... Carlo Pollaci

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Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 16 di 50
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Fuori discussione che Pollaci sia un ottimo foto/documentarista dei suoi luoghi,mi piace come lui sà entrare in contatto con ciò di cui và alla scoperta.
una curiosità che avevo anch'io è la stessa nella quale Pasquino ha posto la domanda:
" come si fa, dati i tempi del clic? te lo chiedo in sincerità, perchè io non ci riesco. mi capita di pensare a colori per intere giornate, ma in genere, se cerco non intervengono. non è forse deputato in fase di separata e postuma riflessione il giudizio? "
Mi rendo conto che ho approfittato di Paolo ma personalmente non avrei saputo impostarla meglio.
Complimenti per il tuo lavoro fotografico e grazie!
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 17 di 50
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Un sentito ringraziamento a Maricla e a quanti sono intervenuti.
Datemi un po' di tempo, e risponderò, per come posso, a tutte le vostre (stimolanti) domande.
Mehran Falsafi Mehran Falsafi Messaggio 18 di 50
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un particolare della mia vita mi porta alle domande che sto per farti,,, è una ferita che porto dentro da anni, troppi, e sono state le parole di Enrico Manna, che stimo profondamente, nei tuoi confronti, nonché quelle dette, chieste e risposte, nell’intervista a farmele fare a te, che malapena conosco; iniziai a 7-8 anni con l’Agfa di mio padre a fotografare, ti parlo di 45 anni fa, e iniziai subito a fotografare per strada,,, il scenario fu l’Iran di mezzo secolo fa, niente classe media, solo straricchi e strapoveri… e tra l’altro c’era da testimoniare quella sorte di meticolosa cultura popolare costruita con niente, ma con dignità, con la voglia di esistere e durare finché uno può, e con l’arte d’arrangiarsi…

non so se ti sia mai capitato di fotografare in oriente; la gente non si offende, anzi si compiace quando viene fotografata,,, spesso te lo chiede,,, apprezza l’attenzione, come se fosse una forma di stima, una carezza… …accarezzai migliaia di persone per strade… fino ai tempi della rivoluzione, 1979, quando per un anno riuscì ad immortalare migliaia di immagini, dalla rivolta popolare fino alle atrocità dei regimi, da un lato la monarchia, dall’altro i fondamentalisti…

la commozione è ancora tanta a ricordarle,,, arrivo alle domande, ma ancora un particolare; arrivai in Italia negli anni ottanta,,, una nota che ti piacerà; tra l’altro, per arrangiarci in un trio cantavamo Victor Hara e Inti-Illimani negli angoli delle strade di Firenze… più tardi m’innamorai ed iniziai una relazione che durò 13 anni, che poi andò male,,, capita, e lei tra un dispetto e l’altro mi fece sparire la valigia che conteneva “tutto” il materiale fotografico di “tutta” la mia vita!

Io non ti conoscevo, ma si sa, quando non c’è lo spazzolino c’è Maricla, e uno comincia a conoscere… ho vagato tra le tue foto e non ho potuto evitare di rivivere quella parte di me sparita con la valigia. Prima di quel episodio mi chiedevo sempre; “ Dio quante storie, quanta gente senza voce, quante verità soffocate dalla media e dai luoghi comuni,,,, non basta mai e non basto mai, quanto ancora vivrò e quante carezze ancora c’è da dare a quella gente…(?) “ Ti rigiro la domanda, la prima,,,

la seconda; tu dici << tutti “archiviamo” nella nostra mente un’infinità d’immagini … sottoposte ad un continuo processo di elaborazione >>
,,, dato che io da quel episodio reagì male, smisi di fotografare appassionatamente, se non per lavoro, per cataloghi o nei matrimoni a rompere le scatole a quello ufficiale, fino a poco fa quando per caso capitai in fc,,, trovandomi dinanzi a tutta quella “fragilità”, già “spazzata via” dal tempo, di cui ora persino le tracce erano sparite,,,, ti chiedo allora; immedesimandoti al mio posto, cosa avresti fatto, come avresti reagito se ad un tratto ti fosse stato tolto lo scrigno delle tue “elaborazioni”, le tracce di una lunga metamorfosi trascorsa nelle tue idee,,, di quel “mondo che ti apparteneva” come dici tu… cosa sarebbe rimasta in te (?)

..e se poi mi permetti una terza, un po’ retorica, quale foto e perché lo avresti voluto salvare?


p.s. ti chiedo scusa, dato che al contrario degli altri sei obbligato a leggermi, di essere stato logorante, ma non avendoti spiegato mi sarebbe stato difficile rivolgerti le domande da un punto di vista umana, esistenziale, e guai se non ci fosse da imparare tra noi sotto questi aspetti.



Messaggio Modificato (23:55)
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 19 di 50
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Bellissimo e commovente il post + sopra di Mehran. Spero che tornerai presto a donarci momenti di street perché il cuore è elemento fondamentale per creare scatti che abbiano un'anima. E tu di cuore ne hai tanto.

A Carlo io vorrei invece porre qualche altra domanda:
1- in che misura il tuo essere Palermitano condiziona la tua fotografia? Riusciresti ad immaginarti fotografo di strada in altre parti d'Italia o addirittura del mondo?
2- e in effetti, quando sei altrove, provi lo stesso a cimentarti con la fotografia di strada?
3- se sì, come l'approcci, quando ti ritrovi in un ambiente che non è quello tuo familiare
4- tornando a Palermo: come è il rapporto tra la tua gente e la fotografia di strada? Le parole di Mehran rispecchiano una riflessione che mi accompagna da diverso tempo: un tempo tutto era più semplice, il fotografo era merce rara, spesso tenuto in alta considerazione addirittura, ed essere fotografati era un privilegio, a volte un onore, spesso una gioia ed una condivisione, un motivo d'orgoglio. Oggi il digitale ha portato alla massificazione, al livellamento e tutti, troppi, fotografano. Il più delle volte diventando invasivi, intrusivi, alla ricerca dello scatto facile e senza rispetto alcuno della sfera personale e privata del prossimo. La cultura generale è diventata in tanti posti una cultura (spesso comprensibilmente) di diffidenza, a volte addirittura di paura. Ecco, vorrei sapere se a Palermo c'è ancora gente capace di sorridere di fronte ad uno scatto rubato
5- quali sono i tuoi modelli e fonti di ispirazione?
6- come approcci la fotografia di strada? Parti con un progetto ben preciso in testa? O semplicemente esci ed aspetti di vedere cosa ti porta la giornata?
7- quando sei per strada, cerchi di essere già preparato a cosa potrebbe capitare tra un attimo? Se sì, come avviene questa preparazione, nella testa e nella tua macchina,?
8- parlando di attrezzatura, qual'è la focale da te preferita quando scatti? Le scelte tradizionali cadono sul 28 o sul 35mm, anche se HCB usava il 50mm. Tu quale preferisci? Ci sono altre focali che prendi in considerazione? O semplicemente ti adatti alla situazione?
9- In che misura le nuove tecnologie hanno cambiato il tuo modo di fotografare? Hai per es., mai usato, o la usi spesso, la modalità Live View della tua canon? A volte ti consente di trasformarti in un pomodoro ;-)


Se mi vengono in mente altre domande mi rifaccio vivo, per il momento penso di averti bersagliato a sufficienza :-D

Ancora un complimento a Maricla per le belle foto selezionate, molte tra queste già da anni tra le mie preferite.

Saluti

Fabio



Messaggio Modificato (9:00)
- René - - René - Messaggio 20 di 50
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Ciao Carlo
... a rispondere a tutte le nostre domande dovrai fare gli straordinari :-))

Mi sembra che non ci siamo mai incontrati qui in fc. Sicuramente per i differenti generi fotografici proposti…
E’ palese il tuo grande amore per le foto di strada e per il reportage urbano in genere e, come tu stesso dici, il coinvolgimento emotivo che questo genere di foto è in grado di darti. Personalmente, per mio sincero limite, le fotografie, se non accompagnate da un racconto, da un progetto di denuncia, da un’intima visione, da una suggestione, … difficilmente riescono a darmi ciò che principalmente cerco in un’immagine. Mi riferisco al coinvolgimento emotivo, condensato in quegli attimi di puro “rapimento” di se stessi, nello stesso momento in cui ti si apre l’immagine.
Ecco, per “completare” la tua conoscenza come fotografo, così come scaturisce da questa intervista (complimenti a te e a Maricla per la piacevole lettura), sarebbe per me interessante conoscere il tuo pensiero su questo genere fotografico, raramente presente nel tuo portfolio.
Lo ritieni esclusivamente un fatto di gusto personale o ritieni non sia congeniale al linguaggio espressivo fotografico in genere o altro ancora?
b. monica b. monica Messaggio 21 di 50
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ciao carlo, piacere di conoscerti. sto pian piano leggendo le tue parole, di risposta in risposta. tornerò più volte a soffermarmi sui singoli tuoi pensieri, che trovo mai banali, anzi.
mi piace e condivido, per iniziare, la tua definizione delle due qualità del fotografo di strada. io, dal mio punto di vista, do pari importanza a entrambe. l'esserci ed il comporre secondo me entrano nello scatto e lasciano il loro segno, soprattutto se lo scatto vede la presenza umana, oltre che di elementi del contesto.
per ora ti saluto, arrivederci e complimenti ai promotori di questa nuova rubrica, mi sembra molto piacevole e ricca di spunti



Messaggio Modificato (18:50)
RUFFINI SILVANO RUFFINI SILVANO   Messaggio 22 di 50
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Aggiungo una sola domanda ( alcune delle precedenti le avrei poste io........ne leggerò con attenzione le risposte)
semplicemente voglio dirti che mi colpisce il modo che hai di raccontare la tua terra........!!cosi coinvolto e coinvolgente.
Ritieni che la Sicilia ed in particolare Palermo con quella enorme carica di umanità ti possa in qualche modo "facilitare " il compito ...? lo dico pensando al Nord dove questa qualità si è stemperata con questa vita fatta sempre più di egoismi .....
o forse è solo un alibi....??
ti saluto con sincera ammirazione ...............!!
ciao



Messaggio Modificato (18:39)
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 23 di 50
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Ringrazio ancora per i notevoli interventi, che in alcuni casi esplicitano domande.
Facendo tesoro del poco tempo di cui dispongo, volendo rispondere a tutti (senza alcuna pretesa che la mia risposta possa essere in alcun modo soddisfacente ne tanto meno esaustiva), procederò secondo l'ordine in cui le domande stesse sono poste.
Per gli interventi che non pongono domande esplicite, direi di tornarci sopra, se siete d'accordo, dopo il primo giro di risposte.
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 24 di 50
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Paolo Pasquino:
« ..'Amo il bianco e nero, ma vi ricorro solo quando ritengo che la fotografia abbia una sua “forza” intrinseca tale da potere fare a meno delle informazioni che solo il colore può dare. In tal caso, pur tenendo la macchina impostata per il colore, immagino la foto in bianco e nero già nello scatto'..

ti chiedo: come si fa, dati i tempi del clic? te lo chiedo in sincerità, perchè io non ci riesco. mi capita di pensare a colori per intere giornate, ma in genere, se cerco non intervengono. non è forse deputato in fase di separata e postuma riflessione il giudizio? »

Paolo, per la verità non ho molto da aggiungere, salvo cercare di spiegarmi meglio. Io sono nato fotograficamente col bn. Ne ho un grande rispetto, ma non lo considero l'unico mezzo di espressione fotografica.
Dico che il bn è efficace solo se il soggetto è "forte" di suo, cioè è in grado di catturare l'attenzione dell'osservatore solo per la sua valenza. La foto in bn è una semplificazione della realtà, che è appunto ridotta a due colori (o non colori, secondo la teoria dei colori elaborata nell'800). In arte come in fotografia, la semplificazione non significa mortificare la realtà, ma al contrario impadronirsene al punto di poterla rendere con tratti quanto più essenziali.
E' più che necessaria naturale, quindi, una certa previsualizzazione della scena, che non sarà sempre istantanea, ma scelto un luogo ci si rende facilmente conto se i colori: 1) sono in armonia o in disarmonia; 2) se, per la natura del soggetto, gli stessi siano necessari o meno.
Può anche accadere che il bn, previsualizzato o meno, sia quasi una via obbligata, in quanto, una volta scattato, ci si rende conto che non è possibile venire a capo di un coacervo di colori: al riguardo terribili sono i colori dei materiali plastici nei contesti naturali e storici.
Non nego quindi che una fase posteriore allo scatto possa addirittura portare all'intero ripensamento della fotografia (tra l'altro il ras sembra essere stato inventato proprio per questo!), ma, nella maggior parte delle foto di reportage e street che ho pubblicato, ho effettivamente deciso prima dello scatto se dovevano essere in bn o a colori.

"...pur tenendo la macchina impostata per il colore..."
ritengo inutile, infatti, visualizzare in macchina la foto in bn per alcuni motivi:
quando scatto, in certe situazioni, do solo, se le circostanze lo permettono, una rapida occhiata al monitor impostato in modo da mostrare le sovraesposizioni: è l'unica informazioni che in quel momento mi serve: le zone sottoesposte contengono (quasi) sempre i dati necessari, mentre le luci "bucate" non c'è modo di recuperarle (se non, forse, appesantendo in modo innaturale i grigi).
Secondo, la macchina mi mostrerebbe un bn frutto di una conversione jpeg inferiore, per qualità, a quella ottenibile successivamente al PC (del resto, se si fotografa a pellicola bn, ...ho ripreso a farlo..., la scena la si guarda comunque a colori).
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 25 di 50
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Arnaldo Pettazzoni
Ho una unica domanda da farti...e so che risponderai senza citazioni....il tuo b/n prevale di contrasti che accarezzano anche se fatti in digitale la pellicola, poche tonalità di grigio....saturi... a volte crudi...essi si intonano magistralmente all'ambiente.... strade.. vicoli...piazze circondate da mura insultate dal tempo e i volti appaiono con espressioni rilevanti inserite in quel contesto..... come non a caso il fuori bolla di tanti tuoi scatti.... credo abbia un senso che si collega al contrasto....rendere ancor più il messaggio casuale...oppure sto sbagliando Carlo??.

Arnaldo, spero di non deluderti, ma certamente non sono né voglio atteggiarmi a un fotografo di levatura superiore.
Le foto a cui ti riferisci, che costituiscono la maggior parte della mia produzione, non sono casuali in quanto se in una data ora di un certo giorno mi trovo in un dato luogo, non essendo uno che è padrone del suo tempo, già mi aspetto di trovare certe situazioni ovvero so, suppergiù, che tipo di foto farò.
Una volta sul luogo, lo noto io stesso, rispetto a situazioni analoghe vissute da giovane, ho come un'accelerazione del gesto, che mi porta a scattare di getto, mai a raffica però, in molti casi senza neppure inquadrare nel mirino.
Il contrasto forte a me è sempre piaciuto (su carta ho stampato qualcosa nel passato). Se possibile, grazie al digitale, il mio bn è senz'altro migliorato: sono molto contrastati, ma nell'insieme hanno quella "pastosità" tipica della pellicola che preservo utilizzando poco o niente la maschera di contrasto (in macchina ho predisposto un paio di profili personalizzati, con nitidezza tenuta bassa e contrasto lievemente aumentato), e in stampa hanno una qualità superiore all'analogico di un tempo (a parte l'aspetto tattile, impagabile nell'analogico).
I personaggi e i loro volti sono essenziali: mi capita di avvistarli da lontano e avvicinarmi fin quasi a toccarli: scatto come poso: a volte sono fortunato (quando non riesco, il senso di frustrazione è fortissimo...).
Carlo Pollaci Carlo Pollaci Messaggio 26 di 50
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La domanda di Arnaldo m'induce un'altra riflessione.

Più un luogo è interessante e conosciuto, più, secondo me, si è in grado di coglierne le caratteristiche "di base" (aspetto documentario l'ho definito), ma soprattutto gli aspetti che gli danno "vita", e che col loro continuo mutare, pur nella costanza dello scenario, determinano quella "casualità" che, se si riesce a cogliere, trasforma una foto documentario in una foto d'ambiente.
b. monica b. monica Messaggio 27 di 50
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Pesciolini rossi Pesciolini rossi Carlo Pollaci 06.11.11 8

ecco quel che ti dicevo: qui l'esserci nella scena e la scena stessa hanno tale importanza e intensità, da non poter fare più distinzioni tra l'una e l'altra.
ho cominciato ad esplorare un poco la tua galleria e trovo scatti davvero di valore, fotografico e umano.
questo racchiude secondo me anche il tuo pensiero rispetto allo scatto istintivo e/o previsualizzato, due aspetti che possono andare di pari passo, senza contraddirsi o chiedere priorità all'altro.
mi spiace, per ora non mi vengono domande (spero non mi espellano per questo dalla rubrica!), perchè mi sto gustando le parole che hai già scritto rispondendo ad altri.
ciao carlo, buona giornata



Messaggio Modificato (8:10)
Ciro Prota Ciro Prota Messaggio 28 di 50
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Vorrei aggiungere anch'io una domanda,e lo faccio lasciandomi dietro il passato un po burrascoso e girare pagina....
La sua compagna é una apprezzata fotografa,presente in altri siti e con ottime fotografie,avere al fianco una fotografa quanto questo puo' "influenzare" (forse non é il termine adatto) il suo modo di interpretare e vedere la fotografia,e viceversa,anche se si parla di due generi diversi tra loro,e quanto puo' dare peso il vostro confronto nella scelta,per esempio,di una selezione per una eventuale esposizione.
Chiedo questo perché credo sia una grande fortuna avere vicino qualcuno che ami esprimersi con lo stesso mezzo.
Cordialmente
Utente cancellato Utente cancellato Messaggio 29 di 50
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Ho letto e seguito tutto con interesse, invidio molto chi ha il coraggio e la capacità di fotografare "persone", soprattutto in situazioni come quelle che ci proponi tu, certamente non semplici, tipo il tuo reportage in una scuola occupata. Non ho domande da farti in realtà, tra quelle di Maricla e gli interventi degli altri amici si è sviscerato abbastanza. Ma colgo l'occasione per ringraziarti, perchè, tu non lo ricorderai, ma appena entrai qui, nel 2008, fosti il primo a scrivermi e a darmi il benvenuto, nonostante le mie immagini fossero molto lontane dal tuo genere...e neanche troppo buone!! Quindi è un piacere vedere che ancora sei qui, presente al 100 % e, giustamente, messo in evidenza da questa bella sezione. Un abbraccio e buona giornata, a te ed a tutti :-)



Messaggio Modificato (15:03)
maria teresa mosna maria teresa mosna Messaggio 30 di 50
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Una grande e bella esperienza ammirare e leggere l'intensità e l'impegno di Carlo.
Ho avuto il piacere di incontrarti pure io appena entrata in FC, ho un tuo libro con dedica che ogni tanto sfoglio sempre con interesse.
Avendo letto questa bella intervista e le tue accurate e sempre gentilissime risposte, non ho domande ma solo ammirazione. Ciao Carlo
Ringrazio Maricla per questa bellissima iniziativa, così interessante e formativa.
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