... Luca Forno (V.O.G.)

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Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 46 di 70
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mah ...la fotografia sui mezzi di comunicazione la dovrebbero fare i fotografi. la fotografia di cui parlavamo circa "i giovanissimi" ( per facilità di comprensione, anche se la cosa è più complessa) non è fotografia. Per me, si intende
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 47 di 70
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Ciao Luca,nel farti i miei complimenti per la tua interessante intervista mi farebbe molto piacere leggere un tuo pensiero riguardo la fotografia "artistica".

http://www.artantide.com/opere_ElencoOp ... rtista=226
http://www.massimovitali.com

Cosa secondo te rende così importanti,unici e quotati questi due autori ad esempio?
Quale dovrebbe essere l'adeguato approccio nel "leggere" fotografie così "distanti" dal nostro modo " comune"  di osservare e capire?
Pensi che sia sempre e solo riconducibile ad un fattore di background culturale e gusto personale?
Cosa ci porta alla fine a pensare che davvero queste immagini siano comunemente chiamate artistiche?
Ti ringrazio anticipatamente e un saluto cordiale
Roberto
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 48 di 70
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Una lettura di spessore che porta conoscenza, entusiasmo e voglia di approfondire in chi legge, grazie Luca!
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 49 di 70
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scusami Roberto , non posso rispondere alle tue domande che richiedono per il loro spessore risposte articolate in questi giorni ... mi riprometto di farlo appena potrò.

luca
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 50 di 70
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per Roberto ... cerco di rispondere alle tue domande che che sono a mio avviso molto articolate e necessariamente per sintesi so che non potrò dare un grande contributo ma cercherò di farlo
La prima : Araki vs Vitali
parto da una considerazione mia personale : araki non mi piace affatto e quindi non l'ho mai " cercato" . Non mi piace il genere innanzitutto. cioè la fotografia erotica e oltretutto di questo tipo. Non sono così ottuso da non capire che la sua fotografia ha una matrice culturale molto forte e tipicamente giapponese. Matrice che nasce dala disegno fino ad arrivare ai fumetti Manga. Quindi da questo punto di vista il riferimento alla tradizione esiste ed è forte e la sua interpretazione e riproposizione in temini fotografici ha una radice . Credo che questa sia la maggiore dote della sua fotografia si quando ( a mio avviso troppo spesso) si occupa del nudo che dello still life. Araki ha poi fatto dell'uso della Polaroid una cifra stilista ben precisa ed anche questo fatto da una sua importanza da uin punto di vista artisticio e di riflesso commerciale . Per inciso le quotazioni riportate nel link sono molto alte perchè ho visto in alcune gallerie che le sue polaroid sono vendute a 500 euro. Ma questo non c'entra.
perchè non mi piace Araki? perchè è commerciale e lA SUA fotografia trova una corrispondenza troppo immediata tra il pensiero e il risultato che mi sembra un po' troppo finalizzato alla commercializzazione. espicita e diretta e a me interessa un'altro tipo di fotografia
Vitali: personalmente anche questo lo conosco poco. Avevo visto alcune sue immagini in concorsi( manon vorrei sbagliarmi) . La sua fotografia soprattutto nelle foto " balneari" è più in sintonia con i miei interessi . Il tempo sembra essere sospeso. e questo è un dato interessante che mi riporta alla poetica di Ghirri . ma a mio avviso in lui manca la rarefazione ed il senso della poesia che di Ghirri sono la cifra stilistica . mi fa un po' sorridere poi l'attenzione alle spiegazioni delle misure che si possono avere . mi pare anche questa una fotografia fatta ad arte per il mercato ( dell'arte) ma forse un po' sterile di contenuti
sarò poco attento alle indicazioni del mercato ma io la penso così. quindi in definitiva per un versooper l'altro sono due risultatri che non mi interessano molto . certo è che il mio non è il verbo e quindi naturalmente le pie parole hanno poco valore . ma son fatto così ... ciò che non mi interessa non cerco di farmelo interessare.sonio ottuso, lo so

per la risposta alla domanda n° 2 ...alla prossima
lucy franco lucy franco   Messaggio 51 di 70
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mi metto in coda dietro Roberto, e intanto scrivo :

già nel 1971, a 11 anni grazie a Vittoriano Rastelli appoggiato ad un elicottero Apache, con al collo 3 Nikon e 2 Leica, il primo incontro con la fotografia;
poi sul campo, nel 1973, a 15 anni, quella che tu chiami la tua PRIMA VERA fotografia

[fc-foto:26700326]

poi ancora nella stessa estate la bomba chimica nella fabbrica di cloro della Stoppani, arrampicato su un fusto di ammoniaca "per guadagnare un buon punto di vista".

Questo mi ha ricordato la frase della Lange : " non è per caso che un fotografo diventa fotografo come non è per caso che un domatore di leoni diventa domatore di leoni".

Confermi?
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 52 di 70
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Ti ringrazio molto ,Luca,per la tua risposta....
Mi interessa molto conoscere il pensiero e l'opinione di un ragazzo preparato come te e chiaramente "open mind".
Attendo le tue prossime,grazie ancora per la tua disponibilità.
Saluti
Roberto
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 53 di 70
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rispondo prima alla domanda di lucy ... scusa Roberto ... ma sai le donne poi se la prendono male soprattutto se sono fotografe .. ihih

una volta, in Malesia, mi hanno portato a visitare una foresta dove su percorsi aperti ma sicuri si potevano incontrare anche molto da vicino delle tigri ( tra l'altro una di quelle foto molto tempo fa la avevo messa pure qui) . io ero abbastanza contento .. non le avevo mai viste libere . poi vi era un recinto dove alcuni di quesi gattoni erano chiusi credo per essere riabituate a vivere in ambiente libero anche se protetto. Sono passato mentre un inserviente era dentro ... io volevo entrare a tutti i costi ... pregavo in ginocchio.. volevo toccarne una sembravano mansuete . Non c'è stato verso non sono riuscito anche cercando di corrompere( con poco) chi mi accompagnava .

A genova in primavera ogni anno arriva il Circo .. io amo il circo perchè ha in sè quel senso di melanconia che è mio . Ogni anno puntuale invio al circo di turno ( Orfei, America Circus, Togni) un dettagilato progetto per ottenere di poter fare foto del backstage soprattutto degli animali e dei clown. Ogni anno puntualmente non mi rispondono neppure.
Anche se è da maleducati rispondedre ad un domanda con un altra domanda ti chiedo:

se invece di leoni si parla di tigri vale lo stesso?

ihihih

seriamente.... non lo so ... ma sai che bello sarebbe essere un domatore ...



Messaggio Modificato (21:51)
lucy franco lucy franco   Messaggio 54 di 70
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ehmmmmmm..

vado a girare la domanda alla Lange.

:)))))))))
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 55 di 70
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per Roberto
domanda 3)
Quale dovrebbe essere l'adeguato approccio nel "leggere" fotografie così "distanti" dal nostro modo " comune" di osservare e capire?

l'approccio davanti ad una immagine se vuole essere serio deve a mio avviso partire o quantomeno basarsi sulla conoscenza in modo che la lettura non sia solo superficiale . è difficile e non può essere da tutti. Spesso ci si ferma all'apparenza ossia a quello che la fotografia ci mostra ed il giudizio si ferma lì. Faccio un esempio: io preferisco una bella fotografia di un brutto bambino che una brutta di un bel bimbo. Ma questo è difficile da far capire. L'analisi critica di una immagine necessariamente deve partire dall'autore . Non è possibile commentare non dico una foto di Ghirri ma ua che a lui si rifà per etica e stutura senza conoscerlo, non è possibile indagare su un ritratto che riporta al mondo del lavoro ad esempio senza conoscere dorotea lange , non è possibile pensare ad uno still life concettuale senza rifarsi alla poetica di irving penn. Questo presuppone conoscenza e studio . non tutti ne hanno voglia o la possibilità di farlo ma credo che chiunque guardando una qualsiasi immagine dovrebbe farsi una sola domanda ; PERCHE?
è questo che fa si che anche senza una conoscenza specifica del tema si può superare l'impasse del soggetto , superare l'apparenza e vedere di capire cosa c'è oltre . Questa possibilità è propria di tutti, non necessità di grande background. In questo modo l'osservatore si costruisce una idea di fotografia che il più delle volte potrà non collimare con quella dell'autore ma rimane comunque un'idea su cui poter riflettere.

prer ritornare ai due esempi da te citati devo dire che una lettura comune è più facile su Araki proprio perchè il soggetto , soprattutto quello erotico aiuta , ma come dicevo prima sarebbe limitativo fermarsi ad esso . Per l'altro invece il discorso credo che sia più complesso ed articolato e dovrebbe anche indagare una componente tecnica che, sebbene molto ben celata in apparenza, risulta invece significativa .Ma la lettura profonda di questi due autori comporta necessariamente di interagire con altre forme espressive quali l'arte ,la cultura e la storia nel caso del primo e la visione poetica nel secondo.
ciò presuppone una certa attitudine ed interesse allo studio ma credo che un'analisi personale potrebbe essere svolta efficacemenrte anche senza conoscenza diretta .

per inciso... mi hai fatto un bello scherzetto a citare 'sti due qua .... ihihih. ma mi piace doverti rispondere su due autori che non mi interessano molto ... mi obbliga a pensare

prossimamente risponderò alla quarta



Messaggio Modificato (18:04)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 56 di 70
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per roberto
domanda 4) Pensi che sia sempre e solo riconducibile ad un fattore di background culturale e gusto personale?

credo che sia difficile ricondurre il tutto al background ed al gusto ossia è facile . io preferisco cercare la risposta senza toccare questi due estremi , ma oscillando all'interno di essi . entrambi però sono espressioni soggettive il primo si forma nel tempo secondo certe attitudini, il secondo è assolutamente personale . quindi entrambi non vanno bene a mio avviso per saper leggere una fotografia perchè potrebbero mancare i dati oggettivi per sviluppare certi ragionamenti al di fuori delle espressioni personali che come tali non valgono e non hanno un valore assoluto . in mezzo a questi estremi c'è l'analisi tecnica e la capacità di saper orientare una esegesi critica su ciò che è indiscutibile. ma saper comunque parlare di " tecnica" non è da tutti , presuppone anche in questo caso conoscenza .
leggendo saggi si capisce che il critico cerca di andare oltre alla visione ed alla formulazione di un concetto basata solo su quella , si dovrebbe cercare di, sapendo di non sapere ( che è di tutti), di autolimitarsi a prescindere e pensare di iniziare un intervento non con " questa foto mi ricorda quella di .." ( background) ocon " che bella questa immagine" ( gusto personale) ma annullando il proprio ego di chiedersi " se l'avessi fatta io ..". bisogna pensare di mettersi dalla parte dell'autore per commentare una immagine e non da quello di chi osserva , perchè la fotografia è sempre e sempre sarà il modo con cui un fotografo si pone indipendentemente da chi gkli sta davanti . la fotografia è fatta per se stessi, mica per gli altri e le letture che gli altri ne possono dare se non comprendono anche questa analiosi saranno sempre limitate ed approssimative oltre che parziali

ecco credo che in definitiva senza questa sarebbe meglio tacere ....

prossimamente risponderò alla quinta ... che faticaaaaaaaaaaaa :)))))))))



Messaggio Modificato (18:30)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 57 di 70
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Ciao Luca,ho citato spesso questi due autori nelle mie discussioni "reali" con altri professionisti del settore.
Ho avuto nella maggior parte dei casi sempre risposte molto banali e scontate,forse proprio perchè sembrano due autori cosi' "distanti" ed invece sono piu' simili di quanto si possa immaginare.
Spero un giorno di poter scambiare quattro vere chiacchiere con te davanti ad una bella birretta.....
(non preoccuparti,ho una bella compagna polinesiana :-)) )
Ti ringrazio molto Luca,sei una ragazzo di "puro" intelletto.
Attendo l'ultima risposta,se ce la fai :)) poi ti mando in ferie.
Ciao
Roberto
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 58 di 70
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per roberto
domanda 5) . osa ci porta alla fine a pensare che davvero queste immagini siano comunemente chiamate artistiche?

non cosa ma chi ... gli altri. e mi spiego o meglio cerco di farlo
Warhol decretò che tutti nella vita hanno 15 minuti di notorietà .. il problema è di estendere questo breve lasso di tempo . chi ci fa diventare noti? a parte un critico che una volta presentando una mia mostra , tra l'altro non a mio nome ma con lo pseudonimo che qui uso scrisse " l'autore, famoso a se stesso, viaggia in incognito" si è famosi rispetto ad altri e quindi la notorietà è una caratteristica che viene applicata da terzi.
quindi non è il cosa ma sono quanti chi che ci rendono famoso . A dire il vero però la fama non è direttamente proporzionale al numero di consensi . basterebbero 2 paroline di delpire, Morris o Szarkowski per entrare nell'immortalità.
però la notorietà può arrivare anche se i contenuti sono qualitatrivamente inferiori ma vi è una grande capacità di marketing personale, dientrare in certi ambiti, di frequentare cetrti ambienti .. in definitiva di " piacere alla gente che piace".

io preferisco l'altra strada però in quanto meno effimera e fondata forse su capacità più strutturate,
per tornare alla tua domanda . Se vediamo che un autore è pubblicato, è presente, è venduto allora noi giustamente pensiamo che sia famoso e di riflesso che sia bravo ossia capace . certamente lo è ma forse saper valutare oltre per quanto ci mostra il mercato o meglio ci orienta è certamente una valutazione di maggior interesse.
a questo proposito invito a leggere la lectio di lucy su minor white ... alzi la mano chi conosceva una sua fotografia .. è forse uno dei dieci autori più importanti mai esistiti .. sue fotografie in tutti i musei e quotazioni se casomai si trovasse una sua stampa originale a sei zeri.
perchè è famoso ? per una cosa semplicissima. lui insieme agli altri nove è la Fotografia. ma dato che nella tua domanda c'è il riferimento ai due autori da te citati allora quello che mi porta a dire che sono famosi, il primo più del secondo, è il mercato, il marketing e la propria capacità di comunicazione che si aggiunge naturalmente alla loro capacità professionale .
ma questa notorietò, che è dei più, è ben poca cosa rispetto all'altra . quindi credo che la connotazione di fotografia d'arte , si badi non di foto artistica che è cosa differente , sia propria solo di quelli a cui mi riferivo
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 59 di 70
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Ti ringrazio molto,Luca, per la tua pazienza e le tue cosi' dettagliate risposte,ho letto con molto interesse i tuoi scritti.
Un caro saluto
Roberto
Guglielmo Rispoli Guglielmo Rispoli Messaggio 60 di 70
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il sabato lavoro e durante la settimana sono pieno di corse,
la fotografia ed FC per me diventano un raro momento di incontro con una grande arte fotografica. Spero di avere più tempo.
Ma il tempo dovevo trovarlo per LUCA e sono contento, finalmente, stamattina, di aver letto tutto.
Sono in FC dal gennaio 2009 e V.O.G. è stata per me una presenza nel buio della comprensione quasi una luce che ogni tanto si fa vedere per mostrarti i tratti, i contrasti, i volumi di FC e della fotografia.
Questa intervita e il dibattito successivo lo evidenzia.
Luca è un personaggio molto particolare, molto definitivo che taglia i concetti con una lama fatta di tanta tanta cultura, anche fotografica, e tanto spessore di vita.
Inevitabilmente eccede nell'uso degli aggettivi (buffone..., malissimo, vergogna di essere italiano [che condivivo] eccetera) ma è proprio il linguaggio ed il modo di ragionare che dimostra quanto la fotografia (che è arte) è un tutt'uno con la persona che fotografa. Per questo ritengo che abbia ragione quando afferma e scrive che in una fotografia che vede (anche in FC) lui cerca di vedere la persona. Io sono convinto di un fatto: tutti noi, tutti, fotografiamo prevalentemente parti di noi, prolungamenti di noi, pezzi di vita reale, bisogni, sogni, proiezioni, vuoti, mancanze. Anche il colore che è sostanza della vita può essere mancanza o realizzazione, banalità o fuga, ricerca o superficialità, crosta e pigmento o estesi tendente al sublime kantiano.
Il bn ha un valore aggiunto, ci priva dei pigmenti distrattivi ed in questo credo che Luca abbia sostanzialmente ragione.
Il reportage a cui fa riferimento è un percorso che ha scelto quasi da subito e che per mano lo ha guidato, ne sono convinto, nel seguire quel desiderio e quella curiosità che da qualche parte è ancora viva nella sua personalità.
La sua lettura e gli impliciti suggerimenti che ci pone sono notevoli.

Tante le domande che vorrei fargli. Qui ne trascrivo una:
"Credo che tu segua, caro Luca,sicuramente a tuo modo, il Cinema, la produzione filmica in cui a volte, purtroppo poco, la fotografia prende il sopravvento. Puoi dirmi un film che preferisci, un approccio alla direzione della fotografia, una tecnica della direzione della fotografia cinematografica che ti colpisce e soprattutto, ti convince? Grazie della risposta"
un caro saluto, con tanta tanta stima
Guglielmo
_ complimenti a Maricla, Paolo ed FC per questa rubrica_ di notevole spessore ed interesse



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