... Paolo Pasquino

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Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 1 di 30
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La sua fotografia è come lui: un po' ermetica, molto raffinata, densa, evanescente, a volte faticosa, per ricchezza di dettagli formali e contenuti, a volte lieve, delicatissima. Come lui, è fatta di contrasti, di luci e ombre, di svelamenti accennati e improvvise ritrosie. Ma come lui è sincera.
Le sue donne sono vere, nella forza e nella fragilità, e si propongono senza maschere compiacenti. Lui le vuole così.
L'eleganza di un gesto, la forza di uno sguardo, la tenerezza di un sorriso... e la sua fotografia vola e ci incanta.


..ali.. ..ali.. paolo pasquino 09.07.12 16


..filenotfound.. ..filenotfound.. paolo pasquino 01.07.12 16


..deviati.. ..deviati.. paolo pasquino 23.05.12 74


..discorso.. ..discorso.. paolo pasquino 29.02.12 29


..sempreuguale.. La foto non è stata votata per la galleria ..sempreuguale.. paolo pasquino 30.01.12 97


..seunabocca.. La foto non è stata votata per la galleria ..seunabocca.. paolo pasquino 09.01.12 93


..ma.. La foto non è stata votata per la galleria ..ma.. paolo pasquino 04.10.11 105


..g.. La foto non è stata votata per la galleria ..g.. paolo pasquino 05.09.11 110


..tai.. La foto non è stata votata per la galleria ..tai.. paolo pasquino 02.10.11 99


..stilemi.. La foto non è stata votata per la galleria ..stilemi.. paolo pasquino 30.07.11 82
Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 2 di 30
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.. -- .. La foto non è stata votata per la galleria .. -- .. paolo pasquino 09.02.10 99


..è anche.. ..è anche.. paolo pasquino 14.04.11 30


..muovere oltre.. ..muovere oltre.. paolo pasquino 28.08.10 74


..appeso.. ..appeso.. paolo pasquino 12.03.10 30


..2..ll ..2..ll paolo pasquino 31.12.09 19


.. bea .. La foto non è stata votata per la galleria .. bea .. paolo pasquino 02.12.09 111


..beatrice..ll ..beatrice..ll paolo pasquino 31.12.09 14


5 La foto non è stata votata per la galleria 5 paolo pasquino 27.07.09 113


laure La foto non è stata votata per la galleria laure paolo pasquino 09.08.09 119


..same words.. La foto non è stata votata per la galleria ..same words.. paolo pasquino 14.12.09 113
Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 3 di 30
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D. Il tuo incontro con la fotografia.

R. Con quella vera, che limita al cassetto la produzione familiare e mette a margine il fatto decorativo, è stato qui, insieme a voi. Fino ad allora gli scatti erano in gran parte rivolti ai miei bimbi, convinto che fosse sufficiente fotografare qualcosa di bello per ottenerne ricambiata risposta. Poi, per caso capitato in fc, ho visto fotografie che mi sembravano (e alcune di loro ancora lo sono) inavvicinabili in profondità, contenuto e tecnica, e mi son detto che era arrivato il momento di cominciare a studiare.


D. Credo che nelle tue fotografie si possano individuare degli elementi costanti di fondazione e di costruzione di senso: il nero, il bianco, l'ombra e, per le immagini di persone, le mani. I primi tre interagiscono in modo dinamico: tra i primi due c'è il contrasto assoluto ma, con il terzo, il contrasto diventa fusione, dialogo. Proviamo a esaminarli insieme uno per uno.
Cosa demandi al nero? E in quale misura il carattere della singola fotografia ne modella a sua volta il significato?

..p.. La foto non è stata votata per la galleria ..p.. paolo pasquino 19.09.11 91

R. Uh... il nero è per me un sistema. La sua ampiezza dipende dalla sua durata e dalla tenacia con cui sosta o indugia all’interno di ogni scatto. In studio, lo uso spesso per evitare memorie visive, per esonerare connessioni in distrazione o in colloquio formale. Ma anche e soprattutto per esaltare le orme che la mente di chi ho di fronte non può non lasciare. Del suo significato cerco la dimissione dalla sua facoltà critica, e dalla possibile fantasia interpretativa che esso, nel buio, nega. E poi, perché rende ‘sabbatico’ lo sguardo.
Penso inaccessibile la ricerca a un occhio a cui non sia associata l’indifferenza per ciò che rientra ‘carnalmente’ (e non parlo solo di corpi, carnale può essere anche un mancorrente) nel soggetto o nel rapporto che ha con l’intorno. La ricerca che amo, e che percorro, è sia sulle forme e sul loro rapporto, ma anche e soprattutto nel tentativo di comprendere e portare dentro di sé chi ho di fronte. Quello è l’obiettivo più complesso. Quando accade, la sensazione è come se fossi allo specchio. Più di ogni altro argomento cerco il momento empatico, lo faccio con continuità; è fondamento e impostazione di ogni sessione.
A proposito d’impostazione, mi sono reso conto che il ‘peccato’, che ho compiuto a lungo, e del quale non mi sono ancora liberato totalmente, è stato, ed è, il tentativo di abbreviazione del mio percorso d’apprendimento. Il pensare che la fase emozionale potesse risolversi in sé, e addirittura esaltarsi in evidenti criticità compositive, formali e tecniche... trovate, a volte in modo casuale, interpretate e proposte in lettura (cercando al loro interno conferme in divenire, e mai conclusive), credo sia un fatto prossimo alla presunzione. Che errore. Non è così: credo che il pensiero debba passare attraverso l’impenetrabile, attraverso la durezza e la pazienza richiesta dal particolare, anche e non ultimo tecnico, per essere in grado di raggiungere una qualche sostanza. Da qui, il nero, che è: togliere. Mi aiuta, mi appoggio su di esso con la sicurezza del sonnambulo e provo a cercare attraverso...


D. Il bianco è un colore gravido di storia: è simbolo di purezza e perfezione, ma il suo risvolto è il male assoluto, senza rimedio. Penso agli spettri, penso a Moby Dick. E' un colore ambiguo, che dice ciò che vogliamo dica. Per te, cosa dice?

2 2 paolo pasquino 26.07.09 110

R. Melville impiega più di 700 pagine in preparazione all’incontro fra la Balena e il suo dubbio, che raggiunge negli ultimi tre capitoli del suo capolavoro. E... lo racconta attraverso gli occhi di Ismaele. La ricerca del nostro dubbio non dovrebbe avere mai fine, e se il primo appare risolto, avanti il prossimo. Diffido di coloro che appaiono certi sempre, qualsiasi cosa accada, e che parlano una lingua straniera dicendola madre. Il bianco è un punto d’arrivo, da comprendere in 700 pagine (mai bastassero). Esattamente come Ismaele aspetta Moby. Al bianco bisogna essere pronti, neppure Dante nel momento in cui ha incontrato i tre cerchi di luce, quando si è sporto dentro, lo era.


D. Sei eccellente nel dosare la luce e l'ombra, che scivola sottile su volti, corpi e paesaggi, in modo studiatissimo. Cosa costruisce l'ombra nelle tue fotografie, in senso estetico e psicologico? Qual è il suo ruolo nel tuo progetto fotografico?

..istantanea.. ..istantanea.. paolo pasquino 15.01.12 18

R. È per me il nodo. Le cerco. Se sono fuori le aspetto, se non arrivano, vado altrove. Quando posso, in studio uso poca luce, spesso le sistemo a sinistra, le sposto spesso, anche di pochi gradi e ne muto l’intensità. A destra pongo un riflettente che avvicino o allontano anche in modo pedante. Non c’è correzione, per quanto piccola o insignificante, che non valga la pena di essere eseguita. Dei cento spostamenti che faccio, ognuno può apparire marginale o inutile, ma so che insieme possono generare un livello di testo diverso e non ancora da me raggiunto. È quello che vado cercando. A volte succede che questo accada, altre no, e allora continuo a cercare. Diffido dell’uso ornamentale dell’ombra, provo a prenderne la sostanza che definisce il volto o il corpo o cosa ho davanti.
Delle luci, mi interesso poco, guardo l’ombra che portano. Fosse mai possibile decifrarla, credo che l’ombra sia il momento tattile di una foto. La trasposizione dell’ombra in tatto è una deviazione consapevole e da affrontare con attenzione. Per essere più chiari: la domanda ‘come sta?’, quando non imposta dall’educazione, diventa indagine e può essere offensiva. Così il tatto. Così l’ombra. Più che mediare il nero al bianco credo che rappresenti il ‘movimento’ interno di ogni fotografia, con essa si determina e si definisce il contatto, in ripresa e in lettura trasformandolo in specifico... Se mai mi ponessi come Ismaele e provassi a raccontare, allora è certamente sull’idea del tatto che si fa soluzione l’ombra.


D. Nelle tue fotografie alle persone mi colpisce la cura che riservi alla carica espressiva e comunicativa delle mani. Sembra che per te possano dire più dello sguardo, più del sorriso. Spiegami la tua visione.

..rapida..mente.. La foto non è stata votata per la galleria ..rapida..mente.. paolo pasquino 08.01.10 111

R. Difficilmente mi fermo su chi si fa guardare, uomo o donna che sia. C’è a chi piace, lo vedo, ma in me non crea alcun tipo d’interesse se non statistico. Ed è un fatto che molta fotografia raffigurante l’ideale femminile sia un prodotto modellato al ‘maschile’. Spesso l’immagine in lettura è in finzione. Sempre o quasi. Là dove la natura finge di essere umana, il maschile educa nelle donne il proprio correttivo, e mostra spesso, attraverso questo limite, il suo volto di dominio presunto o sperato (nascosto o in ingenui e irrisolti pruriti di adolescenziale memoria, o peggio ancora mascherato in patologie meritevoli di studio in più approfondita psicoanalisi).
In quelle immagini, quello che alcuni sentono come ‘sensuale’ per me altro non è che una mutilazione. Credo che, lasciato il compito di pensare agli uomini che così la vede, quel tipo di femminilità presentata in proposte che richiamano all’immediato uso, apparecchiate, armate, in disponibilità di merci, poste in luoghi inattendibili ma pittoreschi, calzate in stravaganze notturne e trionfi di nylon (e lo shooting è alle 9 del mattino!), è proprio ciò di cui ogni donna dovrebbe diffidare. Chi lo fa, e chi lo riceve, mi sembra si dia al bel tempo, come se niente fosse, nell’illibertà in cui vedono la realizzazione del proprio io sessuato. Non mi sorprenderei se, in quei set, fosse presente una frusta appoggiata da qualche parte, senza che chi fa abbia pensato che la ripresa che sta per fare è già l’effetto della frusta. Lasciando da parte chi le pensa, l’ingenuità con cui quelle immagini vengono concepite mi porta a distinguere la ‘femmina’ dalla ‘donna’. Da qui le mani. Una donna le ha.


D. In questa fotografia


giovedì La foto non è stata votata per la galleria giovedì paolo pasquino 05.07.09 121


invece hai concentrato la forza comunicativa nel piede, che crea un "gesto". Ricordi da quale percorso sei arrivato a questa idea?

R. Lo ricordo. Soprattutto ricordo la totale irresponsabilità che ho avuto nell’accettare quell’incarico in quel tempo. Non ero pronto, e non sapevo quale sarebbe stato il risultato. L’occasione è nata per i festeggiamenti dei 25 anni d’attività di un negozio che fa moda particolare e ricercata. Ogni giorno arrivavano modelle che indossavano capi diversi e che accompagnavo in esterno. Il mio compito era fotografarle. Questa foto è frutto del caso. Lei non sapeva e non si aspettava il clic, la sessione era quasi terminata e stava rientrando in negozio. Ha esitato e ho scattato. Dopo, ce ne sono state altre. Quel piede l’ho ripreso più volte, ma ti assicuro, Maricla, in quel momento non stavo pensando a cosa stavo facendo. Il fatto divertente è che la tua scelta è caduta sull’unica foto rimasta, ed è in 50x70 appesa in casa mia.


D. La stragrande maggioranza delle tue fotografie è in bianco e nero. Raccontaci cosa è il bianco e nero per te.

R. Non lo so. E non è una risposta per prender tempo. È certamente perché non so farle a colori, perché ritengo che sia molto più complessa la gestione delle forme che li contengono e l’equilibrio che necessariamente deve essere trovato fra loro. Il bianco e nero è più facile da governare, e dopo un po’ ti viene l’occhio adatto a vederlo. Forse è questa l’unica ragione.


D. Un filo consistente della tua produzione fotografica è costituito dai paesaggi. In bianco e nero, velati nelle nebbie, attraversati da diagonali e parallele immaginarie ma precisissime nel costruire composizioni pulite e minimali, sembrano raccogliere le nostre angosce e le nostre solitudini irrisolvibili. Cosa proietti nella natura? E in quali elementi ti riconosci?

.. come soldati.. .. come soldati.. paolo pasquino 22.12.09 116


l'autunno morde.. l'autunno morde.. paolo pasquino 21.11.09 96


.. lontananza distante .. La foto non è stata votata per la galleria .. lontananza dis… paolo pasquino 21.01.10 118

R. Sono nato sul Po, la nebbia è il mio ambiente. Esco, macchina in mano, solo quando c’è o quando piove. Non riesco a fotografare paesaggi in luce d’alba, in crepuscolo o in gloria planetaria. Quando li vedo riprodotti in foto, seppur fatti bene, mi sembrano wagneriani. È un mio limite, me ne rendo conto. Di linee e forma qualcosa so, avendo studiato composizione per gran parte del mio tempo, e cerco di adattare in fotografia quanto ho appreso. Sono solito, per educazione, trasformare tutto ciò che vedo in linee, e quindi il riscontro minimale cui fai riferimento non è frutto di un pensiero portato ma ormai è una condizione; è ancora più semplice: non riesco a vederlo in altro modo. Riguardo a cosa proietto nella natura... sai, non credo ci sia differenza fra un paesaggio, un ritratto un nudo o un altro genere fotografico. Ci sei sempre tu al di qua della macchina e non puoi che prendere te stesso nel momento in cui scatti.


D. Quali sono i tuoi maestri?

R. È la risposta più difficile. Non ho maestri perché non ho la cultura per comprenderli. Li vedo, li leggo, a volte mi riempio il petto del loro nome e li uso per ingrandirmi in ambienti sicuri, ma, in sincerità, non ho riferimenti puntuali. In un confronto in cui l’oggetto fosse questo, starei per gran parte del tempo a sentire ciò che gli altri dicono di loro.


D. Sei con noi da marzo 2009. Il tuo bilancio dell'esperienza con fotocommunity.

R. fc è stato il primo spazio in cui ho pubblicato una mia foto. È stato il luogo in cui mi sono potuto confrontare con fotografi che ritenevo marziani, tanta era la loro bravura. Con tanti il confronto continua anche ora, con alcuni è diventato amicizia, con altri frequentazione. È stato il luogo in cui per la prima volta ho sentito parlare di Bresson, Ghirri, Erwing, Koudelka, Moriyama, Scianna, Doisneau, Fontana, Lange, Capa e tanti altri. E... se si ha voglia e si cerca un po’ in profondità, continua anche oggi a essere quel luogo che ho incontrato un po’ di anni fa. In fondo basta chiedere.
Maricla Martiradonna Maricla Martiradonna   Messaggio 4 di 30
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Mille grazie a Paolo per averci regalato una splendida e sincera condivisione dei suoi pensieri!

Lo affido alle vostre curiosità :-)
Carlo Atzori Carlo Atzori Messaggio 5 di 30
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Paolo, ti ho ri_conosciuto sin dalle prime foto che hai postato su FC ed in te ho visto una parte di me che spesso nascondo, non per pudore ma per inimicizia che invece in te è facilità nel rendere plausibile l'impossibilie, il tuo dialogare, l'uso delle parole come a nascondere invece che spiegare, a restituire quell'arcano che esiste nella realtà, qualla parte inconscia e incomprensiblie, a darle una strada, come i tuoi bianchi e neri spessi come concetti, ai tuoi tratti contrassegnati da volti mai casuali, da mani che disegnano ed ampliano la spazialità, concretizzano quel tuo modo particolar e strano di vedere e restituire la realtà che ti circonda, come se ci fosse sempre qualcosa di non concreto, di irrisolto, come se il tuo sentire non corrispondesse sempre nei tuoi sogni più segreti....sei, per me, prima che grande fotografo un grande amico, con cui ho sempre condiviso questo immenso amore per la "fotografia", quella con f che diventa sogno e realizzazione.....tanto per cappello, il tuo cammino è stato lungo ma veramente proficuo, intenso, vero, aiutato dalla classe e dal tuo talento innati.....
Non ho domande da farti, perchè ho già molte risposte, nelle tue foto....



Messaggio Modificato (23:52)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 6 di 30
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qui c'è da pensare molto bene su cosa chiedere al signor paolo (marzian) Pasquino

torno
Arnaldo Pettazzoni Arnaldo Pettazzoni Messaggio 7 di 30
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Al di la di una cultura generalizzata della propria persona con lauree o attestati all'intelligenza.... la fotografia ritengo sia il silenzio di se stessi che uno esprime senza parola detta.....essa non va spiegata. La fotografia credo sia comunicazione muta e questa a te sinceramente non manca. Il colore che hai scelto è la tonalità più indicata per esprimere il proprio sentire sul mondo che ti circonda. Non ho particolari domande da farti se non osservare ammirato e in silenzio.
Tutto qui.



Messaggio Modificato (12:23)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 8 di 30
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Ciao Apprendista .....
2 domande secche:
come la teoria e lo studio che tu hai evidenziato come punto di partenza per un tuo sostanziale cambiamento nell'intendere la fotografia ha influito sul tuo modo di vedere e, cosa principale, quando ti accorgi che il risultato della tua fotografia determina l'equilibrio di quella la bilancia che su un piatto porta il pensare e sull'altro il fare ?
dato che il percorso che porta alla conoscenza non ha mai fine quali pensi che possa essere l'evoluzione futura della tua fotografia? un salto di grande forza espressiva a mio avviso lo hai palesato con i tuoi " nudi" pensi che su questo tema tu possa andare oltre?
Rosalba Crosilla Rosalba Crosilla Messaggio 9 di 30
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Parli poco. Anche in questa intervista hai parlato poco. Eppure hai detto di te e del tuo modo di vedere la fotografia moltissimo.
Quel "togliere" con il nero è proprio un tuo modo di essere, la tua filosofia: togliere gli orpelli delle apparenze, cercando d'andare all'essenza. Hai tolto, anche nel dialogo, qualsiasi orpello. Non ti sei ammantato nè addobbato e questo è raro.
Nessuna domanda, non sono all'altezza di farne ... Ma è stata una lettura estremamente interessante.
paolo pasquino paolo pasquino Messaggio 10 di 30
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uh.. :)
grazie Carlo, quel che affermi sull'amicizia è vero, sei stato fra i primi.. e continui ad esserlo. (leggerti qui mi fa tornare alla mente la serie dei tuoi 'stati d'animo'..)

grazie Arnaldo, ho profonda stima del tuo lavoro, e sentire che mi hai letto mi fa un grande piacere.

si Rosalba, è la direzione che sto seguendo, insomma.. ci sto provando.

Luca:
non so, forse è un fatto di occasioni di conoscenza, d'età (fotografica) o desiderio di sapere. più ne hai, più limiti e maggiore è la scelta.
poi, l'equazione cui ti riferisci potrebbe ampliarsi: pensare e fare è come sapere e dimenticare..
e l'equilibrio fra il pensiero e il fare credo sia in quei tre, quattro minuti (vederli e prenderli), che si presentano in ogni sessione di 3, 400 foto, durante i quali l'otturatore si fa mitraglia perchè tutto appare come deve dev'essere.

2. in sincerità, non ne ho idea Luca, non so dove porterà. tutto dipenderà da cosa andrà a presentarsi nel futuro prossimo e in quello remoto.
i nudi.. andare oltre non so.. (a dirti la verità non so neppure dove sono ora)
- René - - René - Messaggio 11 di 30
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“A proposito d’impostazione, mi sono reso conto che il ‘peccato’, che ho compiuto a lungo, e del quale non mi sono ancora liberato totalmente, è stato, ed è, il tentativo di abbreviazione del mio percorso d’apprendimento. Il pensare che la fase emozionale potesse risolversi in sé, e addirittura esaltarsi in evidenti criticità compositive, formali e tecniche... trovate, a volte in modo casuale, interpretate e proposte in lettura (cercando al loro interno conferme in divenire, e mai conclusive), credo sia un fatto prossimo alla presunzione. Che errore. Non è così: credo che il pensiero debba passare attraverso l’impenetrabile, attraverso la durezza e la pazienza richiesta dal particolare, anche e non ultimo tecnico, per essere in grado di raggiungere una qualche sostanza.” …

Intuisco che questo tuo pensiero forse costituisce il vero motore del tuo percorso…
Mi piacerebbe, se lo vuoi… te ne sarei grato, che tu sviluppassi questo tuo concetto.
Mi chiedo… e non mi riferisco alle foto in studio… alla ricerca della posa… lì si che la fase “emozionale”… personalmente, in questo caso, per chi fotografa, la chiamerei “fase comunicativa” richiede paziente studio e ricerca…
Al di là del caso casuale, che intelligentemente citi, si può, oltre il momento dello scatto (selezione e individuazione del soggetto, che la nostra sensibilità ci chiede di fermare, punto di ripresa, ricerca compositiva, impostazioni tecniche della macchina, etc.) e oltre il momento in post (senza artefatti), orientare, condizionare, razionalizzare, curare… la fase emozionale, senza ridurne, se non vanificarne, perché dispersa in “labirinti di conoscenza materiale”, la sua essenza, fatta di colpo d’occhio (di mente e di cuore) di sensibilità, di immediatezza e spontaneità?

Un grande arricchimento per me leggere questa tua intervista… oltre che un gran piacere…
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 12 di 30
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Ciao Paolo!
Io ...solamente Leggo è Imparo.....o cerco di farlo!
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 13 di 30
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...le mani tradiscono?

ciao Paolo
(sei uno bravo)
:)



Messaggio Modificato (12:45)
fulvia menghi fulvia menghi Messaggio 14 di 30
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Ti ho conosciuto Paolo appena entrata in Fc nel 2009, ti ho seguito sempre con molta attenzione e con grande stima, a distanza di tre anni il tuo percorso è sempre molto interessante,dove si può apprendere e riconoscere la buona fotografia, uno style inconfondibile, i tuoi scatti molto curati, dove si legge l'impegno di chi ama questa arte,
ora vorrei chiederti.. quale complicità inneschi con le tue modelle per avere questo risultato?...e, le tue modelle sono professioniste?
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 15 di 30
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secondo me, sono pochissimi quelli che riescono a scrivere con la luce e con le ombre come fa Paolo.
e anche i suoi "dice" sono tutti da leggere... :-))

un piacere per me trovarti qui
ciao!

Antonio
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