Analisi e Filosofia Fotografica:Capitolo 2

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Seby Privitera Seby Privitera Messaggio 1 di 5
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il Reporter
Allora come accennato in precedenza, oggi parleremo di Reporter,
il Reporter e’ un fotografo la cui bravura e’ basata sulla cattura,
se cerchiamo su Google ci sono le foto che hanno fatto la storia della fotografia.
i capolavori super premiati e fra i tanti ci troviamo:

1 giugno 1963. Thich Quang Duc, un monaco buddista, sceglie di darsi fuoco in una zona molto frequentata di Saigon per protestare contro il regime oppressivo. Non muoverà un muscolo durante l’intera agonia. Malcolm W. Browne invece muoverà qualche muscolo delle dita per scattare la fotografia che gli guadagnerà Premio Pulitzer e World Press Photo of the Year.))))))))))
ecc ecc....

Una foto che molti conoscono,
stiamo parlando di una fotografia che ha vinto il premio Pulitzer
“”il monaco non muove un muscolo durante la sua agonia,
ma onestamente non credo che in fotografia si riesca a capire questo dettaglio,
(forse se fosse stato un filmato)
allora penso che sia stata premiata perche’ Malcom ha catturato un momento della storia,
un sacrificio umano contro un regime,
un gesto nobile ed incommensurabile,
ma io non vi parlero’ di gesta o di storia,
piuttosto pensiamo ed osserviamo attentamente questo straordinario lavoro,
non pensate che chiunque se fosse stato li’ avrebbe fatto la fotografia?
Qui’ parliamo di giornalismo, reportage,il coraggio di esserci e scattare,
........di conseguenza si premia il fatto che Malcom sia stato nel posto giusto,
nel momento giusto e x il suo coraggio.

Malcom e’ un fotografo, ma e’ anche un giornalista,
e da buon giornalista si e’ concentrato su una messa a fuoco totale,
alcuni di quei scatti sono dei primi piani,
in altri invece si vede la folla, ma sempre come sfondo,
una folla strana perche’ impassibile,
nessuno lo spegne o fa’ qualcosa e nei loro volti traspare INDIFFERENZA,
un particolare che gli e’ sfuggito,
e non e’ un dettaglio da poco,
un uomo muore e nessuno fa’ nulla e
addirittura osservano la sua agonia impassibili ed indifferenti
in quei minuti che fece la serie di scatti
ne avesse fatto uno...
una messa a fuoco mirata su quegli sguardi cosi’ freddi
mentre un loro compagno muore,
cinismo? o: rassegnazione ,sottomissione, accettazione, disperazione,
x un attimo se ci pensate,
non sarebbe stato un capolavoro?
Non sarebbe stato piu’ un reportage,
avrebbe dimostrato che nonostante si trovasse nel posto giusto nel momento giusto,
avrebbe catturato un qualcosa che pochi avevano visto,
questa capacita’ si chiama terzo occhio,
la capacita’ di vedere attraverso l’introspezione,
ed e’ solo con una straordinaria sensibilita’ della nostra anima,
che noi possiamo avere questa dote,
x questo vi dico che una regola fondamentale nella fotografia
sta’ nella vostra sensibilita’,
estro, tecnica, fantasia, studio,lettura, sono tutte doti che si possono sviluppare,
ma la sensibilita’ viene dal cuore,
dal nostro carattere,
dal nostro io piu’ profondo,
il concetto della nostra esistenza ne e’ la base,
le dottrine religiose ti insegnano come amare il tuo prossimo,
io mi limitero’ solo a scrivervi che chi crede di non averla,
e’ meglio che cominci a tirarla fuori, se si vuole fare fotografia.

La fotografia in sintesi e’ l’amplificatore dei nostri stati d’animo,
il vero fotografo non e’ altro che un contenitore di emozioni,
ed e' sempre in una continua e costante ricerca di esse.
Un bravo fotografo si emoziona e fa' emozionare....
e attraverso la fotografia esprime cio’ che ha dentro.
in parole povere
il fotografo non nasce col terzo occhio
e' un qualcosa che allena e sviluppa col tempo.

Nella nostra vita ci sono miliardi di fotogrammi a cui il nostro occhio assiste quotidianamente,
il problema e’ che scorrono molto velocemente,
e noi dobbiamo catturarne solo uno,
allora ci illudiamo che quel fotogramma debba essere speciale,
poi ognuno di noi fotografi e’ naturale credere che la sua fotografia lo sia,
quando facciamo vedere i nostri lavori li ergiamo nell’olimpo
e li difendiamo a spada tratta,
e’ come se fossero dei figli che dobbiamo proteggere da perfide insinuazioni,
a lavoro finito difficilmente abbiamo il coraggio di cambiare una virgola,
il perche’ sta nella nostra arroganza che non ci porta da nessuna parte,
tuttavia la fotografia e’ crescita,
ma noi preferiamo crescere senza ammetterlo.

Ma come fare x capire se si e’ veramente fatto un bel lavoro?
Personalmente ho diversi metodi in proposito,
uno su tutti:
e’ pensare che se avessi accanto un’altro fotografo lui non farebbe mai uno scatto uguale al mio.
Prima ho fatto l’esempio di Malcom,
se ci pensate un attimo se nella stessa scena del martirio ci fosse stato un’altro fotografo che avesse messo a fuoco quelle facce indifferenti,
oggi avremmo un lavoro ben diverso.........
eppure erano li, nella stessa scena, ecco... pensate che avete un rivale accanto,
non fate quello che potrebbe fare lui, andate oltre,
osservate i fotogrammi che scorrono rallentandoli nei vostri pensieri,
calatevi nel momento e rivivete con la vostra camera quello che accade,
non trascurate nulla, guardatevi attorno e non abbiate fretta,
mettete in moto il vostro Karma, fate tesoro delle vostre esperienze,
e cominciate a vedere il tutto sotto un’altra luce.

Dobbiamo assolutamente capire x intenderci che se cominciamo ad assimilare
questa concezione fotografica ci troveremo davanti ad un evento raccogliendo
solo cio’ che vogliamo mostrare.

Il reporter fotografa un evento, noi fotograferemo il dettaglio che e’ sfuggito
in quell’evento e non sara’ semplice,
ma quando si vuole veramente qualcosa i risultati non tarderanno mai ad arrivare,
partendo col piede giusto e sapere cosa occorre,
tutto sara’ piu’ facile,
occorre una buona dose di determinazione, passione e grande volonta’.

Comunque io sono dell’idea che i veri grandi fotografi non sono quelli che fanno
migliaia di km x farci vedere un qualcosa a cui il nostro occhio suona come novita’,
preferisco mille volte avere davanti una scena sotto casa mia,
in cui e’ stato immortalato un fotogramma che mi era sfuggito,
non devo appagare il mio occhio, piuttosto riflettere x cio’ che mi si mostra.

Un esempio banale: una partita di calcio, decine di reporter ai bordi del campo,
gol e subito si fotografa l’attaccante e come gioisce,
anche noi se fossimo in tribuna da tifosi penseremmo allo stesso modo
e andremmo a mirare verso la sua gioia,
ma quante fotografie troveremmo che si avvicinano alla nostra?????
E quante invece si potrebbero fare che siano un tantino diverse?
Tipo:
un portiere ha le lacrime agli occhi,
un vecchio tifoso si e’ addormentato sugli spalti,
un tifoso avversario ha abbassato gli occhi x non vedere,
un bambino ha l’aria di non capire mentre il suo viso e’ sporco di colori e gelato,
un uomo in giacca e cravatta ha una trombetta in bocca ed e’ tornato bambino,
una ragazzina che grida esultando con il cellulare in mano,
uno stadio vuoto ed una donna che aspetta il suo calciatore,
quante cose potremmo trovare in una semplice partita?
eppure aspettiamo solo una cosa..... il gool.
Vogliamo essere reporter o fotografi?
Vi ho parlato solo di persone, ho trascurato tutti gli oggetti di in una partita,
eravamo sugli spalti, mancava il fuori dallo stadio, spogliatoi, ecc ecc
col nostro occhio fotografico possiamo andare dappertutto,
possiamo dare alito al nostro estro,
questo pero’ quando cominceremo a capire che in una partita non c’e solo il gool,
e nella vita non ci sono solo rose, uccellini e panorami.

A volte non bastano dei bei colori x avere un tramonto,
quello che serve e’ un particolare che ci crei la fotografia,
e' c’e sempre l'esperienza,
un’altra cosa su cui puntare,
non basta fare clik
occorre anche la bravura della cattura...
se posso fare un esempio,
x me un fotografo e' come un C S I scene del crimine,
quando arrivate sul posto dovete osservare qualsiasi dettaglio,
qualsiasi cosa, anche la piu' inutile puo' essere la fotografia,
sta qui' la capacita',
dovete essere come un grande regista che per fare un buon film deve mettere dettagli che lo rendano assolutamente interessante....

Tempo fa' un ragazzo di FC mi invio' una foto:
un reportage in piazza, di sera,
lui si accosto’ in un angolo, sistemo’ la macchina,
ed attese che qualche evento gli avrebbe donato lo scatto,
naturalmente feci molti scatti,
poi apparvero;

due ragazzini, un maschio e una femmina che si incrociano,
la ragazza sta telefonando e' di fronte a lui,
il ragazzo gli viene incontro e ha' un'aria di attracco,
lei naturalmente non lo caga x niente,
e' distratta......
una buona chiave di lettura..
tecnicamente perfetta,
una buona foto insomma... ma....
ma, rovinata in un dettaglio...
quale????
x uno strano gioco di ombre(data dalla luce dei lampioni)
c'erano le ombre dei due ragazzi che erano abbracciate,
l'autore non l’aveva notato
e le aveva tagliate proprio li'.....
lo avrei ammazzato.. rovinata
capite???
perche'?
perche' a volte non si osserva,
se si vuole cominciare in questo meraviglioso mondo io consiglio una cosa che io faccio costante,
studiare i lavori altri e quando io dico studiare non parlo di osservare una foto...
o copiare
studiare cosa stiamo vedendo,
cosa l'autore vuole mostrarci,
questo metodo aiuta tantissimo.

Nel prossimo capitolo vi parlero’ di generi fotografici
cominceremo a selezionarne alcuni x capire meglio......
un abbraccio.
Elementa Luminis Elementa Luminis   Messaggio 2 di 5
0 x grazie
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Ciao Seby, ho visto la foto (che per mi ignoranza non conoscevo) ed è veramente impressionante!!!!!mi sono venuti i brividi.
Agostino Di Scipio Agostino Di Scipio Messaggio 3 di 5
0 x grazie
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E' stato bello, interessante e formativo.
Grazie per il tuo tempo e per la passione che metti nella fotografia!
FineShoot FineShoot Messaggio 4 di 5
0 x grazie
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Si fa sempre più interessante! Molto azzeccati i paragoni e le similitudini per rendere l'idea ed il concetto di fotografo. Anche se questo è da riferirsi sempre allo scopo ed alle eventuali richieste dei committenti. Per riprendere il tuo (ti do del tu..) esempio, un reporter deve portare a casa il risultato prima di ogni altra cosa. E' pagato per quello, è quello il suo lavoro. Non sta li a rischiare la vita per catturare dettagli. Forse lo farebbe, ma in quel momento la storia non è quella che lui vorrebbe raccontare: la sua è cronaca, con tutto il cinismo e se vogliamo l'opportunismo necessari per fermare un attimo di storia e consegnarlo alla stampa, alla televisione, agli almanacchi. C'è stata di recente (o vorrei dire di nuovo) un' accesa discussione anche in rete per l'immagine vincente l'ultimo World Press, dove un uso sapiente della post produzione soprattutto sulle luci, contrapposta all'uso (diamo un nome alle cose) di bambini deceduti in un bombardamento a Gaza, ha sollevato più di un dubbio, sia etico che ... tecnico. A mio avviso è la vittoria dell'opportunismo fotografico e non avrei accettato in concorso un'immagine senza averne valutato per prima cosa l'originale. Ma sono personalissimi punti di vista... Per tornare al nostro discorso, con un po' di fortuna e tanto cuore, c'è spazio per raccontare anche altre e meno evidenti emozioni. Ma come ripeto, il reporter non è li per quello. Come hai ben sintetizzato, è li per essere al posto giusto nel momento giusto, e per farne la cronaca. Ma allora è giusta tanta riconoscenza come fotografo (si chiama World Press Photo Award...) o sarebbe meglio parlare semplicemente di premio giornalistico, lasciando alla fotografia ed al terzo occhio il proprio valore emozionale e creativo? Sperando di non essere partito per la tangente ... è ora che mi fermo altrimenti sto andando più lungo io del tutorial ... :-)
SimoneMarco SimoneMarco Messaggio 5 di 5
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utilissimo anche il secondo capitolo
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