... Franco Farina

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Franco Farina Franco Farina Messaggio 16 di 19
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Grazie Angelo, e ringrazio anche te Enrico e passo alla risposta.
Anche questa è una domanda che mi piace perché tocca argomenti che affronto ogni volta che elaboro, come credo succeda a tutti.
Si possono verificare varie situazioni.
Può succedere che vado diritto al "punto", rapidamente e senza cambiare programma in corso d'opera, ma il più delle volte non è così.
Seguo questo percorso:
seguo il mio istinto e il mio gusto, ma come dici tu, si arriva ad un punto in cui ti chiedi se procedere con altri tentativi, diverse combinazioni oppure fermarti.
In questo caso salvo una copia in formato ps, e vado avanti.
Arrivo a volte a produrre anche 10 versioni della stessa foto.
Le decisioni migliori le prendo il giorno dopo, a caldo si sbaglia facilmente.
Lascio il bianco nero per ultimo, per chi ha il coraggio di ammetterlo è la soluzione più semplice.
Si saltano tante problematiche, si evitano le armonizzazioni tra i colori, le dominanti, e se passo a un BN spinto, anche molte disarmonie di luce.
Ma non mi piace ricorrere alle soluzioni più semplici, per carattere, prima di tagliare per la scorciatoia le tento tutte.
Detto questo non relego al BN il solo compito di semplificarmi la vita, è che il BN, per essere un lavoro ben fatto, richiede anche lui impegno e capacità tecnica, troppo facile sparare un filtro "fai da te" e chiudere il discorso.
Cerco di utilizzarlo quando ha un senso e aggiunge qualcosa in più all'immagine, ma non posso nascondere che talvolta è la soluzione che precede il cestino :-)
Certo non mi piace l'abuso del BN, mi riferisco a chi lo utilizza sempre per ogni genere di foto. Vedere pubblicate immagini dove il soggetto è magari un bambino che gioca sulla sabbia impastoiato da cieli tenebrosi, con vignettature da catastrofe nucleare e con una grana da carta vetro 40 (la più grossa), beh mi mette una certa tristezza.
Però, tengo a precisarlo, tutta la lavorazione in post non si basa su criteri tecnici e programmati, al contrario, uso in modo assolutamente personale ogni addizionale che inserisco nelle foto e mai su tutta l'immagine. Un lavoro creativo e unico, al punto che ad ogni passaggio riunisco i livelli e di fatto cancello le tracce del percorso seguito.
Questo per dare il senso di unicità ad ogni lavoro, irripetibile anche per me. Ma più divertente e gratificante.
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 17 di 19
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F come Franco Farina Fotografo
stop
ma qualcosa la devo dire, io nel mio piccolo, da una che di fotografia ne sa poco o niente perchè sei un punto di riferimento importante in questo posto e per la stima e l'ammirazione che ti porto da quando ho incontrato le tue immagini. Per me, come per te, la fotografia c'è sempre stata nella mia vita, fin dai vecchi album o dalla valigia che ogni tanto mia madre tirava fuori con le vecchie foto dell'Africa di un cugino di mio padre, ci si riuniva tutti intorno al tavolo e sembrava quasi una tombolata di Natale. Volevo sapere sempre tutto dei personaggi che incontravo in quelle vecchie foto cartoline, spesso scritte, firmate e datate sul retro.
Quello che mi sorprende di te è che la tua preparazione, la tua esperienza lavorativa nell'ambito della Fotografia te la sei fatta tutta da solo, perchè la passione ha da sempre animato la tua creatività.
Personalmente amo molto le tue street, perchè non c'è posa, non c'è preparazione di set o altro, c'è l'imnediatezza del momento, c'è un racconto che ti sorprende appena le apri, c'è la parte dell'umanità nella sua totale verità, senza nessuna maschera, c'è la spontaneità, la naturalezza dei gesti, dei visi. Sono un po' contraria ai vari ritocchi post produzione soprattutto se adoperati nei volti di chi fotografi, amo le persone per quello che sono, per la verità dei loro occhi, per le storie che raccontano le loro rughe.
Io non so come tu lavori e se questa domanda ti possa riguardare da vicino ma quello che ti chiedo è:
non credi che ritoccare tolga la magia della verità a quei visi? Non credi che plasmare le cose a tuo piacimento possa far perdere potenza all'espressione. Anche il pittore interpreta personalmente il viso o il corpo della modella come sua forma epressiva e artistica, ma la fotografia è quasi sempre traduzione della verità.
Forse il dibattito diventerebbe troppo lungo perchè se mettiamo in conto il digiart o il surrealismo in Fotografia o le sovrapposizioni o gli still life ai fiori che spesso uso io, anche lì c'è distorsione della realtà e quindi la mia domanda non ha nessun senso.
Forse tutto questo deriva dalla voglia di creare e di sentirsi appagati da un un'opera artistica a cui ti sei dedicato anima e corpo e forse per te vale anche il fatto che ami la pittura e che non ti basta la semplice foto uscita al pc, ma quella foto deve avere un'accuratezza futura per tua personale dedizione e per la ricerca di perfezione.
Però ecco vorrei sentire cosa ne pensi, forse ho fatto un po' di confusione e non mi sono spiegata bene.
Comunque ancora tanti complimenti Franco, con la stima e l'ammirazione di sempre.
Franco Farina Franco Farina Messaggio 18 di 19
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La tua domanda è intelligente e complessa, molto complessa (forse anche tu lo sei?...) :-)
La risposta potrebbe andare su rivoli infiniti, e dietro si nasconde una velata (anche troppo) critica verso un certo modo di rappresentare la realtà, umana nel caso specifico.
Spero di non perdermi nei meandri delle possibili variabili.
Punto primo: la fotografia ha il compito di rappresentare la realtà?
Risposta: per me no. No perché è comunque una sua interpretazione, sia per il mezzo che per l'uso personale che se ne può fare.
Quindi non mi faccio problemi di aderenza al vero, semplicemente perché impossibile, e qui potremmo scivolare in un versante filosofico che meriterebbe un approfondimento specifico, ma in questa sede non è il caso.
Solo alla fotografia documento, reportage, denuncia, si chiede di mostrare tendenzialmente il vero, ma anche qui è troppo semplice dimostrare che anche spogliata degli additivi la fotografia implica la "scelta" del fotografo, per cui sempre di verità relativa parliamo.
Passiamo ad un livello successivo: ritoccare è giusto o meno, in generale.
La risposta per me è sì. O meglio, è una possibilità espressiva che richiede molta conoscenza e buon gusto.
Per chi, come me, la utilizza come mezzo per comunicare trovo che sia uno strumento formidabile.
Anche in altri campi questo modo di interpretare la realtà e dunque di tradurla è sempre esistito.
Pensa ai grandi maestri della pittura, definiresti Van Gogh un "taroccatore" quando racconta un caffè di sera o la notte stellata o quando presenta improbabili ammassi di iris o di papaveri, sorvolando sugli autoritratti?
No, in quel settore egli viene definito un "impressionista". Bene, anche nella fotografia si può ricavare una definizione simile, anzi, nel mio caso specifico meno accentuato in quanto parto da un dato verosimile che poi arricchisco e addiziono di elementi che possano trasformare il pretesto iniziale in un canale comunicativo personale.
Non è fotografia? E chi se ne frega :-)
Non sarò un fotografo, e infatti non lo scrivo mai da nessuna parte.
Qui si apre lo sconfinato argomento su cosa sia la fotografia, ma temo che moltiplicherei le antipatie già numerose nei miei confronti, perché poi si dovrebbe arrivare a definire chi siano poi i fotografi... magari poi mi parlano del bianconero, che non mi sembra sia la riproduzione della realtà, mi sembra che il mondo giri a colori, ma lasciamo perdere.
E veniamo al nocciolo della tua domanda:
è corretto modificare i lineamenti o comunque intervenire nei ritratti di persone?
E qui non ho una risposta generale e convincente.
Ci sarebbero mille sì e no, in certi casi sì, in altri no.
Sinteticamente direi che per quanto mi riguarda, agisco senza regole. Se il ritratto è finalizzato a descrivere fotograficamente l'essenza di una persona, del carattere, dei suoi umori, delle sue paure ecc. allora sì, decisamente, è lo strumento giusto e corrisponde esattamente allo stesso esempio di prima, guarda un autoritratto dell'olandese, non è certo la fedeltà all'originale la qualità che prevale, eppure nessuno meglio di lui ha saputo raccontare le sue angosce e i suoi fantasmi.
Un ultimo sottogruppo riguarda le donne, il ritratto del solo viso o del corpo.
Qui, come ho spiegato, sono solo all'inizio, e come tutte le sperimentazioni devo pagare un prezzo, accettare un compromesso.
Chi si offre come soggetto non lo fa, almeno nel mio caso, per contribuire alla creazione di un'opera d'arte, e questo per due motivi: perché io non sono un artista e perché non faccio opere d'arte.
Mi chiedono belle foto, nelle quali vengano esaltate le qualità e non certo messi in risalto i difetti.
Lo faccio con piacere, è una scuola importante saper intervenire sull'essere umano cercando di non snaturarne l'essenza, e ogni tanto, gradualmente, inserisco la mia visione personale.
Non trovo che la ricerca del bello sia operazione indegna e non essendo legato a nessuno schema e tantomeno a immagini da destinare ai posteri, faccio quello che mi piace, mi diverte e spero di non avere a che fare con la volgarità, che non mi appartiene. E in ultimo credo che tutti, senza esclusioni, hanno almeno una parte che merita una fotografia (fatta da me...) e trovo che questa sfida sia piacevole.
Grazie
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 19 di 19
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Grazie a te Franco per la risposta esauriente, questo è un bel posto per lo scambio democratico di opinioni altrui.
Sono convinata che dagli altri c'è sempre qualcosa da imparare e se il "maestro" (o chi ha molta più esperienza di te) ha l'umiltà di porsi verso gli altri, come fai tu, è ancora più bello ascoltare e immagazzinare pensieri altrui sulla Fotografia. Un grande abbraccio dal Po.
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