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Eccovi Massimo Mannucci, il principe dei compagnucci

Eccovi Massimo Mannucci, il principe dei compagnucci

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Geo Portaluppi


Free Account, Vigevano

Eccovi Massimo Mannucci, il principe dei compagnucci

Tattataratarata-ra-ta!
Dai microfoni della radio con questa allegra sigletta, canticchiata da una calda voce un po’ nasale e dall’influsso dialettale, romanesco per la precisione, si annunciava al mondo Alberto Sordi (Roma 15 giugno 1920 – Roma 24 febbraio 2003).
Era l’anno 1948. Ne avrebbe fatta di strada l’Albertone nazionale, un principe dello spettacolo, così come Mannucci, qui assiso in trono con fido palafreniere accanto, è un principe della foto, e su questo punto non ci sta opposizione che valga, non v’è dubbio alcuno che tenga! Infatti la parola principe deriva da “primo” e in tale senso Alberto Sordi fu un principe del buon umore, ovvero un leader, una guida e un modello a cui ispirarsi, e altrettanto Mannucci è un numero uno della foto, un esempio da seguire e, se siete capaci (ma non lo siete), da imitare. Chiarito ciò resta da appurare chi sono questi “compagnucci” e da dove trassero la loro origine.
Torniamo a Sordi e al suo debutto dai microfoni della radio con la trasmissione “Vi parla Alberto Sordi”. Fu in detto programma che nacque il “compagnuccio della parrocchietta”, il primo di una lunga serie di personaggi inventati da Sordi a ricalco delle caratteristiche dell’italiano. Qui si tratteggiò una simpatica figura di micro borghese, un po’ snob, che imitava modelli linguistici e di comportamento dell’Italia settentrionale, come si usava atteggiarsi a quei tempi, nei primissimi anni Cinquanta. La popolarità del compagnuccio spopolò e l’Italia intera venne conquistata da questo personaggio che fece la fortuna di Sordi, il quale, sull’onda del successo radiofonico, nel 1951 approdò al cinema, sua futura naturale sede, con il film “Mamma mia, che impressione!” di Roberto Savarese e con la sceneggiatura di Vittorio De Sica, Cesare Zavattini e dello stesso Sordi.
Il film non ebbe fortuna, anche se era un buon film, per rispettare la regola che vuole che gli esordi di grandi nomi non sono mai compresi. Il film riproponeva in modo egregio il mondo dei compagnucci della parrocchietta.
L’equivalente al femminile di Sordi fu Franca Valeri (Milano 1920), sua coetanea, divenuta nota come “la signorina snob”, ovvero la signorina Cesira che prendeva in giro la medio borghesia milanese, lei che era milanese di nascita. E verso Milano sembrava indirizzato il mondo dello spettacolo. E Alberto Sordi interpretò allora “Siamo tutti milanesi” (1953) di Mario Landi, con Ugo Tognazzi, Carlo Campanini e Carlo Croccolo. All’improvviso vi fu l’inversione di tendenza. Con la costruzione di Cinecittà il mondo dello spettacolo si trasferì a Roma. I personaggi di Sordi diventarono romaneschi a partire da Nando Mericoni nel film “Un americano a Roma” (1954) di Steno e la stessa Franca Valeri cambiò accento per diventare la signora Cecioni, una popolana romana sempre al telefono con la sua “mammà”. Furono in molti a imitare la parlata romanesca, ad atteggiarsi a romani de’ Roma. A dare manforte ai “due primi” Alberto e Franca, arrivarono i Gassman, i Manfredi e Aldo Fabrizi, con la sua incomprensibile parlata in romano cifrato. E l’Italia assunse una diversa fisionomia. Non sapremo mai se l’essere diventata Roma il faro guida al posto di Milano fu un bene o un male per l’Italia. Ma i principi dello spettacolo erano romani e la nostra storia è diventata quella che conosciamo, non quell’altra che avremmo avuto se la mecca della celluloide fosse stata la città meneghina. Le conseguenze furono in un certo senso disastrose: e se è pur vero che abbiamo avuto un Marcello Mastroianni, sciupa femmine, ci siamo persi un Carletto Abbati in versione celluloide: in che mondo pazzoide siamo capitombolati! Beh, pazienza, non si può avere il massimo nella vita. Caro Massimo ti avevano dipinto persona assai riservata, gentile e cortese, non c’è che dire, ma chiuso e schivo, di poche parole. Tutt’altra persona mi apparve il 21 giugno. Ci siamo incontrati sorridendoci da lontano come due fanciulli, per poi da vicino darci la mano e parlare come sanno fare i grandi. Pareva che ci conoscessimo da un sacco di tempo. Discutemmo dei nostri progetti e rilevammo che uno poteva essere in comune. La promessa verbale fatta davanti al desco imbandito qui rinnovo con motto scritto vergato di fresco, in quanto ci terrei che sorgesse la collaborazione di cui abbiamo accennato.
Ti dissi che sto scrivendo un libro ispirato alle foto di Carlo Pollaci di Palermo. La stesura è iniziata verso a metà aprile di quest’anno, il 17 per essere precisi, e sta continuando assorbendo tutto il tempo libero a mia disposizione. Però sono soddisfatto del lavoro fino a qui svolto. Sul versante FC ciò comporta fare pochi commenti e zero ringraziamenti. Chiedo scusa a tutti, e il commentare un solo fotografo non significa trascurare tutti gli altri, anzi ritengo che la buona riuscita del libro con Carlo sicuramente avrà risvolti positivi per il mondo di FC. Tale è il mio intendimento, così come sto operando sul fronte “mostra a Vigevano”, preannunciata al raduno del 21 giugno. Ottenere che FC abbia una sua mostra esclusiva non mi sembra cosa da poco conto: speriamo di avere per tetto una “casa” fatta di mattoni reali, in aggiunta all’intrecciarsi in Internet di messaggi virtuali. Il raggiungimento di questa meta è cosa ancora lontana, sono appena agli inizi. Per fortuna al raduno c’era Ettore Caio, che si è subito attivato e ha interessato Maricla Martiradonna, la madrina delle mostre, che mi sta dando un grosso aiuto. E quindi se non vi arrivano i miei commenti e i ringraziamenti e che sarà mai, un po’ di pazienza, torneranno tempi migliori, ma sappiate che nessuno ho dimenticato. Grazie, ho finito.
E a fine pranzo è costumanza alzare il calice per brindare, e quindi brindo a te Massimo, principe Mannucci, ti saluta con sincera stima Geo, un tuo fan, uno dei tanti compagnucci.

Commenti 6

  • Marialbi 26/07/2009 21:31

    ciao Geo,
    come sempre sei unico e fantastico
    una bellissima immagine
    ciao
    maryte
  • Moreno..Brandi 21/07/2009 17:46

    Complimenti per la bella brigata che vedo nelle tue ultime foto, vedo il Mnnucci,. il Rovelli che dice di essere astemio!!!!!!! ma sarà forse si è convertito dopo il viaggio in Turchia.
    Ti allego questa foto, conoscendo il tuo straordinario senso dell'ironia penso ti faccia piacere.
    Moreno
  • Giorgio Peracchio 15/07/2009 22:07

    Carissimo, non mi addentro in rifelssioni e discorsi difficili, colgo, però, l'occasione per mandarTi un grande saluto ed un forte abbraccio !!!
    Ciao Geo, buon proseguo !!!
    Matteo..........
    Matteo..........
    Giorgio Peracchio
  • Paolo Zappa 15/07/2009 13:15

    Caro Geo, sono contento di sentire che, finalmente, il tuo progetto sta andando in porto.......il tuo genio troverà il suo sbocco naturale!!!!!
    Spero però che continuerai a deliziarci coi tuoi "racconti" qui su FC.......i vecchi amici non si devono dimenticare!!!!!!! :-)))))))))))))))))))))))))))))
    In bocca al lupo e a presto, carissimo amico!!!!!!
  • Carlo Pollaci 14/07/2009 17:16

    Geo, lode al soggetto, ma anche a te che hai una particolare abilità nell'elargire doni. Qui il bravo Massimo ha ricevuto una terza mano (e in fotografia solo Dio sa quanto ce ne sarebbe bisogno) e un titolo nobiliare che, tutto sommato, anche in democrazia, non guasta mai.
    Un carissimo saluto,
    Carlo
  • giancarlo abbati 14/07/2009 12:44

    geo sei un mito ,spero che tutti i tuoi progetti vadano a segno ,ti ringrazio di avermi nominato anche qui e meno male che non scrivi un libro sulle mie foto altrimenti sai che ridere ma su un altro carlo,concordo con te sull'opinione del mannucci ,pensavo anch'io fosse un principe che se la tirava invece a volte e' piu' volgare e simpatico di me .,bravissimo grande geo .