare più la mamma con me o forse sono stato io a cercarti solo come mamma e non sentirti come donna e non farti sentire donna.
Ho costruito involontariamente la tua tenacia che oggi ti serve, ma ho fatto anche crescere la tua rabbia che oggi è delusione mista a voglia di far male e farsi male. E’ troppo tardi probabilmente per parlarti davvero e per farti sentire quanto quel ragazzino, che non è cresciuto dentro di me per decenni, oggi vorrebbe essere padre di un figlio e come mi sono negato a farlo per anni e compagno di una donna forte e difficile come te. E’ troppo tardi per farmi capire e mentre guardo le foto di te forte e tenace sento il profumo delle tue parole, ascolto la musica del tuo corpo pieno di vita e vedo volare con impeto i colori dell’energia della tua personalità. Ma è troppo tardi…
A volte ti sogno, ed è un ricordo strano perché ti sogno in rosso da lontano… Mi sembra di scoprirti da qualche parte, poi di inseguirti, di vederti e poi ti perdo e mentre cerco di correre il respiro quasi soffoca, il cuore bolle nel mio petto ed entro in una casa, bisogna salire, le scale… quelle scale…, ti intravedo e non ti vedo più... Scivolo, cado, resto fermo... Di te mi resta solo l’immagine sicura di due piedi capaci di camminare e di salire nella tua forzosa ed energica vita, per me... solo il rosso ricordo di un drappo, bandiera del tuo rancore, simbolo delle tue sofferenze, espressione del mio diffuso insuccesso... quella scala non sono stato capace di imparare a salirla. Ed ora il ricordo che ho di te è proprio questo... Semplicemente “Rosso” .

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