... Paola Ortolani

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lucy franco lucy franco   Messaggio 1 di 30
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Lei è giovanissima, ma se il buon giorno si vede dal mattino, Paola Ortolani è da tenere d’occhio… introspezione e grande sensibilità, caratteristiche che le sono proprie, e che con sincerità attraversano tutti i suoi scatti.
“ mi sono avvicinata alla fotografia da 4... da quel momento ho scelto che sarà il mio futuro”.


Vedere attraverso Vedere attraverso Paola Ortolani 13.11.12 27


Lolita Lolita Paola Ortolani 06.11.12 43


Vuoto d'aria Vuoto d'aria Paola Ortolani 18.09.12 25


Vita Vita Paola Ortolani 03.09.12 70
lucy franco lucy franco   Messaggio 2 di 30
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Closer Closer Paola Ortolani 08.07.12 58


Vibrazioni La foto non è stata votata per la galleria Vibrazioni Paola Ortolani 06.07.12 93


Spira Spira Paola Ortolani 30.07.12 13


Caleidoscopio Caleidoscopio Paola Ortolani 31.05.12 15


Persa Persa Paola Ortolani 03.05.12 44
lucy franco lucy franco   Messaggio 3 di 30
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Nuotando nell'aria Nuotando nell'ari… Paola Ortolani 06.08.12 14


Veleno Veleno Paola Ortolani 02.10.12 24


The prisoner The prisoner Paola Ortolani 16.10.12 22


Gioia nera Gioia nera Paola Ortolani 09.10.12 24


Touch Touch Paola Ortolani 30.10.12 29
lucy franco lucy franco   Messaggio 4 di 30
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D -- Sei molto giovane, ma hai già uno stile identificabile e personalissimo: quale è stato il percorso che ti ha portato verso la fotografia? E quale fotografo, se c’è, consideri il tuo maestro, il tuo ispiratore?

R -- La mia storia con la fotografia è iniziata già molti anni fa, quando ebbi in regalo per la prima comunione una compattina... ricordo che amavo andare in giro per la casa a fotografare fiori, frutta, vasi, stanze, quadri, scorci di vario genere... ogni tanto ancora vado a riguardare tutti questi scatti... fu poi a 14 anni, durante il primo anno di liceo, che iniziai con gli autoscatti, su cui poi “lavoravo” con Picnik, un programma online per modificare le foto applicando vari effetti. Inutile dire che se li rivedo ora impallidisco, ma fanno parte della mia crescita fotografica quindi non li posso rinnegare  un amico poi mi consigliò un programma simile a Photoshop, Corel Paint Pro, con cui iniziai le prime sperimentazioni... già a quei tempi gran parte degli elementi presenti ora nelle mie foto erano ben riconoscibili, quella ricerca del sé e dell’introspezione è sempre stata una mia caratteristica. Fu solo nell’estate dell’anno scorso che iniziai a pensare la fotografia non più come un hobby, bensì come un qualcosa da coltivare per il futuro. Ho avuto la mia prima reflex esattamente un anno fa e da lì ho studiato studiato studiato e sperimentato ogni giorno, non c’è giorno in cui la fotografia non è presente.

Sin dalle Medie ho sempre avuto una cartella pienissima di immagini, amavo cercare immagini su internet per ogni sentimento o emozione che provavo in quel determinato momento..sono sempre state fotografie molto “oscure”, introspettive, surreali... i miei ispiratori sono tanti ma più di tutti Man Ray... si può dire che è grazie alle sue foto, insieme a quelle di Francesca Woodman, che mi sono avvicinata al genere che mi caratterizza... tra gli altri ci sono Cartier Bresson, Alfred Stiegliz, Moholy-Nagy, Luigi Veronesi, Jerry Uelsmann, Lasse Hoil, David Hamilton, Araki, Annie Leibovitz e tanti altri..poi anche la pittura ha avuto molta influenza al riguardo.
lucy franco lucy franco   Messaggio 5 di 30
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D -- Ti poni in prima persona come soggetto e usi la fotografia come mezzo fortemente introspettivo.
Ricordando la donna di Man Ray, le immagini doppie di Brassaï e le sperimentazioni di Duchamp, la fotografia si è sempre più avvicinata al Corpo, fino a identificarsi con esso.
Il corpo umano, allora, può essere immortalato nella sua completezza di soggetto o ricoprire nuovi e inattesi significati: da cosa parte e cosa racconta di te la tua ricerca fotografica attorno al corpo?

R -- Inutile dire che sono onorata di essere paragonata a questi grandi artisti..
Io raffiguro quasi unicamente il mio (e non solo) corpo nudo... questo non è per esibizionismo o sovrastima di sé, come da qualche parte mi è stato detto, ma è perché io ritengo che lo spogliarsi nudi sia un mettersi a nudo nel senso più profondo del termine... è come se spogliandoci dei vestiti ci spogliassimo anche di tutte le maschere, di tutte le inibizioni che ci seguono giorno per giorno..per me la fotografia è un “fare i conti con se stessi”..quando mi trovo davanti all’obiettivo è l’inconscio ad avere la meglio, tutto ciò che rappresento viene tutto dall’interno, di razionale c’è ben poco e questo non può che manifestarsi attraverso il Corpo..alla fine è il Corpo attraverso cui si manifestano tutti gli istinti più nascosti di ognuno di noi, è il Corpo che è a diretto contatto con l’ambiente esterno, è sul Corpo che abbiamo le tracce di tutto ciò che abbiamo vissuto e di cui sentiamo il peso ed è sul Corpo che tutto ciò diventa visibile..ed è questo il Corpo che io rappresento nelle mie fotografie. Di me il Corpo, quindi, racconta tutto..tutti i miei bisogni, i miei “tormenti” se così si possono definire..c’è malinconia, rabbia, angoscia, vuoto, sensualità, desiderio di libertà..è tutto scritto lì, a fior di pelle.
lucy franco lucy franco   Messaggio 6 di 30
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D -- Ogni fotografia ha una storia dentro di sé: quale tua immagine ne ha una particolarmente importante per te?

R -- Tralasciando il fatto che per me tutte sono importanti perché ognuna di esse descrive un’ emozione legato a un piccolo pezzettino di vita... direi che quella che sento più importante è “Serpente”

Serpente Serpente Paola Ortolani 03.07.12 18

... non è niente di che tecnicamente, ma c’è tutta me stessa dentro... è un vortice di passione, di angoscia, di desiderio, di confusione, di stanchezza... è emozione allo stato puro... era tutto quello che provavo in quel momento e che sono riuscita a trasmettere nel modo migliore che potessi fare.. ancora oggi quando la guardo mi trasmette un senso di asfissia che in quel periodo era onnipresente... per me è di una forza e di un impatto tale che credo che in futuro mi sarà molto difficile realizzarne una che abbia lo stesso effetto, proprio perché è un’immagine scaturita da una serie di circostanze irripetibili... ma rimarrà sempre parte di me, un piccolo, forse grande pezzo di me ci sarà sempre dentro...
lucy franco lucy franco   Messaggio 7 di 30
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D -- Le tue immagini hanno per quasi esclusiva protagonista te, sintesi tra chi scatta e chi è soggetto dello scatto: entrambi si proiettano e si confondono l’uno sull’altro.
Può essere un modo per dire “ io esisto”?

R -- In linea di massima sì, è così... è un modo alternativo di urlare, non tanto per essere ascoltata, ma per il semplice bisogno di farlo... è l’unico modo che ho per esternare tutto ciò che ho dentro.
A parole non ci sono mai riuscita, è come se fotografare fosse l’unico modo che ho per esprimermi ... è come se, quando scatto, ci fosse un annullamento di me stessa, per cui ho l’occasione di osservarmi sia dall’interno sia dall’esterno... l’interno si esprime nella posa, nell’inquadratura, nelle luci, mentre l’esterno si esprime in post, quindi con colori, luminosità, ombre, tagli, sfocature ecc..
Dall’insieme il risultato sono io con ciò che ho dentro... o, più precisamente, un’immagine di me, con le sue tante sfaccettature...
lucy franco lucy franco   Messaggio 8 di 30
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D -- Cosa determina la riuscita di una foto?

R -- Domanda enormemente difficile da spiegare... non ci sono fattori prestabiliti che ne determinano la riuscita. Per me una foto è riuscita quando lo sento, quando sento una specie di calore nello stomaco che significa “è perfetta”, quando vedo che ogni minimo dettaglio è in perfetto con accordo con quello che provo in quel momento... deve essere tutto attinente all’emozione o al concetto che intendo rappresentare, dalla luce ai colori, dalla vignettatura, alla grana (tralasciando ripensamenti vari, perché quelli ci sono sempre, anche a distanza di tempo )... un connubio perfetto tra contenuto (emozione/concetto) ed estetica, perché è inutile negare che anche l’estetica ha molta importanza, almeno per come la penso io..una foto dovrebbe essere bella sia a vedersi sia a sentirsi 
lucy franco lucy franco   Messaggio 9 di 30
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D -- Nelle tue foto trovano posto inquietudini e paure. Quanto è sollievo per te guardare l’immagine realizzata? Può essere taumaturgico l’atto di scattare?

R -- Indubbiamente l’atto di scattare lo è.
Come già detto prima, essendo il mio unico mezzo di espressione, è un modo per liberarsi di tutto, anche se solo per un momento... è un modo per distaccarsi da ciò che si prova dentro, guardandolo lucidamente dall’esterno, come se non mi appartenesse, in modo da distaccarmene... ed è anche un modo per trasformare confusione in bellezza.
Non è tanto guardare l’immagine realizzata che mi dà sollievo, ma la fase di scatto... guardare l’immagine realizzata è un momento in cui mi sento neutra, perché cerco di giudicare l’immagine da un punto di vista esterno, quindi mi sento appagata se il risultato mi soddisfa, incompleta se non lo fa..ma tutto sempre dal punto di vista puramente fotografico.
lucy franco lucy franco   Messaggio 10 di 30
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D -- In un percorso fotografico, l’evoluzione di uno stile è necessaria o solo eventuale?
Si deve ricercare in altri territori ( di stile) o la strada più giusta è la ripetizione del proprio stile, dei propri concetti fotografici?

R -- Io credo che dipende dalle situazioni e dai fotografi, non si può fare una legge universale..ci sono fotografi di cui apprezzo lo stile reiterato nei caratteri e nei temi dominanti e altri di cui invece apprezzo la sperimentazione e l’eclettismo.
Ad esempio, nel corso di questi mesi, è migliorata la mia tecnica fotografica, ma lo stile a grandi linee è rimasto sempre quello... questo perché non è accaduto niente che mi abbia portato alla creazione di qualcosa di diverso... la sperimentazione c’è sempre e penso che sia fondamentale per un fotografo, così come per qualsiasi artista, ma rimangono comunque delle singole caratteristiche invariate, come ad esempio l’utilizzo del nudo in tutte le sue forme; mi è stato detto che per questo motivo il mio modo di fare fotografia è ripetitivo, ma credo che questa sia una mia caratteristica che, per quanto possa cambiare negli anni a seconda delle esperienze che farò e di tutto ciò che imparerò, sarà sempre presente anche se in forme diverse... ecco, questo credo che non sia soggetto a cambiamenti... la sostanza, non la rappresentazione... ma può anche darsi che avvenga un cambiamento repentino che coinvolga tutto,. per cui credo che l’evoluzione non sia necessaria, bensì subordinata al corso degli eventi.
lucy franco lucy franco   Messaggio 11 di 30
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D -- “Una fotografia è insieme una pseudopresenza e l’indicazione di un’assenza”. (Susan Sontag)
Cosa è assente nelle tue fotografie?

R -- Su questo aforisma devo dire che ci ho ragionato molto... nelle mie fotografie è sempre assente una parte di me, perché ne viene rappresentata solo una alla volta.. se c’è il tormento non c’è la serenità, se c’è la sensualità non c’è la purezza, se c’è il busto non ci sono le gambe... è necessario che in ogni foto ci sia un’assenza, perché la foto in sé rappresenta appunto una pseudo presenza che in realtà è assenza.. assenza perché viene reso eterno qualcosa che non è più visibile nella realtà e perché si tralascia sempre inevitabilmente qualcosa... se ci si focalizza su un particolare dettaglio allora se ne tralascia un altro e così via... è come se ogni fotografia fosse una scelta, anche se inconscia... ma è proprio questo gioco di presenza-assenza a rendere speciale una fotografia 
lucy franco lucy franco   Messaggio 12 di 30
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D -- Il tuo prossimo progetto in agenda

R -- Che termine esagerato “progetti”  il prossimo è un concorso fotografico tra varie scuole di Napoli a cui parteciperò con “Nothing she’s got she really needs”

Nothing she's got she really needs Nothing she's got… Paola Ortolani 23.10.12 25

sperando di non essere espulsa )) poi ho da poco comprato una Polaroid ma non ho avuto abbastanza tempo per sperimentarla in modo serio, sono solo riuscita a cacciare fuori foto illeggibili... appena ne avrò il tempo mi dedicherò assolutamente a questo, perché è un tipo di fotografia che mi affascina molto, poiché ritengo che le immagini sbiadite, mosse, sfocate, rovinate siano il modo migliore per rappresentare le emozioni, che sono tutt’altro che nitide...
lucy franco lucy franco   Messaggio 13 di 30
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Un colloquio sui tanti risvolti di senso che ha la fotografia per Paola, che ringrazio, una lettura disvelatrice di un mondo interiore ricchissimo e profondo, che sicuramente ne farà scaturire altre, di domande, a cui Paola risponderà con la stessa sincerità e grazia.


Le interviste riprenderanno tra quindici giorni, con un altro Ospite che da anni ci offre la sua particolarissima interpretazione della parola “fotografia”, usando solo un estremo bianco e nero, dentro cui vive il suo, il nostro Alter ego, muovendosi tra filosofia e religione, tra Jim Morrison e Woody Allen, con la stessa efficace eloquenza.
Semplicità e genialità si accompagnano alle sue ombre, al cappello e alla sua valigetta, protagonisti assoluti di tantissime sintesi di fotografia e concetto.

“E, dunque, quel bianco e quel nero che utilizzo per costruire le foto hanno un significato che va oltre l’estetica, oltre l’intento di evidenziare il concetto, poiché traducono la mia percezione del mondo che inconsciamente rendo visibile.
E’ il famoso io che esce dal sé e si materializza nell’attività creativa, quell’attività – per dirla con Fromm – in cui “l’artefice e il suo oggetto diventano un’unica cosa: l’uomo si unisce col mondo nel processo di creazione”. Ciò significa che la fotografia – al pari di ogni altra attività creativa – rivela la personalità del suo autore, per questo non mi appare strano leggere in alcuni commenti alle mie foto anche delle considerazioni che riguardano la mia persona, la quale si manifesta attraverso le immagini e che un occhio attento legge come se fosse un’impronta digitale.”

Ma ancora molto da leggere, al prossimo appuntamento….
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 14 di 30
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ciao Paola, sono felice che ti abbiano intervistato, è giusto dare spazio a menti fervide e giovani come la tua.
Leggendo le tue risposte sono riuscita a capire più profondamente il tuo linguaggio fotografico, e sono certa che questo tuo cammino farà passi da gigante con il tempo. Alcune volte dalle tue foto traspare quasi un dolore come da poeta maledetto, questo lo amo meno perchè vorrei che i giovani avessero solo leggerezza nella loro vita, e non ansie o angoscia, Ma dalle tue immagini si percepisce bene che non sempre è così, e tu rappresenti benissimo lo stato attuale delle cose, di come stanno annullando il pensiero ai nostri ragazzi, agli studenti, agli universitari, quella parte di società che dovrà avere in mano il futuro. Intanto spero che tu vinca quel concorso o che almeno tu ne possa vincerne cento altri, lo meriti davvero. La tua fotografia di ricerca è molto concettuale e questo significa che voi ragazzi non siete nè choosey e tanto meno degli scansafatiche, dal tuo lavoro fotografico si percepisce fortemente la fatica, fatica fisica vera e propria e fatica nel rivelarsi così "spudoratamente" azzerando i benpensanti e i falsi moralisti, con immagini che emozionano e lasciano tracce profonde nell'animo di chi le guarda. Cambiando discorso due dei più letti autori ultimamente hanno scritto libri sul corpo, Giordano autore della “solitudine dei numeri primi” con il suo ultimo libro “il corpo umano” e Pennac con “la storia di un corpo” quindi molta importanza e attenzione al corpo. Volevo chiederti oltre ai tuoi fotografi preferiti, ti ispiri qualche volta a letture particolari? Che genere di letture affronti, la poesia ti piace? Certo non siamo in un sito di scrittura ma come sai un po’ di deformazione verso il genere letterario ce l’ho. Un caro abbraccio Paola e in bocca al lupo per tutto. Grazie, cara ragazza di Napoli.
Maurizio Moroni (UKPhoto) Maurizio Moroni (UKPhoto)   Messaggio 15 di 30
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Ormai questo appuntamento del lunedì è divenuto imperdibile perchè consente sempre un nuovo viaggio emozionante... e questo di Paola nel suo mondo introspettivo che viene aperto e quasi spoilerato nel suo divenire... è molto affascinante proprio perchè attraverso il suo scavare nel propio io ci costringe a confrontarci con il nostro come se... scorgessimo la nostra ombra infondo alla fila di riflessi mutevoli nello specchio di un altro.
Tra l'altro la tua voce creativa non manca certo di modulazioni... concedendoti di volta in volta il mezzo più appropriato per esprimere quello che senti e provi... scolpendolo sul e con il tuo corpo come medaglia e cicatrice del vivere per impressionare infine una metaforica pellicola comunicativa.
Per questo trovo particolarmente intenso il trittico spezzato di Schism che tutto è men che una prova di simmetria e bilanciamento... come in tutti i tumulti interiori che inevitabilmente esteriorizzano...


Schism (2) Schism (2) Paola Ortolani 29.06.12 10 Schism Schism Paola Ortolani 26.06.12 11

e che mi fa sorgere sempre una domanda e cioè... quanti siamo a compartecipare lo stesso corpo e quanto riusciamo a sopportare di noi stessi in una sola volta? :)
Io avrei una domanda da rivolgerti se avrai tempo e voglia di rispondermi...
In questo particolare momento della tua vita la tua sensibilità ti ha spinto al cammino di una sorta di... chiamiamola... introspezione intimista con conseguente grido lacerante... di cui sei mano ritraente, tavolozza e tela... ma supponiamo che un giorno volessi concentrarti sui primi due aspetti... come immagineresti potrebbe essere la tua nuova tela...? Che caratteristiche dovrebbe avere un eventuale modello/modella perchè tu possa ritenerlo degno di interesse e di divenire la tua voce creativa come ora lo è il tuo corpo?

Grazie Paola e sinceri complimenti nonchè un "in bocca al lupo" per il tuo concorso!
Grazie ovviamente a Lucy attenta cicerone nelle vie della creatività fotografica!
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