... Gianpaolo Giambuzzi

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Maurizio Moroni (UKPhoto) Maurizio Moroni (UKPhoto)   Messaggio 16 di 27
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Ed allo stesso modo accade con le tue visioni dell'uomo molte volte presenza schiva e quasi persa nel contesto come in Extempore

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o solida e poetica della sua vivifica realtà, tanto in un singolo gesto che di persona, come in Gocce di luce

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Tutto questo parla di una capacità estremamente articolata del rapportarsi alla "realtà" e di saperla osservare nelle sue sfumature più complesse e sicuramente è conseguenza della tua profonda conoscenza dei mondi a cui si affacciano le varie arti figurative...
Mi chiedevo qual'è lo spirito con cui ti approcci alla quotidianità con la macchina fotografica in mano? Le tue foto nascono da una ricerca, da un'idea pregressa (il cosiddetto progetto) o sono frutto di estemporaneità?
Ancora sinceri complimenti a te per i risultati estremamente comunicativi e a Lucy che ogni settimana dona una una preziosa perla alla sua collana di approfondimenti sul variegato mondo fotografico!
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 17 di 27
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Definire interessante questa intervista lo trovo riduttivo.
Non sono del tutto convinta della tua asserzione sull'impossibilità di un uso documentaristico o commerciale della pittura, a differenza della fotografia, perché vorrebbe dire, già in quella classica rinascimentale, negare la figura del mecenate e quindi dimenticare che la pittura era spesso finanziata proprio per "pubblicizzare" gesta o personaggi come i Medici, gli Sforza, i Gonzaga nonchè i vari Papi e conseguentemente tutta la produzione cavalleresca e religiosa spesso commissionata e ritraente ante litteram i nobili dell'epoca opportunamente "abbelliti e vincenti"! Mi interessava chiederti se potessi approfondire questo punto?
Venendo invece all'aspetto più prettamente fotografico mi sembra di aver notato la ricorrenza di un'atmosfera crepuscolare nella tua fotografia paesaggistica, un'assenza di solarità a favore di nubi pesanti e nebbie fitte e ti vorrei chiedere l'origine di questa affinità.
Grazie per l'attenzione! Valentina
Blve Blve   Messaggio 18 di 27
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si intervista interessante ed istruttiva .. mi preme una riflessione sull'arte.
La pittura, a differenza della fotografia, è intepretativa per definizione mentre la fotografia è documentale. L'arte moderna stravolge e spesso inverte queste definizioni. A vantaggio della fotografia la faclità di manipolare il reale in post produzione rendendo "popolare" o come qualcuno dice "involgarendo" il messaggio. Per dipingere occorrono conoscenze e pratica cosa che invece, nella fotografia, sembra sia non necessario ... La realtà invece ci obbliga a comprendere che qualsiasi forma espressiva, se non suffragata da una conoscenza tecnica e linguistica, da esperienza e sperimentazione, non consente di creare arte. una bella fotografia potrebbe essere fine a se stessa ma non comunicare nulla (botta di fortuna), un bel quadro è invece frutto di un elaborazione progettuale che implica tempo e dedizione ...
antonio rolandi antonio rolandi Messaggio 19 di 27
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... Nonché ingegno. Ho conosciuto tanti fotografi, perlopiù professionisti, che ne sono totalmente privi, ma riescono a sopperire con altre e numerose qualità (umanità, sensiblità, conoscneza tecnica) e a realizzare immagini che io posso solo scordarmi. Insomma in fotografia secondo me la scintilla del genio non è indispensabile, in pittura sì. Questo non è certeamente il tuo caso, caro Giambuzzi. Foto bellissime, geniomunite.
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 20 di 27
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Citazione: lucy franco 12.11.12, 02:43Al messaggio citatoUn regalo prezioso, questo contributo di Gianpaolo per le nostre interviste.
Un capitolo di grandissimo spessore culturale a disposizione di tutti coloro che vorranno approfondire col nostro Ospite.
Gli rinnovo ancora una volta ringraziamenti sinceri e tanti, per il suo tempo e per la sua rara cortesia.


Lei è giovanissima, ma se il buon giorno si vede dal mattino, l’Autrice della prossima settimana è da tenere d’occhio… introspezione e grande sensibilità, caratteristiche che le sono proprie, e che con sincerità attraversano tutti i suoi scatti.
“la fotografia è un “fare i conti con se stessi”.. quando mi trovo davanti all’obiettivo è l’inconscio ad avere la meglio, tutto ciò che rappresento viene tutto dall’interno, di razionale c’è ben poco e questo non può che manifestarsi attraverso il Corpo.. alla fine è il Corpo attraverso cui si manifestano tutti gli istinti più nascosti di ognuno di noi, è il Corpo che è a diretto contatto con l’ambiente esterno, è sul Corpo che abbiamo le tracce di tutto ciò che abbiamo vissuto e di cui sentiamo il peso ed è sul Corpo che tutto ciò diventa visibile.. ed è questo il Corpo che io rappresento nelle mie fotografie. “


Per prima cosa, scusatemi amici, se rispondo con considerevole ritardo, ma in questi giorni gli impegni di lavoro, mi hanno tenuto lontano da questi spazi.

Poi non posso che ringraziare Lucy per le belle parole espresse e, la ben strutturata ed abile intervista, come ho gia' fatto privatamente, ritenendola persona ricca di capacita' non comuni.

Seguo con le risposte alle vostre domande.
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 21 di 27
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Citazione: Maurizio Moroni (UKPhoto) 12.11.12, 09:05Al messaggio citatoEd allo stesso modo accade con le tue visioni dell'uomo molte volte presenza schiva e quasi persa nel contesto come in Extempore

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o solida e poetica della sua vivifica realtà, tanto in un singolo gesto che di persona, come in Gocce di luce

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Tutto questo parla di una capacità estremamente articolata del rapportarsi alla "realtà" e di saperla osservare nelle sue sfumature più complesse e sicuramente è conseguenza della tua profonda conoscenza dei mondi a cui si affacciano le varie arti figurative...
Mi chiedevo qual'è lo spirito con cui ti approcci alla quotidianità con la macchina fotografica in mano? Le tue foto nascono da una ricerca, da un'idea pregressa (il cosiddetto progetto) o sono frutto di estemporaneità?
Ancora sinceri complimenti a te per i risultati estremamente comunicativi e a Lucy che ogni settimana dona una una preziosa perla alla sua collana di approfondimenti sul variegato mondo fotografico!



Grazie Maurizio, per le parole espresse, sono lusingato.

Rispondo alle tue domande

Credo che il quotidiano sia motivo di stimolo per capire la realta’ che ci circonda, quindi sicuramente rappresenta lo spunto per esprimere concetti, idee, attraverso mezzi a me consoni.

Il frutto estemporaneo di un lavoro, puo’ anche rappresentare una situzione contingente,ma cerco attraverso questa “veloce” ma non superficiale visione della realta’, di capirne i mutamenti futuri, o possibili parabole di percorso...

Alcune volte invece il ragionamento puo‘ stimolare facolta’ visionarie ( non dico che io ne abbia... ).

Sicuramente pero‘ l’ intuizione la cerco in ogni dove...
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 22 di 27
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Citazione: Valentina Gontier 13.11.12, 17:06Al messaggio citatoDefinire interessante questa intervista lo trovo riduttivo.
Non sono del tutto convinta della tua asserzione sull'impossibilità di un uso documentaristico o commerciale della pittura, a differenza della fotografia, perché vorrebbe dire, già in quella classica rinascimentale, negare la figura del mecenate e quindi dimenticare che la pittura era spesso finanziata proprio per "pubblicizzare" gesta o personaggi come i Medici, gli Sforza, i Gonzaga nonchè i vari Papi e conseguentemente tutta la produzione cavalleresca e religiosa spesso commissionata e ritraente ante litteram i nobili dell'epoca opportunamente "abbelliti e vincenti"! Mi interessava chiederti se potessi approfondire questo punto?
Venendo invece all'aspetto più prettamente fotografico mi sembra di aver notato la ricorrenza di un'atmosfera crepuscolare nella tua fotografia paesaggistica, un'assenza di solarità a favore di nubi pesanti e nebbie fitte e ti vorrei chiedere l'origine di questa affinità.
Grazie per l'attenzione! Valentina



Intanto vorrei ringraziarti per il tuo intervento e, per il concetto espresso a riguardo dell' intervista.

Rispondo alla tua domanda, molto pertinente e a sua volta interessante, perche’ suggerisce la possibilita’ di approfondire un delicato argomento della pittura e dell’ arte in genere.

Credo prima di tutto che sia doveroso anche se sono sicurissimo che ne conosci il significato, fare un distinguo tra mecenate e, mercenario quindi commerciale, essendoci fra le due parole una fonetica simile, ma solo nel suono.

La funzione di mecenate che ricordi nella tua domanda, rappresenta in termini specifici:
“ricco e generoso protettore di artisti e arti; chi finanzia lo sviluppo delle arti” molto lontano quindi dal concetto di commerciale.

Il significato di tale termine e’ antico come il mondo e anche qui nasce nuovamente una naturale “indecisione” perche’ anche alla parola femminile di mercenario spesso e’ associato un mestiere antico come il mondo.

http://www.treccani.it/vocabolario/pros ... e-Contrari)/

Torniamo al mecenate che invece deriva (dal nome di Gaio Cilnio Mecenate, 68 a.C. - 8 d.C.)

“Gaio Cilnio Mecenate nacque ad Arezzo nel 68 a.C. circa da un'antica famiglia etrusca, fu influente consigliere di Ottaviano Augusto; morì nell'anno 8 d.C.”
Egli formò un circolo di intellettuali e di poeti che protesse, incoraggiò e sostenne nella loro produzione artistica. Fra questi si possono annoverare Orazio, Virgilio e Properzio. Molte opere di questi poeti sono a lui dedicate.”

Detto questo, arriviamo alla corte dei “potenti”....

Come fin qui spiegato quindi, l’ arte e la pittura ad esempio quando prodotta attraverso una committenza, si pone al servizio dello scopo richiesto. La differenza sostanziale e’ pero’ in cio’ che un artista attraverso questo mezzo riesce a comunicare di importante e, se va oltre al soggetto in se‘ per se’ bellamente rappresentato...

Se un fotografo viene chiamato a scattare fotografie che rappresentano un bel paio di scarpe, a noi poco importa dell’ espressione che avesse il modello che le calzava, anche perche’ non lo si vede, oltretutto il motivo principale e‘ pubblicizzare il bel paio di scarpe. In pittura se alla corte dei Medici avessimo dipinto un bel paio di scarpe di Lorenzo dei medici, credo sarebbe interessato a nessuno.

Quello che e’ rilevante invece e‘ che quel paio di scarpe appartiene a Lorenzo dei Medici. Così nasce la pittura iconografica, narrativa, ma differente da quella commerciale che invece vuol rappresentare il prodotto in se’ per se’, tralasciando ogni significato espressivo o anche di appartenenza.

Quindi segnalando un ritratto di Lorenzo dei Medici, molti si aspetterebbero di vedere un Brad Pitt,
invece....
visto da Girolamo Macchietti
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Loren ... tratto.jpg

oppure quello forse piu‘ famoso di Agnolo Bronzino...
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Lorenzo_de_Medici.jpg



Adesso il discorso si apre sui nobili scopi

E’ così nobilitante per la pittura rappresentare le effige di un ricco signore che vuol pubblicizzare il proprio stato sociale, oppure divulgare un credo (ad esempio quello della chiesa), che vuole trasmetterlo attraverso la potenza di un artista? Anche con un finanziamento?

Al pittore in definitiva questa richiesta puo’ stargli stretta, ma ha dalla sua la possibilita’ di riscattarsi, inserendo nella sua produzione, elementi talmente personali e ricchi di autenticita’ umana, artistica, che la stessa pittura diviene portavoce di denuncia, rottura, cambiamento...

Mi spiego meglio con qualche esempio

La Cappella Sistina... Opera massima e magnifica per tecnica e contenuto...


“Le opere i mostra evocano questa rivoluzione: "Nel Giudizio appare evidente l'abbandono di ogni forma di illusionismo - conclude Pina Ragionieri -sono del tutto assenti le possenti scansioni della Volta, e l'azzurra forza del fondo di lapislazzuli nega e abolisce le serene conquiste prospettiche del Quattrocento. Nell'immensa scena, i corpi galleggiano pesantemente in aria a forza di muscoli, con un moto rotatorio ininterrotto e lento, e senza l'aiuto delle ali, eliminate persino negli angeli, con grave scandalo dei contemporanei, ormai convinti dall'etica controriformistica".




Nell’ opera della Cappella Sistina vengono trascinati e anticipati tutti i contenuti della Riforma e della Controriforma e, non poco fastidio diede l’ opera di Michelangelo sia alle corti che al clero, ma era impossibile sottomettere un genio alle volonta’ per quanto forti dei “ potenti del tempo”... gli stessi si limitarono a far mettere qualche mutanda ai nudi rappresentati, (Pittore Daniele da Volterra detto il Braghettone... cio’ gli regalo‘ la storia), ma i contenuti palesi e manifesti dell’ opera non riuscirono a combatterli, troppo grandi per loro, forse anche da capire in quel tempo, ma lungimiranti, visionari, come solo la pittura per tornare al paragone puo’ permettersi...


Per quanto riguarda invece " mi sembra di aver notato la ricorrenza di un'atmosfera crepuscolare nella tua fotografia paesaggistica, un'assenza di solarità a favore di nubi pesanti e nebbie fitte e ti vorrei chiedere l'origine di questa affinità."

Amo la vita, ma credo che il mondo non sia nato in una bella giornata di sole... cerco l' origine forse.
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 23 di 27
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Citazione: Blve 16.11.12, 15:35Al messaggio citatosi intervista interessante ed istruttiva .. mi preme una riflessione sull'arte.
La pittura, a differenza della fotografia, è intepretativa per definizione mentre la fotografia è documentale. L'arte moderna stravolge e spesso inverte queste definizioni. A vantaggio della fotografia la faclità di manipolare il reale in post produzione rendendo "popolare" o come qualcuno dice "involgarendo" il messaggio. Per dipingere occorrono conoscenze e pratica cosa che invece, nella fotografia, sembra sia non necessario ... La realtà invece ci obbliga a comprendere che qualsiasi forma espressiva, se non suffragata da una conoscenza tecnica e linguistica, da esperienza e sperimentazione, non consente di creare arte. una bella fotografia potrebbe essere fine a se stessa ma non comunicare nulla (botta di fortuna), un bel quadro è invece frutto di un elaborazione progettuale che implica tempo e dedizione ...


Grazie Bive per il tuo prezioso intervento.
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 24 di 27
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Citazione: antonio rolandi 17.11.12, 10:48Al messaggio citato... Nonché ingegno. Ho conosciuto tanti fotografi, perlopiù professionisti, che ne sono totalmente privi, ma riescono a sopperire con altre e numerose qualità (umanità, sensiblità, conoscneza tecnica) e a realizzare immagini che io posso solo scordarmi. Insomma in fotografia secondo me la scintilla del genio non è indispensabile, in pittura sì. Questo non è certeamente il tuo caso, caro Giambuzzi. Foto bellissime, geniomunite.

Eheheh "geniomunite"... sei formidabile... magari!
Cosa dire... Le tue potenti riflessioni sono sempre concime per questi lidi...
Grazie Antonio
antonio rolandi antonio rolandi Messaggio 25 di 27
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E' molto gradevole anche la tua replica a Valentina. Tuttavia, poichè devo fare i conti con la mia proverbiale ignoranza (si dice infatti: ignorante come un rolandi), sottolineo che: a) il Bronzino è il lavandino in dialetto genovese; b) il Braghettone è la cornice della porta anche nella lingua italiana; c) se al Bronzino (o lavandino che dir si voglia) Prada avesse commissionato un dipinto ritraente il suddetto Lorenzo con un paio di scarpe firmate, come si sarebbe comportato il nostro amico pittore? Forse come il fotografo che ci propone Gorbaciov in viaggio con una borsa Louis Vitton leggermente defilata al suo fianco o avrebbe preferito una figura intera vista dal basso con il bel paio di mocassini in primo piano? Questo è l'insidioso problema, a te la soluzione.
Gianpaolo Giambuzzi Gianpaolo Giambuzzi Messaggio 26 di 27
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Citazione: antonio rolandi 18.11.12, 18:02Al messaggio citatoE' molto gradevole anche la tua replica a Valentina. Tuttavia, poichè devo fare i conti con la mia proverbiale ignoranza (si dice infatti: ignorante come un rolandi), sottolineo che: a) il Bronzino è il lavandino in dialetto genovese; b) il Braghettone è la cornice della porta anche nella lingua italiana; c) se al Bronzino (o lavandino che dir si voglia) Prada avesse commissionato un dipinto ritraente il suddetto Lorenzo con un paio di scarpe firmate, come si sarebbe comportato il nostro amico pittore? Forse come il fotografo che ci propone Gorbaciov in viaggio con una borsa Louis Vitton leggermente defilata al suo fianco o avrebbe preferito una figura intera vista dal basso con il bel paio di mocassini in primo piano? Questo è l'insidioso problema, a te la soluzione.


Mmmm... Credo che al Bronzino gli e' stato commissionato un ritratto...cosa inserire nel ritratto lo ha deciso lui, (e lo vediamo nel dipinto, dove non ha concesso nessuna grazia al personaggio raffigurato).

Altrimenti per un risultato diverso avrebbero chiamato un "lavandino" :-)

Ti porto anche l' esempio del sempre citato "Michelagnolo"

Ammesso e non concesso che io possa cercare di capire cosa girerebbe oggi nella testa di Michelangelo - son sicuro che ne vedremmo delle belle - ma se e' riuscito a togliere le ali agli angeli nella Cappella Sistina, a manifestare la sua omosessualita' in un tempo dove con solo il sospetto si rischiava quasi il rogo, ( mentre lui dipingeva nei sacri luoghi di culto), a scagliare una martellata sul ginocchio del Mose', mentre chiedeva (alla statua) "perche' non parli ?", ritenendola lui stesso opera perfetta e mancante solo di parola: non oso immaginare, cosa avrebbe potuto combinare ad un paio di scarpe di Prada e, non ho detto Papa! :-)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 27 di 27
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Ti ringrazio per la risposta e ti confermo di conoscere la differenza tra mecenate, mercenario e mercenaria persino senza doverlo andare a leggere sul vocabolario ma devo ammettere che non comprendo lo scopo della lezioncina di semantica, forse persino un poco offensiva, seppure sono sicura non volutamente.
Così come non comprendo cosa significhi paragonare un ritratto di persona con la rappresentazione di scarpe, senza alcun intento polemico, sia ben chiaro: se paragono i diversi scopi e risultati di due mezzi dovrò confrontarli nello stesso ambito quindi ritratto con ritratto e natura morta con natura morta (o still life se si preferisce il termine inglese). Il fatto che in fotografia si fotografi anche un paio di scarpe non lo vedo così distante da una natura morta, anzi le avrei viste bene in chiave metaforica nelle opere di Adriaen van Utrecht (cosa meglio rappresenta la vanità?). Certamente diversi erano gli interessi e se all'epoca dei Medici ci fosse stato un Prada che, da mecenate, avesse finanziato una natura morta con ben in evidenza un suo paio di scarpe per pubblicizzarle nelle corti italiche ed europee sicuramente avrebbe trovato l'artista di nome che le avrebbe ritratte così come c'era chi ritraeva stemmi araldici.
Cambiano gli status symbol. Altresì che la pittura sia interpretazione lo dimostrano i quadri equestri che ritraggono Napoleone Bonaparte: In "Napoleone attraversa le Alpi" di Jacques Louis David ecco spuntare Brad Pitt (presente in diverse opere dedicate al condottiero di cui era convinto sostenitore come per altro Jean Auguste Dominique Ingres) solo che se paragonato alle dimensioni del cavallo aveva pure l'altezza di Michael Jordan.
Non è forse questa un'abile opera pubblicitaria atta a far apparire il committente nella sua luce migliore attraverso un opera di pubblicità ingannevole come diremmo oggi? :-)
Ovviamente esempi non mancano in Italia dove per un Michelangelo ardito e provocatore non manca Daniele da Volterra che non esita a seguire le indicazioni Papali uscite dal Concilio di Trento e coprire le nudità del Giudizio universale (tanto da guadagnarsi il soprannome di Braghettone) dove non ha addirittura cancellato e ridipinto l'opera del suo amico e collega (Santa Caterina e San Biagio per esempio). Che i capi ordinati alla morte di Michelangelo fossero firmati e servissero per sponsorizzare la monumentale opera non c'è dato saperlo (sia chiaro che sto scherzando) ma fatto sta che non sempre e non tutti i pittori sono stati avulsi dalle spire del potere del soldo. D'altro canto anche loro dovevano mangiare.
Quello che intendo dire non è che non vi siano differenze marcate tra il linguaggio espressivo fotografico e pittorico e nella libertà creativa che ciascuna tecnica permette, ribadisco, ma semplicemente che voler rendere scevra la pittura nella sua totalità da componenti commerciali, piaggeristici e/o documentaristici è forse un po' esagerato. Si tratta comunque di un parere puramente e squisitamente personale che però mi sembrava giusto ribadire perchè dagli esempi che hai portato mi sembrava di non essere stata chiara.
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