... Luca Forno (V.O.G.)

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Salto a piè pari tutti gli iniziali complimenti ed attestazioni di stima ed amicizia, che naturalmente ricambio convinto, perché altrimenti divento rosso e perdo la mia innata fotogenia( ihih) e passo a rispondere o meglio a cercare di farlo . La domanda è di indubbio interesse anche perché avevo sottolineato in un altro intervento alcuni aspetti. In linea generale vorrei iniziare a risponderti partendo da una banale considerazione: la perentorietà della fotografia rispetto alla fluidità del racconto proprio del Cinema. La nostra retina cattura circa 35 immagini al secondo ( mi pare, se sbaglio perdonatemi) e questo è lo standard più avanzato dei film di animazione . in un minuto pertanto noni assumiamo 2100 immagini , in un film di un’ora e mezza 189.000 fotogrammi singoli. E’ logico che non possiamo scinderli e analizzarli singolarmente. In fotografia no un’unica immagine è in grado di costruire una storia . in fotografia l’osservatore assume un significato essenziale perché il racconto e la storia sono frutto della sua capacità di lettura di sintesi e di interpretazione . Nel cinema molto spesso basta non distrarsi e la successione egli eventi , sviluppata dall’inizio alla fine in modo continuo ci è “data” , non la dobbiamo estrapolare da una sola immagine.
Si potrebbe poi continuare nella ricerca di similitudine/ differenze dicendo che la fotografia sta alla poesia come il cinema al racconto. La poesia è perentoria , in poche strofe molto spesso è in grado di raccontare un mondo. “ si sta come d’autunno sugli alberi le foglie” scriveva il buon Ungaretti … in 9 parole compresi gli articoli c’è tutto e di più. Anche qui la poesia ha maggior bisogno del lettore che deve scavarsi dentro … il racconto come il film ci dice tutto e l’assassino, solitamente lattaio lo si scopre alla fine del racconto.
Si potrebbe continuare dicendo che la fotografia proprio per quanto detto prima necessità del bianconero, un film no ( a parte alcuni casi .. Schindler’s list ad esempio). Proprio perché più evocativa alla fotografia la corrispondenza del reale non serve … un panorama come un ritratto non hanno bisogno del colore . la successione temporale in movimento, la maggiore aderenza del cinema che restituisce la realtà vera o fantastica in ogni suo aspetto trova nell’uso del colore il mezzo espressivo più a lei confacente . Da dire però che come la fotografia agli albori anche il cinema era in bn e muto e forse allora vi era una maggiore rispondenza fra l’una e l’altra.
Fatte queste premesse di carattere generale . credo che nel cinema si possa ritrovare nella sequenza di una scena lo stesso significato che si ha con una immagine . La scena nella memoria perde il suo sviluppo temporale e viene ricordata quasi come una singola immagine . in questo caso direi che la singola scena in sequenza filmica è equiparabile all’immagine fotografica unica. Tanto per citarne una molto nota in “C’era una volta in America” quella in cui De Niro gira il cucchiaino nella tazzina del caffè per circa 1 minuto senza che accada altro. Quella scena singola ha la stessa valenza di una fotografia ma forse ne descrive attraverso il tempo allungato meglio la situazione.

E’ difficile dire quale sia un o il film che preferisco . Bisogna a mio avviso fare un distinguo. Con le premesse iniziali direi che i miei film se rapportati alla fotografia sono quelli con i lunghi piani sequenza .. Leone, Scorzese, Altmann in cui il racconto è costituito su singoli momenti ad esempio “ Il cacciatore” tanto per citarne uno in cui la sequenza del matrimonio è memorabile, oppure i “fermi immagine” de “ Il buono, il brutto ed il cattivo” o anche il Kubrick de “ l’arancia meccanica” o di “ 2001 odissea nello spazio” ma per motivi differenti anche ricordando che il Regista era un buon fotografo in questi film la scansione delle immagini , nel primo più ritmica( anche per la colonna sonora) e nel secondo maggiormente sospesa ( anche per la colonna sonora) rimandano molto all’immagine fotografica.
Tutti questi film ma potrebbero essere molti di più hanno alle spalle direttori della fotografia immensi . La cosa più sorprendente in questi casi è l’estrema complessità della gestione della luce che a mio avviso è molto più complessa che in fotografia.

Comunque il mio film preferito che almeno 4 o 5 volte all’anno rivedo e che,quindi, avrò visto almeno 40 volte è “ qualcuno volò sul nido del cuculo”. Tutto quello che ho scritto prima per questo film non c’entra molto ma è e forse sarà, per sempre, il "mio" film



Messaggio Modificato (13:39)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 62 di 70
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Ciao Luca!
Avrei anche io una domandina facile facile:
Ti ho sentito dire (scrivere) spesso o almeno più di una volta che sei timido e ti imbarazzi facilmente......ora se questo è vero come riesci nel relazionarti a situazioni tipo questa

[fc-foto:22699233]

Intendo dire....la tua timidezza non ti impedisce in qualche modo di creare un empatia con i soggetti ripresi che vivono situazioni particolari?

Ti chiedo questo per il motivo che io personalmente (senza volermi paragonare a Te) non riesco mai a puntare l'obbiettivo in questo genere di fotografie.
Grazie mille
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ciao Carlo .. io dico di essere timido e forse lo sono ma non quando hola macchina in mano . io in quel caso mi annullo , non esisto per dirla con parole forse un po' grosse "io divento la fotografia" .. non provo niente, non mi faccio domande, non chiedo e non voglio sapere..
.
un approccio emotivo o emozionale non mi appartiene assolutamente influenzerebbe quello che devo fare e mi farebbe perdere concentrazione . in ognuno dei casi che ho nominato a me il soggetto non interessa affatto interessa quello che io metto sulla stampa e per farlo devo pensare solo a quello. certo poi che uno può anche pensarci dpo ma per me è la fotografia quello che mi interessa e quindi in questaimmagine date citata come nelle altre mie l'unica cosa che penso dopo è . mi interessa? è coerente? se si la tengo se è no la caccio nel cestino perchè so che non la utilizzerò mai.
Credo che questo dovrebbe essere l'approccio di un fotografo per il quale quello che fotografa è solo il mezzo per dare forma alla sua espressività .
l'analisi, il commento, la letturae tutto quanto ruota intorno a ciò non è del fotografo.
l'ho scritto mille volte per me fare una foto come questa o ad una modella o ad un peperone è esattamente la stessa cosa . Il soggetto non conta.La mia empatia con quello che mi sta davanti qualunque esso sia è assoluta. la emotività non può interagire o meglio interferire, sarrebbe un grave errore



Messaggio Modificato (19:37)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 64 di 70
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......La mia empatia con quello che mi sta davanti qualunque esso sia è assoluta. la emotività non può interagire o meglio interferire, sarrebbe un grave errore




Premettendo che io ragiono con il mio modo di essere....
dico: Giusto quello che scrivi, però chiedo come si può porsi davanti a soggetti e situazioni che non possono prescindere da sentimenti e/o emozioni, alla stessa maniera, ad oggetti (peperoni - fiori ecc.)che emotivamente (credo)poco possono trasmettere.
Nel caso della fotografia in questione, avresti potuto fotografare solo gli oggetti che da soli avrebbero potuto descrivere la situazione problematica, hai scelto invece di riprendere " Il Problema " e questa scelta secondo me implica la tua volontà di colpire maggiormente l'osservatore
coinvolgendolo emotivamente con un maggiore impatto visivo
Mi sbaglio?
Grazie a presto



Messaggio Modificato (10:31)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 65 di 70
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pochii giorni fa sono stato contattato da una Associazione che sta organizzando un grande congresso ull'alzheimer. insieme ai convegni scientifici spettacoli teatrali , partite del cuore etc a favore della ricerca . Mi hanno chiesto di fare delle fotografie che verranno esposte non so come e dove . Ho naturalmente dato il mio assenso. alla prima ed ultima riunione preparatoria una signora si è alzata dicendo che le fotografie sarebbero state tremende, che la dignità della persona, che avrei potuto rappresentare la malattia con altro. a parte che ha iniziato male a rapportarsi con me in quanto usava un tono tra l'ironico ed il saccente .. in 2 parole a dire il vero in circa 30 minuti l'ho come si dice conciata per le feste sostenendo in definitiva che non si può mai girare attorno al problema e far finta di niente . Naturalmente si può fare ma se chiamano me inutile chiedermelo. io fotografo il problema perchè è quello il fatto. possono benissimo chiamare un altro che forse sarà capace di fare altro ma se chiamano me io faccio quello che credo di dover fare.

naturalmente senza intaccare la dignità della persona, senza ledere un'etica che ritengoassolutamente necessaria sempre e a maggor ragione per certi argomenti. alla fine uno dei responsabili che ha un genitore ammalato di A. mi ha detto che per lui io potevo contare sul suo parente .

io hio dato una settimanadi tempo per decidere. voglio il consenso da da parte di tutti e l'appoggio incondizionato se questo manca io non sono disponibile.

inutile dire che quella signorase ne è andata senza che io nemmeno la salutassi non perchè aveva una opinione differente dalla mia ma perchè si è permessa di ironizzare sul mio lavoro. la seconda clausola che ho posto e che non mi girasse tra le palle. mi hanno poi detto chesono rimasti un po' sconcertati della mia durezza ma che per loro potevo fare quello che volevo.

a me non piace girare attorno ai problemi se faccio documentazionesociale , sarebbe per il mio modo di esserefare un po' il buffone . preferisco che uno dica che le mie foto lo hanno fatto star male piuttosto che pensi che io non abbia il coraggio e la capacità di documentare certe realtà.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 66 di 70
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Grazie delle tue risposte alle mie domande Luca
Ti tengo comunque in sospeso, semmai me ne venisse qualche altra da porti!
Michele S . Michele S . Messaggio 67 di 70
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V.O.G. scritto:

Citazione:pochii giorni fa sono stato contattato da una Associazione che
sta organizzando un grande congresso ull'alzheimer. insieme ai
convegni scientifici spettacoli teatrali , partite del cuore
etc a favore della ricerca . Mi hanno chiesto di fare delle
fotografie che verranno esposte non so come e dove . Ho
naturalmente dato il mio assenso. alla prima ed ultima riunione
preparatoria una signora si è alzata dicendo che le fotografie
sarebbero state tremende, che la dignità della persona, che
avrei potuto rappresentare la malattia con altro. a parte che
ha iniziato male a rapportarsi con me in quanto usava un tono
tra l'ironico ed il saccente .. in 2 parole a dire il vero in
circa 30 minuti l'ho come si dice conciata per le feste
sostenendo in definitiva che non si può mai girare attorno al
problema e far finta di niente . Naturalmente si può fare ma
se chiamano me inutile chiedermelo. io fotografo il problema
perchè è quello il fatto. possono benissimo chiamare un altro
che forse sarà capace di fare altro ma se chiamano me io faccio
quello che credo di dover fare.

naturalmente senza intaccare la dignità della persona, senza
ledere un'etica che ritengoassolutamente necessaria sempre e a
maggor ragione per certi argomenti. alla fine uno dei
responsabili che ha un genitore ammalato di A. mi ha detto che
per lui io potevo contare sul suo parente .

io hio dato una settimanadi tempo per decidere. voglio il
consenso da da parte di tutti e l'appoggio incondizionato se
questo manca io non sono disponibile.

inutile dire che quella signorase ne è andata senza che io
nemmeno la salutassi non perchè aveva una opinione differente
dalla mia ma perchè si è permessa di ironizzare sul mio lavoro.
la seconda clausola che ho posto e che non mi girasse tra le
palle. mi hanno poi detto chesono rimasti un po' sconcertati
della mia durezza ma che per loro potevo fare quello che
volevo.

a me non piace girare attorno ai problemi se faccio
documentazionesociale , sarebbe per il mio modo di esserefare
un po' il buffone . preferisco che uno dica che le mie foto lo
hanno fatto star male piuttosto che pensi che io non abbia il
coraggio e la capacità di documentare certe realtà.


se ci fosse un pulsantino con la scritta "mi piace" come su facebook lo avrei schiacciato subito ! ;-)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 68 di 70
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Arrivo piano piano
io come ben sai, caro Luca, non ho preparazione e studi fotografici alle spalle e credo che un mio intervento non possa essere nè tecnico nè tantomeno all'altezza di tutti i tuoi lavori, cmq sono qui per l'amicizia e la stima reciproca che ci portiamo e mi sembrava giusto lasciarti un piccolo pensiero come omaggio per l'attenzione che giustamente sia Maricla che tutti gli altri tutenti ti hanno dedicato in questo forum. Sinceramente non mi è davvero possibile leggere tutti gli interventi che certamante saranno molto interessanti. Spesso mi sono soffermata su i tuoi scatti e ho sempre cercato di interpretarli con l'emozione che mi muoveva l'immagine, non conosco che pochi maestri della grande Fotografia passata e non so se tu ti ispiri a qualcuno, molto spesso mi sento un'estranea totalmente a questo mondo e cerco di guardare solo alla poesia che mi ispirano le foto che sfoglio in questo sito. Molte delle tue le ritengo davvero interessanti dal punto di vista della ricerca della Luce o dell'ombra che ha creato quella luce.
Ricordo la bellezza delle tue foto analogiche a piante che nemmeno conoscevo e ti sento molto esploratore in tutto questo, quasi come un moderno Cristoforo Colombo alla continua ricerca dei suoi viaggi fotografici lungo il mondo.
Grazie Luca anche per la fiducia che molte volte mi riservi tutto questo mi fa proseguire il mio cammino fotografico e ancora complimenti per la tua professionalità fotografica e fai il bravo:)
Un caro saluto e ricordati che con me hai fatto una promessa da boy scout, la nebbia del Delta ed io ti aspettiamo.
Ti abbraccio eLIOT
Manuela Innocenti Manuela Innocenti Messaggio 69 di 70
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Intervista molto bella e interessante, come interessanti, pure e dirette le immagini che proponi. Condivido molto la parte sul colore /bn quando dici:

"Non mi piacciono i colori perché aggiungono molto spesso un elemento di casualità e di distrazione, orientano certe analisi in funzione della loro presenza all’interno dell’immagine e sono fuorvianti. A mio avviso talvolta risultano pure ridondanti all’interno del messaggio.
Poi in generale è tutta una questione di luce. A me la luce non interessa molto, in quanto rende visibili le cose… a me interessa perché contestualmente genera l’ombra ed il buio. Credo che vi sia in me una ricerca di sintesi che tende ad escludere il più possibile gli “orpelli” per far sì che la mia fotografia si riduca all’essenziale, o tenti di farlo.
In definitiva il lato oscuro, quello che non appare, è per me più stimolante di ciò che, visivamente, risulta riconoscibile ed immediato. La fotografia deve porre domande e non fornire risposte, o no? Quindi dare importanza a ciò che non si vede lascia all’osservatore un elemento incognito su cui può costruire una sua personale interpretazione."

Non ho ancora letto tutte le domande e i commenti degli altri... ma lo farò perchè è sempre importante trarre insegnamenti dalle esperienze e dai pareri altrui. Grazie a tutti e complimenti sinceri a Luca.

Manu
F_Fausta F_Fausta Messaggio 70 di 70
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E' stata veramente una gran bella lettura. Grazie Luca!
Farò tesoro delle tue parole...
Un grazie particolare va anche a Maricla e a Paolo che hanno reso possibile questa intervista.
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