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Mostra online Pollaci-Portaluppi "Immagini e storie" - 9. Mezzojuso III

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Giro di ronda.
Se questa foto potesse parlare chiederebbe a viva voce d’essere intitolata “giro di ronda”.
Una ronda è composta da tre uomini e ciò non tanto per ricalcare il concetto che tre è il numero perfetto, il motivo non è questo. Un uomo da solo non è in grado di combinare nulla, due uomini da soli sanno farsi coraggio l’un l’altro ma hanno ancora paura, tre uomini insieme rappresentano il numero minimo per avere coraggio, e infine quattro uomini sono troppi, fanno confusione, si ostacolano tra di loro e inoltre potrebbero scindersi in due gruppi da due persone tra loro rivali.
Tre è il numero giusto, tre è il numero del coraggio, tre è il numero per iniziare grandi imprese. Nella piazza di Mezzojuso ecco, in secondo piano, tre uomini che girano affiancati. Sono al loro ennesimo giro di boa, dopo avere percorso avanti e indietro, un sacco di volte, la piazza per tutta la sua lunghezza.
Qualcuno vigila su Mezzojuso e la popolazione può dormire sonni tranquilli, tra due guanciali. A ogni giro la ronda passa e dice: « Sono le ore… e tutto va bene. » Con la pioggia o con il sole la ronda puntualmente compie il suo percorso. Una foto volutamente intesa in senso spiritoso, ma questo mio sorriso fonda le sue radici su un serio concetto, che mi è apparso guardando le immagini scattate da Carlo nel palermitano. È la stessa idea che ebbi quando ricercai un unico aggettivo che accomunasse Mezzojuso, Villafrati e Cefalà Diana. Allora pensai: ‘agguerrito’, non nel senso di armato, o propenso alla guerra, assolutamente non in quel senso, ma con il significato di “pronto”, preparato alla bisogna. Ognuno a loro modo sono tre paesi in attesa, aspettano che accada qualcosa di cui non si conosce né la natura né la data ma, qualunque cosa sia, laggiù nel palermitano, a Mezzojuso, Villafrati e Cefalà sono pronti, all’erta, è questa la scoperta che ha fatto uno del settentrione e che è certo di non sbagliare. A sostegno di ciò basta guardare i due uomini in primo piano, dice quello con il braccio alzato: “E noi due, cosa aspettiamo a fare anche noi la ronda?” Risponde quello con le mani in tasca: “ Ci sarebbe mio cognato, è a casa in cassa integrazione, ora prendo il cellulare…”.

© foto Carlo Pollaci - © testo Geo Portaluppi

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