... ilmondodieLIOT (Cristina Finotto)

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lucy franco lucy franco   Messaggio 1 di 46
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Vera e propria ambasciatrice della sua terra, e di quel Po che lei sa vivificare e rendere simbolo di tante storie raccontate dalle sue fotografie, (Cristina Finotto) fa emergere dalle nebbie i toni sospesi tra passato e presente arrivando a toccare il cuore di tanti.

ilmondodieLIOT - ilmondodieLIOT - lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - nel silenzio di un ricordo ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - the silence of the land ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - canne al vento ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - fedeli abitudini ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:03, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 2 di 46
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ilmondodieLIOT - earth day ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - dalle terre di Mezz(an)O ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - l'inizio di un giorno nuovo ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - enchantment ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - green fog ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:16, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 3 di 46
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Storie che si dipanano con ricchezza di appunti poetici, a cominciare dalla sua, raccontata tra intimismo e velata malinconia, nelle sue immagini, come nelle sue parole.


D -- La fotografia è una parte di te stessa che testimonia il tuo mondo, e il paesaggio della tua terra sembra avere una prevalenza come soggetto privilegiato: quanto è forte e necessario questo legame in fotografia?

R -- Non sono nata qui ma questo Polesine, dove ho messo nuove radici e creato una famiglia, mi ha completamente conquistata, ha un che di magico, di misterioso. Amo profondamente ogni elemento, a partire dal fiume che mi passa accanto. Ho la fortuna di abitare a due passi dal Po, mi basta salire l’argine per vederlo nel suo lento scorrere o a volte nelle sue impetuose piene. Il fiume mi assomiglia, mi sento parte di questa terra che mi ha adottato, che mi ha dato e tolto molto e a volte il mio rapporto con il Polesine diventa conflittuale, di amore e “odio” quasi; ma ormai mi sento una donna del Delta, come in una mia famosa poesia, ritenuta da molti una specie di bandiera per le donne di questo posto. È talmente forte questo legame che arrivo ad amare persino la nebbia perché nasconde, cela, come faccio spesso con le mie foto che non amano apparire troppo, chiedendo umiltà di sguardi. Uso una specie di personificazione per gli elementi che mi stanno attorno, parlo con loro, li ascolto, li abbraccio, li accarezzo, tutto quello che trovo in natura lo ritengo un dono meraviglioso e sento dentro di me come un’urgenza di segnare le stagioni che passano con la mia macchina fotografica, quasi come in un album di vita e passaggi da sfogliare quando sarò vecchia e non avrò più la forza di andare per argini. Il legame tra la terra polesana e la mia fotografia, tra me e il fiume ormai si è consolidato e molto spesso in alcuni scatti diventa racconto di me stessa. Nella mia fotografia succede che mi scavo dentro tirando fuori, attraverso le immagini, le pieghe della mia anima. Io credo che cogliendo l’essenza di alcuni elementi si riesca a cogliere anche la nostra essenza più intima. Leggendo il libro “La mia vita intera” del grande maestro Mario Giacomelli, un uomo di un’umiltà infinita e pensando al suo ultimo lavoro fotografico “Questo ricordo lo vorrei raccontare”, mi ci ritrovo molto nel suo modus operandi, nel suo pensiero sulla fotografia e Mario dice: “Io di tecnica non conosco niente. Io so che accade qualcosa davanti ai miei occhi e qualcosa dentro di me, e non so come fermarla, so che ho questa macchina tra le mani e le foto diventano immagini delle nostre sensazioni; è come rubare per la memoria qualche cosa che è accaduto e che non vuoi dimenticare, qualche cosa che parla del passato”.
lucy franco lucy franco   Messaggio 4 di 46
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D -- Fai fotografia col cuore, col pensiero e con la passione: cosa è più importante per te?

R -- Credo sempre con il cuore in primis, poi arriva il pensiero che si trasforma in umile poesia e poi la passione, ormai la fotografia è entrata prepotentemente nella mia vita. Avedon diceva. “Se non faccio qualcosa per la fotografia nella giornata mi sembra di aver trascurato qualcosa di essenziale“, ecco io penso la stessa cosa con l’aggiunta che se non fotografo qualcosa ogni giorno dei miei amati luoghi sento in qualche modo di trascurare il mio territorio, la gente del mio Po.

ilmondodieLIOT - il fiume non fa più paura ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - bn ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - . ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - .. ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - ti presento il fiume ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0



D -- Hai un back ground di esperienze letterarie: è stato per te conseguenziale passare da un mezzo espressivo come la scrittura, ad un mezzo espressivo come la fotografia? Come è avvenuto?

R -- Non mi autodefinisco né poeta né fotografa, la poesia l’hanno fatta i grandi della letteratura, la fotografia pure. Io sono una specie di cantora, che raccoglie il canto della sua terra e lo trasforma a volte in parole a volte in immagini. Prima di cominciare con la fotografia scrivevo per me stessa, lo scrivere mi è sempre stato terapeutico, io lo chiamo il mio anestetico alle mancanze, soprattutto dopo la perdita di mio padre e alle parole ritenevo necessario molte volte abbinare delle fotografie che fossero attinenti al tema dello scritto. Da poco invece, quando scatto o guardo le foto degli altri, mi arrivano parole improvvise e mi sento di narrare quel luogo anche se non l’ho mai visitato di persona, quasi una Salgari moderna persa nei suoi viaggi immaginari. Tutto questo lo trovo straordinariamente bello, la fotografia mi dà la possibilità di viaggiare dentro me stessa riscoprendo un idioma profondo, un linguaggio che porto dentro il cuore da cui è difficile staccarsene. La fotografia per giunta è qualcosa da cui trarre lezioni di vita, oltre che un mezzo espressivo, è un mezzo per instaurare rapporti umani anche tra le persone e questo mi è sempre piaciuto fin dai tempi di mio padre. Non so esattamente come sia avvenuto il passaggio dallo scrivere al fotografare so che è capitato e di questo ne sono felice, forse la fotografia come la poesia sono sempre stati dentro di me.
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:24, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 5 di 46
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D -- Quasi sempre le tue fotografie sono corredate da tue didascalie: nasce prima l’immagine o prima il testo?

R -- Di solito prima l’immagine e poi il testo. L’uscita dei miei due piccoli libri con un editore locale e le mostre sono state esigenze personali per dimostrare al mondo le mie capacità e il poter condividere le mie emozioni, questo accade anche quando guardo le foto degli amici qui in Fc e parte la voglia di raccontare quell’immagine. Da quando ho cominciato a fotografare scrivo un po’ meno, ma dalla mia iscrizione in Fc devo dire che non ho mai smesso di produrre parole, sono molte le foto degli amici che mi hanno fatto imbastire nuove poesie e piccoli testi di prosa.


D -- Può raccontare la fotografia situazioni che la scrittura non può comunicare? C’è una tua fotografia che ce lo può testimoniare?

R -- Per la prima domanda credo di sì, ci sono alcune foto potenti per il soggetto ritratto o la situazione che raccontano molto di più di cento libri ed un’immagine può sopperire benissimo uno scritto, questo è un mio parere personale perché mentre le parole nel libro sono uguali per tutti, quell’immagine può essere interpretata e muovere emozioni diverse in ognuno di noi. La fotografia è bella proprio perché è tremendamente soggettiva e può essere letta da qualsiasi ceto sociale, è un linguaggio universale che accomuna emozioni in tutte le lingue del mondo.
Per la seconda domanda, sì c’è ed è la foto delle mani di mia madre Elena,

ilmondodieLIOT - e spezzò il pane ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0

perché bisogna solo guardarle, in quella foto, per capire il suo lavoro, la forza e il coraggio passati per quelle mani, sono mani che hanno una storia dentro fatta anche di tanti sacrifici, sono mani che hanno tanto lavorato nei campi da ragazza, sono mani che non hanno mai riposato e che ancora oggi non trovano riposo visto che mia madre, alla bella età di 82 anni, continua a fare la contadina respirandosi tutta la libertà dell’aria dentro il suo orto. Averle ritratte con quel pane spezzato mi ha ricordato quasi la passione di Cristo, il sacrificio di una vita intera per il lavoro, per la sua famiglia, per mio padre che amava profondamente, per noi figli, per la gente che le sta attorno dandosi incondizionatamente a tutti. È un‘immagine che parla da sola nel silenzio di un muro, nessuna parola racconterebbe meglio la bellezza interiore di Elena, il suo animo selvatico. Lei, madre con le unghie nere come un meccanico dentro un’officina chiamata Vita.
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:26, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 6 di 46
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D -- Per te la fotografia ha un significato intimo, molto personale: raccontaci una tua immagine che senti particolarmente rappresentativa di te.

R -- “Il bambino che regalava pesci” credo sia una delle immagini a cui sono più legata, amo i bambini all’infinito, spesso mi trovo a fotografarli o addirittura mi vengono a chiamare a casa per farlo.

ilmondodieLIOT - il bambino che regalava pesci ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0

Fabio, il bambino che regalava pesci, è stato un incontro di fiume bellissimo ed emozionante, veniva dalla città quel bambino e vedevo in lui tutta la purezza dell’infanzia, la voglia di conoscere il mondo fluviale in tutti i suoi aspetti, dalla pesca ai tuffi di suo zio, al suo cane che nuotava felice nell’acqua, lo vedevo nel pieno della sua energia, nell’età bella della scoperta, dell’esplorazione. Alla liberazione dei pesci mi si è presentato con questo pesciolino in mano per farmelo vedere, quasi per regalarmelo, nel suo sguardo ho visto tutta la sua spontaneità, una luce particolare di stupore negli occhi e lì ho scattato con la mia nuova macchina fotografica che avevo da pochi giorni. Porterò per sempre dentro di me quel suo sguardo di curiosità per le cose di questo mio mondo fatto di terra e acqua.
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:28, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 7 di 46
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D -- Guardando le fotografie di un altro autore, un amico o un Maestro, cosa deve fermarti lo sguardo? Quale elemento consideri necessario?

R -- La foto mi deve emozionare da subito, non c’è una cosa in particolare che mi deve stupire, ma tutta la foto in sé, se poi racconta una storia ancora meglio, se in me mi si muovono parole che poi diventano poesia ancora di più so che quella foto non è da dimenticare, non vado a guardare gli elementi tecnici, ma mi ascolto dentro. La foto deve avere qualcosa di non banale, mi deve dire che avrei voluta scattarla io, che dentro quella storia ci sono anch’io, quella storia mi deve assomigliare, creare empatia. Mi deve dire avrei voluto essere lì a guardare chi l’ha scattata, parlare con il soggetto magari ritratto e alla fine abbracciarlo anche a ringraziamento dell’emozione ricevuta. Diceva un mio amico a proposito della poesia: la poesia deve avere dei lampi, deve stupire, non possiamo leggere poesie che si spacciano per tali se quelle parole sono parole comuni come di due che parlano davanti ad un cappuccino e una briosce e il presunto poeta, che si crede tale, verticalizza quelle parole per farle sembrare poesia, così deve essere anche per la foto.
lucy franco lucy franco   Messaggio 8 di 46
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D -- Sei molto attiva come espositrice in manifestazioni pubbliche: raccontaci la tua ultima Mostra . Cosa ti ha dato come emozione, rapporto col pubblico, esperienza?

R -- Nelle tre esposizioni che ho fatto, mi sono trovata catapultata in un mondo tutto nuovo da affrontare, difficoltà logistiche, pochi fondi per costruire un qualcosa di valido e con le sole risorse umane a disposizione ben poche anche quelle. La fatica fisica c’è stata oltre alla soddisfazione personale, ho avuto un attimo di cedimento di fronte ad un critico, ma l’ho superato cercando in me stessa quello che veramente desideravo per essere felice. Anche se alle prime armi ho ricevuto tante attenzioni dalla persone del mio paese che non sapevano di questa mia passione e da tanti amici di Fc che sono venuti anche da lontano e che incontravo per la prima volta. La tappa di Sermide (Mn) è stata un incontro straordinario di generosità, non finirò mai di ringraziare infinitamente tutti i volontari, l’Amministrazione comunale, tutte le Genti dell’altra sponda del fiume grande, il Po sa fare anche questo, unire sentimenti comuni. Poi le parole più belle me le hanno lasciate i bambini abbracciandomi intensamente con le loro frasi e cuoricini disegnati sul libro delle presenze, un quaderno diventato ormai prezioso per me.

ilmondodieLIOT - bare foot on my land ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - l'uomo che camminava sulle nuvole ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT . ilmondodieLIOT . lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - mattino ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0


ilmondodieLIOT - verso un sogno ilmondodieLIOT -… lucy franco 12.11.13 0



D -- Il tuo prossimo progetto in agenda

R -- Vorrei che la mostra “A piedi nudi sulla mia terra” diventasse itinerante per far conoscere questa mia terra a volte troppo dimenticata e maltrattata. Far sentire agli altri tutto il mio amore, la dedizione che ho per il Polesine, valorizzare in qualche modo il Parco del Delta del Po attraverso le mie immagini che testimoniano la bellezza che ancora il mio fiume sa regalare, la vita semplice della gente, il carico d’umanità che ancora esiste in questi territori. Portare inoltre alla luce di alcuni amministratori il degrado che alcune spiagge e oasi golenali stanno subendo a causa dell’inquinamento e dell’incuria dell’uomo. Spero che tutto questo possa realizzarsi presto e che il Delta possa vivere di un turismo intelligente e che alcuni progetti inquinanti, come la centrale Enel di Polesine Camerini, mio obiettivo politico-fotografico, siano per sempre accontonati.
Ultima modifica di lucy franco il 12.11.13, 11:38, modificato 1 volta in totale.
lucy franco lucy franco   Messaggio 9 di 46
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Un colloquio emozionante e intriso di verità, che può continuare ancora grazie alle vostre domande a Cristina , sempre disponibile e attenta.

Nella prossima intervista si leggeranno riflessioni e pensieri sulla fotografia, dettati come una confessione a sé stesso, da chi con la Vecchia Signora, per professione, si contende ogni giorno il labilissimo confine tra la vita e la morte.
Medico, anestesista, rianimatore, specchia il proprio tormento, e la propria conflittualità nelle sue immagini, “ la fotografia per me: un mezzo per raccontare non un fine da raccontare, ed osservandola dopo, scopro angoli nuovi…armonie celate…dissacrazioni nascoste…altari supportanti pilastri oscuri del soggetto - oggetto e di … me… sì, credo che possa servire a sconnettersi dalle notti di luna assente, fermandosi ad aspettarla.-))”.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 10 di 46
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aspettavo con molta impazienza questa intervista e l'attesa è valsa la pena. Leggerla mi ha reso davvero felice .
Prima di passare alla domandina di rito vorrei soffermarmi su una fotografia che a mio avviso è straordinaria : " il bambino che regalava i pesci". Si potrebbe scrivere un saggio su questa immagine ma non è qui il luogo . Dico solo che mi ricorda una delle mie fotografie preferite ( non è però una delle tre famose)... il bambino con la baguette che corre.
anche su tutto il resto si potrebbe scrivere una infinità di cose ma anche questo non è il luogo .. l'immagine con le mani è straordinariamente giacomelliana non solo per l'aspetto visivo ma soprattutto per il perchè e questo, si sa, è assolutamente personale.

" io sono nato piccolo, e tale voglio rimanere" ... mai credo questa frase può essere più corretta . ma l'essere piccolo e muoversi con la leggerezza, mi si perdoni la licenza poetica " di una onda sulla riva di un fiume", è grande cosa.

ed ecco la domanda , anzi le domande:
tu , e questa è la tua ricchezza fotografi , almeno per quanto ne so io, s.empre nei tuoi luoghi . Sei la prova vivente che non bisogna andare distante . Qualcuno , non mi ricordo ci, ha scritto che la fotografia si può fare non allontanandosi più di 100 metri da casa. Ed è vero. Ed ecco allora che ti chiedo: in questo tuo quotidiano agire cerchi o speri che questi ti trovino? Molto spesso le tue fotografie passano da campi lunghi a close up stretti ... la nebbia e le mani ... un topinanbur ed un pioppeto , un pesce nelle mani ed un cielo infinito . il tuo approccio, non tecnico ( non mi interessa) ma personale è sempre lo stesso oppure senti, talvolta, la necessità di avvicinarti alle persone per superare il filtro delle "betullanee" luci che tutto avvolgono? e se si( e anche se no) quale cosa ritieni fondamentale il racconto . delle persone ( in esse si può sempre trovare la loro storia) oppure la poesia del luogo?
l'altra domanda è più personale: mi dai la ricetta di tua madre del "baccalà alla vicentina"?

grazie perchè credo che queste tue parole siano di grande valore all'interno di unasocietà che spesso pensa solo ad " essere grande". Natualmente estendo questo mio pensiero a Lucy che sa ....
Maurizio Moroni (UKPhoto) Maurizio Moroni (UKPhoto)   Messaggio 11 di 46
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Ho letto d’un fiato questa tua intervista, guidata con competenza e spessore da Lucy ed ho assaporato l’amore che traspare per la tua terra d’adozione lasciando che le tue parole fluissero come il grande fiume e divenissero quadri ricchi di emozione e fascino…
Ne esce un ritratto intenso, connubio di parole ed immagine… o più semplicemente di terra ed acqua come è da sempre questa fantastica zona e la sua popolazione… Mi ha avvinto sentir raccontare del tuo rapporto conflittuale con il fiume perché l’hai antropomorfizzato pur rispettandone la natura elementale… ed infondo con chi si ama la conflittualità non manca mai no? Forse proprio per troppo amore…
Essendo cresciuto tra Naviglio Martesana e fiume Adda ed avendo sempre amato le realtà fluviali in giro per il mondo, sono ben conscio della loro complessità umana, paesaggistica e naturalistica… ho ammirato tue foto come “S” e “la casa d’Acqua” che colgono il delicato connubio tra elementi umani e naturali o “Quando sono” che parla in maniera intimista di quelle terre… e mi chiedevo cosa ti spinge ad uno scatto? Tra le mille situazioni che si presentano ai tuoi occhi qual'è la scintilla che ti fa dire: “Questo istante è mio e lo voglio raccontare con una foto”?
Una seconda curiosità riguarda invece la musica: Il polesine è terra di grandi artisti anche in campo musicale e tante iniziative come quelle di Leonardo Finotti e mi chiedevo se tu, che già vivi la fotografia come una realtà interdisciplinare, associassi alle tue visioni poetiche e fotografiche particolari brani della tua terra adottiva o della tua cultura in generale!
Ti ringrazio per la tua bella intervista e le immagini/parole che ci fanno riscoprire un mondo bucolico, non certo facile ma sicuramente di grandissimo fascino e ringrazio anche Lucy per avermi fatto conoscere te!
Messaggio moderato il 12.11.13, 11:38.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 12 di 46
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Grazie a Lucy per le parole che mi ha dedicato, sono felice ed emozionata...
venire dopo fotografi del calibro di Moroni o Roby b. e altri grandi, per me, sinceramente che sono così poco, è un grande onore...
Devo un attimo trovare la fermezza per poter rispondere a Luca e a Maurizio, datemi un po' di tempo e ritornerò con le riposte per voi,
Un caro abbraccio a tutti e a chi verrà dopo:), grazie infinite per i complimenti che rafforzano e mi danno modo di continuare questo mio cammino fotografico, questo bellissimo viaggio dentro di me e lungo i luoghi della momoria.
Arnaldo Pettazzoni Arnaldo Pettazzoni Messaggio 13 di 46
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Ecco!!!! proprio su quella foto del bambino sul margine del grande fiume, dal viso soddisfatto che dona un pesce, trovo la tua identità ...mi porta senza nessuna deviazione ad uno dei tanti fotogrammi di neorealismo di De Sica .
La tua identità!!!......ho la presunzione di conoscerti a sufficienza per non porre domande.
Le tue risposte le elenco io e tu mi dirai se ho frainteso, rivolto cosi la consuetudine sperando di non essere scortese.... ma è tanta la mia convinzione di sapere fotograficamente quasi tutto di te che azzardo.
Il tuo sottovoce costante è anche nelle tuo immagini, difficile sentirle gridare, sono di solitudini incantate, ovattate da sogni reali …..a volte credo tu sia sospesa.
Scivola silenziosa l'arroganza su di te.
La poesia scritta è un dono che non mi appartiene Giulia..dunque!!!.. per un verso ti invidio, ma nell'averti conosciuta personalmente proprio sul lato di quel fiume... ho realizzato di aver avuto fortuna, naturalmente per l'altro verso, quello che in parte mi appartiene.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 14 di 46
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Letto l'intervista, che dire? Fa piacere sapere che esistono persone/personaggi capaci di umana profondità.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 15 di 46
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Caro Luca grazie delle domande, sono felice che tu sia stato il primo, credo di avere imparato proprio da te, da quando sono iscritta in Fc, a riguardare meglio la mia fotografia, dopo i nostri lunghi incontri/scontri, che mi hanno fatto meditare sul vero senso della ricerca fotografica in primis dentro me stessa. La strada è ancora lunga, io sono solo al primo scalino, come scrisse Kavafis in una sua poesia che tengo come un libretto della messa:).
Ma veniamo al baccalà no anzi alle risposte:).
A volte mi chiedo: “ Ma davvero mi è rimasto ancora qualcosa da fotografare di questa mia terra?
Questo mio Delta che ho percorso in lungo e largo con la mia bici o a piedi. A volte ho quasi paura di non avere più materiale da fotografare e cadere nel banale, in ripetizioni fotografiche. Ma il Delta del Po è una terra di cambiamenti continui, se passi per un posto e lo fotografi, ricordati che poi dopo un mese la tua foto sarà completamente diversa, non solo per le stagioni o la luce, ma proprio perché quel luogo ha avuto una trasformazione morfologica del territorio e allora mi accorgo che ancora questo Polesine ne ha di cose da regalare che finiranno dentro la mia macchinetta. Non servirà certo nessun viaggio fatto di km, continuerò il mio viaggio qui dentro e fuori di me, attorno a me, osservando tutto quello che ancora di nuovo i miei occhi devono scoprire di questa immensa terra. Mi piace andare incontro ai luoghi, sono come tappe d’obbligo; qui è consuetudine per gli uomini di Po andare ogni giorno a “trovare” il fiume è così per me è diventata la fotografia, un rito da celebrare con la mia natura che a volte mi viene a trovare in testa quando penso ad una foto che vorrei fare, che vorrei trovare e quando mi alzo e guardo fuori penso che accadrà, che sia di nebbia o sole, ma so che arriverà.
Molte volte ho bisogno di parlare con i soggetti che fotografo, spesso sono persone del posto che ormai mi conoscono, che fermo per chiedere della loro salute e che poi gentilmente con grande disponibilità mi fanno da modelli, per loro è un gioco nuovo diciamo, si sentono protagonisti di una posa e ne sono felici perché qualcuno ha dedicato a loro qualche attenzione ascoltandoli e regalando a loro un sorriso, in cambio io ricevo sempre delle storie bellissime tra ricordi e memorie. Poi come sai di luoghi poetici da dove può partire una poesia o un’immagine il Delta ne è pieno, basta saper guardare e imparare ad essere dei piccoli esploratori, cercando anche nelle cose più semplici.
La ricetta te la scriverò per email, perché sono prolissa nelle risposte e diventerebbero troppo lunghe. Spero di avere risposto a tutto, grazie ancora Luca, la nebbia ti aspetta:).
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