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mi metto contro un muro

mi metto contro un muro

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mi metto contro un muro

Alle quattro del mattino

io mi sveglio

e mi metto contro un muro

su una parete comune che non esiste.

Misero

tutte le mie energie vitali vanno a morire

dentro quel legno

e finalmente cessa la mia disperazione.

La notte è finita

ma nessuno apre la porta.

Nessuno siederà con me su quella panca

nessuno avrà alle spalle un muro.

C’è una fessura nella mia porta

che io non ho mai voluto riparare

da cui entrano gli spifferi, le arie più indecenti

e forse qualcuno

da quella fessura

mi eroga del gas.

Sto vicino alla fessura perché ho perso il mio amore

e spero che il vicino di casa mi uccida

ma chiude e non mi saluta.

Poi ho amato un giovane

era molto bello e io volevo baciarlo sulla bocca

e lui mi ha detto

che per chi fuma come me

su una panca e solo

non c’era speranza

non c’erano amore.

Il ragazzo se n’è andato

e mi ha chiesto di fare altrettanto

ho scoperto che anche lui era un virtuale assassino

e difatti ha ucciso il mio io.

Sono sicuri tutti che io sia una donna anziana

che non abbia più niente da domandare alla vita

ma quei dieci anni di castità

mi fanno morire.

Voglio fare qualcosa di insolito

sposarmi un prete

tirarlo via da quell’opificio tremendo che è la chiesa

perché ho scoperto che il prete non lo sa

che Cristo era un uomo volgare

e naturalmente non posso vedere un prete giovane

coordinare funerali immensi

e sentire i peccati dei moribondi.

Allora sulla panca io sto a vedere traverso il muro

che cosa succede nel vecchio manicomio

ed è come trovare le prove di un delitto

che la polizia non scoprirà mai

il delitto della mia voce e della mia casa

e perché mi hanno rinchiuso là dentro

e in nome di quale voracità

aspetto il vicino di casa

aspetto che mi faccia morire

e sono sicura che anche lui mi ha violentata.

Alda Merini

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