... Luca Forno (V.O.G.)

Partecipa nella discussione! Registrati gratuitamente!
Registrati gratuitamente
Annunci Google Annunci Google
andrea suzzani andrea suzzani Messaggio 31 di 70
0 x grazie
Link
piccola aggiunta ,credo che ,di aver scelto ,la naturalistica,per sopperire,al grigiore che ho vissuto per 42 anni un fabbrica,hai detto che il colore,distrae,e alcune volte è forviante, non sono d'accordo, molto più facile,trasformare un brutto colore in b/n e spacciarlo per concettuale, quelle si che è,forviante,se mi permetti anche volgare,prima le pellicole erano in bianco e nero,si doveva essere molto bravi,per dare nell'immagine, la stessa forza del colore.
grazie ciao
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 32 di 70
0 x grazie
Link
non esiste a mio avviso un genere qualunque esso sia di serie A o di serie B ... tutto sta nel come lo si approccia. Ho un carissimo amico che fa fotografdia naturalistica ... organizza workshop e spedizioni in estate in Africa in inverno nel nord europa .
Lui fotografa a colori, talvolta in bn ... io preferisco le sue immagini in bianconero. Il biancoenero lascia campo all'interpretazione e suggerisce . il colore afferma.
come ho detto a mio avviso il colore distoglie l'attenzione e inserisce un di più che non è della fotografia ma è della restituzione di quanto visto attraverso lo strumento fotografico. Non credo che non esista un genere fotografico che non potrebbe essere fatto in bn . Ansel Adams il più grande fotografo naturalista che ne sappia io non ha mai fatto una foto a colori. io sto da quella parte perchè se fotografo un albero mi interessa la definizione e non il colore delle foglie.

comunque è logico che la fotografia naturalistica sia a colori .. ma io sono un po' talebano e la penso così
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 33 di 70
0 x grazie
Link
Ciao Luca,
ti ringrazio per l'attenzione che hai posto al mio intervento e per le ulteriori spiegazioni, che arricchiscono e completano quest'intervista, che sta diventando un mini trattato di alta fotografia.

Le tue risposte, tuttavia (è nel mio carattere) mi suscitano ulteriori riflessioni e curiosità:

- la prima, per "mestiere", nel senso che ho recepito da Munari e Grgotti, e che tu hai impeccabilmente completato con la citazione di Berengo-Gardin è qualcosa di ben più profondo della mera "professione". Naturalmente i trattati che tu citi sono indispensabili. Ma io mi chiedo se nella fotografia esista un contributo specifico, paragonabile a quello di Bruno Munari.

- tu dichiari, con molta eleganza di non sapere scrivere (cosa che, con tutta evidenza, non è...)
« io non so scrivere e come diceva Hine controfirmo un suo noto aforisma" se sapessi raccontare una storia con le parole, non avrei bisogno di trascinarmi dietro una macchina fotografica" ».
E' chiaro che il tuo atteggiamento, molto professionale, tende a separare nettamente le varie fasi proprie di un progetto fotografico, ognuna delle quali è nettamente separate dalle altre e affidate a specialisti. Ansel Adams, da te citato, forse non sarebbe diventato tale se non avesse per un certo periodo stampato le foto di Dorothea Lange (e la stessa Lange indubbiamente ha beneficiato di collaboratori di tale calibro).
In conclusione pare di capire che tu non apprezzi molto la dicitura "testo e foto di ...." che accompagna tanti lavori fotografici (anche di professionisti). E' così?
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 34 di 70
0 x grazie
Link
si il mestiere è cosa ben più nobile della professione ... rimanda a cose lontane nell'immaginario " ho imparato un mestiere " e non ho imparato una professione. rimanda al ministero ... al servizio.. alla bottega .. al guardare da chi più sa per imparare... è un qualcosa di " nobile" ..

è difficile individuare un contributo assoluto in fotografia si deve parzuializzare
la stampa e la fotografia naturalistica... Ansel Adams
la documentazione sociale ... Dorothea Lange
la fotografia "straight" ... garry winogrand
la concettualità e la poesia del nulla... luigi ghirri
e così via con tutti i maestri o quasi. Per questo sono maestri ...

sono troppo gli aspetti a differenza di quelli forse ancora più complessi del buon design ( l'idea .. la fattibilità industriale.. oltre a componenti più specifiche quali ergonomia etc).
ma la fotografia è fatto personale che solo per opportunità viene aperta ad un pubblico che a differenza del design non la usa ma solo la può osservare e quindi non può a questo appartenere. il design è realizzato per la massa la fotografia no. Achille Castiglioni diceva che il suo più importante oggetto mai disegnato era un interruttore perchè costava poco, lo producevano in migliaia di pezzi e il suo usi era intuitivo . Tutto il contrario della fotografia.

l'aforisma di Hine mi piace soprattutto perchè evidenzia che alla fotografia non servono le parole ... qualcun ha scritto che se la fotografia è come una baarzelletta se devi spiegarla significa che l'hai fatta/ raccontata male . Mi pare che fosse Adams.
A me piace molto leggere libri di critica e di teoria e capisco che lo scrivere sulla o di fotografia è estremamente complesso e mai o quasi chi lo fa si perde nell'analisi della singola immagine .
Anche a me sarebbe piaciuto che stampasse le mie foto ... ma sai basta andare a modena da Arrigo Ghi e le tue foto te le stampa chi lo faceva per Ghirri oppure le mandi a Parigi da Pictorial service .. loro stampavano per HBC ed ora per Koudelka . ma se la tua foto non dice niente ? nessuno ci può tirar fuori qualcosa.

eh si .. testo e foto di non mi piacciono molto ... preferisco foto di ( mie) e testo possibilmente di Robert Delpire.
però un conto è scrivere sulle proprie fotografie che è poco elegante pure un altro e scrivere sulla propria fotografia che se sei in grado di farlo è meraviglioso . quindi scrivi sul perchè e non sul come cosa o quando . Le Lezioni di Fotografia di Ghirri in questo sono insuperabili .... ma devi essere Ghirri perchè credo che a fotografie straordinarie nella continuità temporale corrisponda una mente ed una sensibilità altrettanto straordinarie . Se fai UNA sola fotgrafia bella non vale. E' un caso
Io da giovane tiravo con l'arco ... ero autodidatta e per migliorarmi mi ero iscritto ad un circolo . la prima volta che vado mi metto sulla linea e senza essere conosciuto da nessuno scocco una freccia a 25 metri ... casualmente faccio 9,5 . arriva una donna ( che ho scoperto poco dopo essere stata una nazionale italiana) e mi fa i complimenti .. ne scocco un'altra faccio 2 e poi un'altra e faccio 3 . Questa mi dice ... caromio devi imparare . Bella lezione . E' la continuità che fa la differenza nel tiro con l'arco come nella fotografia



Messaggio Modificato (17:48)
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 35 di 70
0 x grazie
Link
Grazie ancora Luca,
una risposta, la tua, che aggiunge tanto spessore (con belle citazioni e ulteriori notazioni tecniche) all'argomento che mi sono permesso di sollecitarti.
Con un caro saluto, lascio la parola agli altri.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 36 di 70
0 x grazie
Link
Rispondo a Silvano

un po' di tempo fa avevo aperto una discussione era piuttosto un mio breve scritto si intitolava " il Cavaliere e l'operaio fotografo" in cui parlavo di quello a cui tu accenni.
Io ce l'ho con quelle persone perchè non scattano per una necessità che nonnecessariamente ( scusate il gioco di parole) deve essere a supporto di qualcosa . Io lo faccio ma questo non sempre è accettato ... mi è capitato che andando per conto della Pastorale missionaria a fare fotografie sulle misioni a Cuba sia ritornato con tutte foto dure ... nessuna di quelle che viene usata nei siti delle onlus dove ci sono tutti che ridono e fanno ciao ciao con la manina. Ma era quello che c'era e non farlo vedere per me era poco corretto. Così se uno va in vacanza e scatta al primo mendicantee poi " vende" la sua foto perchè è così pittoresca ed il mondo è ingiusto ( mentre lui sta in un resort sotto le pame) e casomai la mette in un forum e tutti si indignano per la condizione del poveretto ma nel qualtempo elogiano i bei colori , la definizione e talvolta l'HDR beh .. io virtualmento meno sia chi parla sia chi scrive perchè non ha capito niente della fotografia di documentazione . odio il pietismo ed il falso buonismo.

io quel genere di fotografia le scatto solo se o mi sono richieste o meglio se il progetto che devo fare contempla che la fotografia sia di documentazione oppure se all'interno di un tal progetto ritengo che alcune mie fotografie possono essere utili per perorare cause di valenza sociale assumendomi personalmente gli oneri della loro divulgazione a sostegno di attività sociali.

ibenefici sono molti ma il principsale è credere che con le mie fotografie possa sensibilizzare chi le guarda
e? quello che ho fatto con il reportage sui Medici Clown per i bimbi oncologici ... ho fatto le foto della malattia , della sofferenza dei genitori solo per dare un po' di speranza ... se fotografavo solo nei momenti ludici le mie immagini poytevano essere state fatte al ciirco.
Santino Mineo Santino Mineo Messaggio 37 di 70
0 x grazie
Link
Io credo che nel mondo della fotografia uno deve scegliere se saper fare il fotografo o saper lavorare in postproduzione le foto.
Conoscendoti quel poco e sapendo che tu vivi principalmente nel campo analogico, io ti chiedo:<>.
Fresson era lo stampatore di fiducia di H.C.B.
H.C.B. non stampò mai una foto.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 38 di 70
0 x grazie
Link
ciao Luca, ne avrei un'altra di domanda, questa è per una mia condizione personale, giro il mondo parecchio anch'io (per lavoro) ma non faccio il fotografo, non ne sono all'altezza, però mi porto sempre l'attrezzatura (per lavoro mi serve) e mi capita spesso di "voler" fotografare l'ambiente e le situazioni nonché le persone che mi circondano ma, mi sento sempre in imbarazzo a fotografare la gente, sarà perchè taluni vedono la macchina fotografica come fosse una pistola, tu come ti poni di fronte a persone che non conosci e che magari ritieni "ostili" allo strumento fotografico?
andrea suzzani andrea suzzani Messaggio 39 di 70
0 x grazie
Link
solo una piccola osservazione,il fotografo da tè citato Ansel Adams, è nato nel 1902 e morto nel 1984, penso che alternativa al b/n non ne aveva molta, come dicevo,bisogna essere molto bravi, per non far rimpiangere il colore in una foto naturalistica in b/n, e lui lo era.
grazie ciao
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 40 di 70
0 x grazie
Link
non è del tutto vero che non aveva molta scelta . Inizialmente certo ma molta fotografia americana a partire dalla metà degli anni 60 circa adottò il colore soprattutto nel grande formato(Egglestone, Frielander e tutto il gruppo dei grandi reporter che circolavano per la Magnuman) anche perchè la Kodak (che stava lanciando le diapositive ) e pure la Polaroid erano molto attive ad elargire borse di studioe sovvenzioni per promuovere il loro prodototo. Ansel Adams era stato ad esempio il consulente di Lang per la messa a punto del sistema polaroid che prevedeva inizialmente pellicole a colori e solo successivamente il bn.

io credo che bisogna essere altrettanto bravi a fare un panorama a colori... non c'è mica differenza. non si tratta di rimpiangere o meno il colore si tratta di dare una sostanza ad un genere che è tra i più difficili tecnicamente da risolvere perchè spesso si ritiene che una spruzzatina di rosso sul blu del mare in un tramonto con le nuvole nere COMUNQUE faccia si che la fotografia sia " bella" ... ma a mio avviso non è così, almeno non sempre.



Messaggio Modificato (21:51)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 41 di 70
0 x grazie
Link
per santino

HCB era un saggio ... molti grandi fotografi si affidano a grandi stampatori è logico . il mestiere dello stampatore è cosa differente da quello del fotografo ... e credo che sia già una gran cosa saper far bene una cosa sola .Le conoscenze in sede di stampa sono assolutamente differenti da quelle richieste ad un fotografo. Unico che zso stampa da sempre in proprio è Don mccullin che afferma di essere così geloso dei propri negativi da non poterli affidare a nessuno.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 42 di 70
0 x grazie
Link
Per erasmo

questo lo so è un piccolo problema soprattutto che capita quando davanti al naso, mentre stai facendoti gli affari tuoi, ti si para davanti un alieno con 2 macchine e te le punta addosso. In linea generale è un problema che non mi pongo troppo anche se poi ragionandoci penso che se fosse capitato a me mi sarei un po' innervosito.
Dipende molto da dove ti trovi all'estero (meno industrializzato chiamiamolo così) non ho mai avuto problemi. Cerco anche di capire in anticipo quali sèpossono essere i miei margini di sicurezza. c'è chi dice che instaura un dialogo, chi si fa accettare, chi entra in punta di piedi e chi irrompe . Io faccio tutte queste cose talvolta insieme ma non ci sto molto a pensare... non ho mai avuto problemi e quando inizio a fotografare non è che ragioni troppo sul fastidio che arreco però poi in genere vengo accettato anche perchè dato che sono un po' appariscente per attrezzatura e stazza la gente mi chiede dove verranno pubblicate le loro foto, sono curiosi. Ogni tanto le regalavo pure ... le spedivo a chi me le chiedeva . ora lo faccio meno perchè è un lavoraccio.
In italia è differente . un giorno sono stato fermato fino all'arrivo dei carabinieri perchè su un autobus ho fotografato una bambina ... ho perso 3 ore a spiegare... in italia è un grande problema pe questioni di privacy e bisogna stare molto attenti.

in definitiva però alla gente che incontro, spesso in luoghi sperduti, alla gente piace , si ritiene importante ed inconsapevolmente lo è.
laura fogazza laura fogazza Messaggio 43 di 70
0 x grazie
Link
Ciao Luca,

cosa pensi dell'enorme diffusione della fotografia tra i giovanissimi e dell'uso che ne fanno?
...ed anche di questa nuova immediatezza, talvolta anche esibizionistica, della documentazione quasi sempre in presa diretta...della realtà e dell'accadimento del reale...dall'avvenimento catastofico (alluvioni o altro) ai fatti più quotidiani ed usuali (casalinghi o personali)?


grazie
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 44 di 70
0 x grazie
Link
ne penso davvero male.sopratutto malissimo di quelle iniziative che ormai hanno preso largo spazio quali ad esempio le foto dei lettori che documentano certi avvenimenti. Ultimo esempio a Genova con l'alluvione il Secolo XIX ha pubblicato per giorni paginate di fotografie inguardabili dei lettori che documentavano inizialmente l'avvenimento e dopo tutto quanto era accaduto. Ai giornali conviene, non pagano il servizio e riempono, i lettori/fotografi hanno i loro 15 minuti di notorietà ma il risultato è penoso.
Fotografie senza senso, senza una struttura logica , ripetitive e di bassa qualità sia tecnica che documentaristica.
circa l'uso della fotografia da parte di ragazzini ne penso, se possibile, ancora peggio. ma si sa se su facebook non hai tanti amici non " condividi" tanti eventi o amenità simili non sei nessuno .. . Se la gente vuole fotografare liberissima di farlo ma si dovrebbe avere il pudore di non dare " a stampa" del materiale il più delle volte pessimo e le restanti, inguardabile

se l'interesse dei giovanissimi è per la stragrande parte fatto della cultura del Grande Fratello, del gossip, ed in generale dell'effimero inconsistente e non di quella dello studio , dell'interesse, della partecipazione ( non tutti la pensano così , ma sono davvero pochi gli altri) allora la loro "fotografia" sarà coerente con il loro stile di vita.
Questo non vale in senso opposto. molto spesso mi sono scontrato con certeassociazioni con cui ho collaborato che demandano la loro immagine a " fotografi per caso" tipo operatori sanitari, personale missionario, sostenitori etc. il risultato è che il messaggio che demandano alla fotografia è controproducente.



Messaggio Modificato (8:45)
laura fogazza laura fogazza Messaggio 45 di 70
0 x grazie
Link
Grazie per la risposta Luca che ovviamente sottolinea un dato di fatto...e cioè la sempre più frequente eccessiva "immediatezza" cui il mondo in cui viviamo ci ha ormai abituato...e di cui i giovani ed i giovanissimi...sono fruitori e attori in primissimo piano...ovviamente...

una immediatezza...che certamente penalizza quella giusta "distanza" che è propria della riflessione, dello studio, della "cultura" in senso ampio...ed anche ovviamente della professionalità...

ma una immediatezza, anche, molto vitale a volte...soprattutto come modalità di scambio di conoscemze...nonché di esperienze...



grazie per la tua risposta
Partecipa nella discussione! Registrati gratuitamente!
Registrati gratuitamente
vers
le haut